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Oltre la linea di Wallace

 

Oltre la linea di Wallace

Oltre la linea di Wallace

 

Piero Sagnibene


Nel corso delle sue esplorazioni tra le isole dell’Indonesia, Alfred Russell Wallace (1823-1913) si accorse che specie di uccelli molto comuni sull’isola di Giava erano molto presenti a Bali, ma mancavano da Lombok; il fenomeno era difficile da spiegare perché lo stretto di Lombok, che separa le due isole , nei punti più vicini, è di circa 35 chilometri in linea d’aria ed entrambe sono molto più lontane da isole che invece hanno una

Marsupiali  

fauna simile. Nonostante la prossimità geografica le differenze tra gli animali balinesi e quelli lombokiani sono molto maggiori di quelle tra animali che vivono in terre lontanissime, come l’Europa e il Giappone.
Wallace, in circa 7 anni di ricerche e sulla base di più di 125.000 reperti da lui raccolti, registrò le differenze tra i mammiferi e gli uccelli di quegli arcipelaghi ed accertò che esisteva un vasto confine biologico, una sorta di linea immaginaria che separa, dal punto di vista della fauna, la regione asiatica da quella dell’Oceania. Tra le due regioni biogeografiche la diversità delle specie è tanto netta da poter essere tracciata una linea immaginaria, che T.H. Huxley (1825-1895) chiamò linea di Wallace; questa di estende lungo l'arcipelago Malese, tra il Borneo e l'isola di Celebes, fino ed oltre il breve stretto di mare tra le isole di Bali e Lombok dell'arcipelago della Sonda. La netta discontinuità biologica, tra gli arcipelaghi confinanti su questa linea, mostrava ad Ovest specie asiatiche, come elefanti, tigri, leopardi, rinoceronti e lemuri, e ad Est, invece, faune delle isole dell'Oceania, come monotremi (oritorinchi ed echidne), marsupiali (canguri, koala, talpe marsupiali, ecc.), uccelli (Lira, Kiwi, Emù, Casuari, Cacatua, uccelli del Paradiso, ecc.). La sua profondissima conoscenza della natura del Sud-Est asiatico, gli mostrò la demarcazione biotica fra la regione Orientale e quella Australiana, che corre proprio lungo la linea di Wallace. Dunque esisteva una barriera biogeografica che impediva il mescolamento delle faune e conservava la biodiversità tra le due regioni.
Wallace, guidato dalla sua idea che la Terra e la vita evolvono insieme, ipotizzò che in passato il livello del mare fosse più basso e che le isole fossero collegate ad altre terre, da cui erano state raggiunte dagli antenati degli animali suoi contemporanei; pensò anche che forse i fondali marini dello stretto di Lombok fossero così profondi da non essere mai stati privi di acqua e che per questo le faune delle due regioni biogeografiche, definite dalla sua linea, Bali e Lombok fossero rimaste isolate le une dalle altre.
La barriera che spiega la diversità di fauna e di flora tra i due versanti della linea di Wallace è, infatti, dovuta all’abbassamento del livello delle acque marine, di circa 100 metri durante l'ultimo periodo glaciale (16.000-14.000 a.C. ), la linea di Wallace, infatti, si distende lungo un tratto di mare di profondità tale da non essersi mai disseccato, agendo da barriera permanente e demarca nettamente la regione australiana da quella indomalese; lo stretto di Macassar, tra le isole di Celebes e Borneo, e lo stretto tra le isole Bali e Lombok, è così profondo da aver resistito a tutte le glaciazioni, mantenendo separati questi due blocchi di terre affioranti dall'oceano.
Durante le varie ere glaciali il livello del mare, abbassandosi, fece emergere la piattaforma della Sonda, che collega le isole del Sundaland l'una all'altra ed all'Asia continentale, permettendo quindi agli animali terrestri asiatici di raggiungere quelle isole e colonizzarle. Le isole poste al di là della linea di Wallace, furono invece difficili da raggiungere per i mammiferi, gli uccelli terricoli ed i pesci d'acqua dolce di origine continentale, e solo poche specie di essi riuscirono ad attraversare il mare aperto, cosa che invece fu possibile a diverse specie di uccelli, rettili ed insetti di origine continentali.

