Alla scoperta della flora Canaria 8: Hermann Wildpret e il Jardín de Aclimatación de La Orotava
Sivia Fogliato
Curiosamente, tra gli stranieri che vivevano a Puerto de La Cruz nell’isola di Tenerife nella seconda metà dell’Ottocento, la comunità più numerosa era costituita da cittadini svizzeri. Si trattava per lo più di albergatori e delle loro famiglie: fin dall’inizio del secolo in Svizzera avevano iniziato a svilupparsi un’industria del turismo e una tradizione alberghiera, legata alla scoperta delle Alpi. Non è strano dunque che proprio gli svizzeri siano stati tra i primi a comprendere le potenzialità turistiche delle Canarie. Tra i loro nomi spicca quello di Hermann Wildpret, non estraneo all’industria alberghiera, ma soprattutto giardiniere e grande progettista di giardini. Come giardiniere, fece rinascere il Jardín de Aclimatación de La Orotava, come progettista lasciò una profonda impronta nei parchi e nei giardini di Tenerife.
Come un giardino abbandonato trovò il suo salvatore
Quando arrivò a Tenerife, lo svizzero Hermann Wildpret (1834-1908) aveva ventidue anni e aveva alle spalle un’infanzia difficile. Era nato a Warmbach, un villaggio di pescatori sulla sponda tedesca del Reno, dove il padre Josef gestiva un’osteria. La famiglia però veniva da Rheinfelden, che sorgeva proprio di fronte, sulla riva elvetica. Vi tornò nel 1846 e qui i ragazzi Wildpret frequentarono la scuola comunitaria. La Svizzera viveva momenti di grande tensione politica tra conservatori e progressisti, autonomisti e federalisti, che sfociarono anche in conflitti armati, cui Josef Wildpret partecipò con passione; subì il carcere, si ammalò e morì intorno al 1848. Hermann, che era sempre stato di salute cagionevole, fu mandato nell’internato Pestalozzi di Olsberg, dove rimase per quattro anni; oltre a studiare, doveva lavorare duramente nei campi e nei boschi. Quindi per tre anni fu apprendista presso il giardiniere Zimmermann di Aarau. Per qualche tempo visse a Zurigo, poi si trasferì a Besançon, con l’intenzione di imparare il francese.
Mentre si trovava in questa città, l’ex direttore dell’internato Pestalozzi gli scrisse che un amico, Hermann Honegger, un commerciante di cocciniglia che aveva fatto fortuna a Tenerife, stava cercando un giardiniere disposto a trasferirsi alle Canarie. Sperando che il clima delle isole giovasse alla sua salute, Wilpret decise di accettare e raggiunse il futuro datore di lavoro a Marsiglia. Proprio in quei giorni, scoppiò una crisi diplomatica tra Prussia e Svizzera che sembrò poter sfociare in una guerra; Wilpret lo seppe al suo arrivo nel porto francese e pensò di tornare a casa per arruolarsi; solo il fatto che Honegger avesse già pagato il suo biglietto lo convinse a imbarcarsi.
Honegger e Wildpret arrivarono a Santa Cruz di Tenerife nel dicembre 1856; per due anni il giovane giardiniere lavorò per Honegger; poi questi fallì (l’invenzione dei coloranti sintetici a base di anilina aveva messo fine al boom della cocciniglia) e Wildpret si trovò disoccupato. Non era tipo da scoraggiarsi: si trasferì a La Orotava, una cittadina ricca di case signorili e giardini e, oltre ad offrire i suoi servizi come giardiniere, aprì un negozio di materiali da giardino, piante e sementi, di cui già nel 1858 pubblicò un primo catalogo; l’offerta comprendeva alberi da frutto, alberi e arbusti da fiori, piante ornamentali da sole e da ombra, rampicanti, conifere, palme, felci, piante acquatiche, graminacee. Nel 1860, quando venne a sapere che si era liberato il posto di capo giardiniere (jardinero mayor) presso l’orto botanico, presentò la sua canditura; fu assunto con uno stipendio di 1000 pesetas annui. Vi avrebbe lavorato per oltre un trentennio [ill. 1].
