raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Come si fa e come si dovrebbe fare l'insegnamento della musica nelle scuole?

 

Musica a scuola

Come si fa e come si dovrebbe fare l'insegnamento della musica nelle scuole?

 

Mario Piatti (*)

 

La risposta a questa domanda esigerebbe una analisi approfondita non solo delle “Indicazioni nazionali per il curricolo”, ma anche un’indagine sulla molteplice e variegata realtà delle scuole. Mi limito pertanto a qualche indicazione generale, rimandando per approfondimenti ai numerosi studi e alle dettagliate analisi che si possono trovare ad es. nel sito Musicheria.net e, per lo specifico della scuola di base.

 

Considerato che il testo ministeriale “Indicazioni nazionali per il curricolo” costituisce una traccia, un cartello indicatore, una indicazione orientativa, occorre capire come gli insegnanti, nel loro non facile lavoro quotidiano possono elaborare il curricolo di musica.

Ovviamente non si può prescindere dalla concreta e reale situazione in cui si trovano gli insegnanti: classi numerose, spazi inadeguati, mancanza di strumenti e attrezzature specifiche, ecc. Senza dimenticare la congenita impreparazione specifica per la pratica strumentale e il canto. Quindi ecco quali sono a mio avviso le priorità che dovrebbero essere prese in considerazione.

Occorre innanzitutto sostenere, promuovere, potenziare i Laboratori musicali di rete, da intendersi più che come spazio fisico attrezzato (che comunque si ritiene utile e opportuno), come modello operativo, struttura di connessione, strumento di coordinamento a cui fanno riferimento le scuole di un territorio specifico (il comune, la città o il quartiere nel caso delle grandi città). Sarebbe opportuna una diffusione della documentazione relativa ad alcune esperienze di rete già in atto per far conoscere e proporre modelli strutturali adeguati all’applicazione dei curricoli.

 

In secondo luogo vanno potenziate le interazioni tra scuola e associazioni/scuole di musica per le attività pratiche (corsi strumentali, cori, band, piccole orchestre) e per la partecipazione a eventi significativi (concerti, spettacoli, performance) ai fini della divulgazione culturale.


In terzo luogo sarebbe bene far emergere, far conoscere, diffondere, valorizzare le buone pratiche esistenti in tante scuole: la ricchezza delle esperienze quotidiane fatte da insegnanti sconosciuti in scuole sconosciute va dispersa perché nessuno la valorizza, la elabora, la fa emergere, la porta a conoscenza attraverso la documentazione. Dar valore all’esistente favorirebbe anche un sano confronto e una sana emulazione. Quindi dar sostegno a riviste del settore, organizzare rassegne, ecc. Dare voce alla base, agli insegnanti, agli operatori.

Per quanto riguarda i contenuti e le attività, le indicazioni nazionali relative a “Musica” prefigurano una molteplicità e una varietà di curricoli: non esiste (per fortuna) un curricolo nazionale. Su questo aspetto è necessario insistere: sono le singole scuole, gli insegnanti in team, che devono “inventare” i curricoli di musica adeguati ai ragazzi di quella classe, di quella scuola, in quella città. Ciò che si dovrebbe fare è offrire strumenti operativi, stimoli, scatole di montaggio.
E’ indispensabile formalizzare a livello di Istituti scolastici gruppi di ricerca-azione (per i quali deve essere previsto un adeguato supporto finanziario) che elaborino idee, materiali, progetti finalizzati alla elaborazione dei curricoli e alla applicabilità delle Indicazioni nazionali. I gruppi potrebbero trovare supporto operativo e una struttura di coordinamento e di consulenza nelle Scuole di Didattica della musica dei Conservatori.

A questo proposito è inevitabile, in prima istanza, accennare alla formazione iniziale dei docenti delle scuole dell’infanzia e delle scuole elementari: necessità di rivedere quantità e qualità dei corsi/laboratori di musica nei corsi di laurea di scienze della formazione. Il numero di ore è insignificante. I contenuti a volte sembrano avulsi dai reali bisogni dei futuri docenti.

In secondo luogo sarebbe necessario prevedere un docente specifico (come previsto dal DM 8/2011) in grado di svolgere, in ciascun plesso, alcune attività collettive (coro e musica d’insieme) complementari ad altre attività che potranno essere svolte dal docente di classe, oltre che svolgere una funzione di coordinamento e di consulenza ai colleghi per l’elaborazione e l’attuazione del curricolo. Per tale docente si deve prevedere una specializzazione apposita (sul modello dell’insegnante della seconda lingua).

Infine sarebbe opportuno attivare un piano per l’aggiornamento e la formazione in servizio, per far sì che gli insegnanti di musica sappiano valorizzare le indicazioni metodologiche della più recente ricerca pedagogica.

 

 

Riferimenti

 

Musicheria.net Suoni relazioni educazione / Laboratorio di educazione al suono e alla musica

Portale del Centro Studi Maurizio Di Benedetto APS (CSMDB), luogo di incontri, esperienze, approfondimenti, che comprende anche la Rivista e RadioMusicheria.

 

Mario Piatti, Enrico Strobino: Musicascuola. Riflessioni e proposte per la scuola dell’infanzia e primaria, ETS, Pisa, 2013

 

Mario PiattiEnrico Strobino, Grammatica della fantasia musicale. Introduzione all’arte di inventare musica, FrancoAngeli, Milano, 2011)

 

Mario Piatti 

Lombardo d’origine e toscano d’adozione, è stato docente di Pedagogia musicale nei Conservatori di musica di Venezia, Castelfranco Veneto e La Spezia dal 1982 al 2009. E’ membro del Comitato scientifico del Centro Studi Musicali e Sociali “M. Di Benedetto” di Lecco. Collabora con Istituzioni pubbliche, Centri specializzati e Associazioni, per l’aggiornamento e la formazione degli insegnanti e per progetti educativo-musicali. Dal 2007 al 2012 ha coordinato Musicascuola – Laboratorio musicale di rete degli Istituti Comprensivi di Pontedera (PI). Collabora come pedagogista con il Centro Risorse Educative e Didattiche dell’Unione dei Comuni della Valdera coordinando i progetti musicali dei nidi e delle scuole dell’infanzia e primarie.
Oltre a numerosi articoli su riviste del settore, ha pubblicato e curato diversi saggi di pedagogia musicale e, in collaborazione con altri musicisti, alcune raccolte di canzoni per uso didattico, su testi propri e di Gianni Rodari.