# C.Giunta,Alla fine c'è solo la scuola # A.Rosina,Favorire autonomia e iniziativa per rigenerare il nostro paese # G.Ravasi,Una voce profetica nel deserto # G.Crivelli,Andrea Illy: «Servono progetti visionari e svolte culturali globali» # G.Salvaggiulo,“Chiedeva giustizia e cultura per tutti oggi anche gli insegnanti si sentono soli” # E.Cattaneo,Ricerca:I bandi e le occasioni perdute # R.Morassut,Dissesti idrogeologici, un’agenzia ormai è necessaria # G.M.Flick,Applicare e incentivare la cultura ecologica dell’azione preventiva # E.Dusi,Meno cavie, più hi-tech E la scienza salva anche la vita degli animali # A.Caglio,Una contabilità che sappia dare voce alla Natura # R.Bindi,Perché Milani ancora ci parla # G.Barbujani,Quel piccolo pezzo di dna in meno che ci ha reso umani # G.Barbera,Il lungo percorso verso il paesaggio # S.Lorenzetto,«Studio farmaci da una vita ma non ne prendo mai La pensione? Duemila euro Non esistono droghe leggere» # G.Alpa,Declinare la solidarietà in un contesto giuridico europeo # R.Manzocco,I bio computer, concorrenti dell’intelligenza artificiale # P.Giordano,L'ambiente estremo # G.Fregonara,Orsola Riva,I bimbi delle primarie e la lettura In Italia balzo indietro di 20 anni # E.Dusi,Il cuore batte la morte Il trapianto dei record dopo 20 minuti di stop # F.Billari,Perchè dobbiamo ascoltare la protesta degli studenti # M.Del Barba,Lotta agli squilibri "Servono i giovani" # M.C.Voci,Acqua, la sfida anti-spreco passa per città ed edifici intelligenti # E.Stancanelli,Il buio in una stanza # M.Ricciardi,L’idea di società e democrazia che vogliamo # P.Giordano,L’età dell’arroganza chimica # F.Fubini,Idee per un pianeta verde # G.De Minico,Più dialogo tra le culture scientifica e umanistica # M.Magatti,Noi non siamo atomi separati la felicità non è «privata» # M.Gasperetti,Un test sulle modelle, così scoprimmo il web # P.Giordano,Noi, il covid una storia non finita # P.S.Churchland,Gentilezza a sangue caldo # M.Imarisio,«Altri virus verranno Ora va rafforzata la sanità pubblica» # G.Canova,M.Montorsi,Nuova comunicazione della #
"Il Foglio Quotidiano" - 30 maggio 2023
Alla fine c'è solo la scuola
di Claudio Giunta
Che fine ha fatto l’istruzione come ascensore sociale? L’unica speranza per i ragazzi svantaggiati sarebbe nella qualità degli insegnanti. Cioè quella che scompare con il sistema di selezione italiano
Vale per l’istruzione come vale per tutto il resto: i soldi contano; i soldi sono quasi l’unica cosa che conta.
Non è strano che se lo dimentichino gli apologeti del mondo come è. Uno dei saggi sull’educazione più influenti degli anni Dieci è stato Il ruggito della madre tigre, nel quale Amy Chua, che insegna Legge a Yale, spiegava quale fosse la ricetta per avere figli bravi a scuola, performanti, competitivi, una ricetta riassunta nella prima pagina del libro: “Alle mie figlie Sophia e Louisa non è mai stato permesso di: (1) andare a dormire dalle amiche; (2) andare a giocare dalle amiche; (3) partecipare a una recita scolastica; (4) guardare la televisione o giocare con i videogiochi; (5) prendere un voto inferiore a 10; (6) non essere la migliore in ogni materia”. Era il 2011. Nel frattempo Sophia e Louisa sono cresciute e – a giudicare da quello che si legge in rete – hanno riscosso il successo al quale mirava l’educazione prussiana impartita dalla loro madre.
"Il Sole 24 Ore" - 29 maggio 2023
Favorire autonomia e iniziativa per rigenerare il nostro paese
di Alessandro Rosina
Qualsiasi società per funzionare bene ha bisogno di un adeguato rinnovo generazionale. Tale rinnovo - come ben illustra il sistema di indicatori sulla Qualità della vita presentato in queste pagine - richiede che per il benessere e lo sviluppo di un territorio si ponga al centro la capacità di generare valore nelle varie fasi della vita e il rapporto tra generazioni.
Supponiamo che in un territorio si riduca la capacità dei più giovani di accedere al mondo del lavoro e di formare un proprio nucleo familiare. Ciò porterebbe a una riduzione delle nascite e metterebbe in difficoltà le giovani famiglie, ad esempio nell’investire per la formazione e il benessere dei proprio figli, con conseguenze negative collettive.
