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Sui quotidiani e periodici novembre 2023

  # C.Marroni,La lezione di Manes: «Siete stati fortunati? Allora condividete» # I.Capua,"La crisi ambientale è un pericolo anche per la nostra salute"M.Erba,La vera scuola prima in classifica ci mostra il capolavoro che siamo # # P.Mastrocola,La scuola non sostituisce la famiglia # S.Zorzi,Solo il rispetto delle differenze disinnesca la violenza di genere # M.Novella De Luca,“Quei ragazzi così pieni di narcisismo da non tollerare un rifiuto” # R.Manzocco,Paper falsificati e riviste illegali, scienza in cerca di anticorpi # V.Postiglione,Il patriarcato c'è # M.Gancitano,A lezione di vulnerabilità # # M.Recalcati,Il peso del fallimento e la ferocia di Narciso # M.Ammaniti,Il patriarcato non c’entra # M.Maggiani,Ciao maschio # P.Giordano,Costruire l’affettività # V.Ardone,Insegniamo a scuola a sopportare il rifiuto # V.Giannoli,Lo psicoterapeuta Pellai # A.Grasso,Noi figli dell'ignoranza wikipedica # P.Giordano,Perché non possiamo non dirci romantici # V.Giannoli,La magistrata DiNicola # P.Di Stefano,Ora gli uomini si ribellino (anche contro sé stessi) # L.De Biase,I sospetti che non fanno bene alla conoscenza scientifica # C.Magris,Dalla «jungla nera» la via delle storie porta fino a Moby-Dick # E.Comelli,In gioco soluzioni alternative come il sodio # E.Chiarotti,S.Gatti,Cosa significa consumare ai danni del pianeta # E.B.C.Tucci,Laboratori e attività sul campo per potenziare le discipline Stem # P.Zellini,La scienza non è neutrale # A.Crisanti,Indi, Il dolore e la scienza # C.Pizzati,“Solo la scienza rende immortali le nostre idee” # G.Donelli,«Un mondo più equo, la sostenibilità punti sull’economia» # C.Bidoli,Il primario dei bimbi «Troppe aspettative Non si riflette più sul tema dei limiti» # G.Tonelli,I colori ai confini dell’oscurità L’Universo mai visto prima # G.Remuzzi,Le mille voci del corpo # P.Cognetti,Chiamatemi ecoterrorista ma lotto contro lo scempio dello sci sul Cervino # L.Antonini,La società solidale genera plusvalore per sé e per i disagiati # L.Corazza,Il futuro delle aree interne è nelle mani delle donne? # P.Legrenzi,La partita di tennis che sta giocando la coscienza # P.Bonomo,F.Grillo,Opportunità (e qualche rischio) nella convergenza Internet-sanità # V.Ardone,Chi ha paura della malattia “invisibile” #


"Il Sole 24 Ore" - 30 novembre 2023
La lezione di Manes: «Siete stati fortunati? Allora condividete»
di Carlo Marroni
LUISS/Alunno dell'anno

«È tutto merito mio?». È la domanda che in troppo pochi si pongono, specie chi ha la possibilità di accedere a buoni studi e lavori prestigiosi. Ma la questione è centrale negli equilibri sociali, e nella formazione dei giovani. «Bisogna instillare nei ragazzi un dubbio: la mia situazione è dovuta al merito o alla fortuna? Quando si riconosce questo allora deve scattare la molla della restituzione, almeno in parte, attraverso la generosità, l’impegno, l’aiuto. Far capire che non è solo competizione e vanità: da qui parte l’esercizio sistematico dell’empatia».
Vincenzo Manes, imprenditore e filantropo, racconta in uno speech, che lui intitola «Il falso mito della meritocrazia», la sua vita e le sua visione, in una serata alla Università Luiss, dove è stato premiato Alumnus dell’anno 2023.


“La Stampa” - 29 novembre 2023
"La crisi ambientale è un pericolo anche per la nostra salute"
di Ilaria Capua

«Diamo sempre per scontata la salute, nostra e del pianeta. Nonostante i grandi progressi, ci sono ancora molte vulnerabilità: il cambiamento climatico è tra queste». La virologa Ilaria Capua da decenni si occupa di salute globale. Sarà collegata oggi per il convegno organizzato da Amref a Torino dedicato a "One Health", una concezione triplice della salute: salute umana, animale e dell'ambiente vanno affrontate insieme.
Professoressa, a confronto dei rischi del cambiamento climatico, il Covid era solo un "assaggio"?
«Sono due fenomeni diversi. Ma sono sintomi della stessa patologia, ovvero la mancanza di rispetto per ciò che ci circonda. La pandemia ci ha aperto gli occhi su questo rapporto, il cambiamento climatico sta avendo lo stesso effetto. Dopo decine di anni in cui ne parlavano solo gli scienziati, ora lo vediamo tutti. Per il caldo record, gli eventi meteo estremi. Ci stiamo avvicinando a un punto di rottura con un sistema che ci ospita, che è un sistema chiuso».


“Avvenire” - 28 novembre 2023
La vera scuola prima in classifica ci mostra il capolavoro che siamo
di Marco Erba

In margine all’indagine di Eduscopio: la qualità non si misura con le prestazioni accademiche degli studenti. Un allievo del liceo Casiraghi, risultato tra i migliori d’Italia, ha detto: «Studio per diventare una brava persona». «Per me questo è già un successo», ha commentato una sua docente.
La settimana scorsa, dopo un lungo conto alla rovescia, sono uscite le attesissime classifiche di Eduscopio. Come ogni anno se ne è parlato moltissimo, nel bene e nel male. Sono sempre stato molto critico su queste classifiche. A mio avviso, giudicare la qualità di una scuola a partire dalle prestazioni accademiche dei suoi studenti è del tutto fuorviante. Certo, una buona scuola è una scuola che prepara bene i suoi allievi. Ma la prestazione misurata in termini numerici è solo uno dei parametri per definire la qualità di una istituzione educativa, e nemmeno il più importante. Di solito, dunque, non dedico molto tempo a Eduscopio.


