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Sui quotidiani e periodici giugno 2020

Sui quotidiani e periodici giugno 2020


# Questione femminile e scuola nodi da sciogliere per il rilancio # Il codice Draghi nelle aule # La matematica che dice: meglio l’Italia # Serve pensiero critico. Non basta formare soldatini obbedienti. # La ministra alla sciatteria # Noi e il grido del pianeta # Estinguendo gli animali ci attiriamo i loro virus # Un piano di educazione al civismo # La scuola in terapia intensiva # Nel nome dei ragazzi # Come recuperare il senso del dovere # I bambini all'ultimo banco # Max Weber e i buromostri # Senza futuro non c’è memoria # Chi comanda tra scienza e politica # Tre proposte per ripartire da scienza e innovazione # «La scienza discrimina le donne» # Il Paese senza istruzione # Le troppe incognite che pesano sull’anno scolastico in arrivo # La scuola è una priorità ovunque (non qui) # «Ora curiamoci di bimbi e ragazzi, un errore ritenerli immuni dal virus» # Settembre è già domani # Il più grande spettacolo è celeste # Bimbi, l'allarme dei pediatri "Cresce il disagio psicologico" # Una politica in stato di minorità: abbiamo bisogno del “pensiero lungo” # La maestra e il sindacalista # Il pasticcio della clorochina Quando la fretta di primeggiare manda in tilt anche la scienza # L’Italia pronta per la svolta verde # Serve una nuova idea di città # Perché a scuola gli insegnanti contano menoPensare in piccolo # Il sindacato dei ventenni # La preminenza dello scienziato # La nostra repubblica e il suo vero valore # Equilibri meravigliosi #


"Il Sole 24 Ore" - 27 giugno 2020
Questione femminile e scuola nodi da sciogliere per il rilancio
di Alessandro Rosina

La trascuratezza con cui in passato abbiamo gestito la questione demografica pone oggi il nostro Paese di fronte alla prospettiva di una drastica riduzione della popolazione attiva. Oltre al crescente carico della componente anziana (favorito dell’aumento della longevità), s’impone sempre più la necessità di far fronte anche all’indebolimento strutturale dell’offerta di forza lavoro (determinato dalla persistente denatalità). Un indebolimento che si candida a diventare il maggior vincolo alla crescita economica e alla sostenibilità sociale del Paese. Quanto esso diventerà grave dipende da due fattori interdipendenti, uno più quantitativo e l’altro più qualitativo.


“Corriere della Sera” - 26 giugno 2020
Il codice Draghi nelle aule
di Claudio Verdelli

Una strada c’era, una soltanto: applicare alla scuola italiana, disastrata al quadrato o al cubo dopo l’interminabile paralisi da Covid, il codice Draghi, quel «whatever it takes», tutto quello che è necessario (oppure: costi quel che costi), appena entrato a buon diritto tra le voci definitive del dizionario Treccani. Con quelle tre parole in inglese, pronunciate con asciutta fermezza il 26 luglio 2012 in una Londra ostile, l’allora presidente della Banca centrale europea salvò l’euro dalla tempesta perfetta che stava per abbattersi sui Paesi più deboli, Italia compresa. La risposta alla tempesta perfetta che a settembre rischia di completare l’opera di demolizione della nostra istruzione pubblica sta all’approccio di Draghi come il nadir allo zenit. 


“Corriere della Sera” - 25 giugno 2020
La matematica che dice: meglio l’Italia
di Carlo Rovelli

Mi sono imbattuto in un dato statistico che mi ha fatto riflettere. Mi ero chiesto se siano più ricchi gli americani o gli italiani. Posta così la domanda è vaga, perché ovviamente ci sono italiani straricchi come Berlusconi e italiani poveracci e ci sono americani straricchi come Bill Gates e americani poveracci. Ma ci si può chiedere se mediamente siano più ricchi gli americani o gli italiani. La statistica esiste anche per rispondere a queste domande. Ho cercato i dati. Quello che ho trovato mi ha sorpreso.