"Il Sole 24 Ore" - 28 maggio 2023
Una voce profetica nel deserto
di Gianfranco Ravasi
Don Milani. Il prete che scuoteva la Chiesa mostra tutta la sua attualità grazie all’amore per la persona umana, soprattutto se emarginata
All’anagrafe fiorentina era stato registrato come Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, nato il 27 maggio 1923 da una famiglia borghese e intellettuale di matrice ebraica. Negli archivi parrocchiali apparirà come battezzato solo dieci anni dopo, successivamente a una lunga parentesi milanese dei genitori, che si erano trasferiti nel capoluogo lombardo nel 1930, ove il figlio avrebbe seguito tutto il cursus scolastico fino all’Accademia di Brera. Lorenzo ritornerà con loro a Firenze nel 1943 e fu là che si aprì il suo percorso spirituale che lo condusse al sacerdozio il 13 luglio 1947.
A questo punto sciogliamo del tutto l’enigma: stiamo parlando di don Lorenzo Milani, relegato dall’incomprensione ecclesiastica nel Mugello, a Barbiana, modesta frazione del comune di Vicchio che diverrà nota proprio per la genialità e la fede di questo prete. Là rimase fino alle soglie della morte, che avverrà a Firenze per grave malattia nel 1967.
"Il Sole 24 Ore" - 28 maggio 2023
Andrea Illy: «Servono progetti visionari e svolte culturali globali»
di Giulia Crivelli
Visionari. Il presidente della Regenerative Society Foundation e Sandrine Dixson-Declève, co-chair Club of Rome, concordano sulla necessità di uscire dal modello di sviluppo che la Terra non può più reggere
La cattiva notizia è che l’Italia – e moltissimi altri Paesi occidentali – ha già superato l’Overshoot Day: poiché si tratta del giorno in cui si supera la quantità di risorse che gli ecosistemi possono rigenerare in un anno, idealmente dovrebbe cadere il 31 dicembre, per poter ricominciare “da zero” il 1° gennaio. Purtroppo in Italia è stato il 15 maggio, come nel 2022: da qui alla fine dell’anno consumeremo risorse “a debito”.
Ma quanto credito – per restare nella metafora bancaria – può ancora concedere il pianeta a noi e a tante altre nazioni? Nessuno può rispondere con certezza, mentre possiamo dire che c’è chi ha fatto peggio di noi e chi meglio: il Qatar ha tristemente celebrato l’Overshoot Day il 10 febbraio, mentre si stima che la Giamaica lo farà il 20 dicembre.
“La Stampa” - 27 maggio 2023
“Chiedeva giustizia e cultura per tutti oggi anche gli insegnanti si sentono soli”
di Giuseppe Salvaggiulo
intervista a Franco Lorenzoni
Il docente e pedagogo: “È stato perseguitato da Stato e Chiesa. In Italia c’è ancora un problema enorme di accesso agli studi”
«Credo che la presenza di Mattarella a Barbiana sia l’ultima riparazione istituzionale, dopo quella del Papa nel 2017, perché don Milani fu perseguitato non solo dalla Chiesa, ma anche dallo Stato», dice Franco Lorenzoni, maestro elementare e pedagogo che ha appena pubblicato “Educare controvento. Storie di maestre e maestri ribelli” (Sellerio).
Che cosa significa questo anniversario?
«Spero significhi che finalmente si dà dignità al suo pensiero, assumendo la responsabilità di dare a tutte e tutti gli studenti parole e cultura».
Finora non ha avuto dignità?
«Diciamo che è più facile dare il suo nome a una scuola che assumere la radicalità della sua richiesta di giustizia».
“Corriere della Sera” - 27 maggio 2023
Ricerca:I bandi e le occasioni perdute
di Elena Cattaneo
Caro direttore, diciassette sono i mesi trascorsi dal 27 dicembre 2021, ultimo giorno utile per partecipare al bando per la ricerca fondamentale Fis (Fondo Italiano per la Scienza), finanziato con 50 milioni di euro. Degli esiti, non vi è traccia. Quattordici, invece, sono i
mesi passati dal 31 marzo 2022, giorno della chiusura del bando per i Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) 2022, dal valore di circa 749 milioni, e di cui solo nei giorni scorsi sono state pubblicate le graduatorie parziali relative ad alcuni settori.
Costringere i nostri studiosi a una simile attesa ha delle conseguenze irreparabili sulle opportunità di crescita del Paese. Perché l’idea proposta, nel frattempo, è diventata obsoleta. Altri all’estero l’hanno avuta e la stanno già sperimentando.
"Il Sole 24 Ore" - 26 maggio 2023
Dissesti idrogeologici, un’agenzia ormai è necessaria
di Roberto Morassut
Riflessioni dopo l'alluvione
La straordinaria violenza e la straordinaria frequenza delle catastrofi naturali del nostro Paese.
La straordinaria debolezza e la straordinaria lentezza della risposta pubblica del nostro Paese.
Questa contraddizione è il cuore della questione che la politica deve affrontare di petto e con coraggio difronte all’ennesimo evento catastrofico. Non il primo. Non sarà l’ultimo. Altri ne seguiranno, dobbiamo saperlo.
