# G.Matteotti,“Io protesto!” “Ora preparate il mio discorso funebre” # E.Forte,Genitori cercansi-La contraddizione e la prospettiva-Alberto Pellai # L.Fraioli,“La scienza è una bussola contro la crisi del clima” # G.A.Stella,Calamità e sicurezza chi paga? # F.Irace,Tutti al museo.Se sappiamo ancora capirlo # G.Crivelli,La svolta ambientale ha bisogno di leader e politici lungimiranti # E.Comelli,Energia, il potenziale enorme del geotermico pulito # S.Sciandivasci,La sindrome del tramonto # P.Rumiz,I nuovi barbari dentro i confini dell’Europa # C.Rovelli,Io non credente mi sento vicino al Papa e alla Chiesa # F.Mannocchi,L’israeliana Erella da Gaza a Ramallah paladina del dialogo # A.Li Vigni,Il senso profondo del nostro essere umani # G.Nicoletti,Se i social danno dipendenza ai bambini e li rinchiudono nella tana del coniglio # P.Di Paolo,Se i politici non leggono # A.Rosina,Denatalità, non è più un tema solo femminile # M.D’Ascenzo,M.Perrone,Nel Paese 10,4 milioni di madri: un giacimento di competenze ignorate # G.Dotti,Quantificare l’incertezza è comprendere la complessità # P.Rumiz,La notte dell’Europa # E.Comelli,La dissalazione si diffonde ma resta il problema dei costi # E.Comelli,Alla ricerca di metodi efficaci per estrarre l’acqua dall’aria # C.Moreno,Soli davanti all’ansia dei ragazzi così una scuola che opprime trasforma i prof in aguzzini # G.Ziino,Valentina, libri per i più piccoli che fanno venire la pelle d’oca # M.Recalcati,Restituire importanza al mestiere di insegnare è il rimedio migliore al disagio della Scuola # M.Lancini,Inutile vietare i social ai ragazzini fragili # L.D’Alonzo,Scuola e disabilità, l’Italia insegna L’inclusione un patrimonio # M.Serri,Perché i ragazzi sono infelici # V.Mancuso,La nostra “opera” è la nostra esistenza #
“La Stampa” - 30 maggio 2024
“Io protesto!” “Ora preparate il mio discorso funebre”
di Giacomo Matteotti
Pubblichiamo il resoconto stenografico del discorso che Giacomo Matteotti tenne alla Camera dei deputati il 30 maggio 1924, per contestare i risultati elettorali del 6 aprile dello stesso anno e le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni.
“La Stampa” - 27 maggio 2024
Genitori cercansi - La contraddizione e la prospettiva - Alberto Pellai
di Elisa Forte
Nel villaggio del virtuale c'è il Lucifero digitale che seduce, incanta (per poi ingannare) i nostri ragazzi. Mentre gli adulti oscillano confusi tra atteggiamenti tecno-entusiasti e tecno-scettici, tutti tesi alla ricerca di una tecno-saggezza che pare impossibile da raggiungere. E mentre internet sta ingoiando le nuove generazioni, gli smartphone sembrano essere diventati il problema degli adolescenti. Se negli Usa sono soprattutto le tesi dello psicologo sociale Jonathan Haidt alla base di discussioni su un tema controverso e importante, in Italia l'uscita dell'ultimo libro dello psicoterapeuta Alberto Pellai, Allenare alla vita. I dieci principi per diventare genitori autorevoli (Mondadori) ha riacceso il dibattito. Tra tecno-entusiasti e tecno-scettici, Pellai si colloca tra i secondi. Considera i nativi digitali oramai dei veri natanti digitali intrappolati nello smartphone, risucchiati dalle sabbie mobili del web.