“La Stampa” - 25 giugno 2020
Serve pensiero critico. Non basta formare soldatini obbedienti.
di Paola Mastrocola

Dunque, se ho ben capito (ma spero di aver capito male), ai nostri bambini di tre anni che entreranno a scuola verrà ora insegnato quanto segue: i principi della Costituzione italiana, l'educazione ambientale, la tutela del patrimonio e del territorio, i principi di protezione civile, l'educazione alla salute, l'uso corretto dei social media e della navigazione in rete.
Siccome la scuola che i bambini frequentano si chiama scuola d'infanzia, la prima domanda che mi viene è: ma dov'è finita l'infanzia? Il secondo pensiero, triste, è che ci vogliano pilotare, programmare, indottrinare fin dalla più tenera età.


“la Repubblica” - 24 giugno 2020
La ministra alla sciatteria
di Chiara Saraceno
La scuola

Lo scandalo della disattenzione sulla scuola sembra non avere limite. La ministra dell’Istruzione ha fatto avere la sua proposta
di linee guida a Regioni e sindacati da cui emergono solo due cose chiaramente, entrambe preoccupanti.
La prima è che, in nome dell’autonomia scolastica, che viene comoda quando dal centro non ci si vuole assumere responsabilità, viene delegato totalmente alle singole scuole come “garantire il ritorno alla didattica in presenza”: turni, divisione delle classi in più gruppi, riaggregazione di gruppi di alunni di classi diverse e anche di anni diversi, didattica mista, un po’ in presenza e un po’ a distanza, aggregazione di diverse discipline in ambiti più grandi, possibilità di usare anche i sabati per i turni. Tutto dipenderà dalle scelte, e dalle possibilità, delle singole scuole, senza che siano indicate né condizioni minime né risorse aggiuntive disponibili, con buona pace dei diritti educativi dei bambini e ragazzi e del diritto dei genitori, specie dei più piccoli, di sapere con ragionevole anticipo come sarà organizzata la giornata e la settimana dei loro figli.


“Corriere della Sera” - 24 giugno 2020
Noi e il grido del pianeta
di Marco Imarisio

Non ne usciremo migliori, ne stiamo uscendo uguali a prima. Con la stessa capacità di dimenticare in fretta, con l'autoindulgenza sempre pronta all'uso, forse solo più rabbiosi. In quei giorni, che vogliamo immaginare lontani ma sono ancora qui, nella nostra testa, ci chiedevamo cosa sarebbe stato dopo, facevamo promesse su un nuovo rapporto con quello che ci sta intorno, l'ambiente, l'aria, la vegetazione. Sentivamo forte che c'era un legame, tra quello che stava accadendo, il mondo e le nostre vite messe a riposo, la reclusione di ognuno in casa, l'impossibilità di avere contatti fisici, e quello che abbiamo fatto, che abbiamo lasciato accadesse, alla terra che ci ospita.


“Corriere della Sera” - 21 giugno 2020
Estinguendo gli animali ci attiriamo i loro virus
di Telmo Pievani

Richard Leakey 25 anni fa ha lanciato l'allarme per la scomparsa di troppe specie. Ora avverte: continuare a mettere sotto pressione gli altri esseri viventi provocherà il passaggio di nuovi patogeni dalla fauna all'uomo. Ha scoperto alcuni dei fossili più importanti per capire l'evoluzione umana. Ha lottato contro nemici potenti per impedire il commercio di avorio e la distruzione degli ecosistemi africani. È sopravvissuto a uno strano incidente aereo e a tre trapianti. Richard Leakey dice che la morte lo ha sfiorato tante volte, anche adesso che è malato, ma non smette di coltivare i suoi sogni. L'ultimo, a 75 anni, è un grande Museo dedicato all'umanità, che sorga proprio sul bordo della Rift Valley dove è nato Homo sapiens.


“Corriere della Sera” - 20 giugno 2020
Un piano di educazione al civismo
di Enzo Manes

 

Fa bene Ferruccio de Bortoli a spronare gli imprenditori perché si impegnino di più sui temi del capitale umano e della formazione della classe dirigente. Va dissipato il sospetto che sia un argomento che nel mondo dell'impresa suscita solo tiepido interesse. È un'illusione che chi vive sui mercati internazionali possa ignorare la condizione delle nostre istituzioni formative, e cavarsela comunque mandando i figli a studiare all'estero. Chi lo pensa sega il ramo su cui è seduto: un Paese che non investe in educazione, ad ogni livello, è un Paese che condanna al declino (anche) la propria economia. È inevitabile, vista la complessità e la densità cognitiva richiesta oggi dalle imprese, vecchie e nuove.


