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Joseph Conrad - Cuore di tenebra

Joseph Conrad - Cuore di tenebra

 

di Brunella Danesi


Per la biografia molto esauriente di Joseph Conrad si veda 

Il libro Cuore di tenebra può essere scaricato da diversi siti, per esempio, in formato pdf.

Interessante l’intervista a Dacia Maraini che parla di Cuore di tenebra, mettendone in risalto il suo valore letterario.

Teodor Josef Konrad Nalecz Korzeniowski, noto col nome di Joseph Conrad (1857-1924) è considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura di lingua inglese della fine del secolo XIX.

In questo articolo prenderemo in considerazione l’influenza che su Conrad fu esercitata da alcuni scrittori coevi che egli molto probabilmente lesse e di cui si risentono gli echi in uno dei suoi romanzi più affascinanti.

 

 

Herbert Spencer (1820-1903), esponente del positivismo evoluzionistico:

1852- L’ ipotesi dello sviluppo;

1857 -Il Progresso, sua legge e causa;

Charles Darwin (1809-1882)

1839, 1845 (2aed. )- Viaggio di un naturalista intorno al mondo;

1859- L’origine della specie per selezione naturale;

1871- L’Origine dell’uomo;

1872 L’espressione delle emozioni negli animali e nell’uomo.

Sir Edward Burnett Tylor (1832-1917) è considerato

il fondatore dell’antropologia evoluzionista moderna,

1871-La cultura dei primitivi.

Sir Henry Morton Stanley (1841-1904), esploratore

1872-Come trovai Livingstone (How I found Livingstone)

1878- Attaverso il continente nero 

 (Throught the dark continent)

 

 

Il romanzo affronta importanti temi legati alla storia naturale

Nel romanzo emerge una forte percezione sia del tempo dell’uomo che di quello della natura, legata alla consapevolezza che infinite trasformazioni hanno interessato la storia della terra  e quella delle civiltà.

Verso l’inizio del libro Marlow, la voce narrante, esclama: E anche questo (l’estuario del Tamigi) è stato uno dei luoghi di tenebra della terra.

E ancora:

Risalire quel fiume era come viaggiare a ritroso verso i più remoti primordi del mondo, quando la vegetazione invadeva la terra e i grandi alberi ne erano sovrani. Un corso d'acqua deserto, un silenzio profondo, una foresta impenetrabile. L'aria era calda, spessa, greve, ferma..

E ancora:

Alberi, alberi, milioni di alberi, poderosi, immensi, altissimi; e ai loro piedi, strisciando lungo la riva per contrastare la corrente, arrancava il piccolo e sudicio vapore, come un lento scarafaggio che si trascini sul pavimento di un colonnato grandioso... Penetravamo sempre più a fondo nel cuore delle tenebre. C'era un gran silenzio laggiù. Di notte a volte il rullo dei tamburi dietro la cortina degli alberi correva lungo il fiume e restava debolmente sospeso a mezz'aria, quasi che aleggiasse sulle nostre teste, fino ai primi chiarori del giorno. Impossibile stabilire se significasse guerra, pace o preghiera. …  Eravamo dei nomadi su una terra preistorica, una terra che aveva l'aria di un pianeta inesplorato. Avremmo potuto immaginarci come i primi uomini a prendere possesso di un'eredità maledetta, che occorreva conquistare a costo di profonda angoscia e sforzi estenuanti…


La inesorabile riduzione della biodiversità che da sempre ha accompagnato la conquista del pianeta da parte dell’uomo

.... La parola 'avorio' risuonava nell'aria sussurrata, sospirata. Si sarebbe detto che le rivolgessero delle preghiere. Aleggiava lì sopra un odore infetto di rapacità imbecille come il fetore di un cadavere. Per Giove!... E intorno la silenziosa landa selvaggia che circondava quel pezzetto diboscato di terra mi colpiva come qualcosa di grande e d'invincibile come il male o la verità in paziente attesa della fine di quella fantastica invasione.

Conrad supera il sentire comune del suo tempo che prevede, secondo il pensiero di  Herbert Spencer, l’evolversi di una società  che porta dal seme all’albero o dall’uovo all’animale, dall’uniforme al differenziato, attraverso un continuo progresso; reputa  questa visione, che ancora oggi in molti ambienti gode di ottima salute, del tutto falsa.

