Attraverso il Monte Cucco
Album di Stefano Piazzini
Il massiccio del Monte Cucco, rilievo calcareo dell’Appennino Umbro-marchigiano, è un Parco naturale solo dalla parte del versante umbro. L’interesse naturalistico però non segue confini amministrativi ed è equamente condiviso tra le due Regioni. Boschi mesofili, faggete, prati di altitudine, grotte, forre e grande biodiversità sono distribuiti di qua e di là dello spartiacque Tirreno/Adriatico, che corre lungo le creste di questa montagna.
Un itinerario poco frequentato, che permette di apprezzare i valori naturalistici dell’area, è quello che parte da Viacce, piccolo borgo isolato e frazione di Fabriano (AN). Il sentiero percorre per buona parte una vallata selvaggia e sconosciuta ai più, sul cui fondo scorre il fosso delle Pianelle. Il bosco è un tipico bosco mesofilo dell’appennino con carpino nero, roverella, aceri e orniello. Nei punti più caldi e rocciosi compare il leccio.
La carrareccia risale lentamente, percorrendo il versante più elevato del rilievo che sovrasta il fosso delle Pianelle, sino a quando la strada si interrompe. Di qui si sale nettamente per tracce di sentiero sino a intersecare il sentiero n.10 del Parco, poco sotto il monte Culumeo. Si incontrano orchidee, come la tridentata, su cui il piccolo ragno granchio (Thomisus onustus forma gialla) preda incauti ditteri.
Si sale ancora attraversando i vasti prati fioriti con la cistacea Helianthemum apenninum, in cui spiccano gli asfodeli gialli Asphodeline lutea, i narcisi, le primule, le viole eugenie e i nontiscordardime, fino a che si arriva alla base di decollo nord dei deltaplani sulla cresta del rilievo. A questo punto inizia la discesa e ci si infila nella fresca e ombrosa Val di Ranco.
Lasciandosi alle spalle il ristorante Tobia, si percorre la Madre dei Faggi, una imponente faggeta ad alto fusto tappezzata dalla fioritura dell’aglio ursino, e si raggiunge la fonte dell’Acqua Fredda. Da qui si scende seguendo il fondo più o meno asciutto del Rio Freddo fino ad arrivare al Passo Porraia da dove, per boschi di nuovo mesofili in cui incontriamo la rara e saprofita orchidea nido d’uccello Neottia nidus-avis, si raggiunge il suggestivo villaggio di Piaggia Secca. A fare gli onori di casa c’è un grande esemplare di Saturnia del pero Saturnia pyri. Per strade carrabili si arriva in breve a Rucce e infine si torna a Viacce.