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Due passi (con prudenza) dentro l’ecologia

 

2 passi (con prudenza) dentro l'ecologia

Due passi (con prudenza) dentro l'Ecologia

 

Fabio Fantini

 

Introduzione

 

Che cos’è l’ecologia? Facile rispondere, diranno all’unisono i due lettori su cui immaginerò (con una certa dose di ottimismo) di potere contare. Già li vedo sorridere con velata sufficienza, pronti a snocciolare parole scelte con opportuna cura. «L’ecologia è la scienza che studia l’ambiente. Ma sarebbe meglio ampliare la definizione ricordando che oggetto dell’ecologia, una disciplina scientifica interdisciplinare cui affluiscono i contributi della Biologia, delle Scienze della Terra, della Matematica applicata, della Fisica e dell’Economia, sono le molteplici e reciproche relazioni che intercorrono tra gli organismi e l’ambiente che li ospita».
Bene, complimenti, è proprio così! Allora, forse, troverete anche voi sorprendente il fatto che un grande numero di persone si proclami amante (quando non addirittura fanatico) dell’ecologia. Affermazioni del genere evocano l’immagine di qualche novello Leopardi immerso in uno studio intenso e spossante sulle sudate carte dei testi fondamentali della disciplina. Un’immagine, però, spesso in contrasto con l’incarnato rubicondo di chi proclama l’indomabile passione, un incarnato che difficilmente si immagina dovuto all’assidua frequentazione di una biblioteca.
Ancora, vi siete mai chiesti quale fosse il significato profondo della denominazione Sinistra Ecologia Libertà (SEL) scelta da un transitorio Partito della Sinistra italiana? Questo Partito avrebbe altrettanto bene potuto chiamarsi Sinistra Algebra Libertà (SAL)? Oppure, desiderando mantenere l’acronimo, Sinistra Etnografia Libertà?
Potrei continuare con «operatore ecologico», «ambiente ecologico», «sacchetto ecologico», ma ormai mi sembra superfluo insistere. È evidente che il termine «ecologia» ha subito uno slittamento semantico e in molti contesti ha perso il significato originario per assumerne un altro, che riassumerei con l’espressione «cura per dentro l’ecologia l’ambiente naturale». Il termine impiegato per indicare una disciplina scientifica ha finito con l’assumere un significato sempre più vicino a una serie di prescrizioni etiche. La cura per l’ambiente naturale non ha nulla di disdicevole, sia chiaro. Il fatto, però, che una maggiore sensibilità per i problemi ambientali sia stata originata dallo sviluppo della disciplina scientifica chiamata ecologia non autorizza a impiegare il nome della disciplina per indicare un pur meritorio, anche se spesso generico, sentimento di preoccupazione per gli equilibri ambientali.
Il termine ecologia e i suoi derivati linguistici hanno acquistato una connotazione positiva nel linguaggio odierno e il loro uso è diventato insistente in tutti i settori della comunicazione, dal marketing alle encicliche (per spaziare dal profano al sacro). Siamo continuamente bombardati da notizie di argomento ambientale, spesso in contrasto tra loro nelle prescrizioni: una situazione che rischia di generare confusione e perdita di fiducia. L’ecologia come disciplina scientifica dovrebbe entrare, anche se in forma rudimentale, nel patrimonio culturale condiviso dell’umanità.
Qualche conoscenza di ecologia aiuterebbe a evitare gli allarmismi immotivati così come le sottovalutazioni ottuse che di volta in volta si contrappongono nella valutazione di singoli fenomeni ambientali.
Con queste poche pagine non ho alcuna ambizione di formare ecologi e neanche di fornire un manuale condensato della disciplina. A conferma di queste intenzioni, chi proseguirà nella lettura osserverà un uso moderato dei termini disciplinari, indicati con il carattere grassetto, ristretto a quelli che mi sono sembrati strettamente indispensabili.
Ho riservato alle note, raccolte alla fine di ciascun capitolo, alcune considerazioni aggiuntive, a volte trattazioni quantitative destinate a chiarire un concetto, a volte approfondimenti di argomenti trattati nel testo in modo semplificato, a volte citazioni delle fonti. Un paio di note riportano brevi considerazioni di carattere più generale, che mi è sembrato cortese risparmiare al lettore frettoloso. La lettura del testo può prescindere dalle note, ma la mia opinione è che non vi farebbe male dargli comunque un’occhiata, prima di optare per ignorarle.
Scopo di questo scritto è la trasmissione di qualche idea non scontata sulla visione del mondo che l’ecologia è in grado di offrire. Non aspettatevi un piccolo manuale capace di guidare nella decisione se la raccolta dei rifiuti urbani porta a porta sia preferibile a quella articolata su punti di conferimento, sia chiaro. Solo qualche semplice idea per capire un po’ meglio come funziona il nostro pianeta nel suo complesso. E magari tenerne conto.