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Tenebrionidi roba che dovremmo mangiare...
 Alpheobius diaporinus Alphitobius diaperinus

Roba che dovremmo mangiare.......

Piero Sagnibene

 

Coleoptera tenebrionidae

Nel maggio 2021 la Comunità Europea ha autorizzato il commercio per uso alimentare umano delle larve di un insetto, il coleottero tenebrionide Tenebrio molitor L.1758, popolarmente noto come” tarma della farina”, anche se questo soprannome è condiviso con altre specie di Tenebrionidi. Non conosco la competenza entomologica, né quella parassitologica dei parlamentari europei che hanno assunto questa decisione e, absit iniuria verbis, sono dubbioso delle troppo generiche rassicurazioni di salubrità rispetto al consumo alimentare umano di queste larve. Non conoscendo quella competenza, ma conoscendo per mestiere i Tenebrionidi, i dubbi nascono dal fatto che essi sono notoriamente infettati da protozoi Sporozoi, le Eugregarine, e nulla è stato detto o disposto dai legislatori su come saranno nutrite, disinfestate e protette queste larve, considerando che, nelle condizioni di allevamento massivo, la diffusione delle infezioni segue un andamento esponenziale.

Allevamento massivo di grilli Acheton Allevamento di adulti di Tenebrionidi

La larva del Tenebrio molitor è chiamata anche "verme della farina" perché predilige i prodotti a base di cereali, specialmente se scaduti. In natura si sviluppa nel legno marcio, mentre negli ambienti umani si nutre anche dei residui di cariossidi, crusca, resti vegetali, carne, insetti morti, anche della sua stessa specie, materiali fertilizzanti, piume e feci di uccelli. Può prosperare nelle dispense, nei magazzini, nei nidi di uccelli e di pipistrelli, persino in vecchi stracci, tappeti e imbottiture.

Le larve di Tenebrionidi vengono allevate e vendute (vive, essiccate o in polvere) in grandi quantità come cibo per uccelli, rettili, anfibi e pesci, o come “farine proteiche” che vengono aggiunte a pane, pasta, dolci, ecc. Talvolta, gli allevatori nutrono le larve con sostanze che impediscono la metamorfosi delle larve in esemplari adulti, come juvenoidi sintetici (methoprene, hydroprene, kinoprene, ecc. e derivati dell’estere metilico dell’acido 10-11-epossifarneseico, ecc.) portandole a crescere fino a più di 2 cm di lunghezza e 300 mg di peso e non si sa come queste sostanze agiscano sul metabolismo e sulla fisiologia umana. La macinazione delle larve comporta la presenza nelle “farine proteiche” di frammenti di esoscheletro o di esuvie di T. molitor che attivano le immunoglobuline E le quali causano gravi allergie ai consumatori.
I trofozoiti delle Eugregarine, dotate di organi adesivi o anche uncini nella parte anteriore della cellula, si localizzano nell’apparato digerente, nelle cavità del corpo e negli organi genitali dell’ospite. Hanno una riproduzione sessuale e qualche specie si riproduce anche per schizogonia. Infettano larve ed adulti dei Tenebrionidi. L’infezione inizia generalmente per ingestione delle oocisti, ognuna delle quali contiene 8 sporozoiti; questi, dopo essersi liberati nel lume intestinale, penetrano nelle cellule parietali, divenendo trofozoiti, o migrano alle vescicole seminali o alle cellule della cavità celomatica. Il trofozoite si accresce nella cellula e, divenuto troppo grande per essere contenuto nella cellula, continua ad accrescersi negli spazi intercellulari, libero o aggrappato agli epiteli. Ultimato l’accrescimento i trofozoiti diventano gamonti e si uniscono in sigizie, circondandosi di un involucro protettivo (gamontocisti). Ognuna delle due cellule subisce numerose divisioni nucleari dando luogo ad innumerevoli gameti che si fondono a formare zigoti (diploidi), ognuno dei quali secerne intorno a sé una parete cistica (oocisti). Lo zigote va in meiosi e ad una divisione post-meiotica da cui si formano 8 sporozoiti aploidi. Centinaia di oocisti si accumulano all'interno di ciascuna gametocisti; questi vengono rilasciati tramite le feci dell'ospite o tramite la morte e la decomposizione dell'ospite.

