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In Toscana e non solo: dagli al lupo!

 

Canis lupus italicus

In Toscana e non solo: dagli al lupo!

 

Luciano Luciani

 

Due notizie, una brutta, anzi orrenda, l’altra nettamente migliore. Partiamo dalla prima, terribile. Nei giorni scorsi la carcassa di un lupo, impiccata a un cavalcavia della Firenze-Pisa-Livorno, la superstrada trafficatissima che collega i tre capoluoghi toscani, è stata esposta tra le località pisane di Ponsacco e Cascina. Un’immagine feroce, che richiama alla memoria il più buio medioevo; un gesto incivile che ancora una volta vede vittima una specie selvatica inopinatamente ricomparsa nelle nostre campagne: quella del Canis lupus italicus, fatta oggetto in questi ultimi anni da una vera e propria campagna d’odio, alimentata dall’ignoranza, da antiche paure, dall’incapacità di affrontare razionalmente questioni di una qualche complessità. Anche la Coldiretti pisana ha stigmatizzato l’episodio, definendolo come l’azione dimostrativa di un disagio, comunque ingiustificabile, frutto del clima di esasperazione che vede contrapposti da una parte gli interessi degli agricoltori-allevatori, dall’altra le condivisibili ragioni degli ambientalisti. Un gesto brutale che, però, anche per quella associazione di categoria, non rappresenta “la strada giusta da percorrere per risolvere l’emergenza predazioni nelle campagne”. Oggi, infatti, è inaccettabile il clima di odio e di allarmismo diffuso in molte aree del nostro Paese sulla questione della ricomparsa del lupo e non serve a nessuno inasprire il conflitto tra l’uomo e il predatore: se un tempo il contrasto tra l’uomo e questo animale selvatico poteva apparire insanabile, oggi non è più così. Eppure, dall’inizio dell’anno più di venti esemplari sono stati crudelmente sterminati in Italia: presi a fucilate, avvelenati a mezzo di bocconi tossici, ora anche impiccati, nonostante che il lupo sia una specie protetta dalle normative nazionali e internazionali. Tutti gli studi, poi, sostengono che la prevenzione è l’unica azione capace di contenere le loro pratiche predatorie… Ed ecco la seconda notizia, piccola ma significativa e capace di aprire il cuore alla speranza. Ci riferiamo a quanto apparso sulla informazione locale di Lucca e provincia – on line, di carta, televisiva – circa tre settimane or sono relativa a un modo intelligente di difendere le greggi dissuadendo il lupo ed evitando così nei suoi confronti reazioni cruente e modalità stragiste che sanno di secoli lontani cupi e superstiziosi. In questo caso si è fatto ricorso a una recinzione anti-lupo, profondamente interrata in basso e rivolta in alto verso l’esterno utile a salvare le pecore dagli attacchi dell’animale selvatico senza fare del male al Canide lupino. Semplice ma innovativa, la struttura: l'ha realizzata nella sua tenuta lungo le colline di Castelvecchio di Compito/Capannori proprio un allevatore lungimirante, Sauro Giorgi, con il decisivo aiuto economico del Wwf e il supporto del Comune di Capannori e dell'associazione Disaffettiva.

A pensarci bene, c’è voluto davvero poco. Perché, se pure il lupo perde il pelo… con quel che segue, in fondo, basta creargli le condizioni necessarie per non cedere troppo facilmente alle sollecitazioni della propria indole.