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recensioni da maggio 2023

 

  Recensioni da maggio 2023

 

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Scientia

Un fiocco per Scientia

 

Neonata e insieme rinata, Una bella notizia in tempi bui

 Elena Gagliasso

 

A inizio settembre, alle giornate del Convegno ‘Natura Incognita’ della Società di Storia della Scienza (SISS) a Napoli, nella splendida cornice della Stazione Zoologica Marina Anton Dhorn (www.szn.it ), abbiamo saputo della rinascita, o meglio della nuova nascita, della Rivista Scientia e dell’uscita del suo 1° numero: giugno ‘23.

Le giornate del Convegno Natura Incognita sono state organizzate e svolte interamente dagli early careers.

 

Giornate intense, d’alto livello, e che fanno ben sperare per una rinascita italiana della nuova storia della scienza ‘espansa’: dalla storia delle tecnologie, a quella culturale dei saperi e dei lessici, alle varie forme della comunicazione scientifica già ricche di un loro spessore storico, a quelle biografiche.


 

 

Il paziente come persona

A. Pingitore, A. M. Iacono (curatori) The Patient as a Person An Integrated and Systemic Approach to Patient and Disease (Il paziente come persona. Un integrato approccio sistemico al paziente e alla malattia) ISBN-13 978-3031238512 Publisher Springer, March 20, 2023

 

Recensione di Giacomo Bruccianil

 

É un libro sull’incontro, che talvolta è mancato, altre volte ostacolato da fattori contingenti, contestuali, storici. E quell’incontro è studiato e analizzato in venti diversi capitoli scritti da medici, psicologi, filosofi, fisici, biologi, ingegneri, architetti, musicologi, artisti. Quello curato da Pingitore e Iacono è un volume che, suddiviso in due parti – la prima, che indaga la relazione tra medico e paziente, e la seconda che ha al centro il paziente come persona e la malattia – è anche un progetto per una ripartenza: prendere atto della deriva tecnicistica del rapporto medico-paziente-malattia valutarla e individuare i percorsi da imboccare affinché al centro del discorso sulla salute ci sia (di nuovo?) la Persona con la sua soggettività e non la malattia, che fa della persona solo un paziente. Non si pensi, però, che la malattia passi in secondo piano. Tutt’altro. Come ha spiegato bene Pingitore presentando il libro qualche tempo fa, durante la fase acuta della malattia (per esempio un infarto) si è di fronte a un paziente che ha immediato bisogno di assistenza; superata questa fase, il percorso successivo è prendersi cura della persona, delle sue paure, della sua storia. Quando invece non c’è immediato pericolo di vita, il percorso può e dovrebbe iniziare da subito, dal primo incontro. In altre parole, qui non si tratta di individuare una scala di importanza tra paziente e malattia, bensì di ridefinire il rapporto medico-paziente su un piano neo-umanistico, dove l’ascolto del medico e la sua disponibilità (e il tempo) sfociano nella fiducia che si instaura con la persona “che sente”, come spiega bene Giorgio Iervasi nel suo contributo. Tale rapporto, però, non esula dall’ambiente in cui si costruisce e nemmeno dal contesto socio-politico-economico di riferimento. Partiamo dal contesto. Se nel libro si parla di Paziente come Persona sappiamo bene quanto nell’esercizio quotidiano si è arrivati a parlare addirittura di Cliente, appellativo che snatura ancora di più un rapporto che già era viziato dalla dicotomia soggetto (medico) e oggetto (paziente), dove la differenza tra i due non era qualcosa da salvaguardare perché inserita in un discorso di alterità in cui l’altro (il paziente) rimane un soggetto con la sua irriducibilità. No, l’altro (paziente) rimanendo tale, grazie a un rapporto di potere che talvolta diventa di dominio, e grazie a una cultura aziendalista che esaspera ulteriormente una situazione già da tempo complicata, è un oggetto da analizzare, studiare e (possibilmente) guarire: solo Körper (corpo anatomico) e non anche Leib (corpo vissuto). Come scrive Iacono in uno dei suoi contributi, tra medico e paziente è importante che si riconosca la creazione di un mondo intermedio, grazie alla relazione fondata sull’ascolto e sul riconoscimento reciproco, dove l’uno rinuncia all’onnipotenza per dare spazio all’altro che ri-diventa persona, dove la relazione è l’evidenza di una danza che crea uno spazio in cui ci sono due soggetti, che hanno entrambi potere. Il posizionamento del medico, dunque, è accanto e non sul paziente-persona: stare accanto significa riappropriarsi della diagnosi (la storia della persona) invece che votarsi quasi esclusivamente ai protocolli (che fanno vedere solo la malattia dentro un sistema di dati e statistiche) in una logica organizzativa di tipo aziendale (PIL, efficienza, risparmio, ecc.) che viene data per naturale quando naturale non è affatto. Veniamo ora all’ambiente, inteso sia come luogo ospedaliero che come intersezione di discipline. L’approccio integrato e sistemico al paziente e alla malattia, indicato nel sottotitolo, è studiato come ho indicato sopra, grazie a una pluralità dei punti di vista che corrisponde a una visione transdiciplinare, dove la diversità delle discipline in campo gioca il gioco dell’unità vista a partire dalla molteplicità. Allora è importante la consapevolezza della storicità del rapporto medico-paziente, conoscere l’apporto della filosofia e il dialogo che instaura con la medicina fin dall’antichità, sapere il ruolo dei fattori psicologici e culturali che entrano in gioco nella relazione. È poi altrettanto importante riflettere sul consenso e la fiducia, indagare la pratica medica e analizzare l’apporto delle nuove tecnologie e dei Big Data. E ancora, addentrarsi nel campo della spiritualità e dei ritmi vitali per comprendere a fondo non solo il nostro funzionamento ma soprattutto per avere una visione davvero olistica della Persona, considerare le tecniche riabilitative e la medicina narrativa, dare importanza e spazio all’architettura emozionale e alla musica quali fattori che possono incidere positivamente sulla percezione e sul benessere dei pazienti-persone. Il quadro che emerge è quello della medicina come scienza intermedia tra scienze naturali e storico-umanistiche, come scrivono Pingitore e Iacono, una scienza che dialogando con altri campi del sapere, che “si traducono l’uno nell’altro proprio perché non sono riducibili l’uno all’altro”, riaffermi con forza, a dispetto dalle derive riduzionistiche la propria natura, di essere per la salute e il benessere. Di fronte alla malattia, il processo di guarigione è il frutto di molti fattori, tra i quali l’interazione medico-persona-paziente è altrettanto centrale rispetto agli altri. Abbiamo bisogno di un rinnovato approccio estetico alla salute, una percezione di sé, delle relazioni e dei contesti che riapra la questione del senso e del significato. E questo si può fare rivedendo dalla base tutta la struttura del sistema sanitario al fine di garantirne l’universalità. 


  


 

 

Silvia Bencivelli, Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata Bollati Boringhieri, 2023

 

In questo saggio vengono riporatate vicende che non lasciano indifferenti, e nel loro complesso tracciano una storia della medicina decisamente diversa da quella che viene generalmente raccontata.

"Eoica, folle e visionaria" parla di autoesperimenti e autosperimentatori, medici che hanno deciso di provare le proprie idee direttamente su se stessi, spesso con un tocco di pazzia e di incoscienza, altre volte con sincero altruismo e cocciuto coraggio. D'altra parte per ogni nuova medicina o per ogni nuova tecnica medica deve esserci pur stato un primo “fruitore”. Una scoperta deve essere provata su qualcuno per essere certi che funzioni. Quel qualcuno, in molti casi, è stato lo stesso che ha avuto l'intuizione e ha deciso di metterci il corpo per dimostrare di avere ragione. Talvolta il gesto non ha portato a risultati apprezzabili e si è perso nel nulla, altre volte è stato fatale; in qualche caso ha spianato la strada a un premio Nobel e ha segnato un avanzamento fondamentale delle nostre conoscenze. Ma perché sperimentare su di sé? La motivazione più alta è un generoso «non farei mai ad altri quello che non ho il coraggio di fare a me stesso». Ma a leggere le molte storie raccontate in questo libro si scopre che c'è anche chi l'ha fatto solo per comodità, o perché non veniva creduto da nessuno, o perché era semplicemente incapace di fidarsi di qualcun altro. Molti, poi, lo hanno fatto per pura curiosità, e alcuni persino per rabbia o per ripicca. Silvia Bencivelli scrive con penna ironica e leggera, toccando gli argomenti chiave del rapporto tra medicina, società e potere, coinvolgendo il lettore in alcune delle più incredibili storie della medicina, dal Seicento ai giorni nostri. Incontreremo medici che si fecero pungere intenzionalmente da zecche e zanzare per dimostrare l'origine di una malattia, spericolati inventori di rivoluzionarie tecniche chirurgiche, avventati sperimentatori di sostanze ignote e persino chirurghi che si auto-operano, per farsi pubblicità o perché privi di alternative. Sono vicende che non lasciano certo indifferenti, e nel loro complesso tracciano una storia della medicina decisamente diversa da quella che viene generalmente raccontata.

 Silvia Bencivelli è giornalista scientifica. È co-conduttrice di Nautilus, programma quotidiano di scienza su Rai Scuola e di Radio3 Scienza su Radio Rai. Collabora con «La Repubblica», «Le Scienze» e diverse altre testate e case editrici. Insegna al master di giornalismo scientifico della Sapienza di Roma. Con Sironi ha pubblicato Perché ci piace la musica (2007, 2012). Con Einaudi ha pubblicato Sospettosi, noi e i nostri dubbi sulla scienza (2019).

