Shams Alam
Nel Parco Naturale di Wadi El Gimal l'ecosistema è protetto. La spiaggia è considerata la più bella di tutta la costa di Marsa Alam e l'accesso al mare è facile. A 150 km sud dell’aeroporto, il trasferimento richiede circa un'ora e mezza, e a circa 50 km dalla città di Marsa Alam.
Un pontile consente di ammirare, da sopra, la barriera, l'ingresso in mare e l'attracco di un paio di barche che effettuano escursioni e uscite diving.
La spiaggia è percorribile a piedi per svariati km verso sud senza incontrare nessuna struttura: gruppi di tamerici, palme e numerose mangrovie fino ad un fiume che non sempre riesce ad arrivare al mare, ma rimane un rifugio per uccelli e altri animali. Una lunga passeggiata altrettanto affascinante e ricca di sorprese di una escursione sottomarina.
Shams Alam in bassa marea Δ Shams Alam ai piedi del deserto Δ Sharm El Luli Δ Luxor Δ Shams Alam Δ Shams Alam foto F. Ottino
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All'interno del Parco Naturale di Wadi El Gimal la spiaggia più lunga e interessante di tutta la costa di Marsa Alam. Accesso al mare e alla barrierea corallina dalla laguna sabbiosa. A circa 115 km a sud dell’aeroporto e 50 km dalla città di Marsa Alam. Frequenti su tutta la lunghissima costa percorribile a piedi, i resti di conciglie anche di grandi dimensioni, medrepore e coralli. All'estremo sud un fiume si arena poco lontano dal mare. Aironi bianchi, spatole, piro piro e un paio di aquile sorvolano, sorvegliano e si tuffano. I granchi rosa accompagnano la passeggiata uscendo dai loro profondi buchi e segnando la sabbia con le loro caratteristiche impronte. Tamerici, salicornia e mangrovie si alternano: unica presenta fitta e costante che separa il mare dal deserto sabbioso fino alle montagne scure e prive di vegetazione. Rare e lontane le acacie spinose.
Shams Alam ai piedi del deserto
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All'interno del Parco Naturale di Wadi El Gimal la spiaggia più lunga e interessante di tutta la costa di Marsa Alam. Accesso al mare e alla barrierea corallina dalla laguna sabbiosa. A circa 115 km a sud dell’aeroporto e 50 km dalla città di Marsa Alam. Frequenti su tutta la lunghissima costa percorribile a piedi, i resti di conciglie anche di grandi dimensioni, medrepore e coralli. All'estremo sud un fiume si arena poco lontano dal mare. Aironi bianchi, spatole beccacce di mare e un paio di aquile sorvolano, sorvegliano e si tuffano. I granchi rosa accompagnano la passeggiata uscendo dai lo profondi buchi e segnando la sabbia con le loro caratteristiche impronte. Tamerici, salicornia e mangrovie si alternano: unica presenta fitta e costante che separa il mare dal deserto sabbioso fino alle montagne scure e prive di vegetazione. Rare e lontane le acacie spinose.
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Una sequenza di insenature sabbiose divise da costoni di sedimenti fossiliferi. Un habitat ancora incontaminato, la barriera è piuttosto alta rispetto a quelle vicine, ma il fondo non va più giù di 8 metri. La popolazione è ricca e variopinta e si fa ammirare senza fretta. Fuori dall'acqua si ritrovano gli antenati degli attuali abitanti sottomarini incapsulati nella roccia e dispersi nella sabbia bianca.
La baia conserva il mare sempre calmo e la zona è visitabile in ogni stagione.
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La città di Luxor si trova a sud del Cairo e a nord di Assuan, nella Valle del Nilo, in Alto Egitto, sulla riva destra del fiume, dove sorgeva l'antica città di Tebe, capitale dell'Egitto al tempo del Medio Regno.
Nella città ci sono il tempio di Luxor e il Grande tempio di Amon a Karnak, nelle vicinanze i siti archeologici della Valle dei Re e della Valle delle Regine.
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Frequente l'incontro con tartarughe, meno con il dugongo (meno di 2000 su tutta la barriera), sempre una barriera ricca di una moltitudini di vita in ogni sua forma e colore. Coralli a mosaico, di cuoio, a cervello, madrepore, gorgonie, oloturie, in una grande presenza di ctenofori evanescenti e mutevoli, razze maculate, pesci palla di diverse specie, balestra, pagliaccio, chirurgo, farfalla, murena, tracine, scorpione, napoleone, trombetta e l'impressionante sgombro indiano: in folti gruppi spalancano la bocca tutti insieme mangiando quello che capita purché piccolissimo (ma lì per lì uno non lo sa).
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In attesa dell'evanescente dugongo (circa 2000 esemplari in tutto il Mar Rosso) ci consoliamo con le tartarughe. Si sono fatte pregare per un paio di giorni e poi si sono lasciate avvicinare. Tre esemplari diversi di tartaruga verde In realtà è marrone): due piccole e una più grande della somma delle cospecifiche. Questa era accompaganta da una grossa remora che cambiava continuamente luogo di attracco per rispondere agli spostamenti del bestione a cui scrocca i passaggi: se si metteva a brucare la stentata posidonia locale, il pesce ruotava per fissarsi sul dorso adattandosi a stare a pancia in su, sempre meglio che sotto la pancia della tartaruga.