 

1 -Gli sporozoi si liberano nell’intestino del coleottero che ha ingerito l’oocisti – 2- dopo una fase di accrescimento si staccano dall’epidermide e divenuti gamonti si uniscono a due a due 3 - circondandosi di una cisti - 4. 5 -la gamontocisti raggiunge l’esterno con le feci e segue un periodo di intensa divisione cellulare 5 - dopo di che si differenziano i gameti e parte del citoplasma costituisce il corpo residuo (alcuni gameti fusiformi no partecipano alla fecondazione- il loro significato non è chiaro) - 8)lo zigote diploide si circonda della oocisti e si ha subito la prima divisione sporogonica (meiosi) che porta (9) alla formazione di 4 nuclei (10-11), quindi si ha una divisione post-meiotica che porta alla formazione di 8 sporozoiti (12-1).La gamontocisti così contiene numerosi oocisti ciascuna con 8 sporozoiti. (modif. da Grell)
Si stima che migliaia di specie diverse di Gregarine siano presenti negli insetti ed il 99% di esse non è conosciuto; ciascuna specie di insetto può ospitare più specie del parassita: sono considerati parassiti di grande successo, poiché i loro ospiti sono distribuiti su tutto il pianeta. Le dimensioni delle oocisti e la loro resistenza non consentono che esse vengano frantumate nel corso della polverizzazione delle larve e neppure vi sono studi per determinare se esse, come si pensa, resistono al calore delle cotture.
Un altro Ordine di parassiti invasivi di Gregarine sono le Schizogregarine, per le quali esistono solo riferimenti troppo generici dei loro ospiti. Il loro ciclo si differenzia da quello delle Eugregarine poiché è presente una fase schizogonica, quasi sempre intracellulare. Le cisti ingerite dall’ospite liberano nell’intestino sprozoiti dove si accrescono diventando trofozoiti. Il nucleo dei trofozoiti si divide più volte formando una grossa cellula plurinucleata. Per citodieresi si formano numerosi merozoiti uninucleati che infettano nuove cellule; questa fase si ripete più volte e, quando l’ospite è molto infettato inizia la gamogonia. Il resto è simile a quello delle Eugregarine.

 

1 – gli sporozoiti si liberano dalla oocisti, attraversano la parete dell’intestino e penetrano nelle cellule del corpo adiposo dove iniziano la fase schizogonica; 2-3- quando il tessuto ha raggiunto un certo grado di infezione si formano degli schizonti con grossi nuclei (4) che danno luogo a grossi merozoiti; 5 – questi si evolvono in gamonti che dopo essersi uniti a due a due (6) subiscono una fase di accrescimento e di moltiplicazione nucleare (7-8): 9 – nella gamontocisti si formano numerosi isogameti (notare il corpo residuo al centro della figura). Dopo la fecondazione (10) lo zigote diploide (11, in nero) si circonda della oocisti, subisce la meiosi (12-13) e una divisione post-meiotica(14) che porta alla formazione di 8 sporozoiti. La gamontocisti conterrà molte oocisti, ognuna con 8 sporozoiti. (da Grell modif.)
Le conseguenze patologiche della parassitizzazione da parte delle Gregarine non sono né lievi, né trascurabili. A parte allergie gravissime ed altri malanni, dei quali abbiamo già scritto sull’articolo “Il nuovo greenwashing degli insetti edibili”, ad esempio citiamo il caso del Cryptosporidium. (phylum Apicomplexa, classe Gregarinomorphea, sottoclasse Cryptogregaria).
Il Cryptosporidium infetta molte specie di vertebrati: pesci, rettili, uccelli, mammiferi, compreso l’uomo. Il nome Cryptosporium indica la mancanza di sporocisti nella oocisti. E’ considerato tra le Gregarine per i legami filogenetici con queste. E’ monoxeno intracellulare obbligato, cioè compie l’intero ciclo biologico in un solo ospite. Le oocisti sono lo stadio infettante; contengono quattro sporozoiti e vengono trasmesse all’uomo dagli animali o da acqua e cibo contaminati.
Digerite parzialmente nello stomaco liberano gli sporozoiti, i quali penetrano nell’epitelio intestinale ((duodeno, digiuno) superando l’orlo a spazzola degli enterociti; qui si completa il ciclo biologico co una fase asessuata ed una sessuata. La fase asessuata si ripete più volte con la moltiplicazione del parassita, quella sessuata do luogo alla formazione delle oocisti. La fase sessuata avviene sempre all’apice luminale degli enterociti, dove i parassiti vengono captati in un vacuolo extra-citoplasmatico, la cui membrana viene formata dall’epitelio enterico gradualmente.
Delle oocisti formate il 20% circa ha una parete sottile, mentre il restante 80% ha una parete più spessa e resistente, sono eliminate con le feci e sono immediatamente infettanti. Le altre oocisti si rompono nell’intestino e liberano 4 sporozoiti reiterando l’infestazione (auto-infestazione endogena) e ciò spiega le gravi forme croniche di criptosporidiosi da cui sono colpiti con deficit immunitari, anche in assenza di nuove infezioni esogene. Nelle infezioni delle vie respiratorie, che colpiscono pazienti immunodepressi, le oociti infettive vengono estromesse attraverso le secrezioni nasali.

 
Cryptosporidium hominis, parvum, meleagris, muris, felis, canis  


Le principali 6 specie responsabili della infezione umana sono Cryptosporidium hominis, parvum, meleagris, muris, felis, canis; mancano di una specificità dell’ospite ed hanno un ampio spettro di possibili ospiti. Il Cryptosporidium è una delle principali cause di malattie diarroiche e di mortalità nella prima infanzia. I meccanismi molecolari alla base dell’infezione e della patogenesi sono in gran parte sconosciuti.