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Uno studio Delphi sull’insegnamento delle materie scientifiche. Parte I - Parte II

Uno studio Delphi sull’insegnamento delle materie scientifiche.

 

Parte I = Parte II

 

Virginia Brianzoni, Liberato Cardellini - Università Politecnica delle Marche, Ancona

 

In questo articolo sono discussi alcuni dei risultati ottenuti da uno studio condotto nell’ambito del progetto PROFILES (Professional Reflection-Oriented Focus on Inquiry Learning and Education through Science). A questo progetto internazionale, finanziato dalla Commissione Europea, partecipano 21 istituzioni di 19 diversi paesi. Esso promuove l’educazione scientifica attraverso l’investigazione (IBSE, Inquiry-based science education) al fine di aumentare l’efficacia degli insegnanti e il livello di apprendimento degli studenti (1, 2). A fondamento del programma di sviluppo professionale dei docenti, si è voluto raccogliere un ampio spettro di punti di vista delle diversi parti interessate (stakeholder) sullo scopo e sul valore dell’istruzione scientifica. Uno studio Delphi sull’insegnamento delle materie scientifiche il cui obiettivo è di individuare i principali aspetti dell’educazione scientifica ritenuti rilevanti e pedagogicamente significativi, nonché i concetti, i temi e i metodi che dovrebbero essere trattati e usati per rendere le lezioni più interessanti e migliorare l’apprendimento delle materie scientifiche, che come risulta, in generale è di bassa qualità.

Il metodo Delphi è stato sviluppato da ricercatori della RAND Corporation negli anni ’50. Il suo scopo è quello di ottenere “il consenso più affidabile sull’opinione di un gruppo di esperti. … per mezzo di questionari intervallati da feedback di opinioni controllate.”(3, p. 458). Nel presente articolo sono discussi i risultati relativi alla prima delle tre fasi dello studio. Per questo studio gli esperti interessati ai risultati scolastici sono stati individuati nelle seguenti categorie: insegnanti, studenti, genitori, professionisti al di fuori della scuola, dirigenti scolastici e politici. Sono stati inviati dei questionari in forma scritta a circa 700 esperti, chiedendo loro di esprimere la propria opinione in merito ai seguenti aspetti:

 

I. situazione/contesto e/o motivo ritenuti importanti per appassionare gli studenti alle scienze;

II. contenuti e temi che dovrebbero essere trattati nelle lezioni;

III. abilità e competenze che dovrebbero essere sviluppate negli studenti;

IV. metodologie ritenute importanti per l’insegnamento e l’apprendimento.

 

I dati sono stati raccolti in un periodo di tempo di circa 4 mesi. Al questionario hanno risposto 173 partecipanti, così suddivisi: 44 studenti delle scuole superiori; 59 studenti universitari iscritti al primo anno della Facoltà di Ingegneria; 28 insegnanti di materie scientifiche; 42 professori universitari.

 

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Uno studio Delphi sull’insegnamento delle materie scientifiche.

 

Parte II

 

Virginia Brianzoni, Liberato CardelliniUniversità Politecnica delle Marche, Ancona


Nell’ambito del progetto europeo PROFILES (Professional Reflection-Oriented Focus on Inquiry Learning and Education through Science) (1, 2, 3, 4) è stato condotto uno studio Delphi sull’insegnamento delle materie scientifiche (5). Uno dei principali obiettivi dello studio è stato quello di individuare gli aspetti dell’istruzione scientifica ritenuti più rilevanti e pedagogicamente significativi, tali da favorire e rafforzare l’acquisizione di concetti scientifici. A tal fine sono stati distribuiti questionari alle diverse parti interessate all’insegnamento ed apprendimento delle scienze e sono stati raccolti numerosi punti di vista e opinioni. 

L’indagine è stata condotta da tutti i partner coinvolti nel progetto (21 istituzioni di 19 diversi paesi, tra cui la Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche) ed è stata suddivisa in tre fasi. Nella prima fase, discussa in (5), sono state individuate numerose categorie per i seguenti quattro aspetti dell’insegnamento: 

I. situazione/contesto e/o motivo per appassionare gli studenti alle scienze (19 categorie);

II. contenuti/temi e materie specifiche che dovrebbero essere trattati nelle lezioni (42 categorie);

III. abilità e competenze che dovrebbero essere sviluppate negli studenti (19 categorie);

IV. metodologie (8 categorie). 

Nel presente articolo sono discussi i risultati relativi alla seconda e terza fase dello studio, che sono state organizzate come segue:

1) è stato chiesto ai partecipanti di esprimere la propria opinione sulle diverse categorie in relazione alla loro “priorità” (i.e. “quanto è importante la categoria in esame?”) e “pratica” (i.e. “quanto questa categoria è presente nell’istruzione scientifica attuale?”). In entrambi i casi, i partecipanti (suddivisi tra studenti delle scuole superiori, studenti universitari, insegnanti di materie scientifiche e professori universitari) hanno assegnato un punteggio da 1 a 6 a ciascuna categoria (1= priorità molto bassa/molto poco praticata, 2= priorità bassa/poco praticata, 3= priorità piuttosto bassa/praticata piuttosto poco, 4 = priorità piuttosto alta/ praticata in modo sufficiente, 5= priorità alta/praticata abbastanza, 6= priorità molto alta/molto praticata);

2) successivamente, tra tutte le risposte individuate nella prima fase dello studio e per ognuno dei quattro aspetti oggetto dell’indagine, ciascun partecipante ha selezionato le cinque categorie ritenute più importanti. In fase di elaborazione dei dati, tramite la tecnica del clustering gerarchico, è stato tracciato il relativo dendrogramma e sono stati individuati, in ordine di importanza, tre cluster, che racchiudono le diverse categorie;

3) è stato associato a ciascun cluster un diverso concetto che, secondo i partecipanti, dovrebbe essere alla base dell’educazione scientifica attuale. In seguito è stato chiesto agli intervistati di esprimere il proprio parere circa la “priorità” e la “pratica” di ciascuno dei tre concetti, distinguendo in particolare tra quattro diversi livelli di istruzione: scuola materna, scuola elementare, scuola media e scuola superiore.

 

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