“la Repubblica” - 19 giugno 2020
La scuola in terapia intensiva
di Massimo Recalcati
I farmaci culturali per guarirla

L’emergenza sanitaria ha sequestrato le parole e i pensieri. Il trauma del Covid 19 ha colonizzato pesantemente la vita collettiva. Una calamita mortifera ha bloccato le nostre energie e le nostre risorse. Ne è un esempio emblematico e drammatico quello della scuola. Tutto il dibattito attuale sul suo presente e sul suo futuro appare integralmente assorbito dal problema della sicurezza. Non è illegittimo considerata la gravità della bufera che ci ha investiti. Il problema della sicurezza in un contenitore istituzionale ampissimo com’è quello della scuola deve essere giustamente affrontato e risolto. Tuttavia limitarsi a ragionare sulle distanze necessarie da preservare, sul rischio degli assembramenti e sulle mascherine, sulla presenza o meno delle pareti di plexiglass spoglia fatalmente la riflessione della scuola schiacciandola sulla necessità della gestione della crisi sanitaria. Ma la scuola italiana è da tempo in terapia intensiva.


“la Repubblica” - 18 giugno 2020
Nel nome dei ragazzi
di Chiara Saraceno
La scuola dimenticata, appello al premier

Si parla tanto di futuro, di ripresa, dell’Italia che verrà, ma i bambini e bambine, le e gli adolescenti, i
giovani che si affacciano ora nel mercato del lavoro continuano a essere del tutto marginali, nel migliore dei casi, nell’agenda politica. Di fatto largamente ignorati nel lungo lockdown, continuano a essere pressoché assenti dai temi affrontati dagli Stati
generali dell’economia. Come se si potesse programmare il futuro senza tener conto dei loro bisogni, diritti, desideri, ignorare il
modo in cui le conseguenze della pandemia, a partire dalla chiusura delle scuole, stanno incidendo sulle loro opportunità, sul loro grado di fiducia in un sistema che li ignora mentre li sovraccarica del peso di un debito pubblico sempre più enorme ed allarga le disuguaglianze.


“la Repubblica” - 17 giugno 2020
Come recuperare il senso del dovere
di Luciano Violante
Lo specchio dei diritti

Perché è difficile parlare di doveri? La risposta più semplice è che mentre i doveri segnano limiti, i diritti aprono spazi. I diritti richiamano libertà e democrazia; i doveri richiamano gerarchia e autorità. Di qui il fascino per i diritti e l’antipatia per i doveri. Ma i diritti, pur costituendo l’essenza della democrazia, non sono sufficienti, da soli, a sostenerla; possono affermarsi solo in una società che adempie ai doveri. Altrimenti la lotta per i diritti diventa una rissa tra ceti e corporazioni.
Quando i doveri tacciono, la scena della democrazia è occupata dalla silenziosa disgregazione della società e dallo scontro tra
vecchie e nuove corporazioni. La domanda di nuovi diritti è quotidiana. Ma ogni nuovo diritto comporta nuovi doveri; pochi ci
pensano perché la grande maggioranza dei diritti comporta vincoli soprattutto per la pubblica amministrazione e per le imprese, che il comune cittadino spesso considera estranee e in possesso di risorse illimitate.


“Corriere della Sera” - 17 giugno 2020
I bambini all'ultimo banco
di Carlo Verdelli
Abbandono. Solo per l'istruzione non è stato previsto un protocollo di ripartenza. Otto milioni di studenti aspettano una prospettiva per il loro ritorno in classe.

Se il governo si togliesse per un attimo la mascherina dagli occhi, vedrebbe subito l'iceberg a cui sta andando incontro. Una specie di iceberg fantasma, a cui nessuno sembra dare eccessiva importanza. Si parla della scuola, e sembra un divagare.
Dal lavoro alle imprese, dalla sanità ai diritti civili, dal debito pubblico che cresce alla competitività che cala, le emergenze lasciate in dote da una reiterata gestione irresponsabile della cosa pubblica sono esplose tutte insieme sotto la furia demolitrice del Covid. E adesso si cerca di correre ai ripari, mettendo pezze dove si può, convocando improbabili Stati generali, invece che in Parlamento, nella silvestre Villa Pamphilj in Roma, articolando piani di rinascita in 9 capitoli, 55 voci, 102 proposte, già destinati agli archivi prima ancora di essere presi sul serio in esame dalla politica.