"La Stampa" 27 novembre 2023

La scuola non sostituisce la famiglia ma con l'arte ci aiuta a vivere

di Paola Mastrocola

 

Il caso ha voluto che stessi rileggendo Anna Karenina, quando si è compiuto l'efferato femminicidio di Giulia, ed è poi iniziato l'ampio e ricco dibattito intorno al tema della violenza sulle donne e dell'educazione sentimentale, di cui la scuola dovrebbe farsi carico.
Credo che siano la famiglia e la società i primi, e più importanti, forse i soli veri, validi edeterminanti motori educativi, il luogo dove fin dalla nascita ogni essere umano viene formato, attraverso modelli e regole, ma soprattutto attraverso l'esempio concreto e tangibile, che giornalmente si mette in atto e si dispiega naturalmente davanti agli occhi: le nostre relazioni affettive, il modo di stare al mondo, di intendere il lavoro, i divertimenti, l'uso dei social, l'impatto dei media e della pubblicità (non parliamo mai abbastanza dell'aberrante e violento bombardamento delle immagini pubblicitarie che si abbatte quotidianamente su di noi senza tregua, e che invariabilmente ci propone una donna oggetto…).


“Avvenire” - 26 novembre 2023
Solo il rispetto delle differenze disinnesca la violenza di genere
di Selene Zorzi

Ho passato le ultime due settimane a discutere di violenza di genere a scuola. Ho deciso di far saltare così un complesso sistema organizzativo di programmazioni, perché il messaggio che volevo dare è che in questo mondo affannato a rincorrere la performance, non ci diamo più il tempo per
prenderci una pausa e riflettere per capire dove stiamo andando.
Ho chiesto ai ragazzi quale fosse secondo loro il motivo del fenomeno per cui in Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna.
In molte classi è sceso il silenzio; ho scoperto poi che sono quelle in cui si sono vissute esperienze di violenza in prima persona. In altre si è acceso un forte dibattito: spesso in classi dove i maschi si sono sentiti messi in discussione.


"La Repubblica" - 26 novembre 2023
“Quei ragazzi così pieni di narcisismo da non tollerare un rifiuto”
intervista a Massimo Recalcati a cura di Maria Novella De Luca

Professore, per cercare di capire cosa può aver armato la mano di Filippo Turetta, abbiamo molto citato in questi giorni il “retaggio del patriarcato”. O sarebbe più giusto parlare di quella ferita narcisistica che spesso lei ha chiamato in causa per descrivere il malessere dei nostri adolescenti e post adolescenti?
«Il mito del nostro tempo è quello del successo individuale. Si tratta di un nuovo imperativo che rende impossibile l’esperienza del fallimento. Chi corre piano o chi cade è tagliato fuori. Si tratta di un vero e proprio culto della prestazione e del perfettismo.
Subire il rifiuto di una ragazza significa riconoscere i propri limiti,che non si può essere tutto né avere tutto. Significa accettare una sconfitta delle proprie aspirazioni. Per questo a volte il ricorso alla violenza sostituisce la dolorosa constatazione della propria insufficienza. È una tendenza del nostro tempo: rifiutare l’ostacolo, la perdita, il fallimento, il dolore».


"Il Sole 24 Ore" - 26 novembre 2023
Paper falsificati e riviste illegali, scienza in cerca di anticorpi
di Roberto Manzocco
Conoscenza. Sempre più articoli scientifici falsi Così gli editori sviluppano metodi di scoperta efficaci. Con un occhio all’Intelligenza artificiale

A oggi il caso più clamoroso è forse quello scoppiato nel luglio del 2022, quando la rivista Science ha scoperto che un paper molto importante sul tema dell’Alzheimer, pubblicato su Nature nel 2006 e che ha influenzato tutta la ricerca successiva in materia, conterrebbe immagini falsificate. A finire sul banco degli imputati Sylvain Lesné, neuroscienziato dell’Università del Minnesota. Anzi, Science avrebbe individuato più di 20 paper dello studioso sospetti, e più di 70 immagini da lui usate e apparentemente ritoccate. Ma, ben lungi dal ridursi a pochi casi isolati, quella dei “fake paper” sembra essere per la scienza una vera piaga in espansione, una situazione ora peggiorata dall’intelligenza artificiale (chatbot come ChatGpt e i software per generare immagini possono infatti contribuire al trend in questione).


“Corriere della Sera” - 25 novembre 2023
Il patriarcato c'è
di Venanzio Postiglione
Noi, la violenza Mettiamo la foto di Giulia sull’altalena all’ingresso delle scuole italiane. Si può voltare pagina: cultura nuova, uomini e donne assieme, stessa marcia e stessi obiettivi

Una foto. Quella foto. Che è impossibile dimenticare o nascondere. C’è Giulia sull’altalena, in mezzo al verde, il sorriso accennato, lo sguardo che cerca la vita. Il Comune veneto di Vigonovo, dove abitava, ne ha fatto una gigantografia e l’ha messa sulla facciata.
Nell’attesa di capire cosa immaginare per gli studenti, quali corsi, quali docenti, quali libri, si potrebbe partire da quell’immagine. All’ingresso delle scuole italiane. «Chi è? Una ragazza come voi, Giulia Cecchettin: aveva 22 anni, stava per laurearsi. La sua esistenza stroncata, non cancellata». Una foto può tanto. Come Falcone che parla all’orecchio di Borsellino, lo fa ridere e ci ricorda ogni volta, con tutto il rispetto per le sfumature, che esistono ancora il bene e il male. E chi è in buona fede, dopo millenni di civiltà, conosce la differenza.


