Osservazioni in vivo
Fare attenzione, esplorare, distinguere, indagare, capire
A cura di Maria Castelli, Marida Baxiu
L’osservazione diretta di piante, animali e reperti naturali in genere è uno dei punti di forza dell’insegnamento delle Scienze e spesso costituisce il passo iniziale che accoglie ed alimenta la naturale curiosità di bambini e ragazzi.
La vita che si può studiare direttamente in classe ha bisogno di strumenti che aiutano la nostra capacità di guardare da vicino le forme che la compongono, per arrivare a formulare delle ipotesi sul comportamento e sulle funzioni. Avvicinarsi di più richiede l’uso di strumenti d’ingrandimento: per cominciare una lente va benissimo, ma il secondo passo è uno stereomicroscopio.
L’utilizzo con i bambini fin dalla scuola Primaria, ma anche alla Materna, schiude un mondo di stupore e meraviglia, creando un contesto favorevole all’emergere di domande significative, pertinenti e di grande aiuto alla comprensione dei concetti in gioco.
E' importante osservare allo stereomicroscopio tutti insieme dal monitor, per rendere più facile ed immediata la comprensione. In seguito, si potrà ripetere l’osservazione all’oculare, ad uno ad uno, mentre i compagni di classe in attesa del proprio turno sono impegnati in altra attività.
Le osservazioni che non disturbano gli animali e non distruggono fiori e foglie
sono d'esempio per bambini e ragazzi, poiché dimostrano come si possa fruirne senza danno.
Chrysodeixis chalcites - Schiusa di alcune uova d’insetto parassitate - Girini di rana e di rospo - Dafnie e Ciclopi - Cameraria ohridella - Idracari - Emittero pattinatore - Afidi - Larve di efemerotteri - Vespe sociali - Coccinelle, predatori voraci - Larve di libellula - Nido di Capinero - Larve di macaone - Chiocciola -
Marida Baxiu
Le uova casualmente trovate tra i gerani ci danno l’occasione di assistere alla nascita delle larve grazie allo stereomicroscopio che consente di registrare e rivedere l’evento. La schiusa dell’uovo è annunciata dal movimento delle mandibole nere visibili nel guscio trasparente. I piccoli bruchi impiegano più di quindici minuti ad uscire, (nel video le immagini sono accelerate). Le larve neonate, ancora trasparenti, affamate mangiano lentamente il guscio dell’uovo rimanendo poi ferme alcune ore diventando verdi pian piano. Le larve si muovono lentamente, mangiano voraci e a lungo per una decina di giorni, tracciando contorni ad U sul margine delle foglie e crescono mutando. Quando le larve sono mature, sono pronte per la metamorfosi. Osserviamo la lenta e tenace operazione che porta una larva a costruirsi il bozzolo. La testa della larva si muove avanti e indietro incessantemente per almeno una giornata tessendo la spessa tela sulle pareti del barattolo di vetro. Il giorno seguente troviamo la larva impupata, possiamo così osservare anche la crisalide avvolta dal bozzolo. Dopo pochi giorni, in pieno dicembre, complice il tepore dei termosifoni, con sorpresa troviamo il bozzolo aperto e, nel barattolo, la falena adulta. https://youtu.be/8vyC0-Glo9s
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Schiusa di alcune uova d’insetto parassitate
Le foto sono catturate allo stereo microscopio.
Sulla pagina inferiore di una foglia, un insetto, forse un Lepidottero, forse un Emittero ha deposto le uova. Un Imenottero parassita di uova, ha deposto le sue perforando con l’ovopositore una ad una le uova che ha cercato e trovato sulla foglia. Ciascuna larva dell’Imenottero si è nutrita di quella del primo insetto, consumandola gradualmente a partire dagli organi non vitali ed ha completato il proprio sviluppo. In foto si vedono gli adulti di Imenottero uscire dalle uova dopo averle rosicchiate, non essendo in grado di spingere l’apposito opercolo per aprirle. Le uova infatti non sono adatte alla sua fuoriuscita ma a quella di un insetto diversamente attrezzato.
5 foto di Marida Baxiu
https://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=115270&whichpage=2
Negli stagni, a primavera, non è difficile trovare girini o meglio ancora le uova di rana racchiuse nella massa gelatinosa simile ad albume di uovo di gallina. Le uova di rospo sono allineate in lunghi fili di gelatina.
Raccolte in un vaso insieme ad una pianta acquatica che assicurerà l’apporto di ossigeno, si prestano all’osservazione dello sviluppo degli Anfibi.
Negli ultimi stadi embrionali, a noi è capitato di osservare allo stereo microscopio le capriole dell’embrione dentro l’uovo.