 

 


 

zafferano

Giallo che più giallo non si può: lo zafferano

Marcella Binchi, Lo zafferano. Cento sfumature di giallo, Collana “Pappa e ciccia”, Edizioni ETS, Pisa 2023, pp. 110, Euro 10,00

Luciano Luciani

 

 

Citato nella Bibbia e da Omero, ricordato da numerosi scrittori dell’antichità classica, segnatamente da Ovidio, usato nel Medioevo soprattutto dagli Arabi, è conosciuto con tanti nomi: c’è chi lo chiama Giallone e chi Croco, alcuni Grogo, altri Gretago. Stiamo parlando dello zafferano, una spezia che si ricava dal fiore del Crocus sativus, una pianta erbacea perenne, alta dai 20 ai 30 cm., della famiglia delle Iridacee. Originaria dell’oriente, in Europa è coltivata in Spagna, nella Francia meridionale e in Italia dove diverse zone sono vocate alla sua coltura: la provincia dell’Aquila, il Cagliaritano, la Toscana interna – in particolare San Gimignano in provincia di Siena -, l’area di Montegiorgio nelle Marche e i territori di Cascia e Città della Pieve in Umbria. Presente in non pochi proverbi, a testimonianza di una sua larga diffusione nella cultura della gente comune - Più si calpesta lo zafferano, meglio cresce; Con poco zafferano s’ingialliscono molte zuppe; Ci vuole molto zafferano per tingere di giallo il mare -, questa spezia è stata utilizzata per secoli nella medicina popolare come antispasmodico, espettorante, emmenagogo, ovvero capace di facilitare il ciclo mensile femminile, e anche ipnotico per sedare i bambini un po’ troppo vivaci. A tutt’adesso, oltre all’industria farmaceutica, è quella alimentare che utilizza largamente lo zafferano come condimento, colorante e aromatizzante per paste, burro, formaggi, ennesimo esempio dell’intreccio virtuoso tra i doni della natura e i concreti saperi umani. Tutt’altro che semplice la sua produzione: infatti, in autunno, tra ottobre e novembre, quando ai nostri climi si dà il tempo del raccolto, occorrono circa centoventimila fiori di Crocus sativus per realizzare un chilogrammo della preziosa spezia. Caratteristica questa che la rende ancora oggi particolarmente costosa e spesso oggetto di sofisticazioni con altre sostanze come curcuma e paprica usate da riempitivi per allungare la miscela. Oggi, lo zafferano migliore per fragranza e aromi risulta essere quello indiano della zona del Kashmir, anche se circa il 90% della produzione mondiale, non tutto e non sempre di buona qualità, arriva dall'Iran.

Perché occuparsi dello zafferano? In ragione del fatto che a tale “droga”, gialla che più gialla non si può, è dedicato un brillante saggio tra storia, letteratura e antropologia del cibo pubblicato dalla casa editrice ETS di Pisa, nella sua collana editoriale dedicata agli alimenti e alle loro storie dal simpatico e cordiale titolo di “Pappa e ciccia”. L’ha scritto, intingendo il pennino nell’inchiostro di un’inesausta curiositas, Marcella Binchi, docente d’inglese nella città della Torre pendente. E lo zafferano, spezia sinestetica per eccellenza, più di altre capace di coinvolgere il gusto, la vista e l’olfatto insieme, si presta particolarmente alla sua trattazione insieme colta e ironica, lieve e ben governata nell’organizzazione dei diversi contenuti e nella ricerca di una coerente dignità stilistica sulla pagina. Un libro stimolante che si avvale anche di una grafica raffinata che ne esalta gli argomenti sempre trattati in maniera fruibile e cordiale. Gustose, almeno alla lettura, le ricette, esposte in genere narrativamente e ben inserite nel corpo del testo.

 

 


 

 

Orchidee spontanee d'Europa 2/2022 Rivista semestrale del GIROS

Orchidee spontanee d'Europa 2/2022 ETS- Pisa

Rivista semestrale del GIROS
Autori: Mauro Biagioli, Karel Kreutz & Maria Grazia De Simoni - Novità tassonomiche per alcuni taxa di Orchidaceae italiane,
Adriano Soldano & Rolando Romolini - p.204
Collana: Giros (67) Formato: cm.17x24
Anno: 2022 ISBN: 9788846765130 Stato: Disponibile

 

Indice
Mauro Biagioli, Karel Kreutz & Maria Grazia De Simoni - Novità tassonomiche per alcuni taxa di Orchidaceae italiane, p. 149

Adriano Soldano & Rolando Romolini - Il primo studio sistematico sulle Orchidaceae italiane: le tavole e i disegni di Bruno Tozzi tra fine ‘600 e inizio ‘700, p. 153 Franco Benigni, Gianni Barigelli, Marcello Petroselli, Gabriele Moscato, Bruna Pasquini & Mauro Biagioli - Tre nuovi ibridi di Ophrys della sect. Araniferae nelle Marche, p. 198 Alessandro Carnacina & Mauro Biagioli - Orchidee di lago e di pianura: dal Sebino al Reno emiliano, p. 210 Vito Campo - Considerazioni storico-tassonomiche su Ophrys subfusca, p. 217 Filippo D’Alonzo, Matteo Perilli & Mauro Biagioli - Un nuovo ibrido di Ophrys (O. apulica × O. sipontensis) nella Murgia barese (Puglia centrale), p. 231 Filippo D’Alonzo & Mauro Biagioli - Segnalazioni di due entità rarissime nella Puglia centrale (Anacamptis ×murgiana e Ophrys speculum), p. 238 Roberto Gennaio - Prima segnalazione italiana di ×Serapicamptis myrtoa (Anacamptis papilionacea × Serapias bergonii) nel Salento (Puglia meridionale), p. 247 Roberto Gennaio - Prima segnalazione di Ophrys sipontensis nel Salento meridionale (Lecce, Puglia), p. 252

Maria Pia Grasso, Francesco Aru & Mauro Biagioli - Sulla convivenza in Sardegna di Ophrys annae e di Ophrys chestermanii, p. 256 Vincenzo L. (Enzo) Lanza & Vito Campo - Le orchidee della Riserva Naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio (Ragusa, Sicilia), p. 265 Giorgio Perazza & Aldo Casata - Una ricchissima popolazione di Herminium monorchis nel Tesino (Trentino, Italia nord-orientale), p. 273 Giuseppe (Pino) Ratini, Roberto Toli, Maurizio Conticelli, Pier Luigi Pacetti, Emma Ciaramellari, Michelangelo Nitti, Paul Harcourt Davies & Mauro Biagioli - Segnalazione di un sito ricchissimo di Orchidaceae al lago di Piediluco (Terni, Umbria), p. 285

Stefano Serafino - Ophrys ×sancti-ligorii (Ophrys incubacea × Ophrys tardans), un nuovo ibrido presso Lecce (Salento, Puglia meridionale), p. 290

Stefano Serafino, Francesco S. Chetta & Giuseppe Mascia - Ophrys ×turris-veneris (Ophrys candica × Ophrys classica), un nuovo ibrido del litorale di Lecce (Salento, Puglia meridionale), p. 300 Stefano Serafino, Giuseppe Mascia & Francesco S. Chetta - Una popolazione di Ophrys tarentina nel Salento leccese (Puglia meridionale), p. 312

Maurizio Maria Steffan - Un’interessante popolazione di Nigritella widderi nell’Appennino laziale, p. 318 Marcello Antonj & Emanuele Gransinigh - La reale identità della sfuggente Ophrys ausonia, p. 325 Vito Campo & Mauro Biagioli - Descrizione di Ophrys pantalarensis, la “scolopax di Pantelleria” (Sicilia), p. 337

Index of nomenclatural novelties / Indice delle novità nomenclaturali, p. 349


 

 

L'occhio della Scienza

A cura di: Claudia Addabbo, Stefano Casati, L'Occhio della Scienza, ETS -Pisa

Collana: fuori collana Pagine: 324 Formato: cm.20x26 Anno: 2022

ISBN: 9788846764911 Stato: Disponibile

 

Catalogo della mostra "L'occhio della scienza" che si articola in due grandi sezioni:

- Al Museo della Grafica di Pisa: "L’occhio della scienza: un secolo di fotografia scientifica in Italia (1839-1939)"

- Al Museo Stibbert di Firenze: "L’occhio della scienza: Giorgio Roster e Odoardo Beccari, esploratori di luoghi e immagini"

Il 1839 segna la nascita della fotografia e l’inizio di un rapporto stretto e complesso fra il nuovo “strumento” e la pratica scientifica, da cui peraltro trae origine. Si aprono nuovi orizzonti conoscitivi, rivelati da immagini che sembrano garantire una solida oggettività al sapere scientifico, ma che successivamente mostreranno elementi di criticità. Le grandi aspettative ottocentesche sulle potenzialità del mezzo fotografico saranno così ridimensionate. L’occhio della scienza propone, attraverso le due mostre al Museo della Grafica di Pisa e al Museo Stibbert di Firenze, una narrazione del primo secolo della fotografia scientifica italiana che privilegia la prospettiva storico-scientifica rispetto a quella artistica. La fotografia scientifica determina un nuovo modo di fare scienza e di vedere il mondo; la macchina fotografica diviene l’occhio dello scienziato che permette di cogliere dimensioni prima ignote della realtà.