"La Repubblica" - 25 novembre 2023
A lezione di vulnerabilità
di Maura Gancitano
Violenza sulle donne

Abbiamo sperato tutti che per eliminare la violenza di genere bastasse aspettare un po’, lasciar crescere i giovani uomini e assistere così a un magico cambiamento sociale. L’assassinio di Giulia Cecchettin, però, ha rimescolato tutte queste idee e ci ha mostrato un quadro generale molto più complicato. Per molto tempo, infatti, si è creduto che i femminicidi rispondessero a un identikit piuttosto omogeneo: uomini di mezza età, poco istruiti, magari con precedenti penali e chiaramente violenti. E per molto tempo si è creduto che le nuove generazioni di maschi fossero libere dagli stereotipi, più abituate a relazionarsi alla pari con le donne.
Quello di Filippo Turetta, in effetti, sembrava rispondere all’apparenza all’identikit del bravo ragazzo, non a quello del femminicida: ventenne, prossimo alla laurea in ingegneria, di buona famiglia, sportivo. Eppure, Turetta ha commesso un omicidio spietato per impedire all’ex fidanzata di raggiungere il traguardo della laurea prima di lui, perché non poteva permettere che lei gli passasse avanti e che potesse disporre liberamente della propria vita.


"La Repubblica" - 24 novembre 2023
Il peso del fallimento e la ferocia di Narciso
di Massimo Recalcati

Sappiamo bene chi sono gli uomini che odiano, maltrattano e uccidono le donne. Sono gli uomini che rifiutano la libertà della donna. È questa l’essenza più pura del maschilismo in quanto figlio naturale dell’ideologia del patriarcato. Il suo presupposto è l’idea che la donna sia afflitta da una minorità ontologica, morale e cognitiva che la consegna a non essere altro che un oggetto passivo nelle mani dell’uomo. Per questa ragione, quando la soggettività femminile fa la sua apparizione (attraverso la decisione di interrompere un legame amoroso o quella di intraprendere una carriera professionale indipendente, come è appena accaduto nel caso di Giulia), può provocare reazioni violentissime. Nel fantasma maschilista, infatti, la donna non può esprimere una soggettività libera perché viene concepita come una mera proprietà dell’uomo.


"La Repubblica" - 24 novembre 2023
Il patriarcato non c’entra
di Massimo Ammaniti

In modo inatteso e anacronistico si è tornato a discutere in modo polemico di patriarcato in televisione. E soprattutto il patriarcato è stato messo sotto accusa nelle manifestazioni di questi giorni, perché spiegherebbe la sopraffazione e la violenza maschile nei confronti delle donne.
Questa organizzazione patriarcale sembrava definitivamente tramontata dopo secoli e secoli di primato degli uomini all’interno delle famiglie e della vita sociale, in cui veniva imposta la legge paterna sulle donne e sui figli costretti ad obbedire. Questo potere nasceva all’interno delle famiglie, guidate con mano ferma dal padre, ma anche spesso assecondato dalla madre e veniva fatto proprio, addirittura introiettato, dai figli che a loro volta avrebbero riprodotto queste stesse regole una volta divenuti adulti. E il sistema sociale sanciva la superiorità maschile e la divisione dei ruoli, il padre che doveva provvedere al sostentamento economico e la madre costretta ad occuparsi della casa e dell’allevamento dei figli. Era una famiglia estesa coi nonni, i genitori e numerosi figli che partecipavano all’azienda e alle attività lavorative che venivano spesso trasmesse alle generazioni successive.


“La Stampa” - 22 novembre 2023
Ciao maschio
di Maurizio Maggiani

Sono nato e cresciuto in una famiglia contadina dove convivevano quattro generazioni, la camera bassa dominata dal matriarcato, l'alta dalle leggi patriarcali, e questo è successo nel secolo passato, in un mondo che non c'è più da un pezzo. Mi hanno cresciuto le femmine della casa, una bisnonna, una nonna, due zie e mia madre, la mia educazione affettiva viene da loro, dalla cura costante, dalla costante presenza. Non ci sono stati tanti discorsi, forse proprio nessun discorso, imparavo vivendo con loro; ho imparato una certa gentilezza nei loro modi, la paziente tenerezza, l'intimità, quel parlare sottovoce di cose misteriose, la sororità nelle relazioni con le altre donne del paese, una solidarietà sorgiva, la delicatezza con cui trattavano con gli altri esseri, con gli animali che allevavano, con le piante che curavano, quella severa dolcezza nell'indicarmi cosa fare, come fare, cos'era consentito e cosa no nel regime di libertà in cui veniva cresciuto un bambino di campagna che doveva saper badare a sé stesso e non infastidire gli adulti che dovevano lavorare. E lavoravano tutti, le femmine nell'orto, in casa a fare le magliaie e a tenere la casa, mio nonno nei campi, mio padre e i miei zii in città a fare gli operai.


“Corriere della Sera” - 21 novembre 2023
Costruire l’affettività
di Paolo Giordano

La possibilità della sopraffazione è il segreto meglio custodito dagli uomini, e che tutti gli uomini conoscono. Tutti gli uomini, anche i mansueti. Ognuno di noi (maschi), al cospetto dell’0micidio di Giulia Cecchettin, riconosce in sé l’eco dell’ascesso psichico dal quale talvolta scaturisce l’aggressione: un bolo di possesso, frustrazione, inadeguatezza, odio, invidia, terrore, ferocia, propensione all’ossessività, desiderio di punizione e annientamento e di autodistruzione, che ci riguarda tutti ma che rimane cautamente oscurato dal dibattito pubblico.
In queste ore viene ripreso lo slogan «educate your son», educate vostro figlio. Al di là del suonare come l’ennesimo richiamo soprattutto alle madri, ci sembra che la famiglia non sia mai stata un luogo troppo affidabile di educazione sul genere. E non è comunque il luogo sul quale una società nel suo complesso dovrebbe fare affidamento.