Siamo l’Italia, il “Belpaese”. L’ampia e variegata articolazione del nostro capitale naturale, con oltre il 50% delle specie animali e oltre il 30% delle specie vegetali dell’Europa qui concentrate, rendono l’Italia una terra unica anche grazie alla presenza di climi e microclimi estremamente differenziati, alla forma latitudinale della penisola, alla morfologia montuosa e pianeggiante, alla ricchezza dei corsi d’acqua, agli oltre 8mila chilometri di coste.
"Il Sole 24 Ore" - 26 maggio 2023
Applicare e incentivare la cultura ecologica dell’azione preventiva
di Giovanni Maria Flick
Mitigazione
Giornali e televisioni propongono in questi giorni alcuni stimoli di riflessione di fronte alla tragedia umana, ambientale, sociale e economica della Romagna. Il primo di essi è il coro di «è colpa nostra» da parte di molti (esperti, politici, intellettuali, persone “comuni”…). Il secondo sono le manifestazioni anche concrete di solidarietà nell’aiuto del volontariato, dei vicini di casa e di sventura, degli operatori pubblici, oltre le testimonianze e le promesse (speriamo non da marinaio, ma mantenute) della politica.
"La Repubblica" - 24 maggio 2023
Meno cavie, più hi-tech E la scienza salva anche la vita degli animali
di Elena Dusi
Viaggio negli istituti che creano organi in miniatura per studiare le malattie In laboratorio cala l’uso di topi, polli, pesci. “Ma sono ancora indispensabili”
Un ronzio. Da un ago esce un filamento di gelatina. «Questa stampante 3D crea un modello di linfonodo di 5 millimetri. Vi aggiungiamo cellule di leucemia poi farmaci». In laboratorio si può così mimare la battaglia dell’organismo umano contro un tumore. Cristina Scielzo, responsabile dell’unità di ricerca su leucemie e modelli 3D al San Raffaele di Milano, stima: «Studieremo l’efficacia dei nuovi farmaci sul nostro organo stampato, probabilmente dimezzando le cavie necessarie».
Da un lato c’è la ricerca di terapie sempre più efficaci. Dall’altro l’esigenza di risparmiare gli animali usati come cavie. Il loro numero sta diminuendo, ma non quanto vorremmo. In Italia erano 777 mila nel 2010 e 553 mila nel 2018, ultimo anno con dati ufficiali, tra invertebrati, pesci e roditori. In Europa si è passati dagli 8,8 milioni del 2018 ai 7,9 milioni del 2020. Il 70% sono topi. Il 25 maggio la Commissione europea valuterà la petizione di 1,2 milioni di cittadini che chiedono una scadenza per l’uso degli animali nella cosmesi (già vietato in Europa) e per la ricerca scientifica.
"Il Sole 24 Ore" - 24 maggio 2023
Una contabilità che sappia dare voce alla Natura
di Ariela Caglio
Sostenibilità
Secondo il World Economic Forum (WEF), la Natura contribuisce a generare più della metà del Pil mondiale (44 trilioni di dollari). Il valore aggiunto prodotto da tre settori in particolare deriva largamente dai servizi ecosistemici che la Natura fornisce all’uomo. Per altri sei settori, come chimica e materiali, aviazione, viaggi e turismo, immobiliare, estrazione mineraria e metallurgia, trasporti, commercio al dettaglio e beni di consumo, la dipendenza dalla Natura sale a oltre il 50% se si considerano le connesse catene di fornitura. Proteggere e rigenerare la Natura è, dunque, fondamentale non solo per la nostra sopravvivenza, ma anche per lo sviluppo economico, così come sottolineato durante il Forum di Davos del 2022 e la recente Cop 15, che hanno posto l’attenzione su prassi nature-positive che consentirebbero di affrontare la perdita di biodiversità e migliorare la salute degli ecosistemi.
"La Repubblica" - 23 maggio 2023
Perché Milani ancora ci parla
di Rosy Bindi
Il 27 maggio 1923 nasceva Lorenzo Milani. Non don Lorenzo Milani, non il maestro formatore di cittadine e cittadini sovrane, non il prete capace di anticipare il Concilio Vaticano II. Nasceva il secondogenito di una delle famiglie più benestanti della Firenze degli anni Trenta, un rampollo privilegiato che guardava il mondo dall’alto al basso. Mentre la maggior parte dei suoi coetanei, figli di mezzadri e di operai, lavora già in campagna e in fabbrica lui va in montagna a Cortina D’Ampezzo, al mare nella tenuta di Castiglioncello, impara il tedesco, l’inglese e il francese, scrive poesie, decide di non fare l’università, come voleva la prestigiosa tradizione familiare, per studiare pittura a Brera tra il 1941 e il 1943.
