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Le scienze della Terra nella didattica a distanza

 


Le scienze della Terra nella didattica a distanza

 

Una indagine sulla didattica delle scienze durante il periodo di lockdown legato alle misure di contenimento della COVID-19.

 

Alessandra Borghini

 

 

Dottoranda - Scuola Regionale Toscana di Dottorato in Scienze della Terra.
Dipartimento di Scienze delle Terra - Università di Pisa
alessandra.borghini@phd.unipi.it
Docente di scuola Secondaria di Primo Grado

 

Riassunto
In questo articolo si presentano i dati preliminari di un’indagine svolta al termine dello scorso anno scolastico con la collaborazione di alcuni docenti di scienze della scuola Secondaria della Toscana. Scopo di questa indagine era, nel suo piccolo, quello di fotografare la realtà della didattica a distanza durante il lockdown che ha fatto seguito alla diffusione del virus SARS-CoV-2 nel nostro paese, con particolare riferimento alla didattica delle scienze della Terra.

 

Fino a pochi mesi fa un numero limitato di docenti aveva avuto a che fare con la didattica a distanza (DaD), e probabilmente anche chi aveva lavorato con questa modalità non aveva dovuto adottarla per tutti gli studenti di ciascuna delle sue classi e per un periodo così lungo. A causa della diffusione del Virus SARS-CoV-2 e del lockdown imposto come misura di contenimento dell’epidemia, centinaia di migliaia di docenti delle scuole di tutti gli ordini e gradi si sono dovuti “attrezzare” per poter continuare a fare il loro lavoro, offrire agli studenti un senso di normalità e continuare nel loro ruolo educativo e formativo. È stata una esperienza vissuta in isolamento da una larga collettività di docenti non solo a livello nazionale ma anche internazionale, per questo raccogliere dati a caldo su quanto fatto con gli studenti e condividere impressioni e riflessioni legate a questa esperienza può aiutare a ripartire mettendo a fuoco problematiche e opportunità legate alla didattica a distanza.



Le scienze della Terra nella didattica a distanza

 

Il questionario “Le scienze della Terra nella didattica a distanza” è stato elaborato con lo scopo di raccogliere informazioni sulle metodologie didattiche adottate durante il lockdown per la didattica a distanza (DaD), con particolare riferimento alle scienze della Terra. Nasce infatti come integrazione del lavoro di ricerca didattica nell’ambito di un dottorato in scienze della Terra.

L’indagine è stata condotta su un campione di docenti di scienze della Scuola Secondaria della Toscana. L’invito alla compilazione del questionario è stato diffuso attraverso la collaborazione degli Istituti scolastici nel periodo maggio/giugno 2020.
Al termine dell’indagine sono 133 i docenti che hanno inviato la loro risposta al questionario.
Il questionario era composto da 13 domande divise in tre sezioni: informazioni generali sui docenti, la didattica a distanza delle scienze in generale e la didattica a distanza delle scienze della Terra. A conclusione del questionario era stata data la possibilità ai docenti di condividere liberamente riflessioni e idee sull’esperienza della didattica a distanza.
Il campione dei docenti che hanno partecipato all’indagine risulta diviso equamente tra docenti che lavorano nella scuola Secondaria di Primo grado (66 docenti) e docenti che lavorano nella scuola Secondaria di Secondo grado (67 docenti).
Per quanto riguarda i docenti della Secondaria di Secondo grado, il 77% dichiara di aver lavorato nell’anno scolastico 2019/20 in classi di Liceo, il 32% in classi di Istituti Tecnici e il 13% in Istituti Professionali.
La maggior parte dei docenti coinvolti (44,4%) ha un’esperienza lavorativa di più di 15 anni, solo il 15,0% dichiara di essere alle prime esperienze di lavoro nella scuola.

 

Strumenti e metodologie didattiche usate per la didattica a distanza (DaD) delle scienze

Dalle risposte date al questionario emerge che lo strumento più usato dai docenti per la didattica a distanza delle scienze è stato quello delle videolezioni in diretta; la maggior parte dei docenti che hanno usato questo strumento lo ha scelto per ragioni di continuità didattica (55,2%) e questo strumento è ritenuto efficace dal 26,6% dei docenti che lo hanno utilizzato. Un altro strumento ampiamente utilizzato anche se con minore frequenza è rappresentato dalle presentazioni (tipo PowerPoint); in questo caso la maggioranza dei docenti che ha usato questo strumento (63,8%) indica che lo ha scelto perché ritenuto efficace. Gli strumenti meno usati sono stati: laboratori e video di laboratori, video realizzati dai docenti e utilizzo di modelli.
Emerge dai dati, quindi, che i docenti, in questo momento così particolare della loro esperienza professionale, hanno fatto affidamento prevalentemente su modalità trasmissive (videolezioni, presentazioni, documentari) a discapito di modalità di tipo più partecipativo e laboratoriale (laboratori, modelli).