“Corriere della Sera” - 14 giugno 2020
Max Weber e i buromostri
di Gian Antonio Stella
1920-2020 A cento anni dalla morte resta attuale la denuncia dello studioso tedesco sullo strapotere della macchina statale. II sociologo capì che i grandi apparati sono necessari, ma diventano pericolosi.

«Ogni burocrazia s'adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni». Di più: «Lo Stato cerca di sottrarsi alla visibilità del pubblico, perché questo è il modo migliore per difendersi dallo scrutinio critico». Lo scrisse, in Economia e società, il filosofo, sociologo, economista e storico tedesco Max Weber. Ucciso il 14 giugno 1920, a cinquantasei anni, da una bruttissima polmonite da più parti attribuita a una coda della Spagnola.


“il Fatto Quotidiano” del 12 giugno 2020
Senza futuro non c’è memoria
di Chiara Frugoni

Perché studiare la storia? Nel 1967 il dottor Stephenson chiuse in una gabbia, al cui soffitto era appesa una banana, 5 scimmie; sotto la banana, una scala. La scimmia che provò a salire la scala per afferrare il frutto fu “punita” con un getto d’acqua ghiacciata; e insieme furono colpite anche le altre scimmie, restate a terra. E ogni volta che una si avvicinava alla scala, i getti d’acqua colpivano tutte le scimmie. Quando Stephenson si accorse che tutte avevano imparato la “lezione”, sostituì una scimmia con un’altra all’oscuro delle dinamiche della gabbia. Il primate naturalmente tentò più volte di raggiungere la banana, ma le altre la bloccarono sempre, prima che il getto d’acqua punitivo la colpisse. La scimmia così desistette dal suo proposito. Via via tutte le scimmie furono sostituite, fino a che in gabbia vi furono solo bestie mai annaffiate, consapevoli del divieto ma senza saperne il motivo. Ecco perché studiare la storia, si potrebbe concludere: per non finire come le scimmie di questo esperimento. Giusto, no?


“la Repubblica” - 12 giugno 2020
Chi comanda tra scienza e politica
di Roberto Esposito
Sulle tracce di Max Weber per rispondere a domande che l’emergenza ha reso attuali Il nuovo libro di Massimo Cacciari

Mai come in questa fase la tensione tra politica e scienza sembra acuirsi. Entrambe reclamano autonomia l’una dall’altra e lottano per l’egemonia sulla società contemporanea. A quale delle due spetta la decisione ultima sulla nostra vita? Chi decide nello e sullo stato di eccezione — il sapere scientifico o il potere politico? Eppure quelle che appaiono nascere dall’emergenza in atto sono domande che ci accompagnano da almeno un secolo. Ad averle poste, con ineguagliata radicalità, è stato Max Weber nelle due conferenze sul lavoro intellettuale come Beruf — un termine che significa insieme professione e vocazione. Ad esse Massimo Cacciari dedica un’intensa riflessione dal titolo Il lavoro dello spirito. Saggio su Max Weber , appena edita da Adelphi. Al suo centro la distanza — vissuta con il pathos trattenuto di una sobria disperazione — di Weber dalla grande cultura borghese di Goethe e Schiller, di Kant e Fichte, fino a Hegel e Marx.


“Corriere della Sera” - 11 giugno 2020
Tre proposte per ripartire da scienza e innovazione
di Guido Tonelli
La ripresa Con i fondi europei si presenta un'occasione unica per sconfigge¬re i pregiudizi negativi sull'italia (che però, se vogliamo essere onesti, non sono infondati)

È inutile illudersi. Anche se l'europa sembra aver cambiato passo e si appresta a licenziare importanti investimenti per uscire dai danni provocati dalla pandemia, nessuno deve pensare che le diffidenze nei nostri confronti siano svanite. È come se li sentissi: riusciranno gli italiani a fare buon uso di questi fondi o li distribuiranno a pioggia? Ce la farà l'italia ad avere infrastrutture più moderne, una macchina statale più efficiente, un sistema produttivo che metta al centro l'innovazione o sarà l'ennesima occasione perduta?