 

 

Flora empolese

Lorenzo Peruzzi, Flora empolese, ETS Pisa
Elenco della flora vascolare della terra d'EmpoliCollana: fuori collana

Pagine: 152, Formato: cm.16x23, Anno: 2022, ISBN: 9788846762740, Disponibile


Galleria fotografica

 

Data la scarsa variabilità ambientale e l’elevato grado di antropizzazione, il territorio empolese è stato in passato oggetto di scarsa attenzione da parte dei botanici, spesso più attratti da aree di maggiore interesse naturalistico come le montagne o le coste. Da botanico per professione e per passione ho ritenuto quasi un imperativo morale porre le basi per una conoscenza completa delle caratteristiche della flora vascolare dell’empolese, la terra dove sono nato, cresciuto e tuttora vivo. La ricerca ha evidenziato una discreta diversità floristica: oltre 650 specie, tra cui piante di interesse fitogeografico e conservazionistico: alcune endemiche italiane, altre normalmente presenti a quote significativamente maggiori, o infine specie che presentano proprio nell’empolese le stazioni più interne in Toscana. Tra le esotiche, purtroppo è rilevante in negativo la presenza di numerose aliene invasive. Il mio auspicio è di stimolare curiosità e interesse per la flora spontanea da parte della popolazione. Di questi tempi, infatti, a parte le piante “utili” o alimentari, il resto dei vegetali tende a essere visto come una sorta di generico e anonimo verde che fa da sfondo alle nostre vite (un fenomeno noto anche come “cecità alle piante”). È infine necessario divenire consapevoli dell’aggravarsi, negli ultimi anni, del fenomeno delle invasioni biologiche e dell’importanza della tutela della biodiversità, in ragione dell’elevato numero di specie aliene e di una gestione del territorio non sempre ottimale dal punto di vista naturalistico. 


Lorenzo Peruzzi, nato a Empoli, è professore ordinario di Botanica sistematica presso l’Università degli Studi di Pisa, dove è attualmente Direttore dell’Orto e Museo Botanico e Presidente del Corso di laurea in Scienze Naturali e Ambientali. Svolge studi tassonomici e sistematici su piante vascolari, con particolare interesse verso le specie mediterranee e gli endemiti italiani. Si interessa inoltre della diversità floristica dell’Italia. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali. È stato Segretario della Società Botanica Italiana nel periodo 2014–2020.


 

 

Vulnerabilità, social media e democrazia Categorie resilienti e infosfera

Vulnerabilità, social media e democrazia

Categorie resilienti e infosfera

 

Autore: Silvia Dadà, Alessandro Lovari, Antonio Masala, Marco Menon, Veronica Neri, Damiano Palano
A cura di Antonio Masala, Veronica Neri
Collana: philosophica digital, 2022, ISBN: 9788846765123

 

L'espansione incontrollata delle tecnologie se ha esposto l’individuo a nuove forme di vulnerabilità ha altresì cambiato radicalmente lo stile comunicativo tra personaggi pubblici e cittadini. L’interazione del corpo con la macchina espone a possibilità e, al contempo, a pericoli inediti. Districarsi tra centinaia di notizie, immagini, interazioni, conversazioni, offerte, identità, molte delle quali potrebbero essere malevole oppure generate da bot, diventa sempre più difficile, fino a rasentare l’impossibilità a causa della rapida ascesa del deep-fake. Possiamo dunque ancora pensare l’“infosfera” in termini di “verità”, “realtà” e “senso comune”, magari aggiungendo il prefisso “post-”, o si tratta di categorie oramai superate? Dall’altro lato, l’emergere di un registro personalistico e confidenziale tra pubblici poteri e cittadini, senza la tradizionale mediazione degli esperti, è alla base di molti fenomeni di difficile categorizzazione, che spesso sfociano in polarizzazioni estreme. I concetti politici tradizionali si dimostrano resilienti di fronte ad essi? Le nuove tecnologie hanno alterato il modo di concepire l’azione politica? 

 

Antonio Masala è professore associato di Filosofia Politica presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Coordinatore delle attività internazionali per il medesimo Dipartimento.

 

Veronica Neri è professoressa associata di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. È responsabile scientifica del Polo della Comunicazione del CIDIC (Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura) del medesimo ateneo. 

 

 

L'equazione dei disastri

Antonello Pasini, L’equazione dei disastri, Codice edizione 

Varia · Ambiente e sviluppo · Comunicazione della scienza · Futuro · Società · Sostenibilità

Pubblicazione: 19 febbraio 2020 Euro: 16,00, Pagine: 184 ISBN: 9788875788650, Novembre 2019

 

Le frane e gli allagamenti che hanno colpito Piemonte e Liguria e l’ennesimo picco di acqua alta a Venezia sono solo gli ultimi episodi di una lunga serie. Periodi prolungati di siccità, eventi estremi di una violenza inaudita, forti mareggiate che distruggono tutto. Perché un’Italia così disastrata? Di chi è la colpa? Antonello Pasini affronta i temi del riscaldamento globale e del dissesto del territorio in una nuova luce, analizzando i principali fattori in gioco e mettendoli in relazione tra loro in quella che viene provocatoriamente definita «equazione dei disastri»: la pericolosità degli eventi meteo-climatici, la vulnerabilità del territorio italiano e l’esposizione nostra, delle nostre case e dei nostri beni. La conclusione è che non si tratta di una natura maligna, ma di un ambiente deturpato dall’uomo, dal punto di vista del clima e del territorio, fino alle “furbate” del genio italico che continua a perpetrare abusi su un territorio già fragile. Solo conoscendo la situazione di oggi e la sua probabile evoluzione futura potremo fare qualcosa per cambiare rotta. Perché non solo i decisori politici, ma anche i cittadini, devono sapere.

IL PRIMO VOLUME CHE PRESENTA GLI IMPATTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E DEI SUOI EVENTI ESTREMI (ORA PIÙ FORTI E FREQUENTI) SUI FRAGILI TERRITORI ITALIANI.

Cosa sta succedendo al nostro paese? Perché sempre più spesso dobbiamo subire danni ingentissimi e perdite di vite umane? Ce lo dice un’equazione.


 

 

Una cura per la Terra

Stewart Brand, Una cura per la Terra

Traduzione di Fjodor Ardizzoia e Ilaria Spreafico

Varia · Ambiente e sviluppo Pubblicazione: 2 novembre 2010, Euro: 23,00 ISBN: 9788875781675

 

Esplosione demografica, riscaldamento globale, inquinamento e urbanizzazione stanno cambiando il volto del nostro pianeta. Sono forze potenti, con conseguenze imprevedibili che potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza della società così come la conosciamo oggi. Siamo insomma alle porte di una profonda trasformazione: il punto non è come evitarla, ma come affrontarla per evitare che ci travolga. E il modo migliore è lasciarsi alle spalle trent’anni di un dibattito pubblico troppo compromesso da ideologie e politicizzazioni e troppo poco informato, e dire le cose come stanno senza paura di essere ruvidi, scomodi, eretici. L’urbanizzazione è un fattore di sviluppo, e come tale va trattato. L’energia nucleare è oggi necessaria per liberarci dalla dipendenza dei combustibili fossili. Gli organismi geneticamente modificati non sono il “cibo di Frankenstein”, e potrebbero sfamare milioni di persone. La geoingegneria, la scienza che interviene a modificare il clima, non va demonizzata. Non si tratta solo del passaggio a una nuova ideologia: è un cambiamento più profondo, è il totale abbandono di qualsiasi ideologia a favore del più lucido e laico pragmatismo.

SIAMO COME DEI, E DOBBIAMO IMPARARE A USARE BENE IL NOSTRO POTERE. STEWART BRAND

QUESTO LIBRO È UN VERO E PROPRIO CORSO ACCELERATO SU COME CAMBIARE LE PROPRIE OPINIONI CON INTELLIGENZA. KEVIN KELLY

UNA CURA PER LA TERRA, OLTRE AD ESSERE UN LIBRO IMPORTANTE, È UNA LETTURA PIACEVOLISSIMA. JAMES LOVELOCK

STEWART BRAND CI DIMOSTRA CHE QUESTA CRISI GLOBALE PUÒ ESSERE UN’OPPORTUNITÀ STRAORDINARIA PER IL FUTURO DELLA CIVILTÀ. BRIAN ENO

LEGGETE QUESTO LIBRO AFFASCINANTE, E PREPARATEVI A RICONSIDERARE SERIAMENTE LE VOSTRE OPINIONI. IAN MCEWAN

 


 

 

Riscaldamento globale

Mark Maslin, Riscaldamento globale

Traduzione di Giuliana Olivero

Varia · Ambiente e sviluppo · Neuroscienze · Paperback

Pubblicazione: 04 dicembre 2007 Euro: 13,00

Pagine: 200 ISBN: 9788875780814

 

Sui quotidiani è uno degli argomenti più discussi e controversi, e i dibattiti scientifici in televisione sono ormai all’ordine del giorno: il riscaldamento globale, con i suoi catastrofici effetti, è diventato un’urgenza non più rimandabile. A questo scopo, nel 1988, è nato l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), un comitato internazionale incaricato di compiere su larga scala uno studio approfondito per delineare cause ed effetti dell’innalzamento della temperatura dell’atmosfera terrestre. Ora che la responsabilità dell’uomo è stata riconosciuta sia dalla comunità scientifica sia dall’opinione pubblica, le domande che in questi anni riecheggiano sono fondamentalmente queste: quanto saranno gravi le conseguenze del riscaldamento globale? Siamo ancora in tempo per fermare questo processo che sembra inarrestabile? E in che modo? Mark Maslin con questo testo offre non solo un’introduzione indispensabile, completa e aggiornata per avvicinarsi al dibattito più caldo di questo inizio millennio, ma anche i dati e le prospettive future che scienza, società e politica non possono più ignorare.

