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Sui quotidiani e periodici giugno 2024

# V.Petrini,Quegli atti disumani del popolo italiano # E.Dusi,“Non prendo farmaci e salto sempre il pranzo Sono i miei elisir” # G.Boero,Viaggio sul pianeta degli adolescenti # M.Maggiani,Io accuso voi potenti del Sistema cannibale # F.Giuliani,Perchè sei italiane su dieci non hanno votato # V.Parrella,Scuola e sanità, la resistenza del Mezzogiorno # F.Merlo,“Un rifugio tra gli alberi per i bambini” # F.Bacchini,Quelle pericolose intromissioni nel cervello # V.Ardone,Ma il giorno dopo è ancora il primo in cui bisogna cavarsela da soli # M.Manoni,State attenti # E.Cattaneo,Scriviamo insieme il futuro della scienza # P.Rumiz,Le risposte che mancano alla Sinistra # D.Bidussa,La Destra e l’Europa che verrà # A.Perazzi,Non estirpatela, non è un’erbaccia # G.Dotti,Le piante sono fonte d’ispirazione Anche per i robot # V.Ardone,Mia nonna e il voto che l'ha resa libera # C.Valerio,Le parole che hanno conseguenze # E.Bruno,C.Tucci,I giovani sono i nostri primi stakeholders # F.Lorenzoni,L’attacco del governo contro una scuola aperta e inclusiva # F.Cupellaro,"Per centri urbani a prova di futuro servono più alberi e meno asfalto" # F.Cerati,Lo smartwatch intelligente che rileva il rischio di ictus # G.Vallortigara,Un’intelligenza così creativa da superare i limiti # S.Sileoni,L’impegno non è soltanto nelle urne la Repubblica va meritata ogni giorno # C.Saraceno,Scuola e integrazione per far crescere il Paese # N.Lozito,Fabiola Gianotti "Il mondo a due velocità non regge La scienza sia colla per la pace" # M.Ammaniti,I giochi perduti dei bambini #


“La Stampa” - 22 giugno 2024
Quegli atti disumani del popolo italiano
di Valentina Petrini

«Atti disumani che non appartengono al popolo italiano». Parola di Giorgia Meloni. Non sono d'accordo. Non dopo quello che ho visto in anni di reportage dai luoghi di sfruttamento italiani. Il caporalato esiste perché ci fa comodo. Serve a chi prende un lavoratore in nero, a chi affitta una casa in nero, a chi presta una mano solo in cambio di soldi. Siamo noi italiani ad accettare e alimentare lo sfruttamento, ed è per questo che poi a volte quelli come Satnam Singh muoiono. Noi sappiamo ma facciamo finta di non vedere. Bambine e bambini costretti a rimanere da soli dalle prime ore del giorno, mentre mamma e papà braccianti lavorano nei campi fino allo sfinimento. Con Save The Children l'abbiamo documentato e denunciato. Il report con la fotografia dell'Italia che siamo, l'hanno letto tutti. Le famiglie dei braccianti in provincia di Latina vivono (quando va bene) in case o in soluzioni abitative degradate, anche in undici in un appartamento di 55 metri quadrati. E chi gliele affitta queste case? Altri italiani. Ecco perché non tutti riescono ad ottenere il riconoscimento della residenza. A Bella Farnia sono entrata in queste case.


"La Repubblica" - 22 giugno 2024
“Non prendo farmaci e salto sempre il pranzo Sono i miei elisir”
di Elena Dusi
Sivio Garattini - Il fondatore dell’Istituto di ricerche Mario Negri
Lo studio, i successi, lo stile di vita: il padre della farmacologia italiana, 95 anni, si racconta