"La Repubblica" - 27 maggio 2024
“La scienza è una bussola contro la crisi del clima”
di Luca Fraioli
L'intervista
«Ognuno ha diritto alle proprie opinioni e alle proprie strategie, e questo fa parte della politica, ma nessuno di noi ha diritto a fattialternativi. I fatti sono fatti, che ci piacciano o no». E i fatti messi in fila da Carlo Buontempo, responsabile del Servizio CambiamentiClimatici del programma europeo Copernicus, sono drammatici. Lo studioso illustrerà i dati al Festival di Green&Blue, agli IBM StudiosMilano, il 3 giugno. L’ultimo report sullo Stato del clima europeo parla chiaro: il 2023 è stato l’anno più caldo della storia; la quantità dighiaccio presente nei ghiacciai delle nostre montagne nel 2023 è diminuita del 10% rispetto all’anno precedente; l’altezza dellasuperficie del mare che, anno dopo anno continua a crescere di 3 millimetri all’anno. «Non smetterà di crescere almeno per il prossimosecolo. Spetta alla politica decidere le azioni da mettere in campo, ma come scienziato mi permetto di insistere perché si utilizzino leinformazioni che abbiamo su quel che accade».
“Corriere della Sera” - 26 maggio 2024
Calamità e sicurezza chi paga?
di Gian Antonio Stella
La proposta di Zaia, le tante polemiche del passato e il lungo elenco delleoccasioni perdute per la tutela
«Bella idea. Il rischio è che si pensi che sia una tassa sulla jella». Renato Brunetta dice diricordare bene quando propose a Silvio Berlusconi l’introduzione di una polizza assicura-tiva che coprisse almeno in parte i danni dei disastri naturali spiegando gli eff etti positiviche avrebbe avuto responsabilizzando di più i costruttori, le amministrazioni pubbliche e icittadini e facendo crescere la cultura del rispetto delle regole e della manutenzione. IlCavaliere stesso, in una lettera a Tremonti nel 2003, aveva scritto: «Non credo sia ancorapossibile che l’italia rimanga uno dei pochi Paesi industriali dove lo Stato si assume l’oneredi provvedere a rifondere per intero i danni prodotti dalle calamità naturali». Ma da qui afare il passo in più.
"Il Sole 24 Ore" - 26 maggio 2024
Tutti al museo. se sappiamo ancora capirlo
di Fulvio Irace
Cambi epocali. All’inizio fu il Pompidou, che mutò per sempre funzione e volto all’istituzione. E oggi c’è una nuova rivoluzione, che tiene conto di istanze sociali e rivendicazioni. Un libro per saperne di più
Il nome è così antico da perdersi nel mito.Il significato così mutevole da renderne impossibile una definizione univoca. Stiamo parlando del “museo”, di cui lo stesso organo di riferimento, l’Icom (International Council of Museums) ha dovuto più volte aggiornare lo statuto, estendendo il dominio sino all’immateriale e all’intangibile e allargardone i compiti dalla mera conservazione alla comunicazione e addirittura al “diletto” e al “piacere”. «Accessibile, inclusivo e sostenibile», si legge infatti nell’ultima dichiarazione del 2022, il museo «opera e comunica eticamente e professionalmente con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze».
"Il Sole 24 Ore" - 25 maggio 2024
La svolta ambientale ha bisogno di leader e politici lungimiranti
di Giulia Crivelli
Dialogo Sachs-Illy timori e miti da sfatare
«The future is already here, it’s just not very evenly distributed»: Jeffrey Sachs ha iniziato il suo intervento citando William Gibson. Le parole dello scrittore di fantascienza risalgono in realtà al 2003, ma sono, secondo l’economista e co-chair della Regenerative Society Foundation, le più adatte a descrivere la transizione ambientale: «Il futuro è già qui, solo che non è distribuito in modo uniforme».
Il riferimento è ai dati disponibili sulla inevitabilità della transizione ambientale, «se vogliamo salvare noi stessi, non il pianeta, che può sopravvivere anche senza di noi», ha aggiunto Andrea Illy, co-chair, insieme a Sachs, della fondazione che si occupa di economia rigenerativa.