 


  

Profumo di niente

Anna D'Errico, Profumo di niente

Neuroscienze Pubblicazione: 04 Novembre 2021

Euro: 15,00 Pagine: 240 ISBN: 9788875789527

 

C’è chi non sente gli odori fin dalla nascita, chi li percepisce in modo alterato e chi ha perso l’olfatto a causa di un incidente o di un’infezione, come nel caso di Covid-19. Queste persone non sono poche: le stime parlano del 5 per cento della popolazione mondiale, percentuale che sale a circa il 20 per cento sopra i sessant’anni, e supera il 60 per cento dai settant’anni in poi. Eppure pochi se ne occupano. Questo libro parla di tale assenza, del legame tra il senso dell’olfatto e le nostre abitudini, ma dal punto di vista di chi gli odori non li può sentire.

Cosa perdiamo quando perdiamo l’olfatto? Cosa si prova? È realistico pensare un giorno a delle protesi per annusare? E i kit di training olfattivo funzionano davvero? Combinando studi scientifici, storie individuali e piccoli esercizi sensoriali, Anna D’Errico offre informazioni essenziali e comprensibili a chi, vivendo in un mondo senza odori, può sentirsi smarrito o spaventato. Al tempo stesso ci rivela come il nostro sistema percettivo sia più complesso e integrato di quanto immaginiamo, mostrandoci l’importanza di un senso antico e ancora misterioso.

«SAREBBE PIÙ ACCURATO PARLARE NON DI “PERDITA”, MA DI “ALTERAZIONE” DELL’OLFATTO: LA PERDITA SANCISCE UN VUOTO, MENTRE L’ALTERAZIONE APRE ALLA TRASFORMAZIONE. UNA PROSPETTIVA DI MUTAMENTO CHE PUÒ SPAVENTARE, MA CHE E` ANCHE (RI)SCOPERTA».


 

 

l'estate dell'orsa maggiore

Giuseppe Festa, "L’estate dell’Orsa Maggiore" Casa Editrice GARZANTI , 256 pagine, Brossura Prezzo 16,00€, ISBN9788811005223

 

Nel cuore verde degli Appennini c’è una cucciola d’orso in difficoltà. Orfana e affamata, viene recuperata dallo staff del Parco Nazionale d’Abruzzo. Morena – questo è il nome che viene dato all’orsetta – ha quattro mesi, pesa appena tre chili e non è ancora svezzata: in queste condizioni, il suo destino sembra essere quello di una vita in cattività. Forse, però, non tutto è perduto, e per restituire alla piccola orsa la possibilità di tornare a correre libera tra i boschi, la biologa Roberta e i suoi colleghi del Parco decidono di tentare una via mai sperimentata prima. Nell’Estate dell’Orsa Maggiore, Giuseppe Festa ripercorre la storia di Morena attraverso i ricordi e le testimonianze di chi, occupandosi di lei, ha salvato in fondo anche sé stesso, imparando a guardare il mondo con rinnovato stupore. Ma ecco che, proprio mentre vediamo avvicinarsi per Morena il momento di tornare alla vita selvaggia, si presenta una nuova sfida: un altro cucciolo è in pericolo, e bisogna aiutarlo prima che sia troppo tardi. In un viaggio tra passato e presente ricco di suspense e colpi di scena, Giuseppe Festa rivela la vera essenza dell’orso marsicano: una creatura intelligente e maestosa, drammaticamente a rischio d’estinzione, che riassume in sé la straordinaria ricchezza del nostro patrimonio naturalistico e l’urgenza di prendercene cura.

 

 

Paolo Corsini, Un viaggio nel mondo delle reti logiche, in compagnia del linguaggio Verilog

Pagine: 308. Formato: cm.17x24, Anno: 2015, ISBN: 9788846743114

Stato: Non disponibile

 

Descrizione
Quarta edizione (2014) Manuale di reti logiche con definizione funzionale delle porte e varie tipologie di reti logiche. Il volume termina nel confronto con il sistema calcolatore e processori basati su linguaggio Verilog. Tutte le interfacce a controllo di programma e ad interruzione sono descritte con dettaglio e minuzia.

 

 

 

 

 


  

Ecologia affettiva

Giuseppe Barbiero,Ecologia affettiva, Mondadori

Come trarre benessere fisico e mentale dal contatto con la natura
Copertina flessibile – 28 marzo 2017, 4,4 su 5 stelle, Copertina flessibile, 17,10 €
Formato Kindle, 9,99 € Leggilo con la App gratuita

Il sentimento di affiliazione che ci lega alla Natura, il sentirsi figli della Madre Terra, di Gaia, è innato ed è presente in tutte le culture umane, comprese quelle più tecnologicamente avanzate. Tuttavia nelle nostre società artificiali ormai molto lontane dal mondo naturale, c'è il rischio concreto che questa predisposizione innata non riceva più stimoli adeguati per fiorire. Fortunatamente stiamo scoprendo che Gaia, come una vera madre, agisce su di noi a un livello profondo, attivando la nostra attenzione involontaria e favorendo in questo modo la nostra rigenerazione psichica. Entra così in gioco l'ecologia affettiva: lo studio delle relazioni insieme affettive e cognitive che gli esseri umani instaurano con il mondo vivente e non vivente. Al richiamo di Gaia e del mondo naturale possiamo imparare a rispondere affinando i nostri sensi e le nostre capacità mentali con una pratica di meditazione di consapevolezza, la mindfulness, che si sta rivelando particolarmente efficace per ristabilire la nostra personale connessione con Gaia e con il mondo vivente. Leggere la Natura con cuore aperto, ascoltare la Natura con la mente pronta: questo è ciò che serve per recuperare un buon rapporto con il nostro pianeta.

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Un autunno caldo

Andrea Fantini, Un autunno caldo
Ambiente e sviluppo · Attualità · Futuro · Sostenibilità, 22 febbraio 2023
Euro: 19,00 Pagine: 238, ISBN: 9791254500538

L’accumularsi di prove sulle alterazioni della biosfera e del clima spingono da tempo a riconsiderare la nostra presenza sulla Terra. La stessa definizione di Antropocene pone interrogativi non solo tecnici e scientifici, ma anche sociali e politici. La crisi che viviamo è davvero il frutto dell’attività di una specie universalmente scriteriata e vorace? O è piuttosto il risultato di un particolare sistema economico, sociale e politico – scaturito da secoli di saccheggi e conflitti – i cui processi di riproduzione sono incompatibili con le dinamiche di rigenerazione della biosfera? Intrecciando storia dell’ambiente e dell’energia, ecologia ed economia politica, Un autunno caldo ricostruisce l’enorme impatto dell’uomo sul pianeta Terra e ne analizza le conseguenze. Giungendo a una conclusione tanto semplice quanto radicale: più che scommettere su qualche miracolo tecnologico, per superare la crisi attuale è necessario trasformare il sistema che l’ha prodotta. La nostra specie infatti è sempre riuscita ad adattarsi a svariate condizioni ambientali, ma per farlo ha attraversato catastrofi, rivoluzioni, fallimenti e cambi di rotta. E ora siamo davanti a un bivio che ci obbliga a immaginare un modo diverso di stare al mondo.

«FARE LUCE SULL’INTRECCIO TRA CRISI ECOLOGICA, EMERGENZA CLIMATICA E DINAMICHE DI RIPRODUZIONE ECONOMICA E SOCIALE SIGNIFICA METTERE IN DISCUSSIONE LA RIGIDA SEPARAZIONE TRA I SAPERI CHE È PROPRIA DEL CAPITALISMO, APRENDO LE PORTE A UN NUOVO MODO DI CONOSCERE E INTERPRETARE IL MONDO, MA ANCHE DI AGIRE NELLA VITA QUOTIDIANA». ANDREA FANTINI


  

Dal Ragnaino a Campallorzo

Marco Piccolino, Dal Ragnaino a Campallorzo, ETS editore - Pisa
Persone, luoghi e storie delle montagne
Pagine: 264, Formato: cm.16x22, Anno: 2023,ISBN: 9788846766519

 

Con un linguaggio affabilmente narrativo e volutamente divagante, che si ramifica in mille direzioni come gli antichi sentieri di pastori e carbonai per i monti della Toscana, l’autore di questo libro ci aiuta a riscoprire il fascino di un mondo che ci è familiare, ma le cui tracce sono spesso ardue da identificare. Seguendolo nei suoi percorsi tra i monti e le piane, insieme con la visione di “greggi, fontane ed erbe”, si aprono ai nostri occhi immagini più inattese, come lo stormo di cicogne in volo dalle Apuane verso il mare o la volpe neonata del Monte Pisano, i rospi in migrazione nella valletta di Candalla o le libellule danzanti di San Pantaleone, i tritoni alpestri o le rare salamandrine con gli occhiali del Monte Matanna e del Prana, le stalattiti di ghiaccio della Grotta all’Onda o la fioritura degli asfodeli sulle balze del Monte Rocca. Nel libero girovagare di questo volume, avviene anche di imbattersi in personaggi davvero singolari e autentici, come Eva di Campallorzo o Franco dei Quattro Venti, la cui cultura e umanità sono manifestazioni di una civiltà antica e di un tenace rapporto con la terra e la storia dei monti.