Sono rari in Italia i medici che vengono riconosciuti e fermati per strada. Silvio Garattini, 95 anni, ha appenafinito di parlare con una coppia all’uscita della stazione Termini a Roma. «Sono preoccupati per le sorti del nostro sistema sanitario» racconta. Anche in un torrido mezzogiorno il fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano indossa l’inconfondibile maglia a collo alto, solo più sottile rispetto alle versioni invernali. «Ha sempre risparmiato a mia moglie il lavoro di stirare le camicie. Ed è comoda in viaggio» spiega, camminando con passo agile e salendo le scale a piedi.
Qual è il suo rapporto con le medicine?
«Non ne prendo, a meno che non siano davvero necessarie».
E con il cibo?
«Due biscotti stamane a colazione. A pranzo nulla, a volte una spremuta di frutta. Dopo cena mi alzo da tavola con un leggero senso di fame, come consigliavano i nostri nonni. Carne rossa o alcol solo raramente, ma nel caffè un cucchiaino di zucchero lo metto volentieri.
Nessuna privazione, mangiare poco diventa presto un’abitudine. Infatti al ristorante non riesco quasi mai a finire il piatto».


"La Repubblica" - 22 giugno 2024
Viaggio sul pianeta degli adolescenti
di Giulia Boero
Il saggio di Massimo Ammaniti

Come si possono comprendere le esperienze di adolescenti che manifestano se stessi attraverso i loro rifiuti, le reticenze, le aperture verso gli altri, gli entusiasmi in un intreccio di emozioni immediate e improvvise? E, ancora più importante, come è possibile restituire tali esperienze senza tradire il segreto professionale, uno degli obblighi deontologici fondamentali della psicoanalisi?
Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore onorario di Psicopatologia dello sviluppo, torna per Raffaello Cortina con un nuovo saggio sul tema e sceglie la via del racconto. I paradossi degli adolescenti è un libro di storie raccolte, di voci restituite, di ragazze e ragazzi ritratti in frammenti della loro vita quotidiana, per capire se le teorie psicologiche e psicoanalitiche più comuni siano ancora in grado di penetrare il mondo degli adolescenti di oggi. Entrare nella loro mente, in continua evoluzione. Ragazze e ragazzi con un nome, con storie che raccontano qualcosa di più, trasformati in simboli di un’intera esperienza generazionale.


“La Stampa” - 21 giugno 2024
Io accuso voi potenti del Sistema cannibale
di Maurizio Maggiani

Dico a voi, a voi che con le vostre lingue sguainate come spade difendete il solco della sovranità alimentare, voi che vi ingozzate di italiche eccellenze colte fresche come natura crea dai sacri campi della patria, voi che con golosa mediatica brama addentate una forma di grana padano abbracciando in tal modo i valori italiani, e voi, auliche fanfare dei gioielli di terra, di vacca e di mare adeguatamente esposti nei tabernacoli delle boutique alimentari ai prezzi di Christian Dior.
Dico proprio a voi mediatori, intermediari e grossisti, e soprattutto a voi uffici acquisti che bandite le vostre aste al massimo ribasso e strozzate i contadini, dico a voi grandi contadini che strozzate i braccianti, e a voi grossi contadini che presidiate le vostre immunità piazzando i carrarmati ad uso agricolo in assedio alle istituzioni nazionali e transnazionali preposte ad arrendersi alle vostre condizioni con ferma determinazione.
E infine eccomi a voi, ministri plenipotenziari del diritto di vita e di morte sugli umani che lasciate volentieri morire per mare e altrettanto volentieri lasciate che vivano purché nella totale, infame soggezione della clandestinità.


“La Stampa” - 20 giugno 2024
Perchè sei italiane su dieci non hanno votato
di Fabrizia Giuliani

Sveglia. Aprire gli occhi. Guardare il fatto, mandare in soffitta cornici vecchie e sbagliate che impediscono di riconoscerlo. Quale fatto? Fossimo nel'900 parleremmo di «una grande questione nazionale»: lo è ma non siamo in grado di vederla, non prende forma e se la prende è respinta con fastidio. Partiamo dalle europee, battaglia polarizzata tra schieramenti guidati da due donne, dato inedito, segno di progresso. Le analisi del voto hanno interrogato flussi e travasi, identificato tendenze, vinti e vincitori; nessuno si è chiesto però se e come le donne avessero votato, alla luce delle nuove leadership. Si è tornati ai bei tempi andati in cui l'elettorato era un tutto indistinto da segmentare in base all'età, al ceto, alla geografia; chi leggeva i dati non era sfiorato dall'idea che per capire il paese occorreva distinguere non solo nord e sud, giovani e anziani, distribuzione della ricchezza, ma anche uomini e donne data la differenza storica che segna il loro accesso alla cittadinanza.