"Il Sole 24 Ore" - 23 maggio 2024
Energia, il potenziale enorme del geotermico pulito
di Elena Comelli
Fonti alternative. Quest’anno in Germania entrerà in funzione un impianto che consente di sfruttare il calore in profondità in modo illimitato e senza emissioni. Negli Usa iniziative simili usando il fracking
Geretsried è una cittadina dell’Alta Baviera famosa per i paesaggi fluviali lungo l’Isar, un ecosistema unico in Europa. Da qualche mese, però, è diventata famosa in Germania anche per un altro motivo: un buco profondo 7mila metri, alla ricerca del Sacro Graal dell’energia. Si tratta della prima applicazione commerciale di una tecnologia geotermica innovativa, che promette di fornire energia pulita e illimitata sfruttando il calore delle profondità della Terra con un circuito chiuso e quindi senza emissioni.
Gli impianti geotermici tradizionali funzionano sfruttando i serbatoi naturali di acqua calda sotterranea per alimentare turbine in grado di generare elettricità 24 ore al giorno.
“La Stampa” - 22 maggio 2024
La sindrome del tramonto
intervista a Paolo Rumiz, a cura di Simonetta Sciandivasci
Alla seconda pagina del suo nuovo libro, Verranno di notte (Feltrinelli), un pamphlet vorticoso, teso e poetico sull'Europa e la notte che le incombe addosso, le guerre che la assediano, il disamore e l'intolleranza che la investono, Paolo Rumiz scrive che l'identità è una parola che «non serve più a dire dove sei e da dove vieni, ma a cercare la rissa e a sdoganare armi; identità, stessa radice di idiotes, che in greco vuol dire "quelli ripiegati su se stessi", che hanno paura della complessità del mondo e non si lasciano fecondare dall'incontro con l'altro». Domenica, nel suo intervento a Viva24, la convention dell'estrema destra a Madrid, organizzata da Vox, Giorgia Meloni ha detto: «Possiamo costruire una Ue migliore e differente, può cambiare identità». Gli stessi che volevano abolire l'Europa, ora vogliono rifondarla.
"La Repubblica" - 20 maggio 2024
I nuovi barbari dentro i confini dell’Europa
di Paolo Rumiz
I confini sentono il mondo. E qui, su questo confine, sento che la mia Europa d’Occidente comincia a somigliare ai Balcani, si presenta in ordine sparso all’appuntamento con la Storia. Tornano le nazioni, lasciano crescere l’odio etnico, mentre a Bruxelles c’è chi tace e lascia fare.
In un resort termale della lontana Turingia, là dove Arminio massacrò le legioni, succede che industriali e politici di destra, tra un bagno turco e una cena, pianifichino in segreto la cacciata di tredici milioni di stranieri, e poi — una volta scoperti — la promettano in parlamento, senza fare una piega, come punto chiave del loro programma politico. È la loro Soluzione finale, la loro Conferenza di Wannsee.
“L’Osservatore Romano” - 20 maggio 2024
Io non credente mi sento vicino al Papa e alla Chiesa
di Carlo Rovelli
Il Papa è venuto in visita nella mia città. Con mio stupore, ne sono stato felice. Su queste pagine, questo apparirà forse come un commento banale. Non lo è per me: sono cresciuto guidato da valori che mi sembravano lontani da quelli della Chiesa. Non sono mai stato credente, e non lo sono neanche oggi. Ma il mondo è cambiato, forse io sono cambiato, forse la Chiesa è cambiata, e oggi mi sento con stupore vicino alla Chiesa, alla sua guida morale, come non avrei mai creduto potesse diventare possibile. E credo, lo dico sottovoce, che siano oggi in molti, che erano molto lontani dalla Chiesa, a sentirsi così.