differenze faunistiche  

La linea di Wallace a confronto con altre successive delimitazioni delle differenze faunistiche rilevate nella zona. In grigio – la probabile estensione delle terre durante l’ultimo massimo glaciale quando il livello marino era più basso di circa 110 metri.
Continuando il lavoro di Wallace, Max Carl Wilhelm Weber (1852-1937), identificò poi il confine di equilibrio numerico tra specie di mammiferi e molluschi asiatici e quelli australiani e spostò più ad oriente la linea di Wallace, oggi detta linea di Wallace-Weber. La Linea di Weber, segna il punto in cui la flora e la fauna asiatiche e australiane sono approssimativamente ugualmente rappresentate e segue l'andamento degli stretti più profondi che separano le isole dell'arcipelago indonesiano. La regione biogeografica, costituita da un gruppo di isole separate da stretti di acque profonde, tra le piattaforme continentali asiatica ed australiana, fu detta Wallacea, dove, nell’interspazio tra la linea di Wallace, a Ovest, e quella di Weber, a Est, vi sono una serie di isole come Celebes, le Molucche, Lombok, Flores, Timor, che ospitano una fauna di transizione.

La Wallacea ospita molte specie endemiche e molte specie prodotte da una ampia speciazione autoctona, determinando la grandissima biodiversità dell'arcipelago indonesiano. Nel caso dei vertebrati terrestri l'endemismo è particolarmente elevato; su 1.142 specie rilevate ben 529 sono endemiche. Secondo l'OCI (Organizzazione Conservazione Internazionale), la Wallacea ospita oltre 10.000 specie di piante, di cui circa 1.500 sono endemiche della regione.
La linea di Richard Lydekker (1849-1915) divide le isole Kai e Tanimbar, nella provincia indonesiana di Maluku, da Papua Nuova Guinea ed Australia. Queste due grandi isole poggiano sulla piattaforma continentale del Sahul, cioé parte della piattaforma continentale del continente australiano che giace al largo delle coste dell'Australia. Il confine di Lydekker divide quindi il mar di Banda dai mari di Arafura e di Timor, e costituisce il limite occidentale di distribuzione della sola fauna australiana. Oltre questa linea, ad est, non si trovano più specie del continente asiatico.

Ricostruzione semplificata dell'antico Gondwana  

Gli eventi geologici fecero dell'Australia una grande isola che, dopo essersi distaccata dall'antico continente Gondwana, ospita la maggioranza dei Marsupiali viventi, circa 260 specie.
La barriera oceanica fermò i Placentati (a parte i pipistrelli e pochi roditori) e permise la diffusione e l’evoluzione ulteriore dei Marsupiali in assenza di competitori.
L'Australia e la Nuova Guinea sono collegate da una stretta piattaforma continentale che, durante le ere glaciali, divenne un ponte di terra e formavano un singolo continente; infatti l'Australia, la Nuova Guinea e le isole Aru condividono molte specie di mammiferi marsupiali, uccelli terricoli e pesci d'acqua dolce che non si trovano invece nella Wallacea.
La storia naturale della fauna australiana racconta per riflesso alcuni eventi del movimento dei continenti dovuto alla tettonica a placche.
Americhe ed Australia sono aree geografiche molto distanti tra loro: i Marsupiali comparvero nel Nord America e durante il Cretaceo medio si diffusero nel Sud America, per poi raggiungere l'Australia attraverso l’Antartide che, fino al Terziario inferiore (Oligocene, 33,7 – 23,8 m.y.a.) connetteva ancora queste regioni quando la massa continentale formata dal Gondwana era ancora unita; ciò spiega la presenza di una specie marsupiale sudamericana. Al limite Eocene-Oligocene si andava completando la separazione dell’Antartide dagli altri continenti con i quali costituiva il Gondwana, attraverso la formazione del canale della Tasmania e del passaggio di Drake, e si sviluppava la corrente circum-antartica che raffredda il clima dei continenti a Sud; un evento climatico, quindi, spinse la fauna del Sud America ad emigrare e dirigersi verso le attuali zone orientali dell’Australia, popolate da foreste di eucalipto e boschi. In Australia, i primi fossili di marsupiali risalgono, infatti, all'Eocene.

Convergenza evolutiva  

L’Australia, la Nuova Guinea e le isole limitrofe, poste oltre la linea di Wallace, divennero la patria dei Marsupiali e dei Monotremi. Come è noto i Marsupiali sono mammiferi metateri, dotati di una tasca addominale, detta marsupio, dove i piccoli, che nascono immaturi a causa della scarsa funzionalità della placenta, vengono allattati e protetti fino al termine dello sviluppo. L'assenza di competitori permise alle poche forme progenitrici di Marsupiali e di Monotremi, approdati in Australia, di divergere liberamente, producendo diverse specie che hanno occupato la maggior parte delle nicchie ecologiche, col risultato di una somiglianza sorprendente con gli euteri (placentati) dovuta ad un processo di evoluzione convergente.

