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Diritti dell'infanzia e della adolescenza in Italia

 

Diritti dell'infanzia e adolescenza

Diritti dell'infanzia e della adolescenza in Italia

 

Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell'infanzia e della adolescenza

13° Rapporto di Aggiornamento sul monitoraggio della convenzione sui diritti dell'infanzia e della Adolescenza
Una doppia colonna di Associazioni (APS) che si occupano del problema, una pagina dei nomi di coloro che hanno partecipato alla stesura del documento di 182 pagine

Chiuso in tipografia a ottobre 2023, Gruppo CRC c/o Save the Children Italia ETSPiazza di S. Francesco di Paola, 9 - 00184 Roma
E-mail: info@gruppocrc.net
Sito web: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/i-diritti-dell-infanzia-e-dell-adolescenza-italia-rapporto-crc-2023

 

PREMESSA
La fotografia che ci troviamo ad osservare è quella che ritrae una realtà in cui le ragazze ed i ragazzi che vivono nel nostro Paese “stanno male”. Il malessere delle giovani generazioni è diffuso, si esprime in diversi modi, ma riguarda tutte le sfere dell’esistenza, coinvolge le diverse fasce d’età, i ragazzi e le ragazze che vivono nelle grandi città e quelli che vivono nelle città di provincia.
Del resto i dati ci dicono che 1 giovane su 10 in Italia abbandona precocemente gli studi; 1 bambino su 5 nell’età compresa tra i 6 e i 10 anni non pratica sport; quasi il 12% degli adolescenti, soprattutto maschi, è a rischio di dipendenza dai videogiochi, e che gli studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni che si sono isolati volontariamente per 6 mesi o più risultano essere il 9,1% del totale; sono aumentati i disturbi del comportamento alimentare, in particolare per le ragazze di 15-19 anni, e nell’ultimo decennio è raddoppiato il numero di utenti che si rivolgono ai servizi di NPIA; c’è una progressione nel numero dei casi in cui i minorenni diventano protagonisti di casi di detenzione e diffusione online di pedopornografia ed un crescente coinvolgimento di bambini e ragazzi nel sextortion, il 25,3% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo da parte dei compagni (21% occasionalmente e il 4,3% in modo sistematico) ed il 18,1% ha ammesso di aver preso parte attivamente ad episodi di bullismo.
Mettendo insieme i dati e le riflessioni dei numerosi operatori coinvolti nella stesura del 13° Rapporto  CRC, abbiamo di fronte una realtà complessa, in cui però emerge chiaramente la difficoltà che hanno sia i ragazzi che le famiglie a gestire tale complessità. Gli adulti non riescono a fornire appieno risposte adeguate ed essere sempre quei punti di riferimento di cui invece i ragazzi/e avrebbero bisogno in ogni ambito della loro vita. Le figure genitoriali sono oggi spesso impreparate ad affrontare le sfide legate alle varie fasi di crescita, disorientate e lasciate sole. La scuola è spesso percepita lontana, i giovani che hanno difficoltà faticano a chiedere aiuto e trovare risposte in tale contesto, anche perché non avvertono la presenza di un sistema attorno a loro. Ma anche gli insegnanti si sentono soli.
Il lungo isolamento generato dal COVID ha comportato anche il rarefarsi dei luoghi di incontro ed ha indotto molti giovani e giovanissimi a chiudersi in se stessi, e ad un eccessivo utilizzo dei media. I dati a livello nazionale evidenziano una sorta di “onda lunga” dell’aumentato rischio di dipendenza tecnologica tra bambini e adolescenti. D’altro canto gli ambienti digitali offrono ai ragazzi anche moltissime opportunità per partecipare ed esercitare i loro diritti onlife, ma è necessario che le iniziative educative e le norme di
regolamentazione degli ambienti digitali creino le condizioni affinché l’esposizione a rischi diffusi venga minimizzata. È importante, inoltre, riflettere sull’evoluzione che i social media stanno subendo, creando un confronto con i ragazzi/e e le famiglie.
In molte delle nostre città mancano anche punti di riferimento territoriali “sicuri”, luoghi aggregativi aperti, spazi gioco, contesti di socializzazione occasionali e liberi come piazze e cortili. Senza considerare il tema della scarsità di spazi verdi cittadini a disposizione di bambini e ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico.