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The story of Zoppino (all’anagrafe Zoppina)

 

Zoppina

The story of Zoppino (all’anagrafe Zoppina)

 

Giorgio Paesani 

 

Forse la gioia maggiore che ti dà gestire una mangiatoia invernale per uccelli selvatici e poterla monitorare costantemente è che, presto o tardi, impari a riconoscere “individualmente” alcuni dei frequentatori identificandoli per caratteristiche fisiche o comportamentali.

Ad esempio, tra i frequentatori della mangiatoia quest’autunno già qualcuno si è trovato “battezzato”.

Abbiamo quindi Forfora, che è un merlo maschio del 2023 con alcune piume bianche sul capo (l’albinismo parziale è piuttosto comune nei merli); poi c’è Berrettini, un secondo merlo maschio identico a Forfora ma senza macchie bianche perché usa il famoso shampoo, quindi “previene”! Tra la decina di tortore dal collare (troppe, lo so, sto lavorando ad una separazione dagli altri frequentatori), c’è Gozzo che ha una piuma incarnita sul collo che gli ha fatto una sorta di bitorzolo sul gozzo.

Non ho necessità, per ora, di trovare un nome allo sparviere che ogni tanto fa una passata fulminea e, prima o poi, si porterà via qualche vita, che abbia un nome o meno!

Lo scorso anno stessa musica. Merlo Brutto, Piedi Grossi, Sfrontatezza, La Bella... Tra le cinciarelle una, suo malgrado, mi dette l’opportunità di affibbiargli un nome e l’onore di fare il tifo per lei, di temere per lei, di aspettare con ansia di rivederla dopo i botti di Capodanno o il temporale notturno terrificante. In poche parole, empatizzai, anzi, io e mia moglie empatizzammo con Zoppina.

Zoppina arrivò presto, non appena attivata la mangiatoia, ma dopo qualche giorno notammo che aveva avuto un “incidente”: la zampa sinistra era immobile e fuori dalla posizione fisiologica. Da vecchio volontario di centro recupero capii che si era rotta la tibia e la zampa era ormai “morta” (per la rottura di tendini e vasi sanguigni) da poco più su di quello che per noi è il calcagno. In questi casi i possibili decorsi sono due; necrosi secca e la zampa se ne va oppure infezione e tutto l’uccellino spicca il suo ultimo volo.

Cyanistes caeruleus  

Per una cincia perdere una zampa è un gigantesco problema. Le cinciarelle cercano gli insetti di cui si nutrono esplorando i rami, foglia per foglia, appendendosi volentieri agli steli e penzolando a testa in giù. Inoltre, sono tra i passeriformi più abili a manipolare oggetti e in particolare semi. Ad esempio, prendono i semi di girasole in mangiatoia, li afferrano con le zampe e li aprono a beccate. Qualunque inanellatore conosce la potenza del becco della Cinciarella e la capacità di colpire solo dove fa più male.

Nonostante il vistoso handicap la nostra Zoppina, invece, ha superato l’inverno finendo di frequentare la mangiatoia a primavera, quando ho cessato di rifornirla di cibo. A quel punto la sua zampa rotta si era necrotizzata, era seccata e si era staccata! Meglio, un possibile impedimento o un pericoloso “gancio” in meno!

Passati i mesi e le stagioni, ai primi freddi ho riattivato la mangiatoia che rapidamente si è popolata di commensali. Sarà stato sì e no una settimana fa che con mia moglie ricordavamo Zoppina e ci chiedevamo se l’avessimo solo aiutata a superare l’inverno e poi, chissà, finito il nostro supporto era stata predata.

E invece l’altro ieri eccola! È arrivata in mangiatoia caracollante come al solito, si è presa un semino e via!  Ovviamente, è stato come rivedere una vecchia conoscenza, è stata una carezza per l’anima in un periodo in cui volano tanti schiaffi e pugni e assai poche carezze! È tornata e, si, lo ha fatto anche grazie a noi! Oggi, anzi, poco fa, l’ho vista di nuovo, con più calma e col binocolo a portata di mano e… grandi sorprese!

Prima di tutto una questione di genere: macché Zoppina, si tratta di Zoppino! Adesso sfoggia un bel piumaggio lucente da maschio adulto, col vertice blu cobalto splendente, bellissimo (in realtà non “più bellissimo” di quello di altri maschi adulti della sua specie, ma lui è il mio Zoppino, quindi...)!

Seconda cosa: ha trovato una compagna e l’ha portata in mangiatoia! Ha persino scacciato ripetutamente l’altra coppia di cinciarelle minacciandole con le ali a ventaglio. Ha dato infine sfoggio delle sue capacità appendendosi a testa in giù ad un supporto per estrarre un seme incastrato e poi se lo è messo sotto l’unico piede iniziando ad aprilo con maestria impeccabile!

In questo momento, proprio mentre sto scrivendo, Zoppino e compagna stanno facendo la spola tra la terrazza e la betulla, preferendo non fermarsi in mangiatoia dato che, esattamente sotto di essa, dormono Amy (il cane) e Leone (l gatto) beati all’ultimo sole della giornata.  Vero, sono gli esseri viventi più innocui del Paleartico Occidentale ma meglio essere prudenti. Mi viene da pensare a Zoppino e a quanta forza e determinazione c’è in una pallina di piume, alla semplicità, alla essenzialità e alla purezza dei comportamenti e mi viene da pensare alla mente umana e a quante, tra le menti che leggeranno queste righe, si chiederanno se la compagna di Zoppino ha due zampe o una sola sprecandosi in un copia-e-incolla di schemi mentali tutti e solo umanoidi. Tutto questo, però, non interessa Forfora e Berrettini alle prese con un terzo maschio, anch’esso giovane, e nemmeno la decina di cinciallegre, probabilmente la famiglia che ha utilizzato il nido artificiale lo scorso maggio, che ormai visitano ogni angolo della terrazza e per poco non ci cacciano tutti di casa. Ancor meno i passeri, guardinghi, che aspettano sempre che qualcun’altro si avvicini prima di dare un rapido assalto al cibo (forse chi non ha fatto così si è beccato un definitivo faccia a faccia con una maledetta scimmia nuda rivestita). Le loro storie si confondono con la mia grazie ad un punto di incontro, grazie alla mangiatoia. Alla fine, tutti gli attori di questo teatrino casalingo hanno un solo bene tra le mani o tra le zampe, una sola cosa preziosa: il tempo. E lo vivono meglio che possono. Me lo ha detto un uccellino, o meglio il Pettirosso, con i suoi grandi occhi neri crepuscolari, che ha gonfiato il piumaggio perché il freddo vero, dice, sta per arrivare.