 

Figura 1

In figura 1 si possono osservare le differenze tra le risposte date dai docenti della scuola Secondaria di Primo grado e docenti della secondaria di Secondo grado; da segnalare sono alcune piccole differenze, come ad esempio il maggiore utilizzo di esercitazione da parte dei docenti della secondaria di Secondo grado e un maggior numero di docenti della Scuola di Primo grado che dichiara di avere utilizzato modelli e laboratori.

 

 

Quanto tempo è stato dedicato all’insegnamento delle scienze?

 

La maggior parte dei docenti (55,6%) dichiara di aver dedicato all’insegnamento delle scienze un’ora a settimana per classe, il 34,6 % ha indica due ore e il 9% più di due ore a settimana, un solo docente ha risposto di non aver dedicato nessuna ora di didattica alle scienze durante il periodo di lavoro con la didattica a distanza.

 

Separando le risposte dei docenti della scuola di Primo e Secondo grado si nota che nella scuola di Secondo grado aumentano i docenti che hanno dedicato due e più di due ore settimanali (Figura 2).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 2

Figura 2. Ore settimanali dedicate alla didattica a distanza delle scienze nella scuola Secondaria I grado e nella scuola Secondaria di II grado. Nel grafico sono riportate le frequenze percentuali delle risposte date dai docenti divise per grado di scuola.

 

 

Nel questionario si chiedeva anche di dare una stima delle ore totali svolte con la didattica a distanza durante il lockdown.

 

Dai dati emerge una certa disomogeneità nelle risposte (Figura 3) dovuta probabilmente anche ai diversi tipi di organizzazione della didattica attuati nei diversi Istituti; i docenti hanno dichiarato di aver svolto in media circa 37 ore. Anche in questo caso ci sono differenze tra i due gradi di scuola, si osserva infatti che la media delle ore dedicate nella scuola di Primo grado è di circa 21 ore mentre risulta più alta nella scuola Secondaria di Secondo grado con 52 ore in media.

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 3

Figura 3. Ore complessive dedicate alla didattica a distanza delle scienze nella scuola Secondaria I grado e nella scuola Secondaria di II grado. Nel grafico sono riportate le frequenze assolute delle risposte date dai docenti divise per grado di scuola.

 

 

 

Quale spazio hanno avuto le Scienze della Terra?

 

Scopo particolare di questa indagine era capire quale spazio è stato dedicato alle scienze della Terra all’interno della didattica a distanza.

 

Per prima cosa è stato chiesto se fosse prevista la trattazione di argomenti di scienze  della Terra nelle programmazioni delle classi (Tabella 1).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 1

Tabella 1. Accanto al totale dei docenti che hanno dichiarato di lavorare nelle diverse classi della Secondaria, la tabella riporta i dati relativi ai docenti e alle classi in cui era programmato l’insegnamento delle scienze della Terra. Viene riportato anche il numero di  classi in cui argomenti di le scienze della Terra sono state svolte con la didattica a distanza.

 

 

Quello che si nota è che la trattazione delle scienze della Terra si concentra prevalentemente tra l’ultimo anno della Scuola secondaria di Primo grado e il primo anno della scuola Secondaria di Secondo grado.

Dai risultati in tabella si può vedere che, fatta eccezione per le classi 2° della secondaria di Secondo grado, nella maggior parte delle classi in cui era prevista la trattazione di argomenti di scienze della Terra, questi sono stati effettivamente affrontati. Il non aver trattato argomenti di Scienze della Terra con la didattica a distanza nelle classi in cui erano stati programmati potrebbe significare che è stato possibile trattarli in classe nel corso della prima parte dell’anno scolastico, oppure che non c’è stato modo e tempo di affrontarli. A suggerire quest’ultima possibilità sono anche le risposte date dai docenti alla domanda aperta posta a conclusione del questionario, dove ad esempio un docente dice di aver deciso di non affrontare la trattazione delle rocce rimandandola all’anno scolastico successivo nella speranza di poter utilizzare materiale didattico per l’osservazione.

 

 

 

 

 

Ulteriori informazioni le possiamo ricavare dal dettaglio di quali argomenti erano programmati e quali sono stati svolti con la DaD (Figura 4).

 

 

Figura 4

Figura 4. Confronto tra gli argomenti di scienze della Terra programmati e argomenti svolti con la didattica a distanza. Nel grafico sono riportate le frequenze assolute delle risposte date da tutti i docenti che hanno partecipato all’indagine.