“Avvenire” -  10 giugno 2020
«La scienza discrimina le donne»
intervista a Francesca Dominici, a cura di Lucia Capuzzi
Francesca Dominici, cervello in fuga e ai vertici di Harvard, denuncia la situazione delle ricercatrici: «Noi, giudicate per il tailleur. Il Covid? Ci ha costrette a casa. Gli studi a firma femminile sono crollati»

Ha strappato il velo. E al centro della scena è apparsa una presenza ingombrante, troppo a lungo rimossa dal dibattito pubblico: la discriminazione di genere tuttora vigente nel mondo, in apparenza neutro, della scienza. Perfino nei più prestigiosi centri di ricerca internazionali. «Il Covid ha acceso un potente riflettore sugli ostacoli aggiuntivi che ricercatrici e scienziate devono affrontare per tenere il passo rispetto ai colleghi maschi». Parola di Francesca Dominici, biostatistica di grido nonché direttrice della Data Science Iniziative di Harvard, università dove è arrivata appena 24enne e dove ha trascorso la sua vita accademica, fino ad arrivare ai vertici.


“la Repubblica” -  9 giugno 2020
Il Paese senza istruzione
di Stefano Mancuso
Lo scandalo della scuola dimenticata

Lo stato in cui versa la scuola italiana è di una tale gravità che dovrebbe preoccupare chiunque, anche i meno sensibili al futuro del nostro Paese. Fra i 37 Paesi dell’Ocse, l’Italia è stabilmente all’ultimo posto per la percentuale di spesa pubblica riservata all’istruzione. Destiniamo ai diversi gradi del nostro sistema educativo, dalla scuola materna all’università, il 6,9% del totale della spesa pubblica. Spendono più di noi semplicemente tutti: gli Usa (11,4%), la Gran Bretagna (12,2%), il Messico (16,4%), la Colombia (9,8%), il Cile (17,4%), la Corea del Sud (12,9%), Israele (12,9%).Tutti!


"Il Sole 24 Ore" -  9 giugno 2020
Le troppe incognite che pesano sull’anno scolastico in arrivo
di Andrea Gavosto

L’approvazione del decreto scuola ha evitato al governo una crisi surreale. Il decreto, però, poco si occupa della cosa più importante – la riapertura delle scuole a settembre. Un articolo assegna a sindaci e presidenti di provincia poteri commissariali per interventi urgenti di edilizia scolastica in vista del prossimo anno: una misura ragionevole, anche se nei mesi estivi non si potranno fare miracoli. Per il resto, la confusione regna sovrana. Turni sì, turni no. Sdoppiamenti di classe sì, no, forse. Lezioni di 30, 40, 50 minuti. Ora anche il plexiglass fra i banchi, con costi elevati, difficoltà di smaltimento, effetti claustrofobici e inadeguatezza didattica.


"Il Sole 24 Ore" -  9 giugno 2020
La scuola è una priorità ovunque (non qui)
di Andrea Capussela

In Italia le scuole non hanno riaperto prima delle vacanze estive, mentre il campionato di calcio di Serie A ripartirà a giorni. La Francia ha fatto l’opposto, la Germania ha riaperto le scuole e fatto ripartire la Bundesliga. Queste differenze sono state poco discusse nel dibattito pubblico, ed è stato un errore. Francia e Germania sono le nazioni con le quali l’Italia deve compararsi, soprattutto se non intende arrendersi al proprio declino. Qui mi concentrerò sulla Francia, perché la divergenza con l’Italia è completa.


"Il Sole 24 Ore" -  8 giugno 2020
«Ora curiamoci di bimbi e ragazzi, un errore ritenerli immuni dal virus»
di Paolo Bricco
L’inventrice dell’oncologia pediatrica: «Il lockdown è finito, ma nessuno considera gli effetti su psiche e salute dei più piccoli»
A tavola con Franca Fossati-Bellani

«Nella prima fase della pandemia abbiamo perso la testa. Come se fossimo nell’Antico Testamento. Il coronavirus sembrava una delle sette piaghe di Egitto. Nella seconda fase la razionalità è riemersa. Siamo tornati ad una progettualità della cura quando, per esempio, abbiamo constatato che gli anti-infiammatori servivano in non pochi casi a risparmiare la terapia intensiva ai pazienti con precise caratteristiche patologiche. Ma, questo, è solo uno dei tanti passaggi dell’uscita da una situazione drammatica e inattesa a cui eravamo del tutto impreparati.