Sabato a Verona, la città dove sono cresciuto e ho vissuto tutta la prima parte della mia vita, il Papa ha raccolto attorno a sé una grande folla variopinta ed emozionata, animata dalle parole di pace, giustizia, dall’esortazione ad andare controcorrente, dalla denuncia di chi fomenta la guerra per lucrare, di chi fabbrica armi. Era una folla che sentivo fraterna.
“La Stampa” - 19 maggio 2024
L’israeliana Erella da Gaza a Ramallah paladina del dialogo
di Francesca Mannocchi
L’israeliana, 77 anni, ha lavorato a Gaza e oggi aiuta i palestinesi della Cisgiordania. Ha dedicato la vita a promuovere la pace ma dal 7 ottobre prova un forte senso di solitudine.
Per Erella Dunayevsky descrivere l’occupazione è facile: significa limitare la libertà di un altro individuo. La libertà di muoversi, di decidere cosa mangiare, di crescere ed educare i propri figli. Cioè quello che fa il suo paese ai palestinesi e ciò contro cui lei si batte da decenni. Per questo, da decenni, lavora per aiutare israeliani e palestinesi a conoscersi. L’ha fatto e lo fa in Cisgiordania, e l’ha fatto anche a Gaza, dove ha lavorato tra il 1998 e il 2000 per aiutare i bambini a convivere con il trauma dell’esposizione alla violenza.
Ricorda il titolo di quell’iniziativa, era: “La trasformazione del dolore”. Era a Gaza per aiutare i più giovani a trasformare la sofferenza in energia costruttiva «per non rimanere una vittima, per insegnare loro e imparare con loro a fare qualcosa della sofferenza. Renderla un processo attivo ma non distruttivo». Racconta il suo impegno come una semina quotidiana, un lavoro «fuori dai radar», individuale.
"Il Sole 24 Ore" - 19 maggio 2024
Il senso profondo del nostro essere umani
di Anna Li Vigni
Corpo & cervello
Cosa significa essere umani? È la domanda delle domande, alla quale si cerca di dare risposta sin dai tempi in cui, a Delfi, l’oracolo rispose: «Conosci te stesso». Oggi è più che mai necessario riflettere sulla massima delfica e trovare il coraggio di attuare una rivoluzione del pensiero – proprio come ai tempi di Copernico e Galilei –, scardinando vecchi pregiudizi antropologici e ripensando radicalmente la nostra umanità alla luce della sua vera essenza; si deve iniziare a edificare un futuro nuovo, più democratico ed ecologico, più umano. Cosa significa essere umani? è anche il titolo di un saggio del neuroscienziato Vittorio Gallese e dello psicologo Ugo Morelli.
“La Stampa” - 17 maggio 2024
Se i social danno dipendenza ai bambini e li rinchiudono nella tana del coniglio
di Gianluca Nicoletti
Nel Paese delle Meraviglie non si entra gratis. Il biglietto d'ingresso in realtà lo paghiamo tutti, con grande soddisfazione e spesso senza nemmeno rendercene conto. Questa è la sintesi delle nostre transumanze nelle piattaforme social, tutto ci sembra un fantastico dono da parte di chi ha a cuore il nostro piacevole ingaglioffirci, in realtà chi ci intrattiene ha lo scopo di farci restare, possibilmente per sempre, intrappolati nella tana del Bianconiglio.
Non è un pregiudizio passatista, è oramai una realtà accertata. L'algoritmo che regola la nostra esistenza nel mondo parallelo dei social, se potesse, ci terrebbe sempre dentro, a scrollare in stato semi ipnotico video dopo video.
La Commissione Europea ha appena aperto un procedimento formale proprio per valutare se i servizi offerti dal gruppo Meta attraverso Facebook e Instagram siano in violazione del Digital Services Act, la normativa che dovrebbe proteggere i cittadini d'Europa da una possibile attività manipolatoria e disinformativa da parte di servizi offerti da paesi extra europei.
