Gli uccelli del terrore
Piero Sagnibene
Phorusrhacidae AMEGHINO 1889
A volte i risultati della ricerca scientifica sembrano paradossi; come pensare, ad esempio, che il minuscolo canarino giallo, che alcuni tengono imprigionato in una gabbietta, sia parente del più grande e feroce dinosauro mai esistito, il Tirannosaurus rex OSBORNE 1905, alto fino a 14 metri e del peso di circa 10 tonnellate? Ma entrambi sono dinosauri Teropodi, come mostrano più di 1500 caratteri nello scheletro di oltre 100 specie di dinosauri e che attestano i legami di discendenza tra uccelli e dinosauri. I Teropodi erano dinosauri Saurischi, bipedi e carnivori, comparsi circa 230 milioni di anni fa, che si svilupparono nel Triassico e dominarono le terre emerse con i più grandi, feroci ed agili predatori terrestri, come Tirannosauri, Allosauri, Velociraptor, ecc.
I Teropodi, presentavano già una struttura scheletrica leggera, formata da ossa cave irrorate da tessuto respiratorio (le stesse degli uccelli) e, grazie allo scheletro più leggero ed alla riserva di aria contenuta nelle ossa, alcune forme svilupparono la capacità di librarsi in aria, prima con volo planato e successivamente con volo battuto, acquisendo, per esattazione degli arti anteriori, trasformati in ali, anche questa nuova funzione. Questi volatori non discendevano dagli pterosauri (altri dinosauri volanti) ma rappresentavano un secondo tipo di Arcosauri volanti, nei quali le penne (loro carattere diagnostico) – e non una plica cutanea, come negli pterosauri - costituivano la superficie alare dell’arto anteriore modificato. Piume e penne, nate come modificazioni delle squame ed utili per la regolazione termica, erano presenti in tutti i dinosauri, incluse le forme giganti.
La linea evolutiva intrapresa dagli antenati degli uccelli, riducendo il peso e la massa corporea per conquistare lo spazio aereo, conservò elementi evidenti che collegano gli uccelli agli altri dinosauri Teropodi: il tipo di respirazione, la forcula, la pneumatizzazione delle ossa cave, con i sacchi aeriferi e tessuto respiratorio interno, la forma del bacino e di alcune articolazioni, arti dotati di tre dita funzionali, il tipo di uova e la loro cova, il piumaggio, ecc. Raggiunsero una maggiore efficienza in volo grazie alla convergenza evolutiva con l’altro gruppo di dinosauri, gli Ornithischia, cioè spostando il pube tutto all’indietro e portandolo parallelo all’ischio.
In 50 milioni di anni, trai 210 ed i 160 milioni di anni fa, si evolsero in direzione di continua miniaturizzazione delle dimensioni corporee e con una “velocità di evoluzione” di ben 4 volte più rapida di quella degli altri dinosauri. 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, la Terra fu colpita da un asteroide che provocò una grande estinzione in massa che annientò circa l'80% delle specie marine e continentali; tra i sopravvissuti (insetti, tartarughe marine, alcuni coccodrilli, ecc.) vi erano anche piccoli dinosauri Teropodi del peso non superiore ai 25 Kg. Fu dopo la grande estinzione in massa(62 m.y.a.) che alcuni uccelli, divenendo incapaci di volare ed aumentando le loro dimensioni, occuparono la nicchia ecologia lasciata vuota dai grandi Teropodi carnivori e divennero feroci predatori apicali delle reti trofiche delle regioni che abitavano.
Tra i 50 milioni ed i 18 000 anni fa, enormi uccelli dominavano la Patagonia e le ampie pianure preistoriche delle Americhe meridionali. Alcuni di essi raggiungevano i tre metri di altezza e superavano i 150 Kg di peso. Il Kelenken guillermoi BERTELLI 2002 del medio Miocene (15m.y.a.), possedeva il più grande cranio di volatile mai scoperto, lungo71 cm e con un becco di 46 cm, ricurvo ed affilato come un rostro di aquila (il nome generico è quello di un demone della mitologia del popolo Tehuelche). I cosiddetti “uccelli del terrore” inseguivano le loro prede, potendo correre alla velocità di circa 70 Km/h, con una tecnica simile a quella dei dinosauri Velociraptor. Usavano le zampe per colpire e fermare le loro prede che poi laceravano con il loro grosso becco uncinato. Gli “uccelli del terrore (Phorusrhacidi) si nutrivano di mammiferi di piccola e media taglia. Occupavano gli spazi che nei continenti boreali erano occupati da canidi e felidi. Divennero i predatori apicali vincendo la competizione con i Tilacosmilidi, marsupiali che avevano caratteristiche simi a quelle dei felidi dai denti a sciabola, e con i coccodrilli terricoli sebecidi. Da 66 a 2,5 milioni di anni fa nel continente sud-americano, il ruolo dei carnivori terrestri fu condiviso in tempi diversi, ma non equamente, dai mammiferi marsupiali, coccodrilli sebecidi ed uccelli forusracoidi.
