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Vita dentro un fiore

 

Misumena vatia, pronta allo scatto

Vita dentro un fiore

 

Valentina Vitali 

 

Tra i mesi primaverili, maggio è sicuramente quello in cui si concentra la maggior parte delle fioriture, che colorano di giallo, viola, rosa, rosso e bianco i prati di campagna e dei parchi pubblici; viene spontaneo avvicinarsi ad alcuni di questi fiori per guardarli da vicino e magari apprezzarne il delicato profumo. E proprio osservando con attenzione le forme e le sfumature delle varie corolle ci si può accorgere che nascosto al loro interno c’è qualcosa che si sta muovendo, forse nel tentativo di proteggersi dal nostro sguardo indiscreto. Di chi si tratta? Di un ragno davvero particolare, dal momento che non costruisce una ragnatela, non è nero o marrone scuro e dotato di molti peli ma anzi è decisamente colorato e cammina in modo bizzarro; è un ragno-granchio.

Il nome di questi aracnidi riuniti, nella famiglia Thomisidae, si deve ad alcune caratteristiche che li rendono simili ai crostacei: il corpo è appiattito e a volte spigoloso, camminano soprattutto di lato o all’indietro e 4 delle 8 zampe di cui sono dotati (quelle posteriori) si presentano tozze e robuste mentre le rimanenti (anteriori) sono più lunghe, dotate di uncini e tenute in avanti e un po' aperte, proprio come le chele nei granchi. La differenza morfologica negli arti si deve ad una diversa specializzazione nell’uso poiché le zampe posteriori servono per spostarsi e rimanere aggrappati al substrato mentre le anteriori sono utilizzate nella caccia che avviene per appostamento. In effetti, escluse le specie appartenenti ai generi Xysticus e Ozyptila che si trovano anche sulle rocce o sul suolo, la maggior parte di questi ragni vive nei fiori, sui quali rimane appostata in attesa della visita di qualche insetto che viene prontamente afferrato con le 4 zampe apposite in grado di scattare a grande velocità tanto che difficilmente una preda riesce a sfuggire. Uno degli aspetti più affascinanti e sorprendenti dei ragni-granchio è la loro colorazione: esistono specie bianche, bianche e rosa, rosse, gialle e verdi e alcune riescono addirittura a variare il proprio colore come Misumena vatia, Thomisus onustusSynema globosum, detta anche ragno napoleone poiché sull’addome presenta una macchia nera con una forma che ricorda il cappello di Napoleone. Tale cambiamento cromatico non è casuale ma serve ad assumere il colore del fiore su cui ci si trova risultando perciò estremamente criptici sia agli occhi dei predatori (uccelli) che a quelli degli insetti preda, che quindi si avvicineranno senza timori al fiore. Nonostante da più di un secolo le ricerche scientifiche si siano concentrate su questo tratto peculiare ancora non si è compreso appieno il meccanismo di variazione; nel caso di Misumena vatia però si è scoperto che la sua normale pigmentazione è bianca poiché la cuticola è trasparente e nello strato di cellule sottostanti sono presenti cristalli di guanidina in grado di riflettere totalmente la luce. La colorazione di un esemplare è però influenzata pure dalle lunghezze d’onda riflesse dal substrato su cui si ritrova quindi se il fiore ospite non è bianco ma giallo l’individuo inizierà a produrre un pigmento che lo renderà giallo nel giro di circa 10 giorni; se poi dovesse ritornare su un fiore bianco inizierà ad eliminare, digerendolo, tale pigmento per tornare in qualche giorno di nuovo bianco. Thomisus onustus è più rapido nella variazione e più assumere sfumature bianche, rosa e violette. Alcune ricerche hanno messo in discussione che i ragni possano davvero adeguare il colore del proprio corpo al substrato perché ciò implica riuscire a distinguere bene i colori e a vedere sia se stessi che il fiore. Un’indagine sull’anatomia degli occhi nei ragni-granchio (Visual fields and eye morphology support color vision in a color-changing crab-spider pubblicata su Arthropod Structure & Development ) ha però dimostrato che il loro campo visivo è sufficientemente ampio da permettere di visualizzare contemporaneamente il proprio corpo e il substrato e che la retina è dotata di diversi tipi di fotorecettori che consentono una visione a colori quindi le evidenze sono a sostegno dell’abilità mimetica di questi organismi.

Nelle foreste tropicali dello Yunnan (Cina) lo scorso marzo alcuni ricercatori hanno addirittura osservato un maschio (solitamente più scuro e piccolo) e una femmina di Thomisus guangxicus fermi in una posa davvero strana, che nel complesso li faceva assomigliare visivamente ad un fiore di Hoya pandurata: il maschio marroncino posizionato sull’addome della partner rappresenterebbe stami e pistilli mentre la femmina giallo pallido imiterebbe la corolla. Si tratterebbe di un raro caso di mimetismo cooperativo dato che funzionerebbe solo con il contributo di entrambi gli individui (Male and female crab spiders “cooperate” to mimic flower, in Frontiers in Ecology and the Environment); le capacità criptiche di questi ragni nascondono quindi ancora molti aspetti sorprendenti! Se i ragni-granchio, anche grazie alle capacità criptiche, sono predatori infallibili e tra le loro prede figurano molti insetti impollinatori, la loro presenza può influire negativamente sull’impollinazione e quindi sulla biodiversità a livello locale? Fortunatamente no anzi le evidenze, al contrario, ne dimostrano l’effetto benefico nel microhabitat in cui vivono. Uno studio condotto in Svizzera ha ad esempio evidenziato che in molti casi gli impollinatori riescono a individuare la presenza dei ragni evitando di visitare i fiori su cui sono appostati; inoltre i Tomisidi tendono a posizionarsi sulle piante infestate da insetti fitofagi limitandone l’abbondanza e salvaguardando le specie vegetali. Esiste poi un altro fine e utilissimo meccanismo di regolazione messo in atto dai ragni-granchio, che per questo si rivelano indicatori del livello di biodiversità di un agroecosistema (Wildflowers-pollinator-crab spider predator food-web as indicator of the agroecosystem biodiversity). La sperimentazione avvenuta nelle “wildflower strips” (strisce di fiori selvatici ai lati delle colture) allestite presso il Centro di Ricerche Agro-Ambientali dell’Università di Pisa ha osservato che i ragni-granchio per nascondersi scelgono prevalentemente i fiori delle specie più abbondanti; come corollario prederanno soprattutto gli impollinatori che visitano tali fiori o scoraggeranno il tasso di visite riducendo la diffusione del polline di queste specie. Evidentemente i taxa dominanti formeranno meno semi e si riprodurranno in modo vegetativo andando incontro a lungo termine alla depressione da inbreeding; nel tempo quindi le specie più rappresentate si ridurranno lasciando spazio ad altre e complessivamente la ricchezza specifica aumenterà.

I Tomisidi perciò svolgono una funzione ecologica di gestione dell’equilibrio floristico limitando le specie dominanti. In natura spesso è così: organismi tanto piccoli da sfuggire all’attenzione umana racchiudono dentro di sé bizzarre caratteristiche, sorprendenti abilità e un importantissimo ruolo ecosistemico.