“il manifesto” - 18 giugno 2024
Scuola e sanità, la resistenza del Mezzogiorno
di Valeria Parrella

La regina delle lotte, quella più urgente, quella che ci dirà se l’Italia è ancora un paese democratico o meno, è quella contro l’autonomia differenziata. Lo dico da centocinquant’anni di Questione Meridionale, lo dico da un posto, Napoli, deprivato di risorse ma estremamente virtuoso, in cui purtroppo gli apparati non significano più nulla, ma le persone sì, e le persone fanno la differenza.
Purtroppo perché lo stato sociale dovrebbe essere un luogo sicuro dove ognuno dà e da cui ciascuno riceve senza dover contare sull’eccellenza bensì sul rigore dell’esercizio. Ora qui da noi non è così: qui da noi in edifici fatiscenti trovi neuro psichiatri pieni di competenza e umanità che con un verbale fatto bene ti salvano la vita. Su stradoni ingorgati di traffico senza fermata di metro si ergono istituti tumorali d’eccellenza, dentro ospedali sporchi brillano reparti limpidi. Tra le barelle passano lampi di competenza, il medico di base ha troppi utenti ma ti richiama appena può e non bada a orari: c’è.


"La Repubblica" - 16 giugno 2024
“Un rifugio tra gli alberi per i bambini”
di Francesco Merlo
A Bologna il grande architetto presenta l’hospice sospeso nel verde che ha progettato per i malati pediatrici terminali: “La bellezza non basta, la morte non diventa migliore. Ma diventiamo migliori noi”

Se esistono le sette meraviglie del mondo, questa è l’ottava. Eppure è un edificio per bambini malati terminali, 8.350 metri quadri sospesi tra le robinie, «perché la sospensione - prova a spiegare Renzo Piano - è il poco che capisco di un bambino che arriva qui con una malattia inguaribile, sospeso appunto, come una lettera che non ha il destinatario, sul lembo del mondo». E allora «gli abbiamo costruito la casa sugli alberi», che finalmente dà una forma moderna alla pietà.
«Ko-mo-re-bi», sillaba Renzo Piano, «è una parola giapponese che non esiste in italiano e neppure in inglese, e da sola ha il significato di una frase: descrive la luce che filtra e che gocciola attraverso gli alberi. Non solo quel che vedi, ma anche la sensazione che provi quando ci passi in mezzo, in sospensione tra la luce e l’ombra che ti danzano attorno. Se i pittori e i fotografi riescono a catturare le sensazioni delkomorebi , forse anche l’architettura può riuscirci e offrirle a un bambino malato». Per i giapponesi l’ombra è il riposo dello spirito. Per noi danteschi è l’anima in pena. Per Borges è il grigio della vecchiaia felice. Per un bimbo malato?


"Il Sole 24 Ore" - 16 giugno 2024
Quelle pericolose intromissioni nel cervello
di Fabio Bacchini
Neurotecnologia

Nella sentenza Jones v. City of Opelika, del 1942, la Corte Suprema degli Stati Uniti espresse l’opinione che la libertà di pensiero è assoluta, e anche «il più autoritario dei governi è incapace di controllare i meccanismi interni della mente».

Oggi questa asserzione è sulla via per diventare falsa, e sono sempre di più gli studiosi e gli attivisti preoccupati dal fatto che la Costituzione americana, al pari di quella italiana, non garantisce la sovranità dell’individuo sulla propria mente, per il solo fatto che ai suoi estensori dovette sembrare del tutto inutile ribadirla. Quel che c’era bisogno di tutelare era la libertà di espressione, non la libertà di pensiero in sé, perché sembrava ovvio che nessuno avrebbe mai avuto la capacità di ispezionare dall’esterno i pensieri che formuliamo dentro di noi, e che finché non li esprimiamo in segni o azioni nulla possa andare storto.