"Il Sole 24 Ore" - 21 maggio 2023
Quel piccolo pezzo di dna in meno che ci ha reso umani
di Guido Barbujani
Evoluzione della specie
Oggi è semplice: in normali condizioni di luce, è impossibile scambiare uno di noi per uno scimpanzé, o viceversa. Noi siamo umani, loro no. A pensarci meglio, però, non è così semplice. I nostri Dna – nostro e dello scimpanzé– ci dicono che discendiamo dagli stessi antenati, vissuti sei o sette milioni di anni fa. Dunque, se andiamo un po’ a marcia indietro nel tempo, quelle che oggi sono due specie
distinte si fondono, diventano una. Ma allora, da quando hanno cominciato a essere differenti, da quando possiamo dirci umani?
"Il Sole 24 Ore" - 21 maggio 2023
Il lungo percorso verso il paesaggio
di Giuseppe Barbera
Beni da tutelare. Introdotto nella lingua italiana nel 1552, oggi è il luogo fisico dell’interazione tra caratteri della natura, storia e cultura dell’uomo che li ha modificati a proprio vantaggio. Il monito di Emilio Sereni
Il paesaggio arriva nella lingua italiana con una lettera del 1552 di Tiziano a Filippo d’Asburgo ad accompagnare una Regina di Persia, dipinto di cui non è rimasta traccia. È l’evoluzione linguistica delle pitture di paese o paesi (la più nota è il paesetto, La tempesta, di Giorgione) che raffiguravano un territorio reale o immaginario e che per finalità estetiche mostreranno bellezze bucoliche, panorami romantici, orridi sublimi. Il paesaggio rimane a lungo oggetto della pittura, anche se si diversifica oltre le forme e i colori occupando gli spazi immateriali della soggettività (in Petrarca e poi in tanta filosofia) o quelli oggettivi delle attività umane per cui la vista di un «paese è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura» (Leopardi).
“Corriere della Sera” - 19 maggio 2023
«Studio farmaci da una vita ma non ne prendo mai La pensione? Duemila euro Non esistono droghe leggere»
di Stefano Lorenzetto
Silvio Garattini: un giorno batteremo il cancro Non concepisco i medici fumatori o obesi
Silvio Garattini indaga da 60 anni: «Con l’Istituto Mario Negri cominciai il 1° febbraio 1963». Le ricerche del fondatore non si sono mai estese ai maglioncini bianchi dolcevita, di lana in inverno, di lino in estate, divenuti la sua divisa d’ordinanza: «Si vocifera che li indosserei per sciogliere un voto o per nascondere una deformità del collo». Glieli compravano in blocco le mogli: la prima fu uccisa da un’auto a Milano nel 1992, la seconda è morta di malattia nel 2018. Recano tutti l’etichetta di Schostal, negozio viennese a Roma dal 1870.
Il medico, 95 anni a novembre, non ha bisogno di aggiornare il guardaroba.
"Il Sole 24 Ore" - 19 maggio 2023
Declinare la solidarietà in un contesto giuridico europeo
di Guido Alpa
La storia dell’idea di solidarietà in senso moderno dimostra che questo valore si è radicato nell’Occidente europeo nell’Ottocento, è stato costituzionalizzato, e divenuto principio fondante di molti ordinamenti, ed era già un valore/principio comune ben prima che ad esso facessero riferimento le costituzioni europee.
Rileggendo ora i testi dei Trattati istitutivi dell’Unione europea, cominciando dal Trattato del 1957, alla luce di questa angusta storia si può dare al termine di solidarietà un contenuto più solido. Certo, si tratta di un termine polisenso. Esso è usato molte volte, in diversi contesti, come risulta dal Preambolo del Trattato istitutivo della Comunità, da molte disposizioni del Trattato di funzionamento dell’Unione, dalla stessa giurisprudenza della Corte di Giustizia.
"Il Sole 24 Ore" - 18 maggio 2023
I bio computer, concorrenti dell’intelligenza artificiale
di Roberto Manzocco
Ricerca. Lo scienziato Thomas Hartung ha delineato il campo dell’intelligenza organoide Per le capacità di computazione saranno usati mini cervelli, collegati a chip di silicio
Il destino dell’intelligenza artificiale è forse quello di essere sostituita a breve da una sua più potente versione biologica? Questa almeno sembra essere la promessa di un nuovissimo campo di ricerca, quello dell’intelligenza organoide. Oltre che essere la sede dell'autocoscienza, il cervello umano si distingue per le proprie capacità computazionali. E non è una coincidenza se gli studiosi di Ia e affini abbiano deciso di ispirarsi direttamente a esso per migliorare la tecnologia in questione, come si può vedere nel caso dei chip neuromorfici – che imitano il funzionamento dei neuroni.
Ma, nonostante tutto, i risultati scarseggiano, visto che hardware e software d'ispirazione cerebrale riescono a riprodurre solo una piccola parte dei complessi processi che avvengono all'interno del nostro sistema nervoso.