“La Stampa” - 21 novembre 2023
Insegniamo a scuola a sopportare il rifiuto
di Viola Ardone

Mi dicono che riparto sempre dalla scuola, ed è vero. La scuola, mi dicono, non può farsi carico di tutto, non può prendere il posto della famiglia, né essere la sola porta a cui bussare. Mi dicono che non è solo un problema educativo, non è solo un fatto culturale, come se invece la violenza fosse insita nel genere maschile, o per lo meno, in certi maschi. Ma quali maschi, mi chiedo allora. Se una donna viene uccisa ogni tre giorni nel nostro paese a prescindere dall'età, dalla regione, dalla condizione sociale, culturale, economica; se scopriamo (solo oggi!) che anche i bravi ragazzi sanno uccidere, io non posso rispondere altro che: ripartiamo dalla scuola. Forse perché è l'unico strumento che ho imparato, e torno a suonare sempre quello. Ma soprattutto perché è il solo denominatore comune, l'unica esperienza umana e formativa che accomuna bambini e bambine e poi ragazzi e ragazze di tutto il paese.


"La Repubblica" - 19 novembre 2023
Lo psicoterapeuta Pellai
di Viola Giannoli

«L’unico messaggio che passa è imparare a riconoscere il maschio violento, ma nessuno insegna al maschio come essere competente anziché potente». Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta, autore di un libro dal titolo:Ragazzo mio. Lettera agli uomini veri di domani.
Come è possibile che quello che i suoi conoscenti descrivevano come “un bravo ragazzo”, “mai strano”, come Filippo Turetta, avesse manie di controllo, comportamenti violenti, fino a uccidere?
«Io credo che ci troviamo davanti a una tremenda debolezza nel percorso di individuazione. Dentro a questi copioni di “bravissimo ragazzo obbediente” non si è costruita quell’autonomia e quella competenza di sé che ci fa capire chi siamo. Tanto che un ragazzo può pensare di essere sé stesso solo se legato a un’altra persona. Da questo consegue una paura tremenda, una disperazione spaventosa nel perdere il legame d’amore. E questa massa di sentimenti esplode poi in rabbia perché non si sa stare in contatto con la propria tristezza. Si tratta di analfabetismo emotivo: i primi veri dolori, che per un adolescente possono essere la ragazza che ti lascia, non si sa come maneggiarli».


“Corriere della Sera” - 19 novembre 2023
Noi figli dell'ignoranza wikipedica
di Aldo Grasso

«Coltivate l'ignoranza» diceva il cartello che ha provocato la reazione scomposta della Coldiretti nei confronti dei deputati di +Europa. E se fosse vero che coltiviamo l'ignoranza, lo spettro più nefasto di questo nuovo secolo?
È la tesi di Peter Burke:insegna Cultural History all'Università di Cambridge. Ha appena scritto una fenomenologia dell'ignoranza («Ignoranza», Raffaello Cortina) che mette i brividi. Nel corso della storia, ogni età ha creduto di disporre di maggiore conoscenza rispetto alla precedente: gli umanisti rinascimentali riprendevano i classici, gli illuministi cercavano di spazzare via la superstizione con la ragione. Poi è nata l'istruzione pubblica, sono arrivati i mezzi di comunicazione di massa e ora tutto il mondo è interconnesso in una sorta di eterno presente. Com'è possibile che ci siano ancora i negazionisti o chi frena il progresso a colpi di decreti? Che ne è della conoscenza sperimentata nel corso dei secoli?


“Corriere della Sera” - 19 novembre 2023
Perché non possiamo non dirci romantici
di Paolo Giordano

Ho conosciuto Andrea Wulf alcuni anni fa durante un festival letterario in Messico. L'ho vista mantenere in silenzio una piazza affollata raccontando delle esplorazioni sudamericane di Alexander von Humboldt e della sua «Invenzione della natura». Quel libro di Andrea Wulf, L'invenzione della natura, è uno dei saggi a carattere scientifico più rilevanti degli ultimi vent'anni, nonché uno di quelli che hanno avuto il maggiore successo. Nel tempo mi è capitato di riprenderlo innumerevoli volte e di citarlo in contesti vari, forse perché Humboldt fu il punto di partenza di una visione ecologica che dura ancora, anzi, che si rivela solo oggi nella sua massima urgenza: il mondo naturale come un tutto connesso, un'entità di cui anche noi esseri umani siamo parte e che abbiamo il compito di proteggere per la nostra stessa salvaguardia.


"La Repubblica" - 19 novembre 2023
La magistrata Di Nicola
di Viola Giannoli
"Ancora troppi uomini negano la libertà delle donne"

«L’intangibilità della libertà e dell’autonomia delle donne ancora non viene riconosciuta. E quella che chiamiamo gelosia, controllo, altro non è che l’imposizione di un potere maschile». Sono parole chiare quelle di Paola Di Nicola Travaglini, giudice della Corte di Cassazione e già consulente giuridica della commissione femminicidio.
Un’altra donna uccisa, una ragazza, che effetto le fa?
«Lo avevo capito subito, dal primo giorno. Non posso entrare nel merito finché non saranno conclusi i gradi di giudizio ma una cosa è certa: una ragazza è morta. E ogni donna che muore è una sconfitta per l’intero Paese perché vuol dire che il contesto culturale e sociale non è stato in grado di predisporre gli strumenti necessari per garantire l’autonomia e la libertà femminile». Un femminicidio ogni quattro giorni, 83 da gennaio.
Ogni volta rabbia e promesse, ma le donne continuano a morire. Perché siamo sempre allo stesso punto?
«Perché il contesto sociale e culturale non tollera la libertà femminile. E non riesce a vedere per tempo la dimensione educativa maschile che ancora esprime un’intolleranza grave nei confronti della capacità, della competenza, dell’indipendenza delle donne».