"La Repubblica" - 15 maggio 2024
Se i politici non leggono
di Paolo Di Paolo
Ileader politici vanno al Salone del libro, ma non parlano quasi mai di libri. Se passano dagli stand, li sfogliano, o magari (vedi Salvini) annusano platealmente la carta di quelli che hanno scritto loro. I leader politici non leggono, perché — come la gran parte della popolazione adulta — non hanno tempo. Hanno tempo però di scriverli o farseli scrivere. Qualche volta postano o fanno postare sui social i libri che ricevono o che qualcuno acquista per loro. La verità è che, salvo rarissime eccezioni, sono poco interessati all’oggetto.
In molti di loro è rimasto un residuo di nausea scolastica, di insofferenza: d’altra parte, i libri pretendono concentrazione, esigono lo stesso tempo che esigevano secoli fa, mentre tutto il resto ha accelerato. Di tanto i tanto, i leader politici si lasciano sfuggire frasi forse troppo sincere: non leggo un libro da tre anni; non ho letto ma leggerò i libri di questo premio.
Non leggo un romanzo da dieci anni, confessò candidamente Berlusconi.
"Il Sole 24 Ore" - 12 maggio 2024
Denatalità, non è più un tema solo femminile
di Alessandro Rosina
Inverno demografico
Nel corso degli anni Ottanta l’Italia subisce un repentino crollo delle nascite. Il numero medio di figli precipita sotto 1,5 e rimane persistentemente sotto tale livello. Si ottiene così una struttura per età della popolazione sempre più squilibrata.
Da un lato aumenta la popolazione anziana, grazie all’aumento della longevità, d’altro lato però, più degli altri Paesi si riduce la consistenza delle nuove generazioni e di conseguenza si indebolisce progressivamente la popolazione in età attiva.
Ora non è più solo una questione di sacrifici e rinunce femminili, di nuove generazioni demograficamente deboli e con percorsi incerti, ma anche di squilibri che stanno compromettendo le possibilità di sviluppo del Paese e la sostenibilità del sistema di welfare complessivo.
"Il Sole 24 Ore" - 12 maggio 2024
Nel Paese 10,4 milioni di madri: un giacimento di competenze ignorate
di Monica D’Ascenzo Manuela Perrone
Maternità. Il paradosso italiano: donne più istruite degli uomini, ma tenute ai margini del mercato del lavoro e confinate nelle attività di cura non retribuite. Uno spreco degli investimenti nella formazione. Pesa l’assenza di servizi e strategia
Ci sono 3,418 milioni di inattivi in Italia che dichiarano di esserlo per «motivi familiari». Di questi, il 96% sono donne. Con inattive tecnicamente si indicano nelle statistiche le persone che non solo non hanno un’occupazione fuori dalle mura domestiche, ma che non ne sono nemmeno alla ricerca. L’aggettivo inattivo, però, è assolutamente una farsa se si guarda alle giornate di molte donne scandite dai lavori domestici e dai compiti di cura. Un insieme di oneri che, in base all’unica stima Istat disponibile, vale 557 miliardi di euro l’anno, pari al 34% del Pil, con la componente prodotta dalle donne pari a 395 miliardi di euro. Nell’Unione europea, insieme alle rumene, detengono il primato per quantità di tempo speso ogni giorno in attività di cura: cinque ore e due minuti, secondo l’Inapp, mentre gli uomini italiani, insieme ai greci (gli unici a svolgere meno di due ore di lavoro non retribuito), sono il fanalino di coda nella classifica, con due ore e 16 minuti.
