
(fig. 1)
Per valutare la propria acuità visiva, è necassario porsi alla distanza di 3 metri se si possiede un monitor da 14"a 4 metri per monitor da 15", a 5 metri per monitor da 17"
Approfondimento
Da Vista e visione di A. Fiorentini
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Si tratta della capacità di discriminare i dettagli fini, di leggere uno scritto molto piccolo e di scorgere piccoli oggetti anche da lontano. Le tabelle che si utilizzano normalmente per misurare l’acuità visiva, di solito contengono delle lettere alfabetiche di varie dimensioni. Come valore dell’acuità visiva si prende una quantità inversamente proporzionale allo spessore del tratto dei caratteri
di quella riga, e cioè si considera il reciproco dell’angolo visivo, angolo con il vertice nel centro della pupilla dell’occhio, sotto cui si vede lo spessore del singolo tratto. Se la misura dell’angolo visivo è espressa in minuti primi, il suo reciproco, e cioè il valore corrispondente dell’acuità visiva, si esprime in decimi. La riga a cui corrisponde l’acuità
visiva di 10/10 ha dei caratteri in cui il singolo tratto nero ha spessore tale da essere visto dall’occhio sotto un angolo visivo di 1 minuto primo; quindi, per una tabella destinata ad essere letta dalla distanza di 5 metri, lo spessore del tratto è di circa 1,45 mm, e l’altezza del carattere è circa 7,3 mm.
Le altre righe della tabella, sia quelle con caratteri più grandi, sia quelle con caratteri più piccoli, hanno dimensioni dei tratti che variano in modo inversamente proporzionale ai rispettivi valori di acuità visiva, espressi in decimi. Per esempio, la riga più grossa ha caratteri 10 volte più grandi di quella dei 10/10, e quindi corrisponde ad un’acuità visiva di 1/10, e così via per le righe
successive fino ai 10/10; ci sono anche righe per gli undici decimi (dimensioni delle lettere equivalenti ai 10/11 di quelle dei 10/10), dodici decimi ecc. Questa scala è stata scelta dagli oculisti che la proposero agli inizi del secolo scorso, assumendo come acuità visiva normale per l’adulto il valore di 10/10. In molti casi, invece delle lettere dell'alfabeto, si preferisce utilizzare la stessa lettere, orientata in modo diverso (fig. 1). Un altro metodo per
misurare l'acuità visiva è costituito dai cosiddetti reticoli (Fig. 2), che sono costituiti da righe periodiche, alternativamente bianche e nere, di uguale spessore. Sono disponibili vari reticoli, con righe progressivamente più fini. Periodo del reticolo è lo spessore complessivo di due righe, bianca e nera, consecutive. Compito del soggetto è riconoscere il reticolo (cioè essere in grado di vederne le righe) distinguendolo quindi da un campo uniforme. Per misurare l’acuità
visiva si devono sottoporre al soggetto reticoli con righe successivamente più fini e determinare qual è il reticolo con righe più fini che il soggetto è ancora in grado di vedere.
Uno dei primi studiosi che si preoccuparono di misurare con precisione l'acuità visiva dell'uomo fu Robert Hooke. |

(Fig. 2)
Esempio di reticoli |