“la Repubblica” -  8 giugno 2020
Settembre è già domani
di Andrea Gavosto
Il ministero deve dare le linee guida per la scuola

Ministra e sindacati prima, maggioranza e opposizioni poi si sono scontrati sul decreto scuola approvato sabato. Che però — va ricordato — tocca solo marginalmente la questione centrale: come riaprire le scuole a settembre. Molto più grave è che il governo stia trasmettendo alle famiglie e alla scuola la sensazione di non avere una direzione di marcia. Per capire meglio, facciamo un passo indietro. All’inizio del lockdown, molti insegnanti (non tutti) si sono impegnati a superare la propria impreparazione nella didattica digitale, pur di continuare a fare scuola a distanza. Con l’aiuto del ministero, che aveva dato una linea. Il Paese aveva apprezzato. Col tempo, però, il clima è mutato.


"Il Sole 24 Ore" -  8 giugno 2020
Il più grande spettacolo è celeste
di Patrizia Caraveo
Estate astronomica. Mentre Giove e Saturno si avvicinano all’appuntamento ventennale con le grandi congiunzioni, l’attenzione è tutta per Marte: a luglio è prevista la partenza delle sonde verso il pianeta rosso

La parola d’ordine dell’estate astronomica sarà opposizione. Per capire di cosa si tratta, pensiamo alla geometria del sistema solare con i pianeti che ruotano intorno al Sole, tutti grossomodo disposti nello stesso piano. È un gruppo in movimento e la velocità dei pianeti dipende dalla loro distanza dal Sole. Quelli più vicini si muovono più velocemente di quelli più lontani e i loro periodi orbitali crescono man mano che ci si allontana dal Sole.


“La Stampa”  -   7 giugno 2020
Bimbi, l'allarme dei pediatri "Cresce il disagio psicologico"
di Maria Rosa Tomasello

Bisogna restituire ai piccoli il tempo che gli è stato sottratto. Il tempo delle aule e dei banchi, dei giochi con gli amici, dei luoghi per lo sport e per la musica, perché il rischio, in caso contrario, è «che alla crisi sanitaria e a quella economica di aggiunga una crisi educativa e sociale con conseguenze pesanti per tutti i bambini e drammatiche per una consistente minoranza che già in precedenza viveva situazioni di difficoltà di apprendimento». Dopo due mesi di isolamento forzato e la brusca interruzione delle attività scolastiche, i bambini – 8 milioni nella fascia che va da zero a 14 anni - continuano a essere ultimi nella lista delle priorità della politica.


“La Stampa”  -   6 giugno 2020
Una politica in stato di minorità: abbiamo bisogno del “pensiero lungo”
di Massimo Recalcati

La riapertura è un'onda che per quanto governata implica una quota irriducibile di rischio. Anche il sapere della scienza non può fare previsioni che non dipendano in gran parte da qualcosa che sfugge inevitabilmente al suo potere. Lo stiamo imparando in queste ultime settimane. Dove finisce il suo sapere inizia la dimensione della responsabilità collettiva e individuale. Ed è proprio da questa responsabilità che dipenderà in grande parte la qualità dell'onda della riapertura. L'inesistenza in tempi brevi del vaccino ci impone una convivenza forzata con il virus. Questo significa che saremo consegnati alla responsabilità delle nostre azioni individuali e collettive. Nel primo tempo dell'emergenza siamo stati tutelati da uno Stato che decretando giustamente il rigore della quarantena ha tutelato la nostra salute.


“Corriere della Sera” -  6 giugno 2020
La maestra e il sindacalista
di Massimo Gramellini

Quando ha appreso che la maestra d'asilo Francesca Sivieri aveva avuto la bella idea di riunire i suoi allievi in un parco di Prato per leggere loro delle favole, un sindacalista fiorentino della Cisl ci è rimasto secco. Con quel comportamento fuori dalla norma, è stato il suo commento, la maestra danneggiava il buon nome delle colleghe rimaste a casa, facendole passare per lavative. È infatti opinione diffusa che chi cerca di svolgere con passione e inventiva il proprio lavoro sia un soggetto asociale, la cui smania di fare bene, e di fare più del dovuto, sortisce l'unico effetto di mettere in cattiva luce gli altri membri della corporazione.


