Una delle civiltà dell'antichità che ha maggiormente influenzato le successive trasformazioni nelle altre parti del mondo, è senza dubbio quella dell'Egitto faraonico; è qui che si sono accumulate le maggiori competenze matematiche, astronomiche e chimiche dell'antichità. Gli egiziani conoscevano le miniere d'oro di quella parte dell'Africa orientale da loro denominata Nubia, da nub, oro. Si può supporre che l''estrazione del minerale, la sua macinazione, la successiva concentrazione e la fusione del residuo contenente l'oro, sia rimasto invariato a lungo: si tratta di competenze che con poche variazioni hanno accompagnato la civiltà egiziana, fenicia, greca. Il processo di coppellazione, per esempio è efficacemente descritto dallo storico greco Agatarchide approssimativamente nel 135 A. C.
Anche l'argento era ampiamente
utilizzato. Furono i fenici a far conoscere i giacimenti dell'Armenia,
di Cipro, della Spagna e della Sardegna. Probabilmente gli antichi non
sapevano separare completamente l'oro dall'argento
e considerarono le leghe
oro-argento come un metallo particolare che denominarono variamente: asem
o asm, gli egiziani, élektron, i greci. Gli antichi erano capaci di molte altre trasformazioni
chimiche: impararono a preparare bevande fermentate e sapevano
conciare le pelli animali; Tebe era famosa in tutto il bacino del
Mediterraneo per lo splendore dei suoi
vetri,
favorita in questo dalla presenza di depositi naturali di soda,
necessaria per la sua preparazione;
Plinio il
Vecchio, ne
racconta la leggendaria scoperta. Sia in Estremo Oriente sia nel bacino del
Mediterraneo eccelse l'arte tintoria. Anche la concia delle pelli
richiede un processo chimico che fu impiegato sin dall'antichità
mediante salatura, depilazione con calce e trattamento con sostanze
vegetali astringenti che contenevano tannino. Dal
regno vegetale e animale gli antichi ricavarono, trasformandoli,
svariati prodotti che utilizzarono sia come nutrimento (pane dai
cereali, vino, birra, aceto) che per altri scopi, come profumi. L'uomo
cercò anche radici, piante, minerali, acque, sostanze animali per
guarire malattie e alleviare la sofferenza: i cinesi introducevano
pustole vaiolose nel naso di persone sane a scopo profilattico
(precursori di Jenner?); contadini asiatici si servirono delle muffe per
medicare ferite (antibiotici?); la medicina e la chirurgia
raggiunsero in Egitto e nella
Grecia classica un
grande sviluppo, dove nel frattempo si era andata sviluppando una grande civiltà. Se il male appariva inguaribile si
ricorreva allo stregone, che interveniva con l'armamentario di amuleti,
esorcismi e scongiuri. Questo avviene ancora oggi presso popolazioni
primitive (e non solo) e come allora gli stregoni conoscono (o affermano
di conoscere) decotti, impiastri, infusi tratti dal regno vegetale o
sostanze di cui mantengono rigoroso segreto, eredi
delle prescrizioni del dio
Thoth, alias
Ermete Trismegisto (tre volte
grande), il cui nome fu consacrato dalla scienza ermetica,
l'alchimia.