Leonardo da VinciLeonardo da Vinci (1452-1519) dedicò ampio spazio allo studio dei fenomeni luminosi, tanto da progettare sull'argomento un trattato in sette capitoli mai completato. Le sue straordinarie capacità di osservazione gli permisero di notare il variare dei colori con l'allontanarsi degli oggetti osservati, l'azzurrarsi delle montagne, i giochi di colori presenti nei vapori che escono dai camini al crepuscolo, le ombre proiettate dagli oggetti non nere o grigie, come erano state raffigurate nelle precedenti tradizioni pittoriche, ma colorate, come colorate sono le sfumature intorno agli occhi di Monna Lisa, il suo capolavoro più famoso; anche nella "Vergine delle rocce", la presenza di ombre colorate è evidente. Si interessò anche alla teoria dei colori, sostenendo la presenza di 6 colori principali, il bianco, il giallo, il verde, l'azzurro, il rosso e il nero. Nel suo trattato sulla pittura si legge che l'azzurro del cielo non è un colore intrinseco, ma è prodotto ... dal vapore caldo che evapora in atomi minuscoli e sensibili... Ciò malgrado, quando disegna l'occhio e il cervello non si basa sull'osservazione, ma si lascia guidare dalla tradizione e dai libri. Una cosa, tuttavia, disturbava il sottile osservatore, il fatto che l'occhio, da lui assimilato come da molti altri alla camera oscura, non faccia vedere immagini capovolte del mondo; così, in alcuni disegni il fine artigiano aggiusta le cose, si sostituisce all'Artefice, disegnando una lente aggiuntiva. Leonardo, nel manoscritto di Windsor è favorevole alla teoria platonica della visione, ma successivamente formula due osservazioni geniali, che mettono in crisi le idee tradizionali:
|