Prima che le storie della montagna e delle persone che vi abitano vadano perdute per sempre, Marco Piccolino le ha raccolte con affetto e sensibilità, e le ha raccontate con una scrittura limpida che ha il ritmo libero dei suoi passi per i sentieri sperduti tra i monti della Toscana. (Guido Barbujani)
In Storia di amore e di tenebra Amos Oz scrive: «un libro, quand’anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi… su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca, a Reykjavik, Valladolid, Vancouver». Se è così, allora, grazie a questo volume, non si perderà più il ricordo di Eva Domenici, la mitica pastora solitaria di Campallorzo. Basterebbe questo a rendere prezioso il libro di Marco Piccolino per chiunque ami la storia e l’umanità. (Paolo Mazzarello)

 

Marco Piccolino è uno studioso di neuroscienze che ha insegnato per molti anni nell’Università di Ferrara e ha pubblicato, oltre a importanti contributi scientifici nell’ambito della fisiologia visiva, anche diversi volumi di storia e cultura della scienza con alcune delle più prestigiose case editrici italiane e straniere (tra cui Bollati Boringhieri e Oxford University Press). Da circa un decennio i suoi interessi si sono diretti verso una ricostruzione puntuale e documentata di uno degli episodi più tragici di “guerra contro i civili” dell’epoca nazifascista: la strage di Sant’Anna di Stazzema. Con le Edizioni ETS ha pubblicato, nel 2007, Insegne ambigue, percorsi obliqui tra storia, scienza e arte da Galileo a Magritte (con Nicholas J. Wade), e ha curato, nel 2021, Rita Levi Montalcini e il suo Maestro, una grande avventura nelle neuroscienze alla scuola di Giuseppe Levi.


 

L'orma dei passi perduti

Paolo Buchignani, L’orma dei passi perduti

Tralerighe Libri, Lucca, 2021

 

Marco Piccolino


Accingendomi alla recensione per Naturalmente Scienza del volume di Paolo Buchignani, L’orma dei passi perduti, chiarisco subito la peculiarità della condizione nella quale mi trovo a parlare di questo libro. Peculiarità che viene da una parte dal fatto che non sono un esperto di narrativa, né tanto meno un critico letterario. Dall’altra perché la mia posizione, sia rispetto all’autore che ai temi di questo volume, non è per nulla neutra. Di Paolo sono amico da molti anni, e anzi posso dire con ragionevole certezza che l’incontro con lui è avvenuto circa quindici anni fa, nel 2008, poco tempo dopo che su questa stessa rivista (allora pubblicata esclusivamente in forma cartacea e diretta dall’indimenticabile Enrico), era apparso un mio articolo intitolato Le storie di Franco, dedicato a Franco Guidotti, l’oste della Trattoria dei Quattro Venti, sul Monte Pisano, nella zona di Molina di Quosa, al confine tra il versante pisano e quello lucchese. In quell’articolo parlavo di Franco da poco scomparso e delle storie che spesso mi raccontava quando, stanco e affamato, al termine delle mie lunghe camminate sul monte mi fermavo ai Quattro Venti a mangiare una fetta di torta e bere un bicchiere di vin santo. Quelle storie, come sottolineavo allora, avevano contribuito in modo determinante ad accendere in me l’interesse per le montagne, e – allo stesso tempo – per il mondo perduto della mia infanzia vissuta in un piccolo paesino ai piedi di un alto monte, dove, nelle lunghe sere d’inverno, davanti al focolare, noi bambini ascoltavamo storie in parte analoghe a quelle narrate da Franco. Quel mio articolo era capitato per caso nelle mani di Paolo, come me amante delle storie e dei monti, ed era servito da occasione e tramite per il nostro primo incontro, inizio di una lunga amicizia trascorsa insieme soprattutto a camminare per i sentieri tra i boschi e casolari abbandonati, e a interrogarci sulle loro storie. Alcuni dei luoghi evocati da Paolo nei racconti ripresi ora nell’Orma dei passi perduti, ma pubblicati diversi anni fa in due volumetti separati, L’orma di Orlando nel 1992, e Santa Maria dei Colli nel 1996, io li ho conosciuti proprio nel corso di queste camminate con Paolo, che li frequentava già da molti anni e che – diceva – erano stato lo spunto per storie che aveva narrato. E a volte persino luoghi in cui quelle storie lui le aveva “fisicamente” scritte, magari seduto su un masso, all’epoca ormai remota in cui per scrivere, anche un romanzo, bastava avere una matita o una penna, insieme a un foglio o un taccuino. E ovviamente storie da raccontare.  (continua)

 

 


 

 

  

Il paesaggio sonoro

Enrico Strobino e Maurizio Vitali, Il paesaggio sonoro

Esperienza didattica ecologica, etica ed estetica: riflessioni teoriche e materiali operativi.

28,00€, Tipo di prodotto: libro + CD/DVD, Libro + file digitali

Categorie: Didattica e propedeutica per la Scuola di Base, Pedagogia dell'invenzione Il paesaggio sonoro come luogo di esperienza ci spinge ad entrare in dialogo con i modi in cui abitiamo il pianeta, prestandovi nuova attenzione. Anche l’educazione musicale, nel suo piccolo e appartato mondo, deve fare la propria parte, lasciandosi rinnovare da un pensiero che vuole dare il proprio contributo alla cura della casa comune, con un orientamento ecologico, etico ed estetico al tempo stesso.
Frutto di una ricerca orientata in senso multi e transdisciplinare, il libro offre un approfondito corpus teorico, corredato, tuttavia, da ottanta materiali audio e video originali, che documentano un ampio spettro di attività pratiche realizzate con bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Convinti che l’ascolto del mondo sia oggi un tema pedagogico fondamentale e non un obiettivo fra i tanti, i due Autori propongono il lavoro con i paesaggi sonori come una strada appassionante per approfondire e rendere più sensibile la nostra relazione con ciò che ci circonda. Il libro è disponibile in due versioni: con DVD-DATI allegato e con risorse digitali (fruibili in streaming tramite App Progetti Sonori).

 


 

La via dell'equilibrio

Antonella Viola, La via dell'equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità Feltrinelli, 2023
16,00 € Brossura 15,20 € eBook con DRM, 9,99 €

 

Antonella Viola racconta le ragioni biologiche ed evolutive di un’esperienza universale, che ciascuno di noi attraversa a modo suo, con il proprio corpo, secondo tempi diversi.

«Non si può respingere il tempo che passa, ma si può accoglierlo con la giusta postura. Per essere longevi in modo sostenibile.»

Restare giovani è una delle nostre più grandi chimere. La vita media si è allungata e la nostra cultura sposta continuamente in avanti la soglia alla quale ci consideriamo anziani. Esistono teorie scientifiche e false teorie, diete e manuali che ci dicono come dobbiamo mantenerci in forma, come dobbiamo trattare il nostro corpo: tutto questo rende molto difficile capire, e anche accettare, come e perché il nostro organismo muta nel tempo. Antonella Viola racconta le ragioni biologiche ed evolutive di un’esperienza universale, che ciascuno di noi attraversa a modo suo, con il proprio corpo, secondo tempi diversi. È il primo passo da compiere se vogliamo accogliere questo fenomeno regolando le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Perché invecchiamo? Come mai a un certo punto il tempo biologico delle donne finisce? Mentre l’età anagrafica è facile da svelare, come si determina quella biologica? Esiste un momento in cui il corpo comincia a invecchiare? Da sempre la scienza si interroga. Il nostro organismo cambia fin da quando siamo nati. A partire dai primi giorni ha bisogno di stare in equilibrio, rigenerando tessuti e riparando ferite. L’invecchiamento vero e proprio, però, è legato alla perdita di funzione e ci espone a un rischio maggiore di sviluppare malattie. I mutamenti si accumulano nel tempo e ci rendono più fragili e vulnerabili. Eppure, non tutti i segni legati all’invecchiamento sono deleteri per la nostra salute. I capelli bianchi non rappresentano un problema di salute, né ci rendono meno forti. Lo stesso vale per le rughe. E noi spesso impieghiamo più tempo e più risorse a tentare di nascondere questi segni innocui piuttosto che a mantenere i muscoli forti o il cuore sano. Trovare il nostro equilibrio significa concentrarsi sulla prevenzione e sui segni disfunzionali, imparando a non respingere il tempo, ma ad accoglierlo.