“Corriere della Sera” - 18 maggio 2023
L'ambiente estremo
di Paolo Giordano
La crisi climatica Chi vede in un fenomeno la negazione dell’altro - nell’eccedenza di piogge la negazione della siccità - si sta fermando allo stadio delle impressioni, del pensiero irragionevole. Quella che viviamo è un’escalation
Poiché questo è il momento in cui dovremmo restare in silenzio — e nel silenzio concentrarci sugli alluvionati, gli sfollati, le vittime —, questo è anche il momento in cui esprimersi.
La nostra psiche collettiva è intrappolata ormai da anni in cicli di emergenza e disinteresse, sempre più drammatici e sempre più brevi, che alla fine lasciano per lo più le cose come sono. La disponibilità ad ammettere e discutere un problema si apre e si chiude come una valvola a scatto. Così rimangono solo le occasioni peggiori, le meno adeguate in assoluto, quando la commozione è al culmine e sarebbe meglio tacere, per ribadire ciò di cui per il resto del tempo dovremmo parlare. Nel caso specifico, per ribadire il concetto centrale, il più ambiguo ma anche il più devastante della crisi climatica, nonché quello che continua a sfuggire ai più: crisi climatica significa l’aumento in intensità e in frequenza dei fenomeni estremi. Di un segno e di quello opposto: siccità e alluvioni, ondate di caldo e ondate di gelo.
“Corriere della Sera” - 17 maggio 2023
I bimbi delle primarie e la lettura In Italia balzo indietro di 20 anni
di Gianna Fregonara e Orsola Riva
Il rapporto Iea-Pirls: il nostro Paese sopra la media Ue, ma il Covid ci ha fatto arretrare
La scuola elementare italiana funziona ed è una delle migliori d’Europa: il 97 per cento degli alunni arrivati in quarta ha imparato a leggere e ormai legge per imparare. Funziona però molto meglio nelle regioni del Nord e del Centro che al Sud e nelle Isole: negli ultimi vent’anni, lo svantaggio è addirittura triplicato.
Nella rilevazione Iea-Pirls, «Progress in International Reading Literacy Study», che è un rapporto che raccoglie ogni cinque anni i dati sulla lettura in quarta elementare in 43 Paesi, la scuola italiana è 14esima, ben al di sopra della media europea, davanti anche a Francia e
Germania, sullo stesso piano di Danimarca e Norvegia. Solo Svezia, Polonia, Finlandia e Inghilterra fanno meglio.
Ci sarebbe da essere contenti, tanto più visto che i bambini italiani che hanno fatto il test sono fra i più piccoli: in media 9 anni e otto mesi contro i quasi 11 dei primi della classe scandinavi.
"La Repubblica" - 17 maggio 2023
Il cuore batte la morte Il trapianto dei record dopo 20 minuti di stop
di Elena Dusi
All’ospedale di Padova: mai tanto tempo per un organo
Ora il numero di trapianti potrebbe aumentare. A Padova è stato riattivato un cuore che si era fermato da 20 minuti. Quel lasso di tempo fino a ieri era considerato eccessivo per recuperare l’organo. Invece il cuore di Padova, una volta rimesso in circolo il suo sangue, si è rimesso in moto. Lo ha fatto da solo, anche se il cervello nel frattempo si era spento e l’uomo era morto. I cardiochirurghi dell’Azienda ospedaliera dell’università di Padova guidati da Gino Gerosa hanno controllato che si contraesse con forza. Poi hanno stabilito che era in buone condizioni e lo hanno trapiantato su un uomo di 45 anni. «Ero sicuro che avrebbe ricominciato a battere» dice Gerosa. «Questo risultato straordinario potrebbe portare a un incremento del 30% degli organi disponibili».
Il ricevente è ancora in rianimazione intubato — l’intervento è avvenuto solo 5 giorni fa — ma Gerosa rassicura: «Il cuore funziona bene. Il paziente era cardiopatico dalla nascita. Aveva già subito due interventi.
“Corriere della Sera” - 17 maggio 2023
Perchè dobbiamo ascoltare la protesta degli studenti
di Francesco Billari Rettore della Bocconi
Università e società. Aiutare i ragazzi significa investire sul futuro del Paese. La scelta migliore potrebbe essere sviluppare il modello campus e aiutare i giovani a rendersi autonomi
Ascoltare seriamente la protesta studentesca contro il caro affitti è nell’interesse del Paese.
Le studentesse e gli studenti chiedono infatti di andare all’università che hanno scelto, e dove sono stati ammessi, vivendola pienamente. Non più un’università fatta solo di lezioni ex cathedra, libri da studiare ed esami (che potrebbe essere «frequentata» on line ovunque vi sia una buona connessione), ma una comunità di crescita, studio e ricerca, che si basa su uno scambio continuo di esperienze e stimoli. Le tende non desiderano un campeggio, ma un campus, dove la didattica è interattiva con laboratori e lavori di gruppo, dove gli studenti partecipano ad associazioni di vario tipo, svolgono attività sportive, e costruiscono reti di relazioni forti che permarranno per tutta la vita. È una richiesta matura e pacifica, alla quale è nostro dovere rispondere, trasformandola in opportunità.
