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L’esplorazione floristica del Sudafrica-4

 

Stapelia pulvinata (oggi S. hirsuta var. hirsuta), dipinta e descritta da Masson in Stapeliae novae

L’esplorazione floristica del Sudafrica

 

Silvia Fogliato

 

4. Un terreno di gioco per botanici: Sparrman, Thunberg e Masson in Sudafrica

Quasi contemporaneamente, due eventi diedero nuovo impulso all’esplorazione naturalistica del Sudafrica. Al ritorno della sua prima spedizione intorno al mondo, per circa un mese (15 marzo-15 aprile 1771) il capitano Cook fece scalo a Cape Town. I due botanici dell’Endevour Joseph Banks e Daniel Solander, che si erano ammalati durante lo scalo a Batavia, non erano in condizione di approfittare di quella lunga sosta. Solander stava così male che rimase quasi sempre confinato a bordo, mentre Banks dovette accontentarsi di visitare il giardino della VOC e gli immediati dintorni della città; fu però così impressionato dalla ricchezza floristica del Capo che l’anno dopo inviò in Sudafrica il primo raccoglitore ufficiale dei Kew Gardens, Francis Masson (1741-1805).

  

Sparrman e Thunberg arrivano al Capo

Nel frattempo, Linneo era finalmente riuscito a realizzare il vecchio sogno di avere al Capo uno dei suoi apostoli; anzi, ben due. Sempre nel 1771, il capitano Carl Gustav Ekeberg riuscì a convincere le autorità olandesi a permettere la visita di un naturalista svedese; in accordo con Linneo, la scelta cadde sul medico e chirurgo Anders Sparrman (1748-1820) che in precedenza aveva già viaggiato con Ekeberg alla volta di Canton. Per mascherare il reale obiettivo, ma anche a causa della cronica mancanza di mezzi dell’Accademia svedese delle scienze, lo fece assumere come precettore dei numerosi figli di Johann Friederick Kirsten, residente olandese di Simonstown, mentre la SOIC (la Compagnia svedese delle Indie orientali) si limitò a offrirgli un passaggio fino al Capo, dove Sparrman arrivò il 12 aprile 1772.

Quattro giorni dopo sbarcava a Table Bay il secondo apostolo di Linneo, Carl Peter Thunberg (1743-1828); a organizzare il suo viaggio era stata una cordata di studiosi e collezionisti olandesi, che comprendeva tra gli altri i due professori dell’università di Amsterdam Johannes e Nicolaas Laurens Burman e due dei direttori della VOC, Egbert de Vrij Temminck e Jan van der Poll Pietersz. Assunto come medico della VOC, anche Thunberg doveva mantenersi lavorando, ma almeno la sua missione aveva tutti i crismi dell’ufficialità ed era sostenuta dai finanziamenti dei suoi sponsor, sebbene tutt’altro che lauti e sufficienti.

Nell’aprile del 1772 i due svedesi ebbero dunque la sorpresa e il piacere di incontrarsi a Cape Town; per qualche giorno, condivisero la gioia di esplorare insieme quel paradiso terrestre: visitarono il giardino della VOC, dove conobbero il capo giardiniere Auge che li accompagnò sulla Table Mountain. Quindi Sparrman dovette raggiungere il suo datore di lavoro a False Bay, per poi trasferirsi nella tenuta dei Kirsten nei pressi di Constantia; scoprì ben presto che non si trattava di una sinecura: occuparsi di sei ragazzini era molto gravoso, non gli rimaneva quasi tempo per altro, non c’era nessuno con cui parlare dei suoi interessi e solo di rado riusciva a fare una scappata a Cape Town.

Diversa era la situazione di Thunberg, che riuscì a conciliare meglio l’esplorazione botanica con gli impegni professionali e poté godere, se non del sostegno, almeno della tolleranza della VOC; fin dal primo anno, si organizzò in modo da riservare al suo lavoro ufficiale i mesi meno interessanti dal punto di vista naturalistico, mentre solitamente dedicava a lunghe spedizioni nell’interno quelli che vanno da settembre a dicembre (corrispondenti alla primavera australe, il momento di massimo rigoglio della vegetazione). Oltre ad esplorare regolarmente i dintorni della città e la Table Mountain, che scalò non meno di quindici volte, faceva anche escursioni più a breve raggio, la prima delle quali, nel giugno 1772, lo portò fino a Paarl, una sessantina di km a est di Cape Town, in compagnia di un altro compatriota, Franz Pehr Oldenberg (1740-1774), un soldato al servizio della VOC che condivideva i suoi interessi naturalistici.

