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..alle Poste in biciretta!

 

le bicirette

..alle Poste in biciretta!

 

Vincenzo Terreni

Stamani sono riuscito a completare con dati catastali e inutili classificazioni ecologiche (la classe G è l’ultima, quindi che bisogno c’è di un geometro per classificare una cosa che vedrebbe anche un analfabeta cieco, ma è per far lavorare i geometri, allora se è a fin di bene dividiamoci questa incombenza economica fraternamente con annessi e connessi. Dunque completato il modulo per “lettura ottica”, come se la maggioranza delle persone avesse imparato a leggere da piccoli con gli orecchi, riempiendo tutte le caselle per benino è venuto il fatidico momento di leccare il retro della busta per assaporare il delizioso sapore di prugna della colla vegetale, sigillata la busta, rimane il problema di come farla arrivare a destinazione. Occorre una cassetta postale, già ma dove sono le cassette postali? Ne ho vista una a Casciana, forse sono rimaste anche a Pontedera, ma è più sicuro andare alle poste centrali! Ma sì, una botta di vita è come il Grand Hotel delle poste, dove tante vite hanno avuto una svolta nel ricever una lettera dal fronte, una cartolina con scritto “non ti voglio più”, notizie di una vecchia zia che doveva lasciarti un patrimonio e ti ha lasciato una mezza dozzina di gatti. Insomma un tuffo nel passato remoto.
Dotato di un moderno velocipede mi decido e vado alle poste. Ci sarà una cassetta da qualche parte, sì, ma dove? All’esterno niente, forse dentro, provo dentro; e la bici? La porto con me tanto è un attimo. Non è difficile entrare, le porte, mezze sgangherate sono anche mezze aperte. Un sacco di macchinette per dare i numeretti, una filata di uffici aperti e chiusi: quelli chiusi con un addetto che faceva altre cose, quelle aperte senza addetto che era andato via un attimo (anzi: un attimino)! Mi piazzo con calma davanti ad un chioschetto con una giovane che vendeva di tutto: tablet, smartphone e, a giudicare da una prima malevola occhiata, all'occorenza, forse anche se stessa. C’è uno studente che aspetta, aspetto anch’io riservando al mio turno la banale richiesta: … ma una cassetta delle poste dovo la trovo? Aspetto con calma guardandomi intorno tante volte fosse nascosta dai segnali di tutto il loro campionario di gadget e di “Prodotti” postali. Dopo una decina di minuti buoni, un’impiegata che aveva rialzato la testa dalla Settimana enigmistica per via della cervicale, urla con tutto il fiato che aveva in gola: …ma cosa ci fa quella bicicletta! La porti subito fuori o chiamo la sicurezza! La porto via subito basta che mi diciate dove trovo una cassetta. No la porti fuori, ripeteva con voce vibrante tendente allo stridulo. Vedo movimento dietro al barriera antiproiettile, un altissimo baffuto, con fare imperioso e sicuro, presumo l’addetto alla sicurezza, guadagna lestamente l’ingresso alla sala d’aspetto e mi intima di portare fuori la bicicletta. Il sennò non l’ho capito ma doveva essere una minaccia terribile. "Ora anche le biciclette, se c’aveva un’automobile la parcheggiava qui dentro", e se c’avevo un camper non ci sarebbe neanche entrato. Intanto l’atletico mangiaciclisti mi è quasi addosso, ma io mi difendo da un attacco frapponendo la bici: porti via questa bici! Non aspetto altro, ma dove posso imbucare? Non qui! E allora dove? Fuori vada fuori ..ci vado. Ma dove imbuco? E intanto passo nell’ingresso e mi metto a cercare lì, due metri e mi sovrasta, ma ha capito che deve uscire con la bici, vada fuoriiii! Vado fuoriii, ma devo imbucareeee! Se me lo dicevate subito ero già sparito. Sulle scale la stessa storia e poi ha voluto dire al sua ultima frase che merita una lapide: "ma lo sa che non si può entrare negli uffici pubblici in bicicletta? Se veniva in macchina dove la metteva? e poi l’immancabile: se tutti facessero come lei non ci si potrebbe più lavorare!" Ho bofonchiato qualcosa a proposito dell’allenamento in corso in vista di tale eventualità e lui mi ha rincorso per l’ultimissimo pensiero, quello definitivo: "attenzione quelli come lei non meritano di entrare nelle poste."
Oibò cosa farò del mio futuro se mi tolgono le poste.