“Corriere della Sera” - 19 novembre 2023
Ora gli uomini si ribellino (anche contro sé stessi)
di Paolo Di Stefano
È proprio arrivato il momento di una grande mobilitazione maschile: non in difesa (tardiva) delle donne, ma contro la violenza dei maschi, contro i maschi violenti

Cari uomini, è arrivato il momento di interrogarsi, di battere un colpo, magari di muoversi. Persino di ribellarsi a noi stessi. Nella giornata del ritrovamento del corpo massacrato di Giulia Cecchettin, si viene a sapere dello stupro subito da una donna in un ristorante del centro di Milano. Si viene a sapere anche che due ragazzine di 14 anni sono state drogate e violentate a Novara, e altro ancora. In Italia quest'anno sono state uccise cento donne, oltre la metà delle quali per mano di mariti, ex mariti, partner, ex partner, fidanzati, ex fidanzati. L'ex uccide perché il suo desiderio non viene soddisfatto. La rassegna stampa quotidiana è una lista interminabile di stupri, violenze maschili, femminicidi. Non succede solo in Italia, ovviamente. Non che la cosa ci debba consolare, anzi. Mal comune non è affatto mezzo gaudio, è mal comune e basta.


"Il Sole 24 Ore" - 19 novembre 2023
I sospetti che non fanno bene alla conoscenza scientifica
di Luca De Biase
Competizione USA e Cina

Si sa poco della vita di Christine Fang in Cina. La sua storia sembra iniziare con il suo arrivo negli Stati Uniti. Si iscrive alla California State University, East Bay, fonda l’associazione degli studenti cinesi, con l’aiuto del Consolato del suo paese, e ne diventa presidente. Organizza feste, in occasione delle ricorrenze tradizionali. Si fa notare a San Francisco, quando si riuniscono le comunità asiatiche. Finisce per conoscere molti uomini politici. Apprende informazioni importanti. Nel libro-inchiesta «Beijing Rules» (HarperCollins, 2023), Bethany Allen, corrispondente di Axios dalla Cina, racconta che Fang era una spia. E l’università era la sua copertura ideale.


“Corriere della Sera” - 18 novembre 2023
Dalla «jungla nera» la via delle storie porta fino a Moby-Dick
di Claudio Magris

Vladimir Nabokov diceva che un libro, specialmente quando già al primo incontro colpisce a fondo, va riletto, per instaurare quel rapporto e quel dialogo che costituiscono l'autentica lettura, in cui chi legge diventa quasi un coautore di tutto ciò che il testo desta e trasforma in lui. È l'esperienza che ho fatto col primo libro con cui mi sono misurato, I misteri della jungla nera di Emilio Salgari. La prima volta l'avevo ascoltato da mia zia Maria, sera dopo sera, prima di dormire; erano gli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale e la zia me lo leggeva ad alta voce perché non sapevo ancora leggere.
È allora che ho scoperto la magia della scrittura, la sua trascinante e inquietante capacità di dire le cose, di trasformare dei segni silenziosi in una storia, in avventura, amore, guerra, la foresta selvaggia lungo le rive del Gange, grandi alberi, animali in fuga o in agguato, intrepidi cacciatori, donne bellissime, misteriosi assassini.


"Il Sole 24 Ore" - 16 novembre 2023
In gioco soluzioni alternative come il sodio
di Elena Comelli
Materiali impiego

Il mercato delle batterie agli ioni di litio è destinato a decuplicare i ricavi, arrivando a 700 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, secondo le stime di Benchmark Mineral Intelligence, la Bibbia del settore. Da qui ad allora saranno investiti oltre 730 miliardi di dollari in impianti di produzione di queste batterie e in tutta la filiera dei loro materiali, dal litio al nichel, passando per il cobalto. A oggi il litio prevale sulle altre tecnologie, grazie a un calo dei costi del 90% messo a segno negli ultimi dieci anni, che lo hanno portato a raggiungere 1 terawattora su scala globale, equivalente a 17 milioni di auto elettriche di medie dimensioni, ma la gara è aperta fra le due tipologie principali di questa vasta famiglia, le batterie Nmc (litio, nichel, manganese e cobalto in quantità variabili), e le Lfp (litio, ferro e fosfato). Nel frattempo le alternative si fanno lentamente strada, come le batterie allo stato solido (di cui parliamo qui accanto) o le batterie al sodio, anche per rispondere alla domanda che si allarga agli accumuli stazionari, un settore destinato a espandersi enormemente per affrontare la natura intermittente dell’energia solare ed eolica. Il panorama, quindi, è variegato, ma già molto definito.


"Il Sole 24 Ore" - 15 novembre 2023
Cosa significa consumare ai danni del pianeta
di Edoardo Chiarotti e Stefano Gatti
Sostenibilità

Theodore Roosevelt un tempo aveva detto che «la nazione si comporta bene se tratta le risorse naturali come beni che deve consegnare alla generazione successiva accresciuti e non svalutati». È ormai chiaro che le risorse naturali che le nazioni consegneranno alle prossime generazioni saranno tutt’altro che «accresciute». Negli ultimi 50 anni, l’estrazione delle risorse naturali è aumentata di tre volte, e ad oggi la nostra economia consuma quasi il doppio delle risorse naturali che il pianeta può rigenerare. Questo sfruttamento indiscriminato ha ovviamente pesanti conseguenze ambientali: è responsabile per circa metà delle emissioni di gas serra e per il 90% della perdita di biodiversità e pressione sulle risorse idriche.


