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Il clima di Malalbergo

Il clima di Malalbergo

 
da Derrik energia a cura di Michele Governatori - Una rubrica di Radio Radicale
 

Un grande classico delle argomentazioni di chi è contrario alle politiche contro l’emergenza climatica è: l’Europa emette una piccola parte dei gas-serra del mondo, che senso ha prenderci carico di uno sforzo maggiore o anticipato rispetto agli altri?

Una simile linea di pensiero, anche a livello individuale, si può applicare in molti casi di quelli che gli economisti chiamano beni pubblici: beni che quando esistono avvantaggiano tutti o molti, ma la cui disponibilità non può essere garantita se non con un coordinamento sociale: che faccio a fare la raccolta differenziata se tanto gli altri non la fanno? Che senso ha non sporcare un parco pubblico se tanto gli altri lo fanno?

Per fortuna c’è chi ritiene che fare la propria parte, sperando che anche grazie al suo esempio la facciano pure gli altri, sia un dovere civico.

Un comune del bolognese, Malalbergo, ha stabilito nel 2017 per il 2030 obiettivi di riduzione dei gas-serra all’interno del proprio territorio più sfidanti di quelli che allora erano previsti a livello europeo. Non so se i poteri municipali possano garantire il risultato, ma è certamente significativo che una piccola comunità si dia volontariamente un obiettivo del genere.

 

Ho appreso questo nel numero di luglio [2021] di Ecoscienza, la rivista dell’agenzia regionale dell’ambiente dell’Emilia Romagna, in buona parte dedicata alla sostenibilità. Riguardo a Malalbergo, il numero di Ecoscienza riporta anche i dati impressionanti dell’aumento della temperatura media tra due periodi adiacenti: dal 1961 al 1990 e dal 1991 al 2015. Ebbene, nel secondo intervallo le temperature medie nelle singole stagioni sono state superiori tra poco meno di 1 e circa 2 gradi rispetto a quelle del periodo precedente.

 

Sono numeri che fanno impressione, perché ci suggeriscono, anche se solo riferiti a un piccolo territorio, quanto la situazione sia ben peggiore rispetto al limite che si è posta la conferenza del clima di Parigi, cioè massimo 1,5° auspicabili e 2° invalicabili di aumento complessivo di temperatura rispetto all’era preindustriale. A Malalbergo, e purtroppo una situazione simile si attende in media in Italia, ci siamo mangiati solo in mezzo secolo quasi tutto il margine che secondo l’accordo di Parigi possiamo permetterci da quando l’umanità brucia massicciamente i combustibili fossili.