 

La malattia da 10 centesimi

Agnese Collino, La malattia da 10 centesimi, Codice, 2021, EAN: 9788875789312
Storia della polio e di come ha cambiato la nostra società 
295 pagine in brossura

 

Libro finalista al Premio Letterario Galileo 2023


Era il 30 dicembre 1911 quando il "Corriere della Sera" riportò per la prima volta un trafiletto su un «morbo misterioso»: la poliomielite. Una malattia dai molti paradossi, che era sempre esistita ma non aveva mai provocato epidemie prima di allora, sembrava stranamente preferire chi viveva in condizioni igieniche migliori e, pur non essendo l'infezione più frequente o mortale dei suoi tempi, rappresentò la più grande paura degli americani dopo la bomba atomica. La polio divenne il grande nemico da sconfiggere, grazie alla combinazione (fino a quel momento inedita) di un'importante spinta politica, di un'enorme attenzione mediatica e del forte impatto emotivo dei danni, talvolta gravissimi, di questa malattia. Agnese Collino ripercorre le tappe di questa storia - dalla rivoluzione nella beneficenza agli scienziati superstar, dalla corsa al vaccino alla nascita dei reparti di terapia intensiva - per mostrare come la lotta alla polio abbia generato innovazioni che ancora oggi fanno parte della nostra vita. A cavallo tra passato e presente, «la polio è stata una delle patologie nella storia della medicina che più ha cambiato la nostra società, anche se oggi non ce lo ricordiamo più».

 

 


  

Sinone Baroni, La fusione nucleare. Mito o realtà?" Hoepli Una svolta possibile per una nuova energia COLLANA Microscopi, SOGGETTI Fisica | Fisica nucleare | Energia  Brossura, 12,5 x 19,5., tampa: Bianco e nero, pagg X-134, ISBN: 9788836014002 Prezzo: € 14,90, 05/2023   La fusione nucleare sarà la chiave per produrre energia pulita in abbondanza e sconfiggere il riscaldamento globale?  Dopo più di settant’anni di ricerche, non disponiamo ancora di un reattore a fusione efficiente, eppure negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante e si sono moltiplicate le promesse di una svolta storica imminente. Nascono anche numerose notizie fuorvianti o false e così il sogno della fusione nucleare prende sempre più la forma del mito.  Il libro guida verso la comprensione dell’energia nucleare svelando i segreti dei più promettenti progetti di fusione, inclusa la tanto discussa fusione fredda. Non solo per scoprire i vantaggi della fusione, ma per capirne anche i limiti e le proble%02matiche, come la produzione di scorie radioattive e la scarsità del combustibile nucleare. Una lettura per chi vuole sviluppare e basare il proprio senso critico su fatti scientifici.

Simone Baroni, La fusione nucleare. Mito o realtà?" Hoepli

Una svolta possibile per una nuova energia
COLLANA Microscopi, SOGGETTI Fisica | Fisica nucleare | Energia
Brossura, 12,5 x 19,5., tampa: Bianco e nero, pagg X-134, ISBN: 9788836014002
Prezzo: € 14,90, 05/2023


La fusione nucleare sarà la chiave per produrre energia pulita in abbondanza e sconfiggere il riscaldamento globale?

Dopo più di settant’anni di ricerche, non disponiamo ancora di un reattore a fusione efficiente, eppure negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante e si sono moltiplicate le promesse di una svolta storica imminente. Nascono anche numerose notizie fuorvianti o false e così il sogno della fusione nucleare prende sempre più la forma del mito.

Il libro guida verso la comprensione dell’energia nucleare svelando i segreti dei più promettenti progetti di fusione, inclusa la tanto discussa fusione fredda. Non solo per scoprire i vantaggi della fusione, ma per capirne anche i limiti e le problematiche, come la produzione di scorie radioattive e la scarsità del combustibile nucleare. Una lettura per chi vuole sviluppare e basare il proprio senso critico su fatti scientifici.

 


 

Buchi bianchi

Carlo Rovelli, BUCHI BIANCHIAdelphi, 2023 
Dentro l’orizzonte

recensione di Lucia Torricelli 
Il tumulto delle idee, l’ebrezza dell’attesa per una un’ipotesi vertiginosa da verificare segnano tutte le tappe dell’ avventura intellettuale che Carlo Rovelli racconta in questo piccolo e intenso libro.
L’avventura comincia un giorno illuminato dal sole, a Marsiglia, mentre dialoga con il suo collega americano Hal davanti a uno schizzo sulla lavagna, dove comincia a intravedere i buchi bianchi.
Buchi neri, un abisso in cui si può solo entrare e nulla può uscire, neppure la luce; derivano da stelle che non bruciano più e cadono su se stesse schiacciate da una gravità enorme. Buchi bianchi, fratelli minori dei buchi neri, da cui si può solo uscire per andare incontro al futuro, ribaltando il tempo. «Se arrivato in fondo alla sua corsa un buco nero rimbalza e ripercorre indietro nel tempo la sua storia precedente, come un pallone da basket che rimbalza, allora…si è trasformato in un buco bianco».
Cercare di capire questo passaggio cruciale è la suggestione che Rovelli cerca di trasmettere ai lettori coinvolgendoli in un viaggio immaginario nell’abisso di un buco nero, tra distorsione dello spaziotempo, rapporto inedito tra passato e futuro, relatività del tempo, granularità dello spazio, indeterminazione e nuvole di probabilità, effetto tunnel con attraversamento di barriere invalicabili e altri fenomeni controintuitivi della fisica quantistica.
Tematiche astruse e di grande fascino ,“salti concettuali” che aprono orizzonti sconfinati.
Tra citazioni dantesche e divagazioni poetiche e filosofiche inizia un viaggio pieno di sorprese verso un buco nero, verso l’abisso che esercita un’attrazione enorme su tutto quello che si avvicina. Se riusciamo ad attraversare l’orizzonte ed entriamo non possiamo più tornare indietro. Il tempo rallenta fino a fermarsi e lo spazio sembra strapparsi «stirandosi come in un lungo imbuto». Una manciata di secondi in questo abisso, dove il tempo subisce un rallentamento estremo, corrisponde a milioni di anni per un osservatore fuori dell’orizzonte. Un cambio di prospettiva sconcertante che possiamo immaginare solo con gli occhi della mente.
Il tempo, spiega Rovelli, non scorre allo stesso modo in tutti i luoghi dell’universo. Non c’è un tempo universale; ogni luogo ha il suo tempo. «La tessitura del mondo è in queste relazioni fra i tempi». Mentre scendiamo l’imbuto diventa sempre più stretto e più lungo. Nelle condizioni estreme, quando la contrazione dello spazio ha raggiunto il punto limite e non può spingersi oltre la dimensione dei granuli di spazio, subentrano fenomeni quantistici e le equazioni della relatività, che descrivono quello che succede in un buco nero, non funzionano più. Si ha un rimbalzo per effetto tunnel, da una configurazione dello spaziotempo a un’altra, un passaggio di geometrie. Il
buco nero diventa un buco bianco dove il tempo è ribaltato e si va verso il futuro; l’imbuto si allarga e si accorcia, governato nuovamente dalle equazioni della relatività.
Quello che resta della informazione caduta nel buco nero uscirà dal buco bianco, una piccolissima massa soggetta a una normale gravità, e tornerà nell’universo in un viaggio lunghissimo verso un futuro lontano, fino a compimento dell’intero processo, nel flusso cosmico del tempo in cui è immersa tutta la realtà del mondo e di noi stessi.
Gli astronomi vedono miliardi di buchi neri massicci. Al centro della nostra galassia c’è un buco nero con una massa quattro milioni di volte la massa del nostro sole, scrive Rovelli, ma nessuno ha mai visto i buchi bianchi. Esistono davvero? L’idea potrebbe essere sbagliata, ma bisogna immaginare che esistano, continuare a cercarli, non fermarsi per la paura di sbagliare. E’ convinto che è necessario disimparare per imparare cose nuove, riorganizzare i concetti in un nuovo contesto e spingere lo sguardo oltre il confine per esplorare l’ignoto e andare a vedere sempre più lontano, volando con la fantasia, come quando Enstein immaginò di cavalcare un raggio di luce. La ricerca sui buchi bianchi è sempre più seguita negli ultimi tempi; i risultati promettenti non sciolgono i dubbi di chi sa che «dolce-amara è la scienza …e che proprio al fondo delle emozioni non muore mai il dubbio…la paura che ci stiamo sbagliando, che ci stiamo illudendo».

Quella “misteriosa polvere invisibile” chiamata materia oscura, che gli astronomi hanno osservato nell’universo già da tempo, potrebbe custodire il segreto dei buchi bianchi. « una parte della materia oscura potrebbe forse essere costituita proprio da miliardi e miliardi di
questi piccoli, delicati buchi bianchi, che ribaltano il tempo dei buchi neri, ma non troppo, e fluttuano lievi nell’universo, come libellule…». E’ un’ ipotesi suggestiva, al confine tra scienza e poesia, proiettata verso nuovi traguardi.

 

Letture consigliate
-L’ordine del tempo, di Carlo Rovelli, Adelphi, 2017, La fisica del Novecento ha rivoluzionato l’immagine della realtà in cui viviamo.
La nozione di tempo, che orienta tutto quello che facciamo nella nostra vita, non coincide con il concetto di tempo della nuova fisica.

 

-Sette brevi lezioni di fisica, di Carlo Rovelli, Adelphi, 2014, Dai misteri del cosmo alla natura della mente simbolica. Uno sguardo panoramico sulle tappe rivoluzionarie della fisica del Novecento che ha cambiato la percezione della realtà in cui viviamo tra conquiste e problemi aperti su cui si continua ad indagare. La vita come frammento dell’equilibrio cosmico.

 

-La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose, di Carlo Rovelli, Cortina, 2014. Con rigore e leggerezza l’Autore ci accompagna nella realtà intima delle cose, una realtà molto diversa da quella macroscopica in cui viviamo. La scienza come bussola sul sentiero della conoscenza con la consapevolezza che Il vero scienziato è un esploratore che cerca di riempire man mano i vuoti della sua ignoranza.