"Il Sole 24 Ore" - 12 maggio 2024
Quantificare l’incertezza è comprendere la complessità
di Gianluca Dotti
Scienza. Le informazioni vengono elaborate da modelli matematici guidati dai dati e applicabili con super computer e calcolo ad alte prestazioni
È forse istintivo: spesso ci ancoriamo al singolo dato, al suo mero valore numerico, attribuendo un significato grandissimo a un’informazione così puntuale e (apparentemente) precisa. Quello che la comunità scientifica ci dice con sempre più forza è invece tutt’altro: più del valore specifico, sono importanti la variabilità e la riproducibilità che caratterizzano il numero in sé. Nella computazione e nella statistica, così come nella quotidianità, la rassicurante bellezza di un esito numerico lascia spazio a una realtà più complessa, composta da molti possibili scenari che hanno probabilità differenti di concretizzarsi. L’incertezza è dunque parte integrante del dato, la chiave per interpretare il presente e prevedere il futuro, laddove l’analisi deterministica si rivela insufficiente, e cioè soprattutto nelle applicazioni più complesse e di frontiera.
"La Repubblica" - 9 maggio 2024
La notte dell’Europa
di Paolo Rumiz
È da trent’anni – da quando l’Occidente ha lasciato la Bosnia in balia di squallidi affaristi e criminali – che mi ostino a narrare l’Europa. Più la sento balcanizzarsi e più vedo sbiadire gli ideali dei padri fondatori, più si rafforza in me l’obbligo di invocare quel nome. Europa. Ho riempito teatri, accompagnato orchestre sinfoniche di giovani, esplorato monasteri, risalito fiumi e montagne dall’Atlantico al Caucaso, per poi scriverne, in prosa e persino in versi, ed evocare la grande utopia da cui l’attuale alleanza è nata dopo la seconda guerra mondiale.
A contatto col pubblico è stato sempre facile risvegliare l’amore per la grande madre comune, capace di affratellare le nazioni. La mancanza di risposta sta al vertice.
"Il Sole 24 Ore" - 9 maggio 2024
La dissalazione si diffonde ma resta il problema dei costi
di Elena Comelli
Soluzioni alternative
Nella morsa di una siccità ormai in corso da tre anni, la città di Barcellona ha annunciato il mese scorso che a partire da giugno dovrà ricorrere a un impianto di dissalazione situato nella vicina provincia di Valencia per rifornire di acqua potabile via mare i suoi 1,6 milioni di abitanti. Trasportare l’acqua via mare è una soluzione costosa, così come il processo di dissalazione, ma la decisione sottolinea la gravità della siccità. Ora, le autorità catalane stanno pianificando di raddoppiare la capacità di dissalazione della regione nei prossimi tre anni.
"Il Sole 24 Ore" - 9 maggio 2024
Alla ricerca di metodi efficaci per estrarre l’acqua dall’aria
di Elena Comelli
Siccità. Nel 2050 saranno 4 miliardi le persone senza acqua potabile. È urgente trovare tecniche per sfruttare l’umidità atmosferica senza consumare energia o al limite solo quella da fonti rinnovabili
La siccità non fa paura ai Fremen, gli abitanti di Dune, che catturano l’umidità dell’aria con le loro “trappole a vento” e la raccolgono in grandi cisterne sotterranee. L’idea non è nuova: da millenni i contadini la sfruttano con varie tecniche, a partire da quelle dei nabatei, e ci sono diversi utilizzi moderni: chiunque abbia un deumidificatore o un climatizzatore, sa bene quanta acqua si possa estrarre dall’aria. Il problema, però, è come alimentare il processo: bisogna trovare un modo per estrarre acqua dall’aria senza consumare energia o al limite solo fonti rinnovabili, per poter offrire dispositivi fruibili anche alle popolazioni di aree remote, che non hanno accesso alla rete elettrica.
"La Repubblica" - 6 maggio 2024
Soli davanti all’ansia dei ragazzi così una scuola che opprime trasforma i prof in aguzzini
di Cesare Moreno
L'analisi
Gli insegnanti devono cambiare. Lo dicono gli allievi, lo dicono i genitori, lo dice chiunque si trovi a parlare di scuola senza porsi tanti problemi.