"La Repubblica" - 16 giugno 2024
Ma il giorno dopo è ancora il primo in cui bisogna cavarsela da soli
di Viola Ardone

C’ è stato un tempo in cui il cosiddetto “esame di Maturità” era una cesura che segnava il passaggio verso l’età adulta.  L’ingresso all’università per alcuni, nel mondo del lavoro per altri, il matrimonio per tante ragazze che, già privilegiate per aver completato gli studi superiori, viravano direttamente verso la collocazione familiare come mogli e madri. Era un esame duro, durissimo, la bocciatura era una eventualità non rara, il voto (espresso all’epoca in sessantesimi) poteva essere quel gettone prezioso che avrebbe spinto l’ascensore sociale ai piani più alti. L’esame, introdotto nel 1923 dal ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile, consisteva in una verifica capestro composta da quattro prove scritte e una prova orale in tutte le materie sull’intero programma del triennio.   Nel corso dei decenni si è ammorbidito diventando più facile, ha subito tanti cambiamenti quasi quanti sono stati i governi in carica, ognuno ha voluto lasciare il suo ricordo, l’ultimo in ordine di tempo è l’introduzione del “capolavoro dello studente” (sic!), ovvero una prodezza realizzata in campo scolastico, ma anche sportivo, artistico, personale da magnificare di fronte alla commissione al momento dell’esame orale. «La maturità è tutto», scriveva Cesare Pavese in esergo aLa luna e i falòprendendo in prestito la frase dal Re Leardi Shakespeare. La Maturità è un talent, si potrebbe dire oggi.


"Il Foglio Quotidiano" - 15 aprile 2024
State attenti
di Mattia Manoni
Così la connessione perenne in rete influenza le nostre capacità di concentrazione.  Gli studi neurologici, i rischi, le opportunità

Oggi più che mai l’attenzione è diventata una merce, forse persino una delle più richieste, tanto che sono in molti quelli che cercano di catturare quella altrui più spesso e più a lungo possibile. E se si considera l’attenzione come un filtro in grado di dirigere le nostre energie, sia che si tratti di pensieri o di denaro, si capisce quanto sia importante mantenerlo in funzione, così da riuscire a selezionare le informazioni rilevanti a scapito di quelle inutili o dannose. In pratica, qualcosa che oggigiorno appare come una fatica erculea considerando la quantità di canali televisivi, di notizie in circolazione, di contenuti presenti sulle piattaforme social e in quelle di intrattenimento.

Per non parlare delle fantasticherie che questi contenuti generano: come essere più affascinanti, più ricchi, più esploratori… In sostanza tutti pensieri altrettanto distraenti. Ma andiamo avanti.


“La Stampa” - 15 giugno 2024
Scriviamo insieme il futuro della scienza
di Elena Cattaneo

«We are open». Lo Human Technopole (HT) apre ufficialmente le porte ai ricercatori italiani di università, IRCCS ed enti pubblici di ricerca nel settore delle scienze della vita. Dal 10 giugno gli studiosi del Paese possono fare richiesta di accesso, con la totale copertura delle spese, alle più avanzate strumentazioni, procedure e competenze messe a disposizione dalle Piattaforme Nazionali (PN) del tecnopolo milanese.
Qui potranno sviluppare la parte tecnologica dei loro progetti di ricerca. Si chiama "bando" ma in realtà è una rivoluzione scientifica, strutturale, concettuale. Un totale cambiamento di rotta rispetto alle premesse su cui la Fondazione HT era nata, nel 2015, con una decisione politica del tutto arbitraria e col rischio di caratterizzarsi come un nuovo feudo dorato della ricerca, dotato a priori di un flusso costante e privilegiato di risorse pubbliche ad uso esclusivo di pochi interni.