“la Repubblica” -  6 giugno 2020
Il pasticcio della clorochina Quando la fretta di primeggiare manda in tilt anche la scienza
di Luca Fraioli
Il retroscena

Il coronavirus non ha mandato in tilt solo le terapie intensive di mezzo mondo. Ha fatto collassare anche il sistema delle riviste scientifiche: una pandemia di articoli si è abbattuta sulle redazioni e sui referee , gli scienziati che valutano le ricerche altrui e danno il via libera alla pubblicazione. Con effetti dirompenti, come dimostra il caso dell’idrossiclorochina. È il 25 maggio quando l’Oms sospende la sperimentazione di quella sostanza per la cura del Covid 19. Il farmaco per l’artrite reumatoide aveva mostrato possibili effetti benefici, ma uno studio pubblicato qualche giorno prima sulla rivista medica Lancet sostiene che i pazienti trattati con l’idrossiclorochina hanno una mortalità da coronavirus persino più alta degli altri. E così l’Oms ferma tutto. Fino a tre giorni fa, quando torna sui suoi passi e invita i medici a riprendere i test. Perché nel frattempo si è scoperto che l’articolo di Lancet è completamente sbagliato e che i dati usati per realizzarlo sono fasulli.


“la Repubblica” -  5 giugno 2020
L’Italia pronta per la svolta verde
di Raffaele Ricciardi
Imprenditoria green, in Europa il nostro paese è all’avanguardia Le storie delle aziende che hanno già investito sull’economia “pulita”

In attesa della valanga di soldi Ue con i quali la Commissione vuole dare una svolta verde all’Europa, in Italia ci sono molti imprenditori che il Green deal se l’erano già fatto in casa. E ora aspettano che l’onda cresca, per prenderla dalla cresta. «Se ero ottimista nel 2010, quando mi sbattevano decine di porte in faccia, come non esserlo ora», sorride Federico Garcea, cofondatore di Treedom, piattaforma digitale da 1,2 milioni di alberi piantati in 16 Paesi. Tutti geolocalizzati e tracciabili, in modo che il cliente sappia di loro vita, morte e miracoli (intesi come l’assorbimento di 360 milioni di chili di CO2). Definire quanto noi italiani siamo “green” non è semplice.


“la Repubblica” -  5 giugno 2020
Serve una nuova idea di città
di Stefano Mancuso
La giornata dell’ambiente

Quest’anno la giornata dell’ambiente è dedicata al tema del declino della biodiversità. Deforestazione, modifiche nell’uso del suolo, inquinamento dei terreni, dell’acqua e dell’atmosfera sono le attività all’origine di questa drammatica emergenza. La stessa, non dimentichiamolo, che ha portato a triplicare negli ultimi decenni i famigerati spillover , ossia il passaggio di agenti patogeni, come il recente coronavirus, dalle altre specie animali all’uomo. Tutto ciò non accade per caso, o per sfortuna, ma è la ovvia conseguenza dell’aumento sconsiderato nel consumo di risorse limitate e dell’insostenibilità dei nostri sistemi di produzione.


“Corriere della Sera” -  5 giugno 2020
Perché a scuola gli insegnanti contano meno
di Ernesto Galli della Loggia
Istruzione. II nostro è uno dei pochi Paesi in cui non esiste un'associazione vasta e influente, professionalmente competente e capace di muoversi nel dibattito pubblico

«Quando gli insegnanti scenderanno in campo per esigere che i concorsi cessino dall'essere fatti per burla, e che il metodo dei concorsi per la scelta degli insegnanti governativi sia mantenuto rigidamente?». Questa domanda posta quasi settant'anni fa sulle colonne del Mondo da Gaetano Salvemini aspetta una risposta ancora oggi, di fronte all'ennesimo concorso burla previsto per l'immissione in ruolo di migliaia di «precari», e di fronte al silenzio in proposito da parte di coloro che invece nella scuola insegnano già da tempo. I quali, come auspicava Salvemini, dovrebbero essere i primi, invece, a sentire il dovere e l'interesse a difendere il significato e la qualità (e quindi il prestigio) del proprio lavoro.


