Uno scatto alla natura
cronaca di un’impollinazione
Stefano Piazzini
Primavera 2020. In pieno confinamento pandemico la nostra pianta di Amarilli (Hippeastrum puniceum), da anni quiescente in un vaso sul terrazzo, decide di fiorire. In breve si produce una infiorescenza sostenuta da un robusto fusto fiorale, che si allunga velocemente nel giro di un paio di settimane? Il 29 Aprile il primo dei fiori si apre e mostra i lunghi stami un po’ ricurvi verso l’alto. Le antere sorrette dagli stami sono già mature e piene di polline fresco ben aderente alla superficie. Lo stilo invece è basso, dritto e allungato, con le tre diramazioni dello stimma appena accennate e molto lontane dagli stami? In questa fase il polline può solo essere prelevato da un insetto impollinatore, o un colibrì nei Paesi di origine della pianta, per essere trasportato su altri fiori.
Siamo a metà maggio. Dopo 15 giorni di splendida fioritura, gli stami portano antere completamente aperte con il polline sempre più asciutto e polverulento. Nonostante la vistosità del fiore, sono molto rari gli insetti che fanno visita a questa pianta, che sconta così la sua provenienza esotica. Lo stilo però si è allungato e incurvato verso l’alto, con le tre diramazioni dello stimma molto divaricate, più vicine agli stami. Lo stimma trifido appare villoso e appiccicoso.
A un certo punto si distingue chiaramente: l’Amarilli è impollinato. L’allungamento e la curvatura dello stilo ha avvicinato antere e stimma così tanto da rendere molto probabile la adesione del polline all’organo riproduttivo femminile del fiore. Nel giro di tre giorni l’ovario inizia a mostrare i segni di un rigonfiamento e poi continuerà lentamente a ingrossarsi per la produzione dei semi.
Ancona, 13/5/2020. Fotocamera Canon EOS 400D, obiettivo Sigma macro 50mm f/1.4, 1/800, f/11, ISO 1600.