In questa frase c’è l’implicita accusa al singolo docente, di essere inadeguato, insensibile, chiuso. Quando incontro dei docenti per la formazione non pochi tra loro condividono questa idea.
Sono quattordici anni che Maestri di Strada cerca di collaborare con gli insegnanti di diciotto scuole nel martoriato territorio della periferia di Napoli est, (San Giovanni, Ponticelli e Barra) portando in classe e con il consenso dei docenti stessi “il grande tavolo” di cui parlava il professor Ammaniti su Repubblica , per una didattica attiva e cooperativa. Portando a scuola questa metodologia e dimostrando che essa è più efficace che la lezione frontale. Contavamo, e ci illudiamo che ancora sia possibile, in un effetto di contagio, ossia che un certo numero di docenti potesse autonomamente procedere in questa direzione. Ma in quattordici anni sono molto pochi quelli che si sono fatti coinvolgere. E da molti anni ci chiediamo perché: una causa contingente è che sono troppo stressati da riforme improvvisate, da richieste contraddittorie da parte degli allievi, dei genitori, del sistema produttivo, dell’organizzazione statale.
“Corriere della Sera” - 4 maggio 2024
Valentina, libri per i più piccoli che fanno venire la pelle d’oca
di Giulia Ziino
«Sembra una casa, più che una casa editrice». Quando parla di Valentina Edizioni, il marchio di cui è fondatrice insieme a suo padre Francesco Brioschi, l’entusiasmo di Valentina Brioschi è contagioso: la sua voce e quella di Margit Wiesmann, direttrice editoriale, si rincorrono l’una con l’altra, la stessa voglia di raccontare, di fare. Piccola realtà per i piccoli — è specializzata da sempre negli albi illustrati, da un po’ aperta a nuove sfide — Valentina Edizioni quest’anno fa cifra tonda: 25 anni. Ha festeggiato a Bologna, alla Children’s Book fair, e ora proseguirà a Torino, al Salone. L’avventura parte nel 1999, quando Valentina Brioschi, neolaureata, dà vita al marchio che poi, nel 2006, diventa parte del neonato Gruppo Editoriale Brioschi, senza però abbandonare mai la forte impronta autonoma e la vocazione al target dei giovanissimi.
"La Repubblica" - 3 maggio 2024
Restituire importanza al mestiere di insegnare è il rimedio migliore al disagio della Scuola
di Massimo Recalcati
Il disagio della Scuola è un disagio che non può essere ridotto né a quello degli studenti né a quello degli insegnanti né, tantomeno, a quello delle famiglie. È innanzitutto la Scuola come istituzione che è a disagio. Ma cosa significa questo disagio? Esso riflette, nel nostro tempo, il collasso più generale del discorso educativo. Come far esistere principi educativi in un’epoca, com’è quella ipermoderna, il cui comandamento fondamentale è quello del successo individuale a qualunque costo?
Non a caso, uno dei fraintendimenti maggiori che stiamo vivendo è quello che confonde il piano delle regole con quello del senso della Legge. L’educazione non coincide con la regolazione della vita, ma con la sua umanizzazione. Educare non significa sottomettere la particolarità della vita del figlio all’universalità astratta delle regole.
“La Stampa” - 3 maggio 2024
Inutile vietare i social ai ragazzini fragili
di Matteo Lancini
In un rapporto redatto da esperti francesi si suggerisce di introdurre norme che limitino l'uso di device e internet tra i minorenni. Tra le altre: niente internet nello smartphone fino ai 13 anni, niente social media prima dei 15 anni, poi possibilità di utilizzare solo quelli "etici" e, dunque, divieto di utilizzare Instagram e Tik Tok prima dei 18 anni. Eccoci con l'ennesima proposta che intenderebbe regolamentare lo smodato utilizzo giovanile della rete e che susciterà immotivato entusiasmo in molti adulti.
