Notizie dall’Italia: il nostro sistema formativo

 

Non passa legislatura senza che il Ministro della Pubblica Istruzione (oppure Istruzione senza pubblica, oppure Istruzione e Ricerca, oppure...) non affermi - sostenuto dalla propria maggioranza - di aver finalmente portato a termine la riforma della scuola.

Nella successiva legislatura la prima preoccupazione del neoministro è quella di cancellare quello che era stato faticosamente cambiato per proporre una visione diversa, spesso solo nominalmente diversa, con un’architettura non troppo dissimile dalla precedente.

Quello che è accaduto dal secondo dopoguerra in poi è stato un susseguirsi di interventi che raramente hanno inciso sulla reale qualità della scuola: in fondo l’unico aspetto rimarchevole (quanto invevitabile) è stato il prolungamento dell’obbligo, ma l’integrazione tra gli ordini e sottordini di scuola non c’è mai stata.

In questa rubrica, con brevi interventi, ci proponiamo di esaminare i cambiamenti introdotti per tentare di valutare quanto questi potranno incidere sul reale adeguamento del nostro sistema formativo alle esigenze di un Paese moderno.

Soprattutto ospitiamo quanto si sta tentando di fare in varie iniziative che, nonostante la gestione politica, continuano a nascere grazie al tenace impegno di coloro che credono che ancora sia possibile migliorare il nostro sistema formativo, soprattutto per quel che riguarda la formazione scientifica degli studenti e dei loro insegnanti.