“la Repubblica” -  5 giugno 2020
Pensare in piccolo
di Tito Boeri e Roberto Perotti
Stati generali dell’economia: agenda per il premier

Dopo le 50 commissioni e task force messe in piedi in questi mesi, da mercoledì sappiamo che verranno convocati anche gli “stati generali”, per dare modo ai portatori di interesse di contribuire a decidere come spendere il fiume di denaro che nei prossimi quattro anni si riverserà sull’Italia. Come se sindacati e associazioni di categoria non avessero già ampiamente voce in capitolo. Non abbiamo certo la presunzione di fare noi una lista della spesa. Ci limitiamo ad alcune osservazioni di metodo.


“la Repubblica” -  4 giugno 2020
Il sindacato dei ventenni
di Massimo Riva
Una proposta ai giovani

Se avessi vent’anni (ne ho quattro volte tanti!) forse sarei anch’io in strada a fare ammuina. Ma una volta in piazza mi chiederei pure se non sia il momento di reagire a quel che sta succedendo in termini meno esuberanti e un po’ più ponderati. Per esempio: creando un movimento o una sorta di sindacato fra tutti coloro che hanno un’aspettativa di vita di almeno altri cinquant’anni. Perché alto, anzi altissimo, appare il rischio che il futuro di costoro sia sequestrato o comunque seriamente danneggiato dalla vorace baldanza con la quale da troppe parti in Italia si guarda all’enorme mobilitazione di denaro oggi in campo per scongiurare gli effetti di una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia dell’intero Pianeta.


“il Fatto Quotidiano” -  2 giugno 2020
La preminenza dello scienziato
di Barbara Spinelli

Non pochi scienziati europei di primo piano hanno consigliato ai governi un’uscita molto prudente dal confinamento, e continuano a farlo senza lasciarsi influenzare dalle scelte dei governi, dalle pressioni delle lobby economiche, dal desiderio diffuso di mettere tra parentesi il lockdown. Non perché siano sicuri di una seconda ondata Covid, non perché disconoscano le esigenze dell’economia, ma perché osservano il perseverare della pandemia in Inghilterra, Svezia, Stati Uniti, America Latina, o il suo riesplodere in Corea del Sud, e perché temono l’estendersi di una persuasione perniciosa e paradossale: il virus è alle nostre spalle, la pandemia è odiosa ma egualmente odiose sono le misure di cautela, visto che hanno limitato e limitano troppe libertà.


“Corriere della Sera” -  1 giugno 2020
La nostra repubblica e il suo vero valore
di Marta Cartabia

«L’Italia è una Repubblica democratica». Inizia così l’articolo 1 della Costituzione. La Repubblica, però, è nata prima della nostra Carta fondamentale. Il momento fondativo della Repubblica è stato il 2 giugno 1946, quando il popolo fu chiamato a pronunciarsi, mediante referendum, sull’alternativa tra monarchia e repubblica, e scelse la seconda. Nella stessa data si svolsero anche le elezioni per l’Assemblea Costituente, che iniziò i suoi lavori il 25 giugno 1946 con il vincolo di rispettare la volontà popolare che si era espressa nel referendum. Dunque, prima si decise tra monarchia e repubblica, e poi si scrisse la Costituzione […].


“Internazionale” del 29 maggio 2020
Equilibri meravigliosi
di Juli Berwald
Il turismo minaccia la Grande barriera corallina. Ma non per i motivi che ci si potrebbe immaginare. Il reportage di un’oceanografa

A pagina 53 del mio diario delle immersioni del 1992 ci sono i dettagli della mia ventiseiesima esplorazione. Località: “Luogo di studio, Davies reef, Gbc”. Scopo: “Fertilità prevista delle stelle marine Achantaster planci”. All’epoca ero una ragazza di 25 anni laureata in scienze marine alla University of Southern California, a Los Angeles. Mi ero aggiudicata un posto in una missione organizzata dall’istituto australiano di scienza marina alla Grande barriera corallina, all’altezza di Townsville, più o meno a metà della sua estensione in latitudine. Lo scopo del progetto era capire i motivi per cui la popolazione delle Acanthaster planci era esplosa. Questi echinodermi spinosi sono stelle marine comunemente chiamate “corone di spine”, spesso abbreviato in cots, dal nome in inglese.