"Il Sole 24 Ore" - 13 novembre 2023
Laboratori e attività sul campo per potenziare le discipline Stem
di Eugenio Bruno Claudio Tucci
Le linee guida di Valditara. Nel documento inviato agli istituti scolastici i suggerimenti per migliorare l’insegnamento delle materie scientifiche in tutti i gradi d’istruzione, dall’infanzia alle superiori

Dopo tanti annunci è ora di potenziare l’apprendimento nelle materie tecniche e scientifiche a partire dalla scuola dell’infanzia. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato alle scuole, in attuazione del Pnrr, le linee guida sulle Stem (Science, technology, engineering and mathematics), che in realtà sono ormai diventate Steam, grazie all’aggiunta della A di arte, nell’ottica di stringere un legame anche con le discipline umanistiche.
Da quest’anno, tutti gli istituti, dall’infanzia alle superiori, statali e paritari, sono chiamati ad aggiornare il piano triennale dell’offerta formativa e il curricolo di istituto prevedendo azioni specifiche per rafforzare lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche, i cui profili professionali sono i più ricercati dal mondo del lavoro, con una difficoltà di reperimento del 60/70 per cento.


“Corriere della Sera” - 12 novembre 2023
La scienza non è neutrale
di Paolo Zellini

Il grande fisico danese Niels Bohr diceva, a proposito della bomba atomica in procinto di essere costruita a Los Alamos, che sarebbe stato un ordigno terribile, ma anche l'inizio di una «Grande Speranza». Infatti Bohr condivideva con Oppenheimer, direttore del Progetto Manhattan per la costruzione della bomba, un certo ottimismo. Un controllo internazionale sull'energia atomica avrebbe reso possibile un «mondo aperto» fondato sui valori della scienza. Per Bohr era la cultura umanitaria della ricerca scientifica che poteva garantire il progresso, la razionalità e la pace. «La conoscenza è per sua stessa natura alla base della civiltà». Ma i «valori della scienza» non celavano a loro volta insi¬die e imprevisti? E come potevano i valori della scienza conciliarsi con la costruzione di una bomba di potenza inaudita?
Nel suo recente film Oppenheimer, Christopher Nolan ci fa capire come la produzione, inizialmente esaltante, di una bomba innescata dai meccanismi di fissione nucleare, finì presto per intrecciarsi a equivoci e malintesi, illusioni e debolezze individuali, ingenuità e calcoli politici, ambizioni e coscienza del peccato.


“La Stampa” - 11 novembre 2023
Indi, Il dolore e la scienza
di Andrea Crisanti

Caro Direttore, in queste ore i giudici del Regno Unito sono chiamati a prendere l'ultima decisione su Indi Gregory: lasciare che la bambina sia trasferita in Italia per proseguire le cure o sospendere la terapia di supporto che la tiene in vita. Il nome della bambina irrompe sulla stampa e sui media nazionali dopo la decisione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di conferire a Indi la cittadinanza italiana allo scopo di superare la disposizione dei giudici del Regno Unito di interrompere. Lo scopo dichiarato è quello di offrire una "speranza" alla bambina in nome della difesa e sacralità della vita e del rispetto del desiderio del paziente, in questo caso dei genitori.
Un caso complesso nel quale la dimensione scientifica, umana, etica e politica si sovrappongono e si confondono, contribuendo alla polarizzazione di sentimenti e opinioni.


"La Repubblica" - 10 novembre 2023
“Solo la scienza rende immortali le nostre idee”
di Carlo Pizzati
L'intervista- Siddhartha Mukherjee, oncologo e vincitore del Pulitzer, ha scritto un saggio sull’affascinante funzionamento delle cellule umane

Oncologo, professore di medicina alla Columbia University, vincitore del Pulitzer con ilmemorabile saggio L’imperatore del male: una biografia del cancro . Il biologo americano di origini indiane Siddhartha Mukherjee è una vera mente rinascimentale, un medico che nei suoi libri ha approfondito l’aspetto genetico oltre che quello oncologico, e che ora propone un viaggio affabulante nella biologia cellulare con Il canto della cellula: un’esplorazione della medicina e dell’uomo nuovo (Mondadori). La capacità di irretire lettori a digiuno di materie mediche, ricostruendo il cammino della scienza, dai dettagli di come nacque il primo microscopio, alla meraviglia di osservare le prime cellule, ha pochi paragoni nella letteratura scientifica contemporanea. È una missione cruciale, in questi tempi irrazionali e antiscientifici.