“Corriere della Sera” - 16 maggio 2023
Lotta agli squilibri "Servono i giovani"
di Massimiliano Del Barba
Il nobel Yunus: I ragazzi non sono dei passeggeri
«La civiltà che abbiamo costruito ci sta distruggendo. C’è una sola soluzione, cambiare velocemente direzione lavorando per creare un mondo a tre zeri, zero emissioni inquinanti, zero concentrazioni della ricchezza e zero disoccupazione».
Niente mezze misure per Muhammad Yunus, economista e banchiere bengalese, ma soprattutto padre del microcredito moderno e premio Nobel per la pace nel 2006. Di fronte all’accelerazione della turbo-finanza che brucia capitali e allarga la forbice delle disuguaglianze socio-economiche, di fronte alle titubanze di buona parte delle potenze industriali nell’adottare misure drastiche di contenimento dei gas serra, di fronte alle barriere erette dalle economie avanzate per tentare di arginare le grandi ondate migratorie, Yunus contrappone la potenza creativa, poietica, dell’individuo.
"Il Sole 24 Ore" - 15 maggio 2023
Acqua, la sfida anti-spreco passa per città ed edifici intelligenti
di Maria Chiara Voci
Rigenerazione. Perdiamo 4,1 miliardi di metri cubi l’anno, ma da Forlì a Milano si moltiplicano materiali e strategie per un riuso razionale della fonte di falda e piovana. Molti gli esempi virtuosi all’estero
Da un lato, lo sviluppo di water strategies, pianificazioni su ampia scala per difendere il suolo da precipitazioni forti e inondazioni e accumulare acqua per far fronte alla crisi idrica. Dall’altra, un nuovo approccio progettuale basato sul cosiddetto “design urbano water sensitive”, che nelle nuove costruzioni integra sistemi efficienti per il recupero, la gestione e l’uso delle acque, mentre, su quelle esistenti, ragiona in termini di monitoraggio smart dei consumi e sull’implementazione su larga scala di tecnologie smart a basso consumo. L’urbanistica, l’architettura e il buon costruire rispondono così al cambiamento climatico, che sta mettendo in luce l’inefficienza
nella gestione idrica del nostro Paese.
“La Stampa” - 14 maggio 2023
Il buio in una stanza
di Elena Stancanelli
L'inchiesta giovani e salute mentale
Hikikomori. È il termine giapponese per gli adolescenti che rifiutano il mondo e si rinchiudono nella propria stanza. In italiano si dice «ritiro sociale prolungato», un'espressione assai meno fascinosa ma forse è meglio così. L'incubo della psichiatria è ancora l'effetto Werther, chiamato così dall'epidemia dei suicidi che seguì la pubblicazione del romanzo di Goethe. Se infatti la diminuzione dello stigma sociale legato al disagio mentale, soprattutto dei minori, è una conquista, dall'altra il pericolo è sempre quello di trasformare il dolore in un modello da imitare, una moda. Ai ragazzi e le ragazze deve essere chiaro quanto è dannoso confondere la diagnosi con l'identità, quanto questo ostacoli la guarigione, o peggio ancora la faccia apparire poco attraente. Sono a Roma, in via dei Sabelli, nel famoso reparto di neuropsichiatria infantile del Policlinico Umberto I, quello del film di Francesca Archibugi, "Il grande cocomero". Fondato da Giovanni Bollea e animato a lungo da Marco Lombardo Radice.
"Il Sole 24 Ore" - 14 maggio 2023
L’idea di società e democrazia che vogliamo
di Mario Ricciardi
Il ruolo degli intellettuali
«Benché sia oggi di moda vaticinare la fine di tutte le cose (della modernità, dell’ideologia, della storia, della politica ecc.), l’idea di un’imminente fine dell’intellettuale in genere mi sembra particolarmente irragionevole». A scrivere è Tomás Maldonado in un libro pubblicato nel 1995 (Che cos’è un intellettuale? Avventure e disavventure di un ruolo, Feltrinelli).
Quel giudizio trova oggi conferma in un altro libro, scritto dallo storico Giorgio Caravale, che ricostruisce la storia tormentata del rapporto tra politica e intellettuali in Italia proprio a partire dalla fine degli anni 90. La scelta del periodo è felice.
