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Il manuale digitale in Francia

Il manuale digitale in Francia

di Teresa Mariano Longo

novembre 2012

 

Prima di cambiare, una riflessione sul senso dei manuali nella scuola § Le sperimentazioni § Una prima riflessione degli esperti sulla sperimentazione § Note

 

Ogni volta che si guarda a un particolare della scuola di un altro paese, si entra in un sistema scolastico che una propria storia ed è caratterizzato dalle infinite relazioni che anche il più piccolo degli elementi ha con gli altri. Raccontare la breve storia dei manuali digitali (manuels numériques) in Francia rinvia immediatamente alle politiche pubbliche per lo sviluppo delle TIC (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione) nelle scuole, ai problemi delle case editrici e alle implicazioni culturali e didattiche per insegnanti e allievi. Cercherò di far riferimento a questi problemi nel corso dell’articolo, che vuole soprattutto dare un’informazione su cosa si fa e si dice  in Francia su questi manuali.

Le case editrici francesi, di fronte alla competizione di materiali video e di internet, hanno cominciato da almeno dieci anni ad offrire, accanto al manuale cartaceo, materiale digitalizzato e si preparano, con prudenza, a cambiare il prodotto. Da parte sua, il Ministero dell’Istruzione, nelle raccomandazioni e circolari sui programmi scolastici, ha preferito andare lentamente verso i manuali digitali. Non per vocazione antitecnologica, ma per consapevolezza delle implicazioni culturali, didattiche e forse anche economiche (il passaggio al digitale ha costi diretti e indiretti). è stata così seguita la via della sperimentazione e del passaggio lento e progressivo. Nel frattempo il Ministero, attraverso gli Ispettori, avviava un processo di riflessione e di diagnosi sull’uso del manuale e contemporaneamente seguiva le sperimentazioni dei nuovi strumenti.

 

Prima di cambiare, una riflessione sul senso dei manuali nella scuola

Nel 1998, anche in vista dell’investimento nelle nuove tecnologie, il rapporto dell’Ispezione Generale coordinato da Dominique Borne (1) fa un’analisi della situazione del manuale in tutto il sistema educativo francese. Dopo aver visitato scuole, interrogato insegnanti ed esperti dell’editoria, il rapporto analizza contenuti e modi d’uso dei manuali. Dopo aver ricordato il valore simbolico del manuale nella tradizione della “République”, il rapporto sottolinea come nelle scuole il manuale sia poco usato dagli allievi e dagli insegnanti, che preferiscono utilizzare le fotocopie.

Il Rapporto fa anche una storia dei diversi tipi di manuali in Francia e del loro progressivo adattamento ai programmi e agli atteggiamenti culturali dominanti: “essi danno sempre meno spazio alle conoscenze la cui presentazione non è né sufficientemente coerente, né strutturata”; negli stessi manuali dominano invece le attività e gli esercizi. Il rischio, dice il Rapporto, è quello di una cultura “zapping” e conclude che esiste, nelle scuole francesi, una crisi del manuale, legata alla crisi del modello didattico. La parte dei manuali che riguarda le conoscenze è poco usata dagli allievi, mentre gli insegnanti la utilizzano insieme a questionari, schede, esercizi che riprendono da altri manuali. Gli insegnanti tendono a costruire “un altro manuale” ritagliando materiali e facendo fotocopie. Il rapporto stima che gli allievi francesi consumaino in media da 500 a 700 fotocopie ogni anno, cioé una fotocopia per ogni ora di corso.

“A casa, bambini e ragazzi, raramente leggono il manuale. Questa crisi del manuale rende le TIC e internet molto competitivi, esistono infatti su internet e su Cdrom immagini, giochi didattitici, esercizi, molto più belli ed efficaci di quelli dei manuali” (2).

Il rapporto conclude con la rac-comandazione che il manuale ridiventi un libro da leggere e di riferimento culturale complementare agli strumenti video, sonori e informatici.

Una parte del rapporto è dedicata all’analisi delle risorse esistenti per uno sviluppo dell’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento.