-Serendipità. L’inatteso nella scienza, di Telmo Pievani, Raffaello Cortina, 2021 Serendipità, una lente nel cono di luce attraverso cui riusciamo a leggere in modo inatteso una piccola parte del grande libro della natura che ci è ignoto. Ogni cosa è indeterminata. La rivoluzione dei quanti dal gatto di Schrödinger a David Foster Wallace


-La rivoluzione quantistica, di Robert P. CreaseAlfred Scharff Goldhaber, Codice, 2015, la sensazione che tutto sia fluido e indefinito tra caso, probabilità, sovrapposizione di eventi. Una chiave di lettura più sottile e più incisiva per guardare a scala microscopica la realtà del mondo.


-Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell’Universo, di Guido Tonelli, Rizzoli, 2017, le meraviglie e i misteri dell’Universo attraverso la straordinaria capacità d’indagine teorica e sperimentale della fisica contemporanea e una riflessione sulla fragilità e sulla provvisorietà del tutto, dal cosmo fino a noi. Nulla è per sempre: lo hanno detto i poeti, gli artisti e i filosofi di tutti i tempi.


 

MANIFESTO PER UN’EDUCAZIONE CIVICA ALLA SCIENZA

Mariachiara Tallacchini, Nico Pitrelli, MANIFESTO PER UN’EDUCAZIONE CIVICA ALLA SCIENZA, Codice edizioni, Attualità · Comunicazione della scienza · Democrazia · Futuro · Politica · Società

Pubblicazione: 22 marzo 2023, Euro: 18,00, Pagine: 208, ISBN: 9791254500163

 

Emergenza climatica, perdita della biodiversità, crisi energetica, pandemie, cambiamenti demografici; le principali sfide della contemporaneità hanno dimensioni sociali e politiche connesse a dimensioni scientifico-tecnologiche. I decisori politici non possono fare a meno del sapere specialistico, ma la scienza a disposizione è spesso per sua natura incompleta e multidisciplinare. Come può una democrazia conciliare l’urgenza delle decisioni da prendere con l’incertezza della conoscenza? Come possiamo restare aperti a diverse prospettive senza legittimare posizioni antiscientifiche da un lato e senza rischiare derive tecnocratiche dall’altro? Che diritti hanno i cittadini non-esperti rispetto alla conoscenza? Una strategia possibile è un’educazione civica alla scienza basata su un nuovo approccio al rapporto fra il sapere scientifico e le regole per la convivenza. Il manifesto delineato da Nico Pitrelli e Mariachiara Tallacchini propone una democratizzazione della conoscenza, che tenga conto di ruoli, diritti e responsabilità dei cittadini, di chi fa ricerca e di chi prende decisioni. Perché la democrazia, oggi, è soprattutto un problema di conoscenza.

 

UN MANIFESTO PER DARE UNA RISPOSTA CHIARA ALLE SFIDE POSTE DAL PRESENTE: CREARE UN NUOVO RAPPORTO TRA CONOSCENZA SCIENTIFICA E SOCIETÀ, E FORMARE CITTADINI CONSAPEVOLI.

 

 


 

Scrivere di scienza

Daniele Gouthier, SCRIVERE DI SCIENZA, Codice edizioni, Comunicazione della scienza, Pubblicazione: 20 marzo 2019, Euro: 16,00. Pagine: 172, ISBN: 9788875788001

 

Negli ultimi anni e` cresciuta la consapevolezza di quanto sia importante comunicare la scienza. Divulgazione, giornalismo, ricerca e insegnamento hanno bisogno di saper raccontare, scrivere (e perche´ no, leggere) contenuti scientifici. Dai pannelli di una mostra allo script di un video, dalla presentazione per un seminario alla scaletta di una lezione, la costruzione e la stesura di un testo sono ferri del mestiere che e` necessario saper maneggiare. Senza imporre precetti e regole, ma basandosi sulla propria esperienza pluriennale di matematico e scrittore, Daniele Gouthier ci regala una riflessione pratica e concreta sulla scrittura, corredata da numerosi esercizi e piccole buone pratiche.

 

IN UN MOMENTO STORICO IN CUI COMUNICARE LA SCIENZA IN MODO CORRETTO E` DIVENTATO SEMPRE PIU` CRUCIALE, SCRIVERE DI SCIENZA OFFRE UNO SGUARDO ATTENTO E PROFONDO, E ALLO STESSO TEMPO CONCRETO, SULLA SCRITTURA SCIENTIFICA

 

 


 

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI MEDICINA

Daniela Minerva, Giancarlo Sturloni, DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI MEDICINA (NUOVA EDIZIONE 2022), Codice edizioni, Contributi di Vittorio Carra, Bernardino Fantini, Ignazio Marino, Daniela Minerva, Silvio Monfardini, Maria Pia Ruffilli, Fulvio Simoni e Giancarlo Sturloni
Varia · Medicina, Pubblicazione: 6 luglio 2022, Euro: 11,00. Pagine: 134, ISBN: 9788875789794

 

Miracoli, tragedie, annunci di grandi vittorie contro grandi mali a fronte di mille piccole sconfitte quotidiane. Certezze sbandierate e incertezza di fatto. Qualcosa non va, nel modo in cui oggi si parla di medicina. Perché qualunque discorso sulla medicina finisce con l’essere fallace e fuorviante? è fallace perché manca il racconto della clinica, ovvero del percorso lungo e doloroso che accompagna il malato. è fuorviante a causa dell’equivoco generato nell’immaginario collettivo per il quale il progresso medico si identifica con il rifiuto della vecchiaia, del dolore e, in ultima istanza, della morte. Così a sentir parlare di medicina si ode una babele di linguaggi, specchio di una confusione di speranze e realtà, miti e dati oggettivi, paure e spavalderie. Un oggetto di indagine così complesso non poteva essere affrontato se non sotto forma di un dialogo a più voci, dove il racconto quotidiano della clinica si accosta alla storia della medicina, alla teoria della comunicazione, alla politica e all’industria della salute. Quello che emerge è un quadro affascinante, composto da tanti punti di vista che si completano tra loro e che nell’insieme permettono di leggere tra le pieghe di una notizia medico-scientifica, di uno scandalo, di un personaggio controverso o di una storia di malasanità.

 

 


 

Il segreto dei polifenoli

Sergio Davinelli, I segreti dei polifenoli delle piante-Dieta, salute e dintorni, ETS-Pisa Collana: Obliqui (97), Pagine: 168, Formato: cm.14x21, Anno: 2023, ISBN: 9788846763167, 16,15€

Nella sua storia evolutiva, l’uomo ha sviluppato la capacità di mangiare migliaia di piante. Recentemente, nonostante le sempre maggiori conoscenze scientifiche siano la principale chiave di lettura del fenomeno, assistiamo a una spettacolarizzazione degli alimenti di origine vegetale che spesso tradisce l’auspicabile connubio tra cibo e salute. Sufficientemente supportati dalla scienza, i polifenoli sono protagonisti di spicco delle molteplici azioni benefiche riconducibili al consumo di vegetali. Da qui la necessità di dare vita ad un manoscritto unico, in quanto primo nel suo genere, che sintetizza le più aggiornate ricerche su questo gruppo di sostanze ampiamente diffuse nel regno vegetale, non senza sfatare miti e stereotipi.
Cosa sono i polifenoli? Perché dovrebbero far bene alla salute? Qual è la loro funzione? Attraverso il dialogo tra discipline diverse, il lettore viene accompagnato attraverso un itinerario ricco di spunti, volto a fare luce sul modo in cui questa famiglia di enigmatiche molecole s’inserisce all’interno del meraviglioso quanto intricato rapporto uomo-pianta. Dopo aver ricostruito quando e in che modo nasce l’interesse per i polifenoli, il manoscritto rivela curiosità e segreti sul loro ruolo nell’evoluzione della dieta umana, e il perché esercitano effetti utili alla prevenzione di malattie. Un elogio alla scienza dei polifenoli che dovrebbe essere letto da tutti coloro che si dichiarino interessati a comprendere uno degli affascinanti linguaggi appartenenti al regno delle piante, nonché le utili informazioni che spesso queste ci inviano.

Sergio Davinelli è ricercatore di biochimica e docente presso il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’Università degli Studi del Molise. Ha trascorso lunghi periodi di attività di ricerca negli Stati Uniti, tra l’Università del Maryland e in quella di Harvard. I suoi interessi vertono principalmente sulla relazione tra nutrizione e invecchiamento.

 

 


 

Scienza e metafisica in Descartes

Ferdinand Alquié, Scienza e metafisica in Descartes-Lezioni alla Sorbona, a cura di:  Tomaso Cavallo, Collana: Res singulares. Testi e studi di storia della filosofia, ETS-Pisa, Pagine: 160, Formato: cm.15,5x22,5, Anno: 2023, ISBN: 9788846766236, Stato: Disponibile

 

Esemplari per chiarezza e lucidità, le lezioni cartesiane pronunciate negli anni '50 alla Sorbona da Ferdinand Alquié si raccomandano ancor oggi come una preziosa introduzione alla complessa e stratificata opera dello scienziato-filosofo divenuto l'emblema del moderno in filosofia.
Adottando metodicamente un'analisi genetica dell'opera cartesiana, Alquié con una puntuale ricognizione sui testi prova a risolvere la vexata quaestio del rapporto tra scienza e metafisica in Descartes, ricostruendo l’autentica avventura intellettuale del filosofo che, partito dal progetto di generalizzare ad ogni ambito la certezza rintracciata nelle matematiche, scopre l’imprescindibilità delle riflessione metafisica e approda a un risultato al contempo più modesto e più sublime. Più modesto, perché Descartes si convince che il nostro pensiero si rivela incapace di afferrare l'essenza dell'essere, più elevato perché proprio questa limitazione essenziale, che si esprimeva già nella teoria della creazione delle verità eterne, apre alla scoperta metafisica dell'uomo. Le lezioni di Alquié sono qui riproposte per i tipi di ETS nell’ambito della nuova collana di storia della filosofia.


