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La prevalenza della complessità

La prevalenza della complessità (*)

 

di Giorgio Porrotto

 

Interessanti riflessioni possono essere suggerite da brani dell’intervento di M.C. Carrozza – Ministro dell’Istruzione nel Governo Monti – alla cerimonia dell’ultimo saluto a Enrico Pappalettere, storico direttore della rivista scientifica NATURALMENTE e stimatissimo docente di Scienze del liceo DINI di Pisa. “Condorcet pensava che l’istruzione pubblica avesse lo scopo di consentire anche ai figli del popolo di ricevere e di dare al proprio paese e alla società quel che era nelle loro capacità personali, senza essere ostacolati dallo svantaggio economico di partenza… (...) …perché tutti abbiano la possibilità di arrivare a un risultato che consenta loro di esercitare la cittadinanza in modo attivo e consapevole, è necessario che a tutti sia fornita la capacità e la possibilità di sapere e capire che cosa sta succedendo nel mondo.”

 

Il filosofo e matematico Condorcet fu un’anima della Rivoluzione Francese, e dunque è da un paio di secoli che l’Italia lo ignora. Si può anche esser certi che gli attuali clan politici italiani, deboli in tutto e del tutto esterni al tema scuola, non avranno attenzioni né per la ex-Ministra (notissima carriera di scienziata e di Preside di Alta Scuola) né per un residuo plurisecolare come Condorcet. Eppure stanno facendo notizia le innovazioni dei sistemi scolastici di molti altri paesi (europei, americani ed asiatici) nei quali, in virtù di un rapporto sistemico del sapere scolastico con lo sviluppo inarrestabile della ricerca scientifica, della globalizzazione, dell’evoluzione sociale e civile, il coinvolgimento culturale della popolazione, fermo in Italia da sempre, si espande e si qualifica. Che è come dire che altrove si fa sì che a tutti sia fornita la capacità e la possibilità di sapere e capire che cosa sta succedendo nel mondo. E invece un’Italia giunta all’alfabetizzazione totale tardissimo e per prevalente merito della televisione, afflitta dall’analfabetismo di ritorno (30%) e dalla dispersione scolastica, priva di un adeguato sistema scuola-lavoro, sempre più povera di lettori di libri e di giornali, non solo non riesce a garantire studi adeguati ai suoi cittadini, ma rischia di tenerli ai margini delle nuove e sempre più sofisticate e variabili attività produttive. A fronte dei tanti esempi di educazione generalizzata, l’Italia scommette ancora sull’educazione privilegiata. Per fedeltà al patrimonio culturale della Nazione, sosteneva il Ministro Valitutti. No: per i ritardi d’approccio del paese alla modernità, per la scarsa idea di Stato e di bene comune, per il familismo ormai sempre più amorale, e per il “particulare” dei poteri forti, chiesa cattolica in testa.

 

(*) In seguito al ricordo  di Enrico Pappalettere avvenuto nell'audiorium del CNR di Pisa completamente pieno nell'autunno del 2014