Il racconto mette in risalto che la storia dell’uomo non è un dispiegarsi lento e solenne, dalle tenebre della natura bruta alla luce della civiltà, e che i comportamenti istintivi, propri dell’animalità, permangono in tutti gli uomini e sono segni della nostra comune origine. Egli supera lo stesso Darwin per quanto riguarda l’accettazione dell’altro:

... l'uomo si è elevato al suo stato presente. Ma da quando ha raggiunto la sua posizione, si è diviso in razze distinte, che molto più propriamente si potrebbero chiamare sotto-specie. Alcune di queste, per esempio il nero e l'europeo, sono tanto distinte che, se ad un naturalista fossero stati presentati alcuni esemplari senza nessuna informazione precedente, egli le avrebbe senza dubbio considerate come vere e proprie specie. Con tutto ciò, tutte le razze concordano in tanti particolari poco importanti di struttura ed in tante facoltà mentali, che queste possono venire attribuite soltanto all'eredità da un progenitore comune; ed un progenitore così caratterizzato avrà molto probabilmente meritato il posto di uomo....L'origine dell'uomo e la scelta sessuale Ed. BUR 1982 pp. 402-403  ] 

E Conrad fa dire a Marlow:

… No, non erano disumani. E, sapete, proprio questo era il peggio – il sospetto che non fossero disumani. Era qualcosa che saliva dentro lentamente. Quelli urlavano e saltavano, e giravano, e facevano smorfie orrende; ma quel che dava i brividi era il pensiero della loro umanità – pari alla nostra – il pensiero di una remota parentela con quel grido selvaggio e sfrenato. Brutt'affare. Brutt'affare davvero; eppure se eravate abbastanza uomini avreste dovuto confessare a voi stessi l'esistenza di un'eco, magari debolissima, alla tremenda franchezza di quel chiasso, un vago sospetto che contenesse un significato che noi – pur così lontani dalla notte dei primordi – potevamo comprendere.

 

Brani

La biometriaAmbiente e adattamentoNatura e culturaAvorio

 

La biometria  

Il vecchio medico mi tastò il polso, evidentemente immerso in altri pensieri. “Buono, buono per quei posti” borbottò, e poi con una certa sollecitudine mi chiese se gli permettevo di misurarmi la testa. Piuttosto sorpreso risposi di sì e allora tirò fuori una specie di calibro e misurò davanti, dietro e da ogni parte, prendendo accuratamente nota. Era un ometto mal rasato con una giacca frusta, una sorta di gabardine, le pantofole ai piedi e io pensai che fosse un pazzo innocuo. “Chiedo sempre il permesso, nell’interesse della scienza, di misurare il cranio di quelli che vanno laggiù” disse. “E anche quando tornano?” chiesi. “Oh, non li vedo mai” osservò, “e poi i cambiamenti avvengono dentro, sa.” Sorrise come si trattasse di un’arguzia discreta. “Così, lei va laggiù. Ottimo. Interessante, anche.”

Su

 

Ambiente e adattamento

”Stavano costruendo una ferrovia. ... Sulla rupe esplose un’altra mina, seguita da un fremito leggero del terreno sotto i miei piedi. Il lavoro proseguiva. Il lavoro! E questo era il luogo in cui alcuni uomini impegnati in quel lavoro s’erano appartati per morire. Stavano lentamente morendo – era chiaro. Non erano nemici, non erano criminali, non erano nulla di terrestre, ormai – nient’altro che ombre nere di malattia e di inedia distese alla rinfusa nell’oscurità verdastra. Portati da tutti i recessi della costa con tutta la legalità dei contratti a termine, perduti in un ambiente sfavorevole, nutriti con cibi sconosciuti, si ammalavano, diventavano inefficienti e allora ottenevano di potersi trascinare in disparte a riposare. Quelle forme moribonde erano libere come l’aria e quasi altrettanto sottili. Incominciai a distinguere il luccicare degli occhi sotto gli alberi. Poi, abbassando lo sguardo, scorsi un viso accanto alla mia mano. Le lunghe ossa nere distese a terra, solo una spalla s’appoggiava all’albero, e lentamente le palpebre si alzarono e gli occhi incavati mi fissarono, enormi e vacui, una sorta di guizzo cieco, bianco nella profondità dell’orbita, che si spense lentamente.”