Il primo lungo viaggio lo impegnò dal 7 settembre 1772 al 2 gennaio 1773; Thunberg, sempre a corto di quattrini, viaggiava con un solo carro trainato da buoi, qualche cavallo e pochi compagni: il capo giardiniere Johann Andreas Auge, che già aveva visitato quell’area e fungeva da guida; l’avventuroso figlio di un ufficiale olandese, il sedicenne Daniel Ferdinand Immelmann; il sergente dell'esercito Christian Hector Leonhard e due "ottentotti" (ovvero khoi). Il gruppo viaggiò dapprima lungo la costa settentrionale fino a Saldanha, poi si addentrò nell’interno in direzione est toccando Witzeberg e Swellendam, quindi proseguì lungo la strada già battuta dalle esplorazioni precedenti fino ai fiumi Soetmelk e Gourits. A questo punto Immelmann e il carro vennero inviati nella Langkloof per la strada consueta che passava dall’Attaquas Pass, mentre Thunberg e gli altri proseguivano a cavallo lungo la costa. Dopo essersi ricongiunti a Immelmann, continuarono verso est fino alla fattoria di Jacob Kock (famoso per la sua ospitalità) alla foce del Seekoei River, che divenne la loro base per escursioni ai fiumi Kabelijos e Gamtoos, il punto più orientale. All’inizio di dicembre iniziarono il viaggio di ritorno, rientrando a Cape Town il 2 gennaio.

 

Masson e Thunberg formano un dream team

Mentre Thunberg era impegnato in questo viaggio, il terzo protagonista di questa storia, Francis Masson, era arrivato a Cape Town a bordo della Resolution, l’ammiraglia del secondo viaggio di Cook, che gettò l’ancora al Capo il 30 ottobre 1772. Masson non sarebbe rimasto con la spedizione: secondo le indicazioni di Banks, aveva approfittato del passaggio per raggiungere il Sudafrica, dove era stato inviato a raccogliere il maggior numero possibile di piante vive, bulbi e semi; non era un botanico, ma un giardiniere ed era a tutti gli effetti un cacciatore di piante, il primo dei Kew Gardens.

Il naturalista ufficiale della spedizione era invece il professore tedesco Johann Reinhold Forster, accompagnato dal figlio adolescente Georg, una specie di fanciullo prodigio, in qualità di disegnatore e assistente. Troppo poco secondo Forster che durante il breve soggiorno al Capo riuscì a convincere Anders Sparrman a unirsi a lui come secondo assistente; dopo una notte insonne, lo svedese decise di accettare; tutto considerato, un viaggio nei mari del sud era forse più promettente del soggiorno in Sudafrica per il quale aveva ormai perso ogni entusiasmo. In una lettera al caro maestro, si era paragonato a qualcuno che assiste da lontano a un ricco banchetto: gli arriva lo stuzzicante odorino delle vivande, ma a lui toccano solo le ossa. Tanto più, continuava con amara ironia, che la colonia del Capo sembrava si stesse trasformando nel terreno di gioco preferito dei botanici: era pieno di cercatori di piante e, ad avere i soldi per pagare, potevi procurarti tutte quelle rarità che lui non era destinato neppure a vedere.

  Erica consipicua, una delle numerose specie scoperte durante il primo viaggio di Masson  

Così, il 22 novembre, quando la Resolution e l’Adventure lasciarono le acque di Table Bay, a bordo ora c’era anche Sparrman. Masson (certamente il principale cercatore di piante cui alludeva Sparrman, con almeno qualche soldo da spendere) non aveva perso tempo e stava già organizzando una prima spedizione nell’interno; a fargli da guida sarebbe stato Franz Pehr Oldenberg, che abbiamo già incontrato come compagno di Thunberg. Partiti da Cape Town il 10 dicembre con un carro trainato da buoi e otto ottentotti, i due attraversarono la pianura a est di Cape Town fino a Stellenbosch, allora un nuovo piccolo insediamento di 30 case.  Scalarono quindi le montagne del massiccio del Kogelberg, la cui ricchezza vegetale lasciò stupefatto Masson (oggi quest'area ospita un parco nazionale e conta non meno di 2000 specie), per rientrare verso la fine di gennaio. Tra le acquisizioni più importanti i semi di diverse Erica che, inviati a Kew, saranno all’origine delle varietà ibride che colorano i nostri inverni.

Come abbiamo visto, Thunberg era a sua volta rientrato da poche settimane. Era indaffarato a riordinare le collezioni e a prepararle per la spedizione ai suoi sponsor in Olanda e in Svezia, ma trovò anche il tempo di fare brevi escursioni in diverse località della penisola di Cape Town; a una di queste parteciparono anche il botanico francese Pierre Sonnerat, di passaggio da Mauritius, e un avventuroso militare, il capitano Robert Jacob Gordon, futuro colonnello e comandante della guarnigione olandese.