Dromiciops gliroides  

Dromiciops gliroides THOMAS 1894 è l’unico marsupiale delle Americhe. Conosciuto come “monito del monte” o “colocolo”; vive nelle foreste umide del Cile, nell’isole di Chiloé, nella Cordigliera della costa. Animale notturno, prevalentemente arboricolo, insettivoro (di larve e pupe), costruisce nidi rotondi di foglie di quila che utilizza anche per il suo letargo. Lungo 8-13 cm, peso 17-31 grammi, ha una coda prensile e spessa della sua stessa lunghezza. Predilige le piantagioni di bambù. Le femmine partoriscono da 1 a 4 piccoli. La maturità sessuale è raggiunta nel secondo anno di vita. È considerato un fossile vivente, poiché esso è comparso più di 40 milioni di anni fa; inoltre, ha subito scarse modifiche nel corso della sua storia evolutiva.

 


Alcuni Marsupiali della fauna oltre la linea di Wallace

alcuni marsupiali  

Ciò che favorì l’evoluzione e la diffusione dei Marsupiali in Australia fu indubbiamente una particolare modificazione delle loro modalità produttive. Il canguro rosso, ad esempio, si accoppia per tutto l'anno, in quanto il ciclo riproduttivo è influenzato dalle condizioni ambientali e non è legato a una stagione definita. Nei Canguri le femmine hanno marsupi aperti anteriormente e ben sviluppati; partoriscono generalmente un solo cucciolo all’anno nei mesi caldi (gennaio-febbraio) ed alcune specie presentano il fenomeno della nascita ritardata; la femmina, dopo il parto, concepisce di nuovo, ma l’embrione rimane quiescente e non si sviluppa fino a quando il primo nato lascia il marsupio. Una femmina di canguro può allevare al tempo stesso tre figli a differenti stadi di sviluppo: il primo si allatta dal capezzolo, il secondo nel marsupio ed il terzo, già concepito, in attesa di poter cominciare lo sviluppo nell’utero. Questo sistema permette di sostituire immediatamente cuccioli morti prematuramente.
Canguro è il nome popolare con cui sono chiamate alcune delle circa 63 specie dei Macropodidi - il nome significa grande piede-. “Canguro” deriva da gangurru, un termine della lingua aborigena guguyimidjir riferito al canguro grigio. Il Lagorchestes GOULD 1841 (canguro lepre) è la specie più piccola e può pesare 1 kg, ma gli esemplari del Genere Macropus SHAW 1790 possono pesare anche più di 90 kg. I canguri hanno in comune la struttura delle zampe e gli arti posteriori molto robusti e sviluppati, caratteristiche che permettono loro di compiere grandi salti anche per lunghe distanze.
Per spiegare lo strano modo di muoversi dei Canguri, e di altri Marsupiali, bisogna considerare la storia climatica dell’Australia, cioè che il continente australiano diventò progressivamente arido e pieno di ampie pianure. I loro antenati correvano su quattro zampe, ma, modificando evolutivamente la conformazione anatomica degli arti posteriori, beneficiarono del fatto che il salto consuma meno energia rispetto alla corsa. Tranne quando nuotano, alcune specie di Canguri non riescono a muovere le zampe posteriori indipendentemente l’una dall’altra e si spostano saltando. Il canguro rosso, ad esempio, può percorrere circa 2 km alla velocità di 40 km/h, ma su brevi tratti può correre a 70 km/h. I salti dei canguri possono arrivare sino a 9 metri. Le forti zampe posteriori vengono utilizzate anche come arma di difesa, per sferrare calci.

canguri  

Alla ricerca di cibo e di acqua in un territorio arido i canguri a volte devono percorrere lunghe distanze, con un caldo opprimente; la maggior parte dei mammiferi non sopravvivrebbe in queste condizioni, mentre loro hanno sviluppato una strategia evolutiva per risparmiare energie e muoversi velocemente per lunghe distanze e su substrati molto diversi. L’acqua può essere difficile da

canguri  

trovare e la fatica esaurisce le riserve idriche del corpo: il salto, inoltre, fa consumare meno acqua rispetto alle altre forme di movimento.