Queste risorse comprendono:

- una cyberlibreria SCEREN (3), già Centro Nazionale di Documentazione Pedagogica, nella quale gli insegnanti possono trovare materiali didattici di diverso tipo (ne consiglio la consultazione);

- piattaforme in partenariato con l’editoria privata, come CNS (4) (Canal numérique des savoirs) e KNE (Kiosque numérique de l’éducation), che già diffondono i manuali digitalizzati;

- l’informazione e la formazione degli insegnanti attraverso i siti: Educnet (5), lettre Tic’Edu (6), Agence des usages du numérique (7);

- forme originali di formazione a distanza come il programma Pairform@nce (8);

- la formazione per i quadri di direzione e ispezione dell’educazione con l’ESEN (Ecole Supérieure de l’Education Nationale);

- uffici per lo sviluppo delle TIC in tutte le Académies (autorità locali del MEN, Ministère de l’Education Nationale).

Le risorse esistenti sono dunque tante, a volte troppe, con difficoltà di coordinamento e a volte anche di distribuzione e ottimizzazione delle risorse.

Il Ministero e l’Ispezione Generale hanno costituito commissioni disciplinari e coordinamenti che dovrebbero produrre criteri per la costruzione dei nuovi materiali.

 

Le sperimentazioni

Dopo una fase di diagnosi e discussione, il Ministero decide di procedere attraverso sperimentazioni. La sperimentazione è stata organizzata intorno a tre programmi:.

1) Nel 2001, in tre scuole secondarie inferiori (Collège) del Dipartimento delle Landes, il Ministero autorizza una sperimentazione per gli alunni delle ultime due classi del Collège (alunni di 13 e 14 anni). Finanzia l’acquisto di portatili per ogni alunno e l’acquisto di manuali digitali. In un primo momento le scuole hanno comprato LIM (lavagne digitali interattive) e nel 2006 manuali digitali interattivi di lingue straniere sono stati acquistati e copiati su ogni computer dei ragazzi. La sperimentazione si estende nella zona, ma nel 2010 l’Ispezione afferma che “il bilancio è incerto: da una parte positivo perché il 75% dei ragazzi hanno ottenuto il brevetto informatico e il 57% degli insegnanti del dipartimento usa il computer in un corso su due, dall’altra soltanto 8 su 35 scuole hanno veramente partecipato alla sperimentazione”. Inoltre, il fatto che ogni alunno disponga di un computer, senza che gli insegnanti siano formati a questo cambiamento, ha causato problemi di perdita di attenzione da parte degli alunni e di organizzazione del lavoro.

2) Nel 2009 è stato attuato il programma delle scuole digitali rurali, che riguarda 6.700 scuole delle zone rurali in centri con meno di 2.000 abitanti. Sulla base di un partenariato con le autorità comunali, le scuole hanno acquistato LIM e computers portatili; il manuale di carta rimane lo strumento didattico privilegiato.

3) Il programma più importante è stato lanciato nel 2009 e riguarda manuali digitali e piattaforme di lavoro collaborativo (ENT: espaces numériques de travail) per le prime classi del Collège di 21 Dipartimenti (su 101). Riguarda 8.000 studenti che, insieme agli insegnanti hanno accesso in linea ai manuali. In media si coprono quattro discipline col digitale. Il Ministero, attraverso i suoi uffici locali, finanzia i materiali per questa impresa che deve proseguire nelle classi successive della secondaria inferiore. Nel 2011 questa sperimentazione, estesa alle classi successive, ha coinvolto 20.000 studenti.

 

Una prima riflessione degli esperti sulla sperimentazione

Nel 2011 l’Ispezione Generale stende un rapporto di valutazione del programma per le scuole rurali e dichiara che, nel complesso, il programma è stato ben accolto dagli insegnanti e dalle autorità locali, ma che gli insegnanti hanno avuto problemi a orientarsi nelle risorse disponibili o ad armonizzare tutti i materiali esistenti e la loro utilizzazione.

I manuali digitali costituiscono il 10% delle risorse esistenti e riguardano sopratutto il Francese e la Matematica. Gli insegnanti si servono del materiale in linea soprattutto per preparare le lezioni e per scambiare materiale tra di loro (9). Il nuovo materiale sollecita nuovi rapporti tra insegnanti e in questo quadro, secondo il rapporto, va concepito il manuale digitale, che diventa una delle tante risorse a disposizione di una scuola la cui cultura sta cambiando.