"La Repubblica" - 11 giugno 2024
Le risposte che mancano alla Sinistra
di Paolo Rumiz

Contra la izquierda, Contro la sinistra. Nei giorni caldi della vigilia elettorale trovo un pamphlet con questo titolo in una libreria spagnola. L’attacco non viene da destra. La copertina è rossa, e la firma è di Jordi Gracia, un letterato di area liberale. L’inizio è fulminante: “L’unico fantasma che oggi scorrazza per l’Europa è il disinganno per una sinistra che non fornisce una risposta ideologica ai disastri del presente”. Il fantasma, per Gracia, non è la “marea nera” di cui scrivono oggi un po’ tutti, ma il vuoto politico che una izquierda staccata dal popolo lascia da troppo tempo alla destra, regalandole l’esclusiva su temi cruciali come il patriottismo o l’identità
Il voto europeo ha messo pienamente in luce questa debolezza delle sinistre, dalla Germania alla Francia e dalla Polonia all’Italia. La patria non è un concetto di destra. Tenersene alla larga ha prodotto il peggiore degli effetti: la mancanza di un’idea di patria europea da contrapporre alla patria delle nazioni. Quelle nazioni che, con le due guerre mondiali nel secolo scorso, hanno portato il continente al disastro e a breve — in un atto di autolesionismo — rischiano di ripetere l’exploit per la terza volta.


“www.feltrinellieditore.it” - 11 giugno 2024
La Destra e l’Europa che verrà
di David Bidussa

“I francesi hanno emesso il loro verdetto, ed è senza appello”. Sono le parole con cui ha esordito Jordan Bardella, il giovanissimo leader del Rassemblement National, domenica 9 giugno sera, pochi minuti dopo l’annuncio dei primi risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Riportando il 31,34% dei voti espressi, il Rassemblement National ha ottenuto una vittoria storica, che ha avuto come effetto un terremoto politico con l’annuncio da parte di Emmanuel Macron dello scioglimento dell’Assemblea nazionale e la convocazione delle elezioni anticipate il prossimo 30 giugno.
Ci sarà tempo per commentare quel risultato. Il dato di domenica sera però parla chiaro: Rassemblement National ha avuto un aumento oltre 6 punti percentuali rispetto al risultato delle europee del 2014, la volta in cui aveva avuto il consenso più alto (allora il consenso era al 24,9%).


"Il Sole 24 Ore" - 09 giugno 2024
Non estirpatela, non è un’erbaccia
di Antonio Perazzi
Verdissimo. Nel cambiamento culturale verso la natura, prima il giardino selvatico era un ossimoro, oggi si cerca il punto di contatto tra l’artificioso e lo spontaneo in una dimensione in cui le piante dialoghino con gli esseri viventi

Selvatico è un mondo che non conosce le nostre regole, che si sviluppa caparbiamente ovunque gli sia possibile, manifestandosi in ambiti naturali o artificiali con la stessa forza, anche oltre la nostra comprensione. Selvaggio non è un aggettivo semplice: è stupore ma è anche un atteggiamento non scevro da componenti violente, che non hanno sempre un fine. Natura selvatica è anti giardino, oppure no.
Giardino selvatico è un ossimoro, non può esistere un giardino senza un giardiniere.  Eppure la divulgazione scientifica, negli ultimi anni, ci ha permesso di raggiungere nuovi traguardi nella consapevolezza ambientale. Un giardino moderno può permettersi di controllare tutta la natura di cui è composto, soprattutto, lo può fare senza preoccuparsi del proprio impatto su un gruppo di sistemi molto più ampio. Il giardino dove tutto è sotto controllo è ancora conveniente per il giardiniere?


"Il Sole 24 Ore" - 09 giugno 2024
Le piante sono fonte d’ispirazione Anche per i robot
di Gianluca Dotti
Innovazione. Ispirata alla natura, la robotica soft imita i vegetali per replicarne le più complesse funzioni, inclusa la riproduzione per seme

Anche i robot possono crescere, svilupparsi ed esplorare il terreno come fanno le piante. Prendendo ispirazione dalla natura, dalla capacità dei vegetali di muoversi, di comunicare e di interagire con l’ambiente, si sta affermando l’approccio di creare automi sempre più integrati negli ecosistemi. Un esempio iconico è iSeed, semi stampati in 3D che imitano quelli dell’acero, con una forma che permette loro di essere dispersi dal vento su grandi distanze, grazie a un movimento simile alla pala di un elicottero. «Abbiamo robot in grado di promuovere lo sviluppo tecnologico e la sostenibilità dell’ambiente agricolo», spiega Barbara Mazzolai, direttrice della robotica e responsabile del laboratorio di robotica bioispirata dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova.