Insieme a diversi colleghi lavoro sul tema delle dipendenze da internet da quasi due decenni. Non è possibile elencare la moltitudine di proposte e iniziative in questa direzione di cui ho sentito parlare e in cui sono stato coinvolto. Mi piacerebbe dichiarare che sono state inutili, invece si sono rivelate deleterie, controproducenti.
“Avvenire” 3 maggio 2024
Scuola e disabilità, l’Italia insegna L’inclusione un patrimonio
di Luigi D’Alonzo
Ero a Bruxelles per una ricerca internazionale, nel fervore della discussione una collega tedesca, dirigente di un’importante associazione di persone con sindrome di Down, puntò l’indice verso di me e di fronte a tutti i colleghi proferì queste parole: «Voi Italiani, mi raccomando, continuate a lavorare bene, perché siete il faro del mondo sull’inclusione». Illuminare i percorsi per cercare di condurre in porto l’inclusione è assumersi una grande responsabilità, ma non di meno è un dovere perché nessun altro Paese al mondo ha oltre 50 anni di esperienza inclusiva come il nostro. Nel 1971, infatti, politici illuminati favorirono la promulgazione di una legge, la 118, che aprì le porte delle nostre scuole a coloro che fino ad allora erano relegati in istituzioni chiuse, emarginati in scuole appositamente ideate per loro: le cosiddette scuole speciali. Agli inizi degli anni ‘70 in si contavano circa 1.400 scuole speciali e circa 8.000 classi differenziali con oltre 40.000 persone con disabilità rinchiuse in istituti. Perché la scelta inclusiva? Il motivo è fortemente pedagogico, e quindi civile.
“La Stampa” - 1 maggio 2024
Perché i ragazzi sono infelici
intervista a Massimo Ricolfi, a cura di Mirella Serri
Allarme giovani. Gli ultimi dati sui nostri ragazzi ci restituiscono una loro sofferenza in gran crescita. L'impennata è stata registrata dal 2019 al 2023 con un notevole incremento dei casi di bullismo e baby gang. A questi si aggiungono segni di deterioramento nella condizione mentale degli adolescenti: da anni sono in aumento ansia, depressione, isolamento, disturbi alimentari, autolesionismo, ideazione suicidaria, tentati suicidi e anche riusciti. Più di 11 milioni di bambini e di giovani soffrono di un disagio psichico e, sempre secondo il Rapporto sull'infanzia nell'Unione europea 2024 di Unicef, ne sono afflitti un quinto dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Siamo entrati nell'età del malessere under 20? Sono stati il Covid e l'isolamento i grandi responsabili?
Giriamo la domanda al sociologo Luca Ricolfi, presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume che negli ultimi tempi si sta dedicando alla ricognizione e individuazione delle cause delle difficoltà dei più giovani.
“La Stampa” - 1 maggio 2024
La nostra “opera” è la nostra esistenza
di Vito Mancuso
«Tu che lavoro sei? ». Ecco la domanda che in questo 1° Maggio 2024 dovremmo porre a noi stessi al posto di quella consueta «tu che lavoro fai? ». Il lavoro, infatti, prima ancora di essere un compito esteriore che si svolge, è l'essenza interiore di ogni fenomeno naturale. Nella misura in cui qualcosa è, lavora; se non lavorasse, non sarebbe. Lavoro ed esistenza, ontologicamente, coincidono.
Sostengo questa mia tesi alla luce del concetto di energia, la cui definizione scientifica è "capacità di compiere un lavoro". Ma prima ancora della scienza, è la filologia a insegnare che il termine energia, dal greco "enérgheia", è formato dalla preposizione "en", che significa "in", e dal sostantivo "ergon", che significa "opera, lavoro", per cui energia letteralmente significa "all'opera", "al lavoro". Ora, essendo la materia e tutti gli enti che da essa provengono riducibili ontologicamente all'energia, si può dire che tutto è energia, che tutto è capacità di compiere lavoro, che tutto è lavoro.