Granchi blu: gli ultimi alieni
Alieni che invadono, biodiversità in gran pericolo
Raffaello Corsi
Il problema generale dei prelievi illegali in natura può essere devastante sia per l'ambiente naturale che per la biodiversità.
Dai vongolari della laguna veneta alle reti a strascico a meno di 3 miglia dalla costa alle reti maglie fini per la pesca del novellame di sarda, il cosiddetto "bianchetto"), anche la demolizione delle scogliere marine per prendere i datteri di mare e la devastante pesca con gli esplosivi, alla pesca dei leptocefali delle anguille (a Pisa si chiamano le "cèe") che vengono venduti a peso d'oro.... ecc...ecc....
Senza contare le varie forme di bracconaggio terrestre: le reti a tramaglio tese per l' uccellagione, dove finiscono dentro tutte le specie di uccelli (comprese anche molte specie protette), sino alle varie forme di trappole, lacci e tagliole tese per catturare "i nocivi" (così vengono definiti i predatori terminali degli ecosistemi, quali volpi, faine, tassi e gli stessi lupi, perché riducono il prelievo venatorio di specie cacciabili introdotte artificialmente nelle aree di caccia), che vi finiscono dentro muorendo tra atroci sofferenze (ed alterando i livelli trofici).
Non dobbiamo criminalizzare intere categorie di lavoratori o di appassionati di pesca o di caccia, gran parte dei quali sono onesti. Però un dato di fatto c'è: il bracconaggio e la pesca di frodo (in generale l'illegalità) sono fenomeni quantitativamente ingenti e di impatto ambientale, che, anche nelle associazioni di categoria, trovano spesso coperture, se non a volte connivenze.
Credo che una riflessione scientifica seria su questi problemi, sui danni ambientali ed ecosistemici di queste pratiche - certamente supportata da dati ufficiali e attendibili (Ministero Ambiente, ISPRA, INFS, Università, ecc..) - in qualcuno dei prossimi numeri della rivista andrebbe affrontata.
Altro tema importante è quello dell'impatto delle specie aliene negli ecosistemi: il granchio blu è solo l'ultimo in ordine di tempo e quello che oggi è più alla ribalta della cronaca, ma ve ne sono altre decine e decine che stanno arrivando con la globalizzazione degli spostamenti e dei commerci e altrettante diffuse per gli stravolgimenti climatici in atto (anche se in questo caso non le definiamo "aliene" in senso stretto) e che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana, arrivando addirittura a determinare nuovi equilibri ecosistemici, con biodiversità generalmente ridotta.
Solo per fare degli esempi: la zanzara tigre, la vespa/calabrone velutina, il gambero rosso della Louisiana (non meno devastante in acqua dolce di quanto sia il granchio blu in acqua salmastra), la nutria, la minilepre (silvilago), lo scoiattolo grigio americano, e il procione americano (sta arrivando anche lui!), l'Ibis sacro, i bengalini (Amandava), gli aironi guardabuoi, le locuste, ecc.. ormai sono stabilmente tra noi.
Per non parlare delle piante aliene: si va dalle diffusioni più antiche come quelle della Robinia pseudacacia, dell'Amorpha fruticosa, o dell'Ailanto, a quelle più recenti, come l'Acer negundo, o il Myriophyllum aquaticum, devastante per gli ecosistemi palustri..ecc...
Insomma, anche su questo tema ci sarebbe molto da dire e, addirittura, abbastanza da creare su NaturalmenteScienza una rubrica stabile nel tempo "Alieni tra noi"..o qualcosa del genere.