Prima di proseguire, qualche parola sul Jardín de Aclimatación de La Orotava. Le origini del giardino risalgono al 1788, quando la monarchia iberica lanciò una serie di grandi spedizioni botaniche in America latina e individuò nelle Canarie il luogo ideale per trapiantare e acclimatare le piante tropicali raccolte nel Nuovo Mondo prima di essere spostate nell’orto botanico di Madrid, secondo la convinzione, allora in voga, che le piante tropicali potessero essere abituate a climi più rigidi attraverso una graduale acclimatazione. Della realizzazione del giardino si occupò il marchese di Villanueva che convinse il suocero a donare il terreno, procurò architetto e giardinieri, sostenne di tasca propria gran parte delle spese. I lavori iniziarono nel 1790 e le prime piante furono piantate nel 1792. Collocato nella valle di Orotava, da cui il nome, il giardino si trova in realtà a Puerto de La Cruz. [ill. 2]
Il progetto di acclimatazione era privo di ogni base scientifica e lo stato spagnolo, che era proprietario del giardino, presto se ne disinteressò; se sopravvisse si deve unicamente all’abnegazione del marchese. Nel 1826, con il passaggio sotto la gestione della Real Sociedad Económica de Amigos del País e poi di altri enti, si aprì un periodo di progressiva decadenza, in cui poco incise la breve direzione di Sabin Berthelot (forse dal 1826 al 1830) che introdusse alcune specie indigene. Nel 1835 venne nominato giardiniere il francese Michel Dugour con una paga così misera che, per sopravvivere, era costretto a coltivare ortaggi. Con diverse interruzioni, mantenne il lavoro fino all’agosto del 1860, quando fu appunto sostituito da Wilpret. I viaggiatori che visitarono il giardino in quegli anni ne lamentano lo stato di abbandono. Mantegazza, che vi fu nel 1856, lo descrive come “un orto o un bosco inselvatichito”, Schacht che lo vide l’anno dopo come “un grande orto in cui rimangono alcune piante esotiche”.
Un’opera incisiva in due direzioni
Le cose incominciarono a cambiare con la direzione di Nicolás Benítez de Lugo a partire dal 1856, ma l’evento decisivo per la rinascita del giardino fu l’assunzione di Wilpred. Appena preso servizio, egli provvide all’inventario delle collezioni; constatò che c’erano in tutto 220 specie. Nel 1879, quando pubblicò il primo catalogo, firmato con Benítez ma redatto da lui, il loro numero era salito a 2486. Anche se non mancavano le esotiche, con Wildpret, il giardino cambiò natura e vocazione: non più ipotetico giardino di acclimatazione di piante tropicali, ma orto botanico dove ammirare, riunita in un sol luogo, la peculiare flora canaria. Le collezioni furono aumentate con le raccolte in natura, le semine, gli acquisti, ma determinanti furono la dedizione, la competenza professionale, potremmo senza dubbio dire l’amore di Wildpret per il “suo” giardino e le “sue” piante. Masferrer, che lo frequentò durante il suo breve soggiorno nelle Canarie, lo descrisse così: “consacra tutta la vita alle sue care piante, alle quali prodiga una vera idolatria, paragonabile solo all’amore sincero che porta alla sua famiglia. Wildpret è un modello di giardiniere e un vero modello di svizzero, sobrio, attivo, laborioso […] ma più ancora un canario, ammiratore entusiasta di queste isole di cui si considera figlio adottivo […]. Per farla breve Wildpret è il solo uomo capace di trasformare uno spazio così piccolo in un giardino così bello con così pochi soldi”.
I soldi, capitolo dolente. Tra il 1860 e il 1893, gli anni in cui vi lavorò Wildpret, il budget annuo del giardino ammontava a 7500 pesetas: 2000 per il direttore, 1000 per il giardiniere, 1500 per gli aiuti, il resto per acquistare piante, sementi, concimi, attrezzi. Spesso per riuscire a pagare i lavoranti o un acquisto di piante Wildpret sborsava i soldi di tasca propria; quando lasciò l’incarico, lo stato spagnolo gli doveva 10.000 pesetas che non furono mai versate [ill. 3].
Wildpret riusciva a sopravvivere e a mantenere la sua numerosa famiglia (si sposò due volte con donne canarie e dal primo matrimonio nacquero sei figli) perché al lavoro nel Jardín de Aclimatación continuò ad affiancare l’attività di vivaista, commerciante di piante e sementi, progettista di giardini; nel 1866 pubblicò la seconda edizione del catalogo, in cui l’offerta si è ampliata a rose, camelie, bulbose e sementi di piante da fiore e da orto. Nella pubblicità si insiste sul prezzo modico delle piante, per lo più coltivate di persona nel suo vivaio, sulla rapidità delle consegne, sul perfetto stato delle piante ben imballate in scatole e cesti. Una terza edizione seguirà nel 1883.