Fatalmente Masson e Thunberg si incontrarono e (a quanto pare su proposta del secondo) decisero di viaggiare insieme; lo svedese portava in dote la competenza scientifica e la conoscenza del territorio, lo scozzese la maggiore disponibilità finanziaria e la conoscenza pratica delle piante e delle loro esigenze. Sebbene fossero diversissimi per temperamento (Masson taciturno e chiuso, Thunberg effervescente e un po’ spaccone), formeranno un sodalizio perfetto. Una prima breve escursione a piedi (13-16 maggio 1773) li portò, ancora in compagnia di Gordon, sulle montagne tra Cape Town e False Bay. A settembre erano pronti per partire per la loro prima vera spedizione congiunta. Dapprima esplorarono la Provincia del Capo occidentale. A Saldanha Bay raccolsero molte piante interessanti, tra cui la curiosa bulbosa Boophone disticha. Quando raggiunsero la valle dell’Oliphant, decisero di mandare i carri e i portatori a Roodezand (oggi Tulbagh), mentre loro si addentravano a cavallo nelle montagne del Koue Bokkeveld; attraversarono il Warm Bokkeveld in direzione sud e raggiunsero Roodezand superando un impervio passo di montagna nell’alto corso del Breede River, lungo le cui rive raccolsero una bulbosa dai fiori verde-azzurro, Ixia viridiflora. Dopo una deviazione sulle Great Winterhoek Mountains, muovendosi ora verso est ne seguirono il corso fino a Swellendam.

Attraverso l’Attaquaskloof penetrarono nel Piccolo Karoo che estasiò Masson per il contrasto tra l'ambiente apparentemente inospitale e le fioriture esplosive: "Tutto il paese offre uno splendido campo d'azione per i botanici, è smaltato dal più gran numero di fiori che io abbia mai visto, di squisito profumo e bellezza". 

  

Ixia viridiflora, la curiosa bulbosa dai fiori glauchi scoperta da Thunberg e Masson sulle rive del Breede River Pelargonium grandiflorum, l’antenato dei “gerani macrantha”, una delle specie dei cinquanta Pelargonium introdotti da Masson  

Proseguendo ancora verso est, in parte lungo l’itinerario della precedente spedizione di Thunberg, raggiunsero la fattoria di Kock nelle cui vicinanze Masson raccolse i semi e alcune plantule di una grande Cycadacea (oggi la conosciamo come Encephalartos altensteinii) che l’anno prima aveva già attirato l’attenzione dello svedese; una riuscirà a sopravvivere e, inviata a Kew, è ancora oggi una delle glorie di quei giardini, pubblicizzata come "la pianta in vaso più vecchia del mondo". Poi il viaggio riprese verso est fino al Sundays River, il limite estremo della colonia: dato che le guide e i servi, temendo l’ostilità dei nativi, rifiutarono di procedere oltre, si rassegnarono a tornare sui loro passi. Anche nel viaggio di ritorno non mancheranno le scoperte: nei dintorni di Port Elizabeth raccolsero una pianta che Thunberg identificò come Heliconia ed oggi è Strelitzia reginae; nel Karoo fu la volta di molte interessanti succulente. Dopo 4 mesi e mezzo e un percorso di 2300 km, rientrarono a Cape Town 29 gennaio.

Al loro ritorno erano entrambi molto indaffarati nell’invio delle copiosissime raccolte in Inghilterra, Svezia e Olanda, ma trovarono ancora il tempo per le solite brevi escursioni invernali, in più di una delle quali fecero da guida a una nobildonna inglese, Anne Monson, di passaggio al Capo sulla via dell’India. Thunberg stava già pensando al terzo viaggio, con una meta mai esplorata da nessun botanico, il Roggeveld. Masson era perplesso, ma alla fine capì che era un’occasione da non perdere. Il 29 settembre partì dal Capo con un carro e due ottentotti e il 2 ottobre raggiunse Paarl dove lo attendeva Thunberg. Quindi si mossero verso nord, fino a raggiungere il corso dell’Oliphant; da qui piegarono a nord ovest lungo i monti Windhoek e Matsikamma fino al fiume Doring, dove riuscirono a trovare un valico che li portò sulla cima dell’altopiano, dove scoprirono Aloe dichotoma. Proseguirono verso nord est fino a Hatamsberg, da dove scesero in direzione sud attraverso il Roggeveld e il Tankwa Karoo; superato l’Hex River Pass, raggiunsero il Breede River e Roodezand, per rientrare a Cape Town il 29 dicembre. In quegli ambienti inospitali, dove avevano dovuto sopportare il freddo, il vento, la mancanza di acqua, avevano raccolto oltre cento specie ignote alla scienza.