Non essendo più in grado di volare la dispersione di questi enormi uccelli avvenne su terraferma, percorrendo un ponte continentale che univa il Nord con il Sud America 62 m.y.a., e che decorreva lungo le attuali Piccole e Grandi Antille. 55-45 milioni di anni fa un ponte continentale tra America Settentrionale ed Europa consentì, ad esempio, all’Ameghinornis di arrivare fino in Francia. 45, ma forse 70 milioni di anni fa, una zona di terre emerse unì la parte più meridionale del Sud America all’Antartide, che allora aveva un clima fresco ma non gelido. Sul ponte continentale si stabilirono ambienti di prateria ed in seguito un corridoio di savana dall’Argentina alla Florida, attraverso cui si ebbe la dispersione reciproca delle faune terrestri, documentata dalle testimonianze fossili, nota come “grande interscambio americano” cui parteciparono anche i Furosracidi.
Quando questi ponti terrestri scomparvero, il Sud America rimase un continente-isola fino alla comparsa dell’istmo di Panama, due milioni e mezzo di anni fa, per il sollevamento tettonico delle Ande settentrionali, associato ad un abbassamento del livello delle acque marine (circa 50 metri) per formazione delle calotte glaciali. Quando si chiuse la formazione vulcanica dell’istmo di Panama alcuni di essi si spinsero a Nord, nel Texas ed in Florida, circa tre milioni di anni fa; il Titanis walleri BRODKORB 1963, (Pliocene 5-2 m.y.a.), ad esempio, alto 2,5 metri e del peso di 130-150 Kg. Nel Nord America dovettero competere per il controllo del territori con le Smilodon fatalis LUND 1842, tigri dai denti a sciabola con canini enormemente sviluppati, lunga più di 2 metri e dal perso ci circa 300 kg. Secondo Florentino Ameghino (1853-1911), il Titanis si avvicinava furtivamente alla sua preda e cercava di colpirla alla nuca, tramite un colpo di becco, che fungeva da accetta. Se la preda si accorgeva della sua presenza e fuggiva, il Titanis la inseguiva, allungando il corpo e colpendola alle gambe ed ai fianchi col becco uncinato. La preda veniva poi trattenuta a terra e pestata con i grossi artigli mentre, con un movimento a cesoia, il Titanis recideva le vene del collo o dell’addome.
Già prima del grande interscambio i Furosracidi avevano raggiunto il loro apogeo per dimensioni e diversità, ma l’interscambio portò in Sud America canidi e felidi ed i Furosracidi cominciano a declinare nella competizione con questi ultimi. Solo una linea di discendenza sopravvisse dopo i 2,5 milioni di anni fa: si tratta di quella che si disperse in Florida rappresentata da Titanis. Anche in America settentrionale ed in Europa, tra i 55 ed i 45 milioni di anni fa, i parenti dei Furosracidi soccombettero alla competizione con i carnivori placentati evoluti.
Questa ricostruzione, per quanto plausibile, è ovviamente speculativa, poiché non è possibile identificare con certezza in un singolo fattore la estinzione di un qualunque gruppo di animali conosciuti solo come fossili.
Una concausa della loro estinzione potrebbero essere stati i cambiamenti climatici delle due epoche geologiche che comprendono il Neogene(23 - 2,6 m.y.a.), il secondo periodo dell'epoca Cenozoica, che ne destabilizzarono l’habitat e che si verificarono nei 10 milioni di anni che precedettero il Pleistocene.
Gli uccelli del terrore si estinsero intorno a 2 milioni di anni fa, e prima che le megafaune americane fossero sterminate dagli stessi cambiamenti climatici e, principalmente, ad opera dell’uomo.
L'Antartide, prima che le sue condizioni ambientali divenissero estreme, era popolata da una grande varietà di specie, ma finora si sono ritrovati solo resti di piccoli vertebrati (insettivori, marsupiali, piccoli uccelli). Una scoperta fortunata sull’isola di Seymour ha mostrato che in Antartide viveva allora un “uccello del terrore”, un forusracide alto due metri e del peso presumibile di 100 Kg, che probabilmente era il predatore apicale della rete trofica del continente. Sono stati ritrovati un paio di artigli lunghi 8 cm che hanno consentito di attribuire il reperto ai Phorusdrhacidae.