Nella duplice veste di capo giardiniere e di vivaista, Wildpret svolse un ruolo importantissimo, da una parte esportando e facendo conoscere in Europa la flora canaria, di cui era entusiasta ammiratore ed esploratore, dall’altra introducendo nell’arcipelago migliaia di specie di piante da giardino (5000 varietà secondo Bolleter), a cominciare dalla Bougainvillea oggi onnipresente. All’epoca non si era ancora molto coscienti del pericolo rappresentato per la flora indigena dall’introduzione di piante alloctone, e ci si può domandare se un’introduzione così massiccia sia stata un bene o un male. È certo che Wildpret trasformò profondamente il paesaggio di Tenerife; gli si deve la creazione dei parchi pubblici di Santa Cruz, La Orotava e Puerto de la Cruz, oltre a numerosi giardini privati.
Non meno incisivo il ruolo di “ambasciatore” della flora canaria nel mondo. Il suo lavoro aveva trasformato il Jardin de Aclimatación nella seconda meraviglia di Tenerife dopo il Teide, e nessun botanico che capitasse nell’isola mancava di visitarlo, sempre accolto affabilmente da Wildpret, che volentieri accompagnava nelle loro escursioni i naturalisti di passaggio. Con Massferrer strinse una profonda amicizia ed erborizzò con lui insieme a Wilhelm Hillebrand. Nel novembre del 1866, munito di picozza e scarpe chiodate, accompagnò nella prima scalata invernale riuscita del Teide il naturalista tedesco Ernst Haeckel. Ancora nel 1908, quando era già anziano, fu prodigo di aiuti e consigli a un’équipe di naturalisti svizzeri guidata dai professori Rikli e Schröter; offrì loro una memorabile serata nel giardino di casa sua e fece loro da guida nel Jardín de Aclimatación. Eugen Bolleter, il botanico della spedizione, ne fu talmente impressionato da dedicargli un intero capitolo del suo libro sulle Canarie [ill. 4].
Nel 1893, il governatore dell’isola pretese che Wild -pret, per mantenere il posto di capo giardiniere, prendesse la cittadinanza spagnola. Rimasto forte-mente legato alla sua patria, dove aveva fatto a studiare i figli, egli preferì licenziarsi. Da quel mo-mento, pur mantenendo un legame affettivo con il giardino che aveva fatto rinascere, si occupò esclu -sivamente delle attività di famiglia. Nel 1896, ced-ette vivaio e negozio ai figli Guillermo e Gustavo che ne ampliarono l’offerta; nel loro negozio, ribattezzato Helvetia, oltre a sementi e altri prodotti orticoli, vendevano cioccolato svizzero, liquori, conserve, alimentari di importazione [ill. 5]. Ma soprattutto, la famiglia Wilpret investì fortemente nel turismo e nell’industria alberghiera: nel 1890 Hermann Wildpret fu uno degli azionisti della Compagnia Taoro che costruì il Gran Hotel Taoro di Puerto de la Cruz, uno dei più grandi e moderni d’Europa, e ne disegnò i giardini.
Hermann Wildpret morì nel dicembre 1906 all’età di 75 anni. A ricordarlo una delle piante più belle delle Canarie, il simbolo vegetale di Tenerife, la viperina rossa del Teide Echium wildpretii. Il bisnipote Wolfredo Wildpret de la Torre, nato nel 1933, è a sua volta botanico, professore dell’Università di La Laguna e studioso della flora endemica delle Canarie.
Bibliografia
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BOLLETER, E. (1910), Hermann Wildpret, der Schöpfer des Ruhmes vom botanischen Garten in Orotava, in Bilder und Studien von einer Reise nach den Kanarischen Inseln, P. Papst, Leipzig.
GONZÁLEZ LEMUS, N. (2008), Clima y Medicina. Los orígenes del turismo en Canarias, Ediciones Idea, Santa Cruz.
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MATOS, R. (1995), Hermann Wildpret, un Suisse à Ténérife au XIXème siècle, micro-analyse des mécanismes de la diversification, «Le Globe. Revue genevoise de géographie», 135, pp. 159-172.
WILDPRET, H. (1858), Catálogo general de árboles frutales, árboles y arbustos de flores y sombra y de adorno, arbolitos y arbustos bonitos, plantas bajas y de adorno, enredaderas, coníferos, palmeras, helechos, plantas acuáticas y gramíneas, cebollas y batatas, semillas de flores, árboles y hortalizas, Imprenta la Voz de Taoro, La Orotava.
WILDPRET, H. (1866), Catálogo general de árboles frutales, árboles y arbustos de flores y sombra, plantas para macetas, poyos y grupos, enredaderas, rosales, camelias, cebollas, batatas y raíces de flores, semillas de hortalizas y de flores variadas, Imprenta Bonnet, Santa Cruz de Tenerife.