“La Stampa” - 09 giugno 2024
Mia nonna e il voto che l'ha resa libera
di Viola Ardone

Mia nonna, finché è vissuta, mi ha chiesto di accompagnarla a votare. Aveva la quinta elementare e aveva sempre vissuto alla Sanità, un quartiere molto popolare della mia città.  

Madre di tre femmine e un maschio, era riuscita a farli laureare tutti. Non si occupava di politica ma delle cose spicce di ogni giorno: tirare avanti con la pensione, frequentare la chiesa insieme alle amiche del vicolo, occuparsi molto dei nipoti e un po'di sé. Questa era la sua vita di moglie, madre, nonna, casalinga. Credo che ne fosse soddisfatta, ma forse era una domanda che quella generazione lì non si faceva, impegnata più a vivere che a commentare la vita. La dittatura, la guerra, la povertà, il dopoguerra e la ricostruzione. Aveva attraversato quei decenni con alcune piccole certezze e sicuramente molti dubbi, dei quali però non ci aveva mai messo a parte.


"La Repubblica" - 07 giugno 2024
Le parole che hanno conseguenze
di Chiara Valerio

Un elenco di conquiste sentimentali ed erotiche. I trofei sono donne, i compilatori sono uomini. Non ci troviamo davanti ai diari privati, magnifici e cifrati delle conquiste della contessa di Castiglione (così come si legge ne La contessa di Benedetta Craveri, Adelphi, 2021), e nemmeno davanti al prezzario in corone islandesi delle donne da conquistare in 101 Reykjavik di Halgrimur Helgasson (Guanda, 2001, traduzione di Sivia Cosimini).
Gli uomini e donne protagonisti di questa storia sono studenti e studentesse, la lista, in continuo aggiornamento, è stata affissa in un’aula scolastica.  Quando ho letto della “lista delle conquiste” o delle “ragazze trofeo” nel Liceo Classico Statale Visconti, mi è tornata in mente la presentazione che il Liceo Visconti faceva di sé stesso, nel febbraio del 2018, sulle pagine del Miur.


"Il Sole 24 Ore" - 06 giugno 2024
I giovani sono i nostri primi stakeholders
di Eugenio Bruno e Claudio Tucci
Commenti - Il Sole24Ore e la scuola

La scuola è soprattutto di chi studia, prima ancora che di chi ci lavora. Raccontare le novità che la riguardano significa narrare un pezzo di vita che interessa 10 milioni di persone. È questo l’assunto che ha portato dieci anni fa Il Sole 24 Ore, dopo l’esperienza del quindicinale Scuola, a immaginare un nuovo affaccio informativo stabile sul mondo dell’education, in forme via via diverse (prima il quotidiano digitale Scuola 24, poi il canale web Scuola nell’ambito del sito internet www.ilsole24ore.com, quindi le pagine tematiche nell’edizione cartacea del Lunedì), ed è lo stesso che ci muove ancora oggi.
Parlare di istruzione significa per forza di cose interessarsi di giovani. E ai giovani.  Sono loro i nostri primi stakeholders. Ce lo ripetiamo quotidianamente, quando selezioniamo le notizie da pubblicare e i temi da approfondire. Va letta così la particolare attenzione che dedichiamo all’orientamento, alle fasi di passaggio tra un segmento e l’altro, all’istruzione tecnica e al collegamento con il mondo del lavoro.


"Internazionale" - 04 giugno 2024
L’attacco del governo contro una scuola aperta e inclusiva
di Franco Lorenzoni

Giuseppe Valditara, ministro leghista dell’istruzione e del merito, ha deciso di sferrare un attacco frontale alle Indicazioni nazionali per il curricolo, che dal 2012 delineano obiettivi e finalità dell’istruzione rivolta ad allieve e allievi dai tre ai quindici anni.
Nei suoi recenti interventi il ministro, oltre a prendersela con i dinosauri, ha usato un’espressione che colpisce, sostenendo che nelle Indicazioni nazionali c’è “un po’ troppa roba”.    Dobbiamo prestare attenzione alle sue mosse perché ciò che Valditara vuole smontare riguarda l’orizzonte di senso dentro cui si muove quella legge, elaborata in più di dieci anni di confronti e ricerche che hanno coinvolto centinaia di docenti, ricercatori ed esperti.   Nelle Indicazioni si auspica una “elaborazione dei saperi necessari per comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario, definita dalle molteplici interdipendenze fra locale e globale, (…) premessa indispensabile per l’esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale, europea e planetaria”. Si sottolinea inoltre come “l’incontro fra culture diverse abbia saputo generare l’idea di un essere umano integrale”.