“Corriere della Sera” - 14 maggio 2023
L’età dell’arroganza chimica
di Paolo Giordano
Il 1945 non fu soltanto l’anno in cui cominciò l’epoca nucleare, ma anche il momento in cui il DDT fu impiegato massicciamente in agricoltura. Una scienziata - una donna - vide e capì tutto. Il suo nome era Rachel Carson. Nell’agosto del 1945, quando le bombe atomiche vennero sganciate su Hiroshima e Naga-saki, Rachel Carson aveva trentotto anni. Era una scienziata esperta, collaborava con alcuni giornali e aveva già pubblicato il suo primo libro sul mare, Under the Sea Wind. La biologia marina non era solo il suo campo di specializzazione ma anche quello di elezione, tanto che oggi alcuni critici lamentano che il successo fuori scala di “Primavera silenziosa” abbia oscu-rato nel tempo le opere «marine» di Carson, altrettanto meritevoli, in particolare The Sea Around Us. Per esigenze economiche, tuttavia, nelle sue ricerche Carson si era occupata un po’ di tutto: topi, scoiattoli, embrioni di pesce, vipere, moscerini della frutta. Il padre e la sorella maggiore erano morti, lasciando a lei il mantenimento della madre e di due nipoti: non c’era incarico che potesse rifiutare.
“Corriere della Sera” - 12 maggio 2023
Idee per un pianeta verde
di Federico Fubini
A Roberto Cingolani la sorte ha riservato un privilegio che molti farebbero volentieri a meno di condividere con lui: il trovarsi in posizioni di responsabilità all’intersezione di crisi internazionali dalle quale dipende il futuro del Paese. Da qualche giorno è stato nominato amministratore delegato di Leonardo, il gruppo italiano della difesa e dell’aerospazio, in un’epoca di tensioni geopolitiche in cui l’Italia e l’Europa saranno costrette a rafforzare la loro capacità militare. Ma prima ancora Cingolani ha attraversato da protagonista un’altraemergenza: la più grave crisi energetica da oltre quarant’anni, che si sovrappone alla minaccia del cambio climatico, sul cui sfondo l’Italia ha a propria disposizione circa 70 miliardi di euro di fondi europei da investire per cambiare il modello con il quale il Paese si
muove, si riscalda o alimenta la quinta o sesta (a seconda degli anni) industria manifatturiera del pianeta. Fisico di grande esperienza internazionale, fondatore e a lungo direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Cingolani si è trovato a gestire queste circostanze quando è diventato ministro della Transizione ecologica nel governo di Mario Draghi.
"Il Sole 24 Ore" - 10 maggio 2023
Più dialogo tra le culture scientifica e umanistica
di Giovanna De Minico
I nodi del PNRR
Su queste pagine è stata già tratteggiata la relazione tra il Pnrr e suoi termini di confronto, l’amministrazione, la giustizia e la concorrenza; mentre poche parole sono state spese rispetto all’istruzione. L’intera missione 4 del piano si occupa di scuola e ricerca in risposta alle raccomandazioni specifiche che la Commissione europea aveva rivolto all’Italia. Tre le linee di azione: investire nei settori ad alta intensità di conoscenza scientifica; combattere l’abbandono scolastico; ridurre la distanza tra istruzione e lavoro.
È evidente che il mercato è il locomotore e l’istruzione il suo vagone al seguito.
“Corriere della Sera” - 9 maggio 2023
Noi non siamo atomi separati la felicità non è «privata»
di Mauro Magatti
La contrapposizione tra interesse privato e bene pubblico costituisce un cronico punto debole della società italiana che, oltre a minare il progresso del Paese, complica la felicità individuale. Con le parole di Giacomo Leopardi «mancando la società stessa, non può avervi gran cura del proprio onore, e l’idea dell’onore e delle particolarità che l’offendono o lo mantengono e vi si conformano, è vaga e niente stringente. Ciascuno italiano è presso a poco ugualmente onorato e disonorato».
Il fenomeno più clamoroso, a cui sembra che il Paese sia rassegnato, rimane il livello di evasione fiscale che continua a essere tra i più alti dei Paesi occidentali. Troppi italiani continuano a sfruttare i servizi comuni senza pagare le tasse dovute. Ma se si va nelle numerose periferie del Paese si rimane colpiti dal contrasto tra la cura delle abitazioni private - comprensibile espressione del desiderio di costruirsi una nicchia di sopravvivenza - e l’incuria e il degrado di interi quartieri.
“Corriere della Sera” - 9 maggio 2023
Un test sulle modelle, così scoprimmo il web
di Marco Gasperetti
Trent’anni fa la notte storica di due studenti dell’Università di Pisa Stefano Suin e Maurizio Davini diedero vita al primo server www italiano Impiantarono nel computer dell’ateneo il codice di Tim Berners-Lee
Quella notte di maggio del 1993 in un laboratorio del dipartimento di Fisica dell’università di Pisa si accese una stella. Che in realtà altro non era che una lieve luminescenza su un computer dallo schermo a fosfori verdi e l’apparire di tre parole in inglese: ready to use. Un messaggio insignificante, quasi banale, eppure formidabile perché annunciava la nascita del primo server World Wide Web italiano, ovvero l’Internet moderno come lo conosciamo oggi.
Da trent’anni, che oggi sembrano secoli, Stefano Suin e Maurizio Davini, allora studenti universitari e oggi rispettivamente dirigente delle infrastrutture digitali e responsabile del Green digital data center dell’ateneo toscano, quella notte straordinaria se la sognano spesso. «Fu un po’ come inventare il futuro raccontano oggi - perché in quel vecchio computer avevamo impiantato un codice del nostro amico Tim BernersLee, l’inventore del World Wide Web. Un seme che avrebbe dato i suoi frutti».