“La terra non aveva nulla di terrestre. Siamo abituati a guardare il mostro vinto e in catene, ma lì – lì quel che si vedeva era il mostruoso in piena libertà. Non aveva nulla di terrestre, e gli uomini erano... No, non erano disumani. E, sapete, proprio questo era il peggio – il sospetto che non fossero disumani. Era qualcosa che saliva dentro lentamente. Quelli urlavano e saltavano, e giravano, e facevano smorfie orrende; ma quel che dava i brividi era il pensiero della loro umanità – pari alla nostra – il pensiero di una remota parentela con quel grido selvaggio e sfrenato. Brutt'affare. Brutt'affare davvero; eppure se eravate abbastanza uomini avreste dovuto confessare a voi stessi l'esistenza di un'eco, magari debolissima, alla tremenda franchezza di quel chiasso, un vago sospetto che contenesse un significato che noi – pur così lontani dalla notte dei primordi – potevamo comprendere. E perché no? La mente umana è capace di qualsiasi cosa – poiché racchiude in sé ogni cosa, tutto il passato e tutto il futuro. Che cosa avevamo davanti dopotutto? Gioia, paura, dolore, devozione, coraggio, ira – chi lo sa? – ma la verità – verità libera dal manto del tempo.”

Su

 

Natura e cultura

“Il Kurtz originario era stato in parte educato in Inghilterra, e – come lui stesso ebbe la gentilezza di dichiarare – riponeva le sue simpatie nel posto giusto. Sua madre era per metà inglese, suo padre per metà francese. L'Europa intera aveva contribuito alla formazione di Kurtz; e di lì a poco seppi che la Società Internazionale per la Soppressione dei Costumi Selvaggi gli aveva giustamente affidato l'incarico di redigere un rapporto per orientarsi nella sua attività futura. E lui l'aveva pure scritto. L'ho visto. L'ho letto.… alla luce delle successive informazioni, il paragrafo iniziale mi sembra ora carico di presagi sinistri. Incominciava argomentando che noi bianchi, dato il livello di sviluppo raggiunto, "dobbiamo necessariamente apparire loro [ai selvaggi] con la natura di esseri soprannaturali – li avviciniamo con la potenza di una divinità" e così via. "Attraverso il semplice esercizio della nostra volontà possiamo esercitare un potere benefico in pratica illimitato" eccetera, eccetera. Da quel punto, egli spiccava il volo trascinandomi con sé. L'arringa era fantastica, anche se difficile da ricordare, voi capite. Mi diede l'impressione di una Immensità esotica governata da un'augusta Benevolenza. Mi fece fremere di entusiasmo. Era il potere illimitato dell'eloquenza – delle parole – di nobili parole ardenti. Nessun dettaglio pratico veniva a interrompere il magico fluire delle frasi, a meno che una specie di nota a piè dell'ultima pagina, evidentemente scarabocchiata molto dopo con mano incerta, non possa essere considerata un'esposizione di metodo. Era semplicissima e così alla fine di quel toccante appello a ogni sentimento altruistico abbagliava, luminosa e terrificante, come un fulmine a ciel sereno. "Sterminate tutti i bruti!" 

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Avorio

Avorio? ... A mucchi, a cataste. La vecchia capanna di fango era piena da scoppiare. Veniva da pensare che non fosse rimasta una sola zanna sopra o sotto la terra dell'intera regione. "Per lo più fossile" aveva commentato il direttore con aria sprezzante. Non era più fossile di quanto lo sia io; ma lo chiamano fossile quando è dissotterrato. Sembra che questi negri in effetti talvolta seppelliscano le zanne – ma evidentemente non riuscirono a seppellire questa partita abbastanza a fondo da sottrarre il dotato Mr Kurtz al proprio destino. Ne riempimmo il vapore, e fummo costretti ad accatastarne un mucchio in coperta. Così poté vederlo e continuare a goderne finché gli fu possibile vedere, perché tale piacere non si smorzò in lui sino alla fine. Avreste dovuto sentirlo quando diceva: "Il mio avorio". Oh sì, io lo udii. "La mia promessa sposa, il mio avorio, la mia stazione, il mio fiume, il mio..." tutto gli apparteneva. Io trattenevo il fiato in attesa di udire la terra selvaggia scoppiare in una formidabile risata che avrebbe scosso le stelle fisse dalla loro sede. Gli apparteneva tutto – ma questa era un'inezia. La questione era stabilire a che cosa appartenesse lui, quante potenze delle tenebre ne rivendicassero il possesso. Era questa la riflessione che dava i brividi per tutto il corpo. Cercare di immaginarlo era impossibile – e non era neppure consigliabile. Aveva occupato un soglio eccelso tra i demoni di quella terra – lo dico in senso letterale. Voi non potete capire

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Presentazione