Ibra, un pallone da calcio e una vicenda epocale
Stefano Tofani, Ibra, Illustrazioni di Marianna Bruno, Editoriale Anicia, Roma 2024, pp. 40, Euro 13,00
Tra i rari scrittori italiani capace di saper raccontare, e bene, quel brevissimo e fragile tempo dell’esistenza compresa tra la fine della fanciullezza e l’inizio dell’adolescenza, Stefano Tofani torna ai suoi Lettori con Ibra, un libro-messaggio rivolto ai ragazzi di tutte le età intriso di condivisibili spiriti di accoglienza, condivisione e solidarietà. Siamo a Lampedusa, ai nostri giorni, e un gruppo di ragazzine/i trascorre il proprio tempo in maniera apparentemente serena: giocano a pallone e praticano il mare e la spiaggia con i loro semplici divertimenti, i bagni e i tuffi. Ma qualcosa non torna: Elisa, per esempio, non si trova più bene con gli amici e Michele, di notte, fa dei gran brutti sogni il cui ricordo, grondante dolore e morte, lo perseguita poi per giorni e giorni. Uno strano sortilegio sembra avvolgere l’isola: tutti sanno che quella terra, poco più di uno scoglio in mezzo al mare, è la meta, tragica e ambita, dei migranti di due continenti, ma nessuno si adopera per rendere il loro viaggio meno pericoloso e meno luttuoso; nessun abitante dell’isola, se non in televisione, ha mai visto una di queste persone che fuggono dalle guerre e dalla fame. Dove vivono i migranti? Perché li sottraggono alla vista? Dove li nascondono? È la nonna a svelare l’arcano: “Non lo sai?” … “quelli che arrivano in nave li mettono tutti al Centro di Accoglienza”. E allora si tratta di andare a conoscerli questi coetanei dalla pelle scura che, quando gli va di lusso, vengono sì raccolti in mare, ma immediatamente dopo ristretti tra sbarre, reti e guardie armate. Ed è solo grazie al regalo, dai più ai meno fortunati, schietto e spontaneo di un pallone da calcio che si potranno recuperare almeno alcuni tratti di una comune umanità sopravvissuta all’indifferenza e al disamore. La semplice e concreta logica del dono si contrappone a quelle dell’indifferenza, dell’esclusione e della segregazione e ne contrasta l’assurda ingiustizia. Pagine coloratissime grazie alle splendide tavole dell’illustratrice Marianna Bruno, Ibra è dedicato dall’Autore ai bambini e alle bambine, alle ragazze e ai ragazzi della biblioteca Ibby di Lampedusa, luogo di frontiera e d’incontro, piccolo territorio liberato per tutti, piccoli e grandi, giovanissimi e adulti, stanziali e in viaggio. Questa storia, queste immagini, questi colori riusciranno a trovare orecchie, occhi e cuori attenti e disponibili per un’azione comune contro tutti i campi di concentramento, contro i fili spinati, contro le discriminazioni e i razzismi? A chi legge queste note vogliamo ricordare che nel solo 2023 sono state ben 3041 le persone affogate nel Mediterraneo alla ricerca di una vita più degna di essere vissuta. Un prezzo altissimo che contraddice in maniera palese sia valori intrinsecamente universali. sia le norme del diritto internazionale. Le pagine di Stefano Tofani, pur così amabili da leggere e piacevoli da guardare richiamano tutti noi alla vicenda terribile dei sommersi e degli esclusi del mondo costretti a terribili, tragiche odissee su barconi fatiscenti. Esse ci interpellano tutti e, non dimentichiamolo, chiamano in causa, dal profondo, la nostra identità democratica di cittadini italiani ed europei.
Luciano Luciani
Stefano Tofani, nato in provincia di Pisa, vive a Lucca con la famiglia. Da sempre scrive racconti e ha pubblicato cinque romanzi. Gli ultimi tre, Sette abbracci e tieni il resto, Nuvole zero, felicità ventitré, (Rizzoli), Nel mondo di Calvino (Einaudi ragazzi) sono stati considerati per ragazzi, ma lui non è d’accordo: crede che siano per tutti, da 0 a 99 anni, come questa storia.