“La Stampa” - 04 giugno 2024
"Per centri urbani a prova di futuro servono più alberi e meno asfalto"
di Fiammetta Cupellaro
L'incontro con Stefano Mancuso, neurobiologo e divulgatore "Ripensare strade e quartieri non è un'utopia, è una strategia per sopravvivere"

«Gli uomini che abitano oggi nelle città, vivono come i panda nelle foreste di bambù, oppure come i koala in quelle di eucalipto. A rischio estinzione. Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo piantare alberi dove ora ci sono asfalto e auto». Stefano Mancuso è uno dei maggiori studiosi di botanica e docente presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, del Suolo e dell'Ambiente Agroforestale dell'Università di Firenze, dove ha fondato e dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV).    Lo scienziato, che ha dedicato la sua vita accademica a dimostrare che le piante sono dotate di intelligenza, nel suo ultimo libro ha spiegato come sarà proprio la biodiversità a salvarci dal riscaldamento globale. Fitopolis la città vivente (edizioni Laterza) è il titolo e Mancuso ne è certo: «Se la specie umana vuole sopravvivere, deve considerare i centri urbani come organismi naturali diffusi. In che modo? Dobbiamo ridurre il fenomeno delle isole di calore nelle città e per riuscirci, bisogna togliere i chilometri di asfalto che le soffocano e piantare alberi. Non è un'utopia».


"Il Sole 24 Ore" - 04 giugno 2024
Lo smartwatch intelligente che rileva il rischio di ictus
di Francesca Cerati
Progetto Ue . Politecnico di Milano: messa a punto un’applicazione che grazie all’intelligenza artificiale analizza gli elettrocardiogrammi e i dati clinici per determinare possibili eventi cerebrovascolari

Grazie a un’applicazione che analizza gli elettrocardiogrammi (Ecg) incrociandoli con i dati clinici è possibile stabilire la probabilità del rischio di ictus. A noi non resta che indossare uno smartwatch che in autonomia allerta in tempo reale il nostro medico del possibile pericolo. Alla base di questa tecnologia c’è l’intelligenza artificiale e il progetto Horizon 2020 Ai-Sprint - partito tre anni fa e arrivato alla sua conclusione - guidato dal Politecnico di Milano e finanziato dall’Unione europea, con 5 milioni di euro. Undici i partner coinvolti. Il modello è stato sviluppato inizialmente dal
Barcelona supercomputing center e i dati clinici sono stati raccolti dalla associazione Freno all’ Ictus, che sono stati coinvolti nella fase di anonimizzazione e trattamento dei dati secondo il Gdpr.


"Il Sole 24 Ore" - 02 giugno 2024
Un’intelligenza così creativa da superare i limiti
di Giorgio Vallortigara
Uomini & macchine

Questo bel libro di Paolo Legrenzi, dedicato all’intelligenza – naturale e artificiale – oltre ad avermi insegnato molto mi ha fatto rammentare alcune esperienze recenti che ho potuto riconoscere, mentre leggevo, come strettamente collegate tra loro. La prima esperienza è stata un breve scambio con il filosofo Maurizio Ferraris, che durante un incontro sull’intelligenza artificiale notava come per costruire macchine dotate di coscienza sia necessario riprodurre degli organismi. Il libro di Legrenzi si apre, non a caso, con una citazione di Ferraris a proposito del fatto che le nostre preoccupazioni sull’intelligenza artificiale danno per scontato che noi si sappia che cosa sia l’intelligenza naturale. Delle macchine sappiamo tutto, sono trasparenti e sono nate da poco, mentre del cervello umano e dell’intelligenza naturale sappiamo poco, perché è opaca alla nostra introspezione e perché le sue radici affondano nei tempi profondi dell’evoluzione biologica.


