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La benzina che viene dall’aria

La benzina che viene dall’aria

 

Il Sole 24 ore 21 ottobre 2012

 

 

Petrolio dall’aria? Uno scherzo? No. Un serissimo progetto di ricerca in corso in Gran Bretagna, da parte dell’Air Fuel Syntesis, un nuova piccola impresa nata ad hoc.

Il processo messo a punto dai chimici industriali inglesi non è poi molto complicato. Si parte dalla soda caustica, capace di catturare l’anidride carbonica dell’atmosfera, formando carbonato di sodio, che a sua volta viene processato per ottenere anidride carbonica pura. In parallelo un deumidificatore ruba all’aria vapor d’acqua e un sistema elettrolitico lo scinde in ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo viene combinato alla CO2 producendo metanolo. Che, infine viene riformulato in benzina e idrocarburi. Fino al prodotto finito.

Intensità energetica del processo? Ovviamente elevatissima, e affrontabile solo in presenza di grandi flussi di elettricità rinnovabile. Nonostante questo l’azienda del nord-est inglese ha trovato sulla sua strada sponsor illustri, come l’associazione ufficiale degli ingegneri meccanici (Imech) e un buon gruppo di finanziatori privati, anche non profit, ma interessati agli aspetti di de carbonizzazione dell’atmosfera inerenti al nuovo processo.

Ora l’azienda inglese, uscita allo scoperto dopo una fase di ricerca durata due anni e costata 1,3 milioni di euro, punta a un impianto da una tonnellata giorno di petrolio. E tra 15 anni a un sito da grande raffineria. A patto che il vento, il sole o il nucleare, a quella data, lo possa alimentare. O che la crisi climatica globale, insieme all’esaurimento delle fonti petrolifere, generino una tale tempesta perfetta da rendere necessaria questa geniale ma complessa tecnologia.

 

(... motori elettrici no? È la prima considerazione che ci viene da fare)