La sperimentazione del manuale digitale nel collège è di gran lunga la più importante e ha portato a molte riflessioni. Sulla base di questa esperienza, ispettori, insegnanti e ricercatori sono d’accordo nel dire che il manuale digitale in sé non cambia la didattica. Esso rinforza gli aspetti negativi dell’insegnamento frontale, mentre, là dove l’insegnante vuole stimolare le domande e gli aspetti interattivi, rende l’apprendimento più ricco. La sperimentazione e il suo finanziamento hanno permesso alle scuole di acquistare più oggetti informatici, ma l’acquisto del manuale digitale non si è particolarmente sviluppato. Invece, si diffonde l’uso di materiali digitali da parte degli insegnanti per costruire moduli didattici originali.

L’Ispezione Generale constata alcuni elementi negativi. Prima di tutto i finanziamenti: sviluppare l’uso dei manuali digitali vuol dire disporre di una buona rete interna alla scuola, di un efficiente ENT (espace numérique de travail), di tutti gli strumenti per ben sfruttare il manuale. Inoltre, le scuole non dispongono di servizi di manutenzione efficienti per le reti informatiche e allora frequentemente i sistemi si bloccano. A tutto ciò si aggiunge che il sistema delle licenze delle case editrici agli insegnanti non solo è caro (da 100 a 500 euro), ma è anche reso complicato dai sistemi usati dalle case editrici per evitare le riproduzioni indebite. Questi elementi sono all’origine dell’abbas-samento relativo della frequenza delle connessioni individuali dal primo al secondo anno e del fatto che alcune scuole hanno rinunciato all’esperimento.

Altro aspetto interessante che l’inchiesta dell’Ispezione Generale del 2012 ha messo in luce è stato il fatto che la presenza di manuali digitali ha reso più importante di prima l’uso del manuale in sé. Infatti, solo 14% degli insegnanti dichiara ora di non farne uso, mentre nel 1998 il Rapporto Borne aveva denunciato la crisi del manuale.

Un tema molto caldo nel sistema educativo francese, in cui lo Stato centrale è stato sempre molto importante, è quello del controllo dei materiali messi in linea. In effetti il manuale digitale pone con più forza il problema dell’autonomia didattica degli insegnanti. Più che con il manuale di carta, gli insegnanti possono, da soli o in gruppo, combinare insieme i materiali digitali secondo specifici criteri culturali e didattici. Le possibilità di adattare, creare, inventare sono molto più facili con i materiali digitali, servono però tempo, formazione e buone fonti e serve anche un riconoscimento dell’autonomia didattica che per ora è raro. E, soprattutto… le Academies e gli Ispettori non sono molto d’accordo.

In alternativa, il controllo dei materiali potrebbe essere attribuito a organismi come gli Istituti universitari di formazione, l’Istituto nazionale di ricerca pedagogica o l’Ispezione Generale. All’interno di queste istituzioni si apre ancora più forte il problema del rapporto con gli insegnanti e della loro autonomia. Sembra profilarsi il rischio di un ritorno del manuale come strumento di insegnamento passivo di applicazione dei programmi nazionali.

In conclusione, in questo momento in Francia il manuale digitale non è molto diffuso (0,6% del fatturato per i manuali delle case editrici).

Invece si diffondono sempre più i “complementi” ai cartacei e i siti che guidano all’uso di materiali. Questa ricchezza di possibilità aiuta gli insegnanti nel loro lavoro e li spinge a lavorare insieme e a costruirsi propri testi per la didattica. Lo sviluppo dei mezzi digitali è legato ai finanziamenti e al modo con cui le innovazioni degli insegnanti sono appoggiate e coordinate dagli organi centrali del Ministero, un aspetto che apre un grande problema politico e istituzionale.

 

Note

(1) Dominique Borne(1998): Le manuel scolaire

http://www.ladocumentationfrancaise.fr/var/storage/rapports-publics/994000490/0000.pdf

(2) ibidem

(3) http://www.cndp.fr/accueil.htmleduscol.education.fr/plan-numeri que/catalogue-cheque-ressources/index.action

(4) http://www.cns-edu.com

(5) http://eduscol.education.fr/pid 26435/enseigner-avec-le-numerique.html

(6) vedi per esempio: http://eduscol.education.fr/lettres/actualites/aventures-livre 

che informa sulle novità messe in linea per la volgarizzazione dalla Biblioteca Nazionale di Francia;

(7) http://www.cndp.fr/agence-usages-tice/plan-de-relance.htm

(8) http://national.pairformance.education.fr/

(9) Le plan Ecole numérique rurale, rapporto n° 2011-073, giugno 2011, p. 34-35.