 

Addii, ritorni e dediche botaniche

 

Per entrambi era tempo di prepararsi alla partenza: tanto i patroni olandesi di Thunberg quanto Banks consideravano concluso il compito dei loro raccoglitori. In effetti potevano dirsi più che soddisfatti: in tre anni, lo svedese aveva raccolto non meno di 3000 esemplari (incluso un migliaio di piante nuove per la scienza); lo scozzese aveva arricchito i Kew Gardens di qualcosa come 500 specie. All’inizio di marzo Thunberg partì per quella che fin dall’inizio era la sua vera destinazione, il Giappone, mentre alla fine dello stesso mese Masson si mise in viaggio per l’Inghilterra portando con sé anche molte piante vive; in pochi anni, molte delle sue introduzioni si sarebbero diffuse nei giardini e sulle finestre dei comuni mortali; in particolare i gerani (ovvero i Pelargonium), di cui egli aveva introdotto più di 50 specie, divennero immediatamente popolari.

 

Sparrmannia africana, una delle piante che celebrano Anders Sparrman   

Per due che partivano, uno che tornava. Il 21 marzo, avendo completato il suo viaggio intorno al mondo, Sparrman sbarcava a Cape Town; sarebbe rimasto in Sudafrica fino al maggio 1776, ma questa volta, seguendo l’esempio di Thunberg, cercò di rendersi economicamente indipendente.  Lavorando per quattro mesi come medico a Città del Capo e arrotondando i proventi con qualche non meglio specificata speculazione commerciale, riuscì a mettere insieme quanto basta per finanziarsi una spedizione nell'interno della colonia del Capo. Per quasi un anno (dal luglio 1775 all'aprile 1776), accompagnato da Daniel Ferdinand Immelmann e da portatori khoi, esplorò l'area orientale della colonia del Capo, spingendosi fino al Great Fish River e ai confini della colonia. ?Importanti furono soprattutto le sue scoperte zoologiche: tra le molte segnalazioni, che fecero di lui un'autorità nel campo dei mammiferi africani, fu il primo a descrivere il rinoceronte africano e il bufalo del Capo. Rientrò a Città del Capo appena in tempo per imbarcarsi sulla nave Stockholms Slott nel maggio 1776.

Quasi dieci anni dopo, anche Masson – che nel frattempo aveva erborizzato in Macaronesia e nelle Antille – ritornò in Sudafrica dove sarebbe rimasto per un decennio (gennaio 1786-marzo 1795). Il clima però era profondamente cambiato: nel 1781 gli inglesi avevano tentato uno sbarco e gli olandesi vedevano in ogni cittadino britannico una possibile spia. Gli fu così proibito di avvicinarsi alla costa e di scalare le montagne (dalle quali avrebbe potuto osservare la costa e individuare luoghi adatti a uno sbarco militare); a parte due viaggi relativamente più lunghi nel Karoo e nel Namaqualand, dovette accontentarsi di piccole escursioni nei dintorni di Cape Town, dove aveva creato un giardino di acclimatazione; continuò - pur con tutte le difficoltà causate dal crescente stato di guerra - a spedire in patria semi, bulbi, piante, approfittando di ogni nave di passaggio. Poté anche dar libero corso alla sua passione per le piante più care al suo cuore: le Stapeliae, figlie del deserto che lo affascinavano per la loro imprevedibile bellezza e la varietà di forme.

Così nel 1795, rientrato in Inghilterra, si dedicò all'illustrazione e alla stesura della sua unica opera scientifica: Stapeliae novae (1796-97), una magnifica monografia in cui descrisse oltre 40 specie di Stapeliinae (prima di lui, se ne conoscevano solo due) con notevoli illustrazioni tratte da disegni di suo pugno.

I tre magnifici botanici protagonisti di questo appassionante episodio dell’esplorazione floricola del Sudafrica sono ricordati da generi altrettanto magnifici. In ordine di apparizione, a Anders Sparrman è toccato Sparrmannia L.f., un piccolo genere di arbusti africani con splendidi fiori a coppa; a Thunberg (per un profilo più ampio di questo importantissimo botanico si rinvia a questo post https://www.naturalmentescienza.it/sections/?s=671Thunbergia Retz., un grande genere di rampicanti che annovera specie molto coltivate nei nostri giardini, come T. alata e T. grandiflora; a Masson Massonia Thun. ex Houtt., un curioso genere di bulbose endemiche delle zone aride e semiaride del Capo e del Karoo, con una singola coppia di foglie succulente che aderiscono al suolo e infiorescenze con lunghi stami che le fanno assomigliare a uno spazzolino. I primi esemplari furono raccolti proprio da Masson.

 

Bibliografia e sitografia

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N. Svedelius, Carl Peter Thunberg (1743-1828), «Isis», Vol. 35, No. 2 (Spring, 1944), pp. 128-134

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