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Il vetro nel racconto di Plinio il vecchio

Da Plinio, Storia Naturale, vol. 5 pg. 729 Einaudi, 1988

 

...La parte della Siria che si chiama Fenicia e confina con la Giudea comprende, al di qua delle pendici del monte Carmelo, una palude che si chiama Candebia. Da essa si pensa che nasca il fiume Belo, che, dopo un corso di cinque miglia sfocia in mare di fianco alla colonia di Tolemaide. Il suo corso è lento, l'acqua malsana da Vassoio, secondo secolo a. C.. museo archeologico nazionale di Atene bere, anche se sacra per fini di culto; limaccioso, con il letto profondo, non ne mostra la sabbia se non quando il mare di ritira da esso... La larghezza della spiaggia non è superiore ai 500 passi, eppure questo piccolo spazio è stato per secoli l'unico luogo deputato alla produzione del vetro. Secondo la leggenda, vi approdò una nave di mercanti di nitro 1, che si sparsero per la spiaggia a preparare la cena; poiché non c'erano a portata di mano delle pietre per tenere sollevati i pentoloni, essi usarono come sostegni pezzi di nitro presi dalla nave e questi, accesi e mescolati con la sabbia della spiaggia, diedero origine a rigagnoli lucenti di un liquido ignoto: questa sarebbe stata l'origine del vetro. Presto, come c'era da aspettarsi, l'inquieta intelligenza dell'uomo non fu più paga di mescolare solo il nitro con la sabbia e si cominciò ad aggiungere anche il magnete, perché si crede che attiri anche il liquido del vetro alla pari del ferro. Analogamente, si prese a fondere insieme anche pietre lucenti di varie specie e poi conchiglie e sabbia fossile (tratta da cave)...

 


1 qui si fa riferimento al carbonato di sodio, come spiega Primo Levi