Ferdinand Alquié (1906-1985), filosofo e storico della filosofia, ha insegnato alla Sorbona dal 1952 al 1976 ed è stato uno dei massimi esperti del pensiero cartesiano. Dopo aver preso le distanze dal cattolicesimo della giovinezza, si avvicinò al movimento surrealista e allo studio della filosofia. Autore di Desiderio di eternità (1943) e di Filosofia del surrealismo (1955), ha dedicato studi monografici, oltre che a Descartes, a Spinoza, Malebranche e Kant.


Tomaso Cavallo ha insegnato Storia della filosofia moderna e contemporanea presso l’Università di Pisa. Autore di saggi sull’illuminismo e la «teoria critica» ha curato l’edizione italiana di testi di Diderot, Voltaire, Alberto Radicati di Passerano, d’Holbach, Hölderlin, Hegel, E. Bloch, R. Caillois, K. Flasch, A. Assman, Ch. Tu¨rcke.


 

verità sulla guerra

Gino Strada, chirurgo e fondatore di Emergency, s'indignava per l'indifferenza alle sofferenze indotta dai quotidiani bollettini di guerra diffusi dai media. Bastano pochi secondi per archiviare nella mente il numero dei morti e dei feriti e interessarsi piuttosto alle dispute tra Stati. Strada sosteneva invece che "parlare dei morti e dei feriti è l'unico contenuto importante dei discorsi sulla guerra". Una visione autentica della guerra può essere ricavata dalla lettura di un recente manuale per medici di guerra, War Surgery: Working with Limited Resources in Armed Conflict and Other Situations of Violence, in due volumi interamente scaricabili da internet, con il quale il padovano Marco Baldan, il greco-canadese Chris Giannou e la svedese Åsa Molde, tre chirurghi di guerra che hanno lavorato per il Comitato internazionale della Croce Rossa, insegnano la cura in ambiente ostile. Può essere utile ai medici anche in contesto civile, mentre chi non è medico vi potrà trovare un significato umanistico: la sollecitazione dell'orrore per il conflitto armato «come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» e magari della vergogna per la facilità con cui se ne distoglie il pensiero. Ne scrive Simonetta Pagliani.

 

Nel 1859, un uomo in viaggio d'affari da Ginevra, Henry Dunant, si aggirava sgomento sul campo di battaglia di Solferino, dove, in 16 ore, erano stati uccisi o feriti 40.000 soldati. Qualcuno ancora agonizzava in mezzo ai cadaveri, perché i soccorsi medici latitavano, difficili o non previsti e Dunant provò a organizzare le donne dei paesi vicini per portare aiuto come meglio poteva.

La vista di quella carneficina cambiò la sua vita e il destino della sanità di guerra: tornato a Ginevra, nel 1862 la raccontò nel libro A memory of Solferino, in cui auspicava che tutte le nazioni, già in tempo di pace, formassero medici e infermieri volontari per assistere i servizi sanitari delle forze armate e negoziassero un accordo internazionale per garantire protezione ai malati e ai feriti e ai servizi medici che li assistevano.

Nel 1863, insieme a quattro concittadini, Dunant creò il "Comitato internazionale per il soccorso dei soldati feriti": l'emblema scelto dall'associazione era la croce rossa (istituzioni nazionali associate avrebbero poi scelto la mezzaluna rossa, il leone e il sole rosso, il cristallo rosso). Inoltre, convinse il governo svizzero a convocare una conferenza diplomatica, cui parteciparono dodici governi che il 22 agosto 1864 stipularono la "Convenzione di Ginevra per il miglioramento della condizione dei feriti negli eserciti sul campo", primo nucleo del patto che sarà siglato a livello universale nel 1949 e sarà aggiornato da Protocolli aggiuntivi nel 1977.

L'occasione per saggiare su larga scala l'utilità della nuova istituzione non tardò a manifestarsi nel primo conflitto mondiale, che si era presto trasformato in una guerra di posizione, con migliaia di uomini rintanati nelle trincee. Ogni periodico ordine di attaccare allo scoperto, per tentare di sfondare le linee nemiche difese da recinzioni di filo spinato e da mitragliatrici, si traduceva in una strage.

Chi giaceva nella "terra di nessuno", veniva soccorso di notte, diverse ore dopo il trauma; i feriti trasportabili erano evacuati negli ospedali da campo arretrati, mentre i servizi medici in prima linea si occupavano alla meno peggio dei moltissimi soldati con lesioni da schegge di artiglieria o da colpi di mitragliatrice, devastanti e sempre contaminate, soprattutto se addominali. 

L'infezione delle ferite, il tetano e la cancrena gassosa, spesso fatali, erano tanto frequenti che, nella comunità scientifica internazionale, l'opzione di intervenire chirurgicamente sui feriti all'addome aveva soprattutto detrattori. Tuttavia, i suoi pochi fautori non demorsero e idearono, per il fronte francese, le Ambulances Chirurgicales Automobiles, sale chirurgiche montate su autocarri che potevano essere portate a ridosso del fronte, per intervenire sui feriti non evacuabili. 

Le baracche di servizio che le circondavano, però, ne precludevano la mobilità e la ritirata sotto attacco; proprio per averlo constatato, Baldo Rossi, primario di chirurgia nei padiglioni Ponti e Zonda dell'Ospedale Maggiore di Milano e vicepresidente della Croce Rossa, quando l'Italia entrò in guerra, realizzò il suo ospedale chirurgico mobile usando tende (fornite di dispositivi di riscaldamento, illuminazione e sterilizzazione e comprensive di un'unità radiologica) montate su autocarri FIAT 15 ter che le scaricavano a ridosso della prima linea, assumendo poi la funzione di ambulanza. Rossi previde anche una tenda post-operatoria, avendo ben chiaro che la cura del decorso era importante quanto o più dell'atto chirurgico. Durante le offensive, i chirurghi si spostavano in gran numero da Milano al fronte e in senso inverso nelle pause della guerra; donazioni speciali sovvenzionarono altre unità chirurgiche mobili che, però, divenne difficile collocare nelle immediate vicinanze del fronte che, dopo l'avvio della Strafexpedition, si era spostato sui rilievi montuosi di Veneto e Trentino. 

Dal giugno 1918, i letti delle unità chirurgiche furono utili anche per ricoverare i soldati con la spagnola. 

I report pubblicati alla fine della guerra stimarono in non meno di 20.000 i feriti curati nelle unità mobili e il tasso relativamente alto di sopravvivenza delle ferite addominali operate (tra il 38 e il 40%, in era pre-antibiotica) diede ragione alla filosofia degli interventisti "in caso di dubbio, devi aprire e vedere piuttosto che aspettare e vedere".  (continua)

  


  

Carlo Rovelli nel 2017

Verba Woland: Rovelli e la cultura scientifica


Da Massimo Bruschi per La città invisibile maggio 2023

 

Lucia Torricelli

Carlo Rovelli ha avuto in questi giorni l'onore delle cronache. Come sempre accade in Italia non certo perché è un grande fisico o per il suo ultimo saggio Buchi bianchi. Dentro l’orizzonte, ma per l'intervento al Concertone del 1° maggio.

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Carlo Rovelli è un fisico teorico italiano cinquantottenne. Ha lavorato in Italia, Negli Stati Uniti ed in Francia. Attualmente è professore presso l'Université de la Méditerranée e direttore di ricerca al CNRS nel Centre de physique théorique di Luminy a Marsiglia. (France). Professore affiliato del Dipartimento di Storia e di Filosofia delle Scienze presso l'Università di Pittsburgh (Pennsylvania) è anche un apprezzato saggista.

Come storico ha scritto un bellissimo libro: Che cos'è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (Mondadori, 2011, pp.176, euro 15,30) di cui consiglio vivamente la lettura. Scoprirete una figura eccezionale: Anassimandro è autore di una straordinaria «rivoluzione scientifica» che Karl Popper ha definito «one of the boldest, most revolutionary, and most portentous ideas in the whole history of human thinking". Anassimandro fu il primo a concepire un modello meccanico del mondo, sostituendo le teorie mitiche e religiose con spiegazioni naturalistiche. Sosteneva - incredibile! - che la terra galleggia immobile nello spazio senza essere appoggiata a nulla.

Secondo Rovelli il metodo scientifico è la forma più alta ed affidabile del pensiero umano perché - al contrario della religione - è fondata sul dubbio. Le credenze religiose per sopravvivere fanno espressamente ricorso al divieto di revocarle in dubbio. La scienza invece non promette certezze assolute né risposte a tutte le domande. Il sapere è sempre provvisorio: la consapevolezza di ciò consente di correggere errori e non accontentarsi dei risultati raggiunti.