"Il Sole 24 Ore" -  9 novembre 2023
«Un mondo più equo, la sostenibilità punti sull’economia»
di Gigi Donelli
L’intervista. Joseph Stiglitz. Il premio Nobel all’economia 2021 racconta la sua idea di transizione che non è solo ambientale e tecnologica ma deve puntare anche a ridurre le diseguaglianze globali tra Nord e Sud

Parlare di sostenibilità in un momento internazionale così difficile, con le guerre in Medio Oriente e in Ucraina, è estremamente complicato. Ma non parlarne è peggio: si rischia che questi percorsi, inevitabilmente di lungo termine, siano trascurati, se non abbandonati. Il Nobel per l’economia Joseph Stiglitz in questa intervista con Il Sole 24 Ore racconta la sua idea di sostenibilità.
Professor Stiglitz forse è proprio in tempo di crisi che è necessario impegnarsi per la sostenibilità?
Lei ha ragione, perché è proprio nei momenti di crisi che rischiamo di dimenticare quanto sia importante, soprattutto nel lungo termine, il nostro impegno in favore della sostenibilità. Se analizziamo le conseguenze, prima della lunga guerra in Ucraina e ora dei drammatici eventi in Medio Oriente, vediamo come entrambi queste crisi abbiamo provocato la crescita dei prezzi dei combustibili fossili e dei prezzi dell’energia in generale. L’effetto è dunque quello di richiamarci al fatto che, se fossimo stati capaci di passare prima e più rapidamente a un sistema di energie rinnovabili, non saremmo stati così dipendenti dalle fonti fossili e da chi le controlla e avremmo dunque gestito meglio queste crisi.


“Corriere della Sera” -  9 novembre 2023
Il primario dei bimbi «Troppe aspettative Non si riflette più sul tema dei limiti»
di Chiara Bidoli

Il caso di Indi Gregory solleva quesiti di etica scientifica che chiamano in causa la coscienza individuale e i processi decisionali in ambito medico. Alberto Giannini, direttore della S.C. Anestesia e Rianimazione Pediatrica Ospedale dei Bambini ASST Spedali Civili di Brescia e responsabile del Comitato Etico della SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) ha spiegato, in un’intervista al Corriere, che in questi casi occorre valutare la proporzionalità delle cure che si definisce attraverso il bilancio tra l’appropriatezza di un trattamento e la sua gravosità per il paziente e la sua famiglia.


“Corriere della Sera” -  8 novembre 2023
I colori ai confini dell’oscurità L’Universo mai visto prima
di Guido Tonelli
Le prime immagini della sonda stupiscono gli scienziati. Ci aiuteranno a studiare la materia oscura.

Galassie sconosciute e lontanissime, un gigantesco ammasso di stelle catturato in un solo colpo d'occhio, culle di pianeti viste attraverso una cortina di polveri che le nascondono. Sono le prime immagini del telescopio spaziale Euclid. Una rivoluzione per la scienza.
Le prime immagini prodotte da Euclid hanno lasciato gli scienziati a bocca aperta. Nessuno aveva mai visto dettagli così nitidi di centinaia di galassie e di un numero spropositato di stelle. Cullato dolcemente dalla gravità, a un milione e mezzo di km di distanza da noi, Euclid ha cominciato a raccogliere pazientemente la debolissima luce prodotta da lontani corpi celesti.


“Corriere della Sera” -  8 novembre 2023
Le mille voci del corpo
di Giuseppe Remuzzi
Il pianto del bimbo che si prepara nell'utero. La salute degli organi rivelata dal Body Beat. I Pink Floyde la "musica" del cervello. La cosa più importante? Il silenzio del rene.

Si potrà mai trasformare in suono un tracciato elettrocardiografico, fatto di colline, avvallamenti, picchi intervallati da brevi linee rette? Se ti avventuri in una sala di rianimazione troverai tanti tracciati su altrettanti monitor, scanditi ciascuno da bip, bip, bip così preziosi quei bip per infermieri e medici, ma tanto noiosi per chi è malato ed è esposto a quel suono giorno e notte. Eppure sì, certi medici con certe analisi digitali estremamente sofisticate hanno trasformato il tracciato di carta in suono, al punto da essere riusciti a farlo persino con le informazioni che c'erano su un uomo di cento anni, nato prima della Rivoluzione francese. L'esplorazione del cuore comincia con René Laennec, il suo stetoscopio dei primi dell'ottocento fu il simbolo della medicina che passava dai pregiudizi all'evidenza; ma quel grande medico fu irriso dai professori dell'università, in Francia ma anche in Italia. I giovani no, lo presero molto seriamente, tanto che uno dei suoi studenti, Alexandre, si innamorò dello stetoscopio e si convinse che quell'oggetto poteva essere utile per stabilire la posizione del feto in gravidanza e se fossero per caso due e per farsi un'idea della curva di crescita.


"La Repubblica" -  8 novembre 2023
Chiamatemi ecoterrorista ma lotto contro lo scempio dello sci sul Cervino
di Paolo Cognetti

È dura, la vita dell’ambientalista.
Non fai in tempo a sospirare di sollievo per la pista da bob scampata a Cortina, a passare in Val Susa a tirare un petardo sui cantieri della Tav, e scopri che sono spuntate le ruspe sul ghiacciaio sopra a casa tua. Riponi la bandiera, posi il sanpietrino, e vedi che il ghiacciaio che frequenti fin da bambino, che si squaglia a vista d’occhio di anno in anno, viene arato dagli escavatori per fare una pista da sci. Quello è il ghiacciaio per cui d’estate ti chiamano le televisioni. Ti chiedono: Quand’è che scomparirà del tutto? E chi lo sa, rispondi, si diceva 2100, ma qui sembra che la cosa stia accelerando, non so mica se arriva al 2050. Vedi questa foto che non pensavi mai di vedere e ripensi ad altre immagini che hai impresse in testa. Ricordate Filippo Timi che spiega il ghiacciaio ai due bambini delle Otto montagne ? «Il ghiacciaio è la memoria degli inverni passati che la montagna custodisce per noi». Poi c’è uno zoom che va verso una magnifica seraccata, che si chiama Ghiacciaio di Ventina e poi Gobba di Rollin dalla nostra parte, o Plateau Rosà dall’altra (metto l’accento solo per semplificare la lettura). Eh sì, è proprio quello lì.