“La Stampa” - 02 giugno 2024
L’impegno non è soltanto nelle urne la Repubblica va meritata ogni giorno
di Serena Sileoni

Il vero significato della Festa: non un regalo ma una chiamata alla responsabilità. Non sarà mai troppo tardi quando smetteremo di delegare ogni scelta allo Stato.
Un sorridente mezzobusto femminile con una spilla d’edera in petto, vessillo repubblicano, apriva il numero della rivista Il Tempo del 1 giugno 1946, un giorno prima del referendum istituzionale. La settimana successiva, sul Corriere della Sera sarebbe comparso il ben più famoso volto di donna che sarebbe diventato il simbolo della svolta repubblicana.
In quel numero, il direttore Arturo Tofanelli firmava un editoriale in cui invitava a votare per la Repubblica non perché la casa reale pagasse il fio per non aver protetto gli italiani dal fascismo e dalla guerra, come molti repubblicani sostenevano, ma per la necessità di guardare avanti. La Repubblica sarebbe stata «la speranza», laddove «la Monarchia il dubbio» e la «paura».


“La Stampa” - 01 giugno 2024
Scuola e integrazione per far crescere il Paese
di Chiara Saraceno

Nelle sue «osservazioni finali» il governatore della Banca d'Italia ha sollevato diversi punti che riguardano la sostenibilità e efficacia dell'architettura economica dell'Unione Europea nell'attuale contesto internazionale di cui, purtroppo, non si trova traccia nella sgangherata campagna elettorale di queste settimane. Nulla sanno gli elettori su quale linea i diversi partiti e candidati hanno, ad esempio, rispetto al rafforzamento del mercato unico, all'opportunità di avviarsi verso un unico mercato dei capitali, alla realizzazione di un effettivo bilancio unico europeo. Il governatore ha anche presentato un'analisi della situazione economica dell'Italia dove, accanto all'apprezzamento della capacità di ripresa dimostrata sul piano occupazionale, delle esportazioni e del Pil, rimangono problemi rilevanti che, se non adeguatamente affrontati, rischiano di condurre a una stagnazione. Il primo riguarda i bassi salari, che sono inferiori di un quarto a quelli di Francia e Germania.


“La Stampa” - 01 giugno 2024
Fabiola Gianotti "Il mondo a due velocità non regge La scienza sia colla per la pace"
di Nicolas Lozito

«La sfida del nostro tempo, oltre la salute, il clima, le guerre, è quella delle divisioni sociali, e le grandi diseguaglianze globali».
Fabiola Gianotti, fisica e direttrice del Cern di Ginevra – prima donna a guidare l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare – era ieri a Torino per un incontro con gli studenti della città organizzato da Fondazione Agnelli al Festival dell'Economia. Nel pomeriggio ha concesso un'intervista negli studi tv de La Stampa. «Il divario si sta creando tra il blocco dei Paesi sviluppati, che possono continuare a progettare nuove tecnologie e sfruttarle al meglio, e il blocco dei Paesi in via sviluppo che rimangono sempre più indietro. Questo mondo a due velocità non è più sostenibile».


“la Repubblica” - 01 giugno 2024
I giochi perduti dei bambini
di Massimo Ammaniti

La rivoluzione digitale ha cambiato lo scenario quotidiano delle nostre vite e addirittura sta trasformando le tappe dello sviluppo umano fin dall’infanzia. Basta osservare i bambini di pochi anni seduti o sdraiati davanti a un tablet o a uno smartphone, sembrano quasi ipnotizzati da quello che stanno vedendo sul piccolo schermo. I genitori hanno capito che quando devono lavorare o sono impegnati in casa l’unico modo per tener tranquilli i figli è metterli davanti a un video, rimarranno lì a lungo senza fare lagne. Ma succede anche quando devono mangiare, col video preferito si superano i rifiuti e le resistenze dei bambini, talmente presi da non vedere quello che stanno ingurgitando. E poi i viaggi in macchina che erano sempre una lotta perché i figli volevano continuamente fermarsi ai bar delle stazioni di servizio, adesso stanno seduti dietro, davanti allo schermo, in un silenzio religioso fino a destinazione.