“Corriere della Sera” - 7 maggio 2023
Noi, il covid una storia non finita
di Paolo Giordano
Per un momento, venerdì pomeriggio, due agenzie sono apparse una di seguito all’altra in testa a Corriere.it : l’ex premier Giuseppe Conte aggredito a Massa da un esponente no vax, e l’Oms che dichiarava la fine dell’emergenza sanitaria legata al Covid. Ho fatto uno screenshot per appuntarmi quella coincidenza. Mi pareva la sintesi di qualcosa.
Più che dichiarare la fine dell’emergenza, l’Oms ha vidimato un passaggio che tutti noi abbiamo già compiuto da tempo. L’annuncio formale, che pure ha una sua rilevanza (quanto meno per apporre una data di fine nelle pagine Wikipedia), ci coglie in una fase di insofferenza verso tutto ciò che ha un’attinenza anche solo nominale con il Covid. È strano, o forse no: il Covid è l’ultima epidemia di rilevanza davvero mondiale comparsa dopo l’Aids, e ha causato, ci dice l’Oms, venti milioni di morti in un tempo alquanto breve, ma a noi non va più di discuterne. Io stesso ne scrivo a fatica, come controvento. La scrittura è sempre sensibile alla direzione dei venti.
"Il Sole 24 Ore" - 7 maggio 2023
Gentilezza a sangue caldo
di Patricia S. Churchland
Biologia. L’ipotesi basata sul cervello per spiegare la socialità dei mammiferi ha un’origine curiosa: l’endotermia, la temperatura corporea costante
Gli esseri umani sono creature fortemente sociali. Ci piace stare insieme, giocare insieme, aiutarci a vicenda e cooperare. Tuttavia, non siamo gli unici mammiferi altamente sociali. Anche i lupi, gli elefanti, gli uistitì e molte altre specie hanno una natura sociale. A volte gli individui sociali devono sostenere un costo per aiutare un altro individuo, e questi costi possono essere non banali. Adottare un bambino orfano bisognoso e renderlo indipendente è una cosa che gli esseri umani fanno, anche quando hanno una propria prole. È interessante notare che anche altri primati adottano bambini.
Da dove viene la socialità dei mammiferi? Questo aspetto ha lasciato a lungo perplessi gli studiosi.
“Corriere della Sera” - 6 maggio 2023
«Altri virus verranno Ora va rafforzata la sanità pubblica»
di Marco Imarisio
Remuzzi: vaccini e cure, ne siamo usciti migliori.
Professor Remuzzi, è davvero finita?
«Il Covid non è più una emergenza di salute globale. Ma il virus c’è ancora, evolve, mette a rischio anziani e fragili, ma il livello di preoccupazione si è ridotto in modo importante. Fa parte della storia di tutte le pandemie. Qualche studioso afferma che una pandemia finisce davvero solo quando ne comincia un’altra».
Perché proprio ieri questa dichiarazione dell’Oms?
«Dopo 800 milioni di casi confermati, sette milioni di persone morte, adesso siamo ai numeri più bassi di sempre dall’inizio del 2020. Ma non dimentichiamo che solo nell’ultima settimana ci sono state altre 3.500 vittime nel mondo. E miliardi di donne e uomini continuano a restare senza vaccino».
Ne siamo usciti davvero migliori?
«Questa è una grande vittoria della scienza. Abbiamo ottenuto un vaccino in 8 mesi, quando nessuno degli esperti pensava che fosse possibile. I governi di Usa e Unione europea hanno investito cifre enormi a fondo perduto, confidando nella scienza. Abbiamo imparato molto, capendo l’importanza di gesti semplici per la propria protezione individuale. Quindi sì, per me ne siamo usciti migliori».
“Corriere della Sera” - 6 maggio 2023
Nuova comunicazione della scienza
di Gianni Canova e Marco Montorsi
Caro direttore, il mondo dell’informazione «disintermediata» è un mondo nel quale è venuta meno la tradizionale articolazione del principio di autorità. Non c’è pulpito che non sia stato messo in crisi dall’incalzare di una comunicazione «bottom up», in un contesto in cui i mezzi di comunicazione di massa sono attraversati da una rivoluzione permanente e chiunque può generare contenuti nuovi. Anche se è forte la tentazione di sfiorare le corde del rimpianto, bisogna sapere che ci sono opportunità straordinarie: se qualcuno ha qualcosa
da dire, se ha competenze e la capacità di comunicarle in modo semplice ed efficace (che non è un dono innato ma il frutto di un sapiente allenamento), oggi può cercare un pubblico con relativa facilità. Ma ci sono anche pericoli altrettanto straordinari. Questo è tanto più vero quanto più ci avviciniamo a temi e questioni d’immediato interesse della persona. La salute, per esempio.