"Il Sole 24 Ore" -  8 novembre 2023
La società solidale genera plusvalore per sé e per i disagiati
di Luca Antonini
Terzo settore

La società solidale in Italia continua a crescere. In modo silenzioso: il bene non fa il rumore del male e spesso passa inosservato. Istat ha però documentato il costante aumento degli enti non profit (363.499 nel censimento aggiornato del 2023) e Terzjus, pochi giorni fa, il forte incremento delle iscrizioni al Registro nazionale (Runts). Questa società solidale è stata valorizzata da diverse sentenze della Corte costituzionale, in quanto espressione di un’autonoma iniziativa dei cittadini dove si dimostra l’originaria socialità dell’uomo (sent. n. 75/92) e si sviluppano le libertà sociali (sent. n. 300/03). È un mondo che non s’identifica con quello del mercato, perché non ha di mira la realizzazione di un utile, e che in Italia è stato sempre molto vivo e generativo.


"Il Sole 24 Ore" -  7 novembre 2023
Il futuro delle aree interne è nelle mani delle donne?
di Luisa Corazza
Disparità territoriali e di genere

Nell’Italia dei piccoli paesi le donne sono soggetti invisibili. La narrazione delle aree interne è fatta in gran parte da uomini, ed è a misura di uomini la pianificazione dei paesi e delle aree rurali, stratificatasi nei secoli seguendo le orme di una tradizione che, si sa, affonda le sue radici nella cultura patriarcale. Se la «città femminista» (Kern 2021) è un’utopia, è ancora più lontana dalla realtà una rigenerazione territoriale delle aree interne che ponga le donne al centro del sistema. La carenza di infrastrutture materiali, economiche e sociali che affligge queste zone grava, infatti, sulla popolazione femminile in proporzione maggiore.
Iniziamo ad esempio a valutare i due settori di welfare su cui si misura la perifericità delle aree interne, ovvero scuola e sanità.


"Il Sole 24 Ore" -  5 novembre 2023
La partita di tennis che sta giocando la coscienza
di Paolo Legrenzi
Scienza e filosofia - Daniel Dennett

Per chi ha seguito le scienze cognitive negli ultimi trent’anni, leggere oggi la perfetta traduzione del libro di Daniel Dennett, pubblicato in inglese nel 1991, permette un viaggio a ritroso nel tempo. Di qui l’interessante confronto delle idee del filosofo americano con quello che abbiamo scoperto nel frattempo.
Il giovane Dennett era andato mezzo secolo fa da Harvard a Oxford, attirato dal fascino dell’eredità di Ludwig Wittgenstein. Aveva il grande vantaggio, rispetto al filosofo austriaco/inglese, di conoscere i progressi delle scienze cognitive del secolo scorso. Dennett lavora proprio sul confine tra filosofia della mente e psicologia sperimentale e, alla fine del suo libro, propone degli esperimenti veri e propri. Uno di questi anticipa vagamente uno studio elegante sul funzionamento della memoria condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Chieti-Pescara e pubblicato su «Cognition» nel marzo 2021.


"Il Sole 24 Ore" -  2 novembre 2023
Opportunità (e qualche rischio) nella convergenza Internet-sanità
di Paola Bonomo e Francesco Grillo
Welfare state

Quella della sanità e della ricerca medica può essere la prossima frontiera di internet. Un uso intelligente dei dati, della statistica e degli strumenti dell’AI può rivoluzionare i sistemi sanitari che, dopo essere stati l’orgoglio del welfare state in Europa, sembrano non essere più capaci di garantire il diritto alla salute attorno al quale trovò legittimazione il concetto di Stato moderno.
L’opportunità di associare dati, intelligenza artificiale, sanità e ricerca medica ci poterà all’Internet of beings. È questo il titolo del libro (in uscita tra qualche mese per Oxford University Press) che ipotizza che, dopo aver connesso tra di loro tutti gli oggetti digitali (Internet of computers) e, in un momento successivo, quelli fisici (dai motori alle lampadine nel paradigma di Internet of things), la rivoluzione digitale stia entrando nella sua fase “biologica”, collegando a un sistema informativo un gran numero di organismi viventi.


"La Repubblica" -  1 novembre 2023
Chi ha paura della malattia “invisibile”
di Viola Ardone
Universo Basaglia - Il piccolo gesto rivoluzionario di Fedez che va in tv da Fabio Fazio e parla della sua patologia psichica. Mentre non si fermano i tagli alla sanità pubblica

«Visto da vicino nessuno è normale». È forse una delle più lapidarie e provocatorie frasi di Franco Basaglia, lo psichiatra triestino a cui è associata la legge 180 del 1978 che disponeva la chiusura dei manicomi e la loro trasformazione progressiva in Centri disalute mentale.Questeparolemisonotornate inmenteguardandol’altraseraintvl’intervista di Fabio Fazio a Fedez, uno che a mostrarsi “da vicino” ci è abituato e chehafattodellasuaquotidianitàesposta una scelta di vita, di lavoro, di amore e di famiglia, perfino. Fedez ha deciso conenormecoraggioeconsapevolezza di far “vedere da vicino” ai milioni di persone che lo seguono la sua malattia, non solo quella fisica, ma anche quella mentale. E l’ha chiamata proprio così, senza troppi giri di parole per provare a edulcorare una cosa che ancora oggi fa paura anche solo a nominarla: malattia mentale.
Fedez, giovane uomo talentuoso e di successo, ha detto che ha sofferto e soffre ancora di una patologia psichica che si è in parte intrecciata a quella fisica, e che no, la malattia non lo ha reso unapersonamigliore,oalmenononancora, e non è nemmeno sicuro che questo succederà. Ha detto invece che la malattia è una cosa faticosa, una cosa che fa paura, una cosa che fa sentire soli. E quella psichica ancora di più.