Fantasia o realtà
Valentina Vitali
Nonostante moltissime persone desiderino fortemente apparire, attirare l’attenzione su di sé e ottenere il maggior numero di visualizzazioni sui social, chi non ha mai sognato di diventare almeno in qualche occasione invisibile? Per origliare una conversazione o per cercare indisturbati nella borsa del proprio professore la verifica da svolgere il giorno successivo? Ovviamente tutto questo sembra pura fantasia, che si realizza solo in libri e film fantasy come Harry Potter grazie al mantello dell’invisibilità ma per qualche animale non essere visti e risultare indistinguibili dall’ambiente in cui ci si trova è realtà grazie alle inimmaginabili doti mimetiche o meglio criptiche. Per mimetismo in effetti si intende a livello scientifico la capacità di un organismo di imitarne un altro: nel mimetismo batesiano ad esempio un animale innocuo presenta una livrea dai colori e dal pattern tanto simili a quelli di un altro velenoso da essere confuso con lui agli occhi di un predatore che così lo eviterà. Nel mulleriano invece due o più specie pericolose o dal gusto sgradevole adottano colori simili come comuni segnali di avvertimento (colori aposematici) per essere quindi facilmente riconosciuti dai loro predatori. Confondersi con l’ambiente in cui ci si trova è invece l’obiettivo del criptismo, che garantisce un duplice vantaggio cioè di non essere notati né dai predatori né dalle prede. Ad eccellere in questo camuffamento sono sicuramente i cefalopodi (polpi, seppie, calamari), dotati di particolari cellule (cromatofori) circondate da muscoli in grado di contrarle o espanderle variando la concentrazione dei pigmenti contenuti al loro interno ma caratterizzati pure dalla possibilità di modificare la consistenza della pelle eppure altri animali contendono con loro il primato dei più criptici! All’interno del genere Uroplatus ci sono specie con adattamenti estremamente curiosi come il geco satanico dalla coda a foglia (Uroplatus phantasticus) che deve il proprio nome comune alle sembianze talmente strane da far pensare in passato che fosse stato il diavolo a crearlo; questo rettile endemico del Madagascar si trova spesso sui tronchi o in mezzo alle foglie secche con cui si mimetizza grazie a colori e morfologia simili e può addirittura appiattirsi ai rami e staccare volontariamente la propria coda a forma appunto di foglia e lasciarla cadere per confondere i predatori. Il geco muschiato dalla coda a foglia (Uroplatus sikorae) non è da meno e non solo si presenta di un grigio-marrone-verde con delle striature che ricordano la corteccia o muschi e licheni ma ha addirittura delle escrescenze lungo il corpo, dette lembi dermici, che lo fanno aderire perfettamente ai rami senza che si formi l’ombra che potrebbe tradirne la presenza. Sempre imitativa dei muschi o dei licheni che abbondano nei pressi delle grotte del Vietnam dove vive è la rana-muschio (Theloderma corticale) caratterizzata da pliche cutanee sporgenti e una colorazione tra il marrone e il verde; per non farsi notare tiene anche gli occhi chiusi durante il giorno ma nel caso qualcuno si avvicinasse assume una posa che la fa assomigliare ad un pezzo di muschio staccato dalla superficie sottostante. Pure le mantidi appartengono alla schiera di questi strani animali e hanno travestimenti altrettanto raffinati per quanto il loro scopo sia soprattutto tendere agguati senza essere viste dalle prede: la mantide fantasma (Phyllocrania paradoxa) si adatta persino alle condizioni ambientali apparendo verde come una foglia ancora viva se l’umidità supera l’80% e sempre più marrone fino a diventare nera quando il tasso di umidità si riduce, trasformandosi a tutti gli effetti in una foglia secca. Soggetto imitato pure dalla falena asiatica Uropya meticulodina che da adulta sembra una foglia morta dai margini arrotolati pur senza usare trucchi 3d come gechi e rane; è in effetti presente sulle ali un disegno in cui linee e chiaro-scuri (le zone arrotolate sono beige mentre quelle in ombra marrone scuro) creano una perfetta rappresentazione tridimensionale di una vera foglia ripiegata, un’illusione ottica davvero affascinante. Ci sono poi i ragni australiani del genere Dolophones che si arrotolano attorno ai rami aderendovi perfettamente grazie al loro corpo discoidale suddiviso in tanti piccoli dischi, ognuno a movimento autonomo. E se assomigliare a foglie, muschio o corteccia non bastasse allora ci si può ispirare a ciò che di meno appetibile o interessante esiste per quasi tutti gli animali: le fatte. Alcuni ragni assomigliano a escrementi di uccello come il Celaenia excavata, sia per l’addome lucido bianco-marrone che per la posa con le zampe ripiegate assunta a riposo, o il Cyclosa ginnaga, che tesse la propria tela biancastra in modo creativo arricchendola di decorazioni sparse (che ricordano un escremento liquido caduto dall’alto) e poi ci si sistema in mezzo. Tutti questi animali sono così strani da sembrare quasi immaginari e da battere in originalità gli Animali Fantastici della recente serie fantasy, tra cui l’unico a reggere il confronto è il piccolo Bowtruckle che infatti non è frutto della fantasia ma una rivisitazione dei simpatici insetti stecco!!