 

 

Osservando il grafico in figura si vede che tranne alcune eccezioni (cartografia e cicli biogeochimici) il numero di insegnanti che ha svolto con la DaD i diversi argomenti è minore rispetto al numero degli insegnanti che aveva programmato di svolgerli. Le maggiori differenze si notano per argomenti come i terremoti, la tettonica delle placche, i minerali e le rocce, la geografia astronomica, tutti argomenti particolarmente importanti per la comprensione delle scienze della Terra in generale.

 

  

Per quanto riguarda le metodologie utilizzate per le scienze della Terra (Figura 5) possiamo ancora una volta notare che prevalgono modalità didattiche di tipo trasmissivo. Un confronto con i dati generali ci permette di vedere come l’uso di modelli, esercitazioni e laboratori siano stati utilizzati in misura minore per le scienze della Terra rispetto a quanto fatto per le scienze in generale.

 

 

Figura 5

Figura 5. Confronto tra i metodi usati nella didattica a distanza per le scienze in generale e per le scienze della Terra. Nel grafico sono riportate le frequenze assolute delle risposte date da tutti i docenti che hanno partecipato all’indagine.

 

  

Ai docenti che avevano classi in cui sono stati programmati argomenti di scienze della Terra è stato chiesto di dare anche una stima di quanto tempo è stato dedicato complessivamente a questa disciplina durante il lockdown con la DaD per ogni classe (Figura 6). Il numero di classi in cui non sono state svolte ore di scienze della Terra è circa il 14% sia per la secondaria di Primo che di Secondo grado. Come per le scienze in generale, i dati suggeriscono una maggiore frequenza di classi in cui sono state fatte un numero più alto di ore di scienze della Terra nella scuola Secondaria di Secondo grado.

 

 

Figura 6  

Figura 6. Ore complessive dedicate alle Scienze della Terra durante la didattica a distanza per classe. Nel grafico sono riportate le frequenze assolute delle risposte date dai docenti divise per grado di scuola.

 

 

L’esperienza della didattica a distanza

 

A conclusione del questionario è stato dato ai docenti lo spazio per condividere liberamente riflessioni a caldo sull’esperienza della didattica a distanza. Sul totale di 133 docenti, 66 hanno lasciato un commento.

Mentre alcuni hanno solo espresso un breve giudizio (39,4%), altri hanno fornito un commento più dettagliato in merito alle potenzialità e alle difficoltà legate alla didattica a distanza.

Per quanto riguarda chi si è limitato a dare un giudizio le risposte si dividono in modo abbastanza equo tra positive e negative; chi dà un giudizio positivo tende a sottolineare le potenzialità di questo strumento affermando di aver tratto spunti e stimoli per migliorare la propria azione didattica, chi invece esprime un giudizio negativo mette in evidenza soprattutto la differente efficacia percepita tra l’attività in presenza e quello che è stato fatto a distanza.

Andando nel dettaglio, tra le difficoltà maggiormente riportate troviamo: la difficoltà di organizzare a distanza attività di tipo laboratoriale (43,9% di chi ha commentato), la difficoltà di coinvolgere gli studenti (43,9%), la presenza di studenti che non avevano gli strumenti per poter seguire le lezioni on line (18,2%), la difficoltà nel valutare l’efficacia dell’azione didattica (10,6%) ed infine la mancanza di competenze informatiche e di formazione adeguata dei docenti in merito all’utilizzo degli strumenti digitali e alla didattica a distanza in generale (12,1%).

 

Tra le principali conclusioni che possiamo trarre da questi dati c’è la difficoltà di organizzare attività di tipo partecipativo e laboratoriale a distanza. Questo tipo di attività sono fondamentali per una buona didattica delle scienze della Terra: l’osservazione dei materiali, l’uso di modelli e lo svolgimento di attività in cui gli studenti partecipano attivamente, sono importanti per far passare concetti fondamentali per la comprensione del funzionamento del nostro pianeta.

Per questo sarebbe auspicabile l’elaborazione di attività didattiche laboratoriali adatte alla didattica a distanza, che potrebbero essere usate per integrare il lavoro in classe rendendo più significativo il lavoro a casa dello studente.

Accanto all’elaborazione di nuove idee, non dimentichiamo la possibilità di una maggiore diffusione di quanto già reperibile on line a livello internazionale, come ad esempio i materiali didattici per le scienze della Terra contenuti nel sito Earth Learning Idea https://www.earthlearningidea.com/, che nei mesi di lockdown ha ampliato e adattato la raccolta di idee per attività didattiche laboratoriali.