I piccoli girini usciti dalle uova nuotano velocemente o stanno fermi allineati sulle pareti del vaso. Andranno nutriti con spinaci cotti le prime settimane e poi con tuorlo sodo per garantire l’apporto proteico. In mancanza di piante acquatiche, l’acqua dovrà essere cambiata ogni due o tre giorni facendo attenzione a lasciarla riposare alcune ore perché raggiunga la temperatura dell’ambiente e perché evapori il cloro, prima di inserire i girini.
Nei due mesi che precedono il termine della scuola vedremo crescere prima le zampe posteriori e in qualche esemplare anche quelle anteriori. A giugno inoltrato, a casa di qualche alunno volenteroso, si potranno vedere anche i piccoli ranocchi uscire dall’acqua.
Altre informazioni in:
Gwen Allen e Joan Denslow, Animali d’acqua dolce, p.25, collana Libri Chiave, Editrice La Scuola, Brescia, 1982
Granchi e aragoste sono fra i Crostacei più noti. Hanno il capo e il torace fusi insieme e protetti da un guscio o da una pelle durissima che forma una corazza, una crosta: da qui viene il nome.
Sono un gruppo numeroso, che comprende animaletti più piccoli di un millimetro e granchi grandi più di tre metri.
Quelli ripresi nei due filmati sono presenti in campioni d’acqua di risorgiva raccolti nel parco del fiume Oglio a Rudiano (Brescia) e nella roggia adiacente al parco Querini a Pordenone.
Si tratta di Dafnie e Ciclopi e sono lunghi poco più di un millimetro. Sono ben visibili ad occhio nudo e presto si impara a riconoscerli dal movimento intermittente e “a scatti”. Hanno un occhio solo e due antenne con le quali nuotano abilmente.
Si riproducono per mezzo di uova. Se l’acqua è scarsa, producono uova resistenti e durature, che potranno aprirsi quando le condizioni ambientali torneranno ad essere adatte.
Le Dafnie hanno un guscio composto da due conchiglie delicate e trasparenti, che proteggono numerose coppie di zampe rivestite di peletti: sono queste che creano il movimento vorticoso che ha lo scopo di raccogliere le particelle di cibo – alghe soprattutto- sospese nell’acqua.
E’ ben visibile in trasparenza la camera incubatrice che contiene le uova.
I Ciclopi, anziché due conchiglie, hanno una sottile armatura trasparente. Invece della camera incubatrice, hanno due sacche ovigere ai lati dell’addome.
Musiche da Jamendo, senza diritti d’autore, ad uso non commerciale
Filmato Dafnie, Cleric_-_Happy_Kids.
Filmato Ciclopi, Mattia_Vlad_Morleo_-_Respiro
Anche gli Ippocastani del giardino della scuola sono infestati da Cameraria Orhidella, un microlepidottero che allo stadio larvale scava mine nelle foglie, nutrendosi dei tessuti vegetali posti fra l’epidermide superiore e quella inferiore, e vi rimane anche allo stadio di crisalide, in attesa di sfarfallare.
I bambini se ne accorgono presto, mentre giocano sotto gli alberi, interrogandosi sull’inconsueto aspetto autunnale delle foglie e notando le numerose piccole farfalle dalle ali rigate, che fanno brevi voli dalla corteccia.
Si osservano le diverse fasi ad occhio nudo, allo stereo microscopio e con le lenti contafili (X 8 ).
Per altre informazioni:
http://www.entom.unibo.it/Cameraria%20images/Cameraria%20ohridella.htm
stadio larvale: https://youtu.be/KaZP6tWYYxE
Sono ragni acquatici (1, 2) osservati in un campione d’acqua raccolto a Pordenone nella roggia adiacente al parco Querini alimentata da risorgive.
Sono presenti in gran numero sul legno marcescente e sono ben visibili anche ad occhio nudo, pur non distinguendosi per il colore, al contrario di quelli di altre specie di colore molto più vivace.
Sul capo hanno numerosi piccoli occhi. Sono dotati di cheliceri, due pinzette con le quali i ragni trattengono la preda per l’iniezione del veleno.
Nuotano anche velocemente, aiutandosi con frange di peli.
Sono predatori e si nutrono di animaletti più piccoli, come i Ciclopi.
Pochi esemplari sono stati osservati in un campione d’acqua raccolto a Pordenone nella roggia adiacente al parco Querini alimentata da risorgive.
Pattinano velocemente sulla superficie dell’acqua, partendo all’improvviso e di scatto, mantenendo le due antenne articolate a forma di “L” in alto sul capo.
L’esemplare filmato è privo di ali, almeno per il momento. Forse non è ancora adulto.
E’ stato osservato mentre succhiava con la bocca a stiletto il corpo morto di una larva d’insetto.
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Neri, verdi, ruggine: diversi colori per piccoli insetti a forma di pera che pungono le piante per succhiarne la linfa.
La bocca è uno stiletto lungo, sottile e cavo, come una cannuccia appuntita.
Possono danneggiare orti e giardini poiché indeboliscono le piante assorbendo grandi quantità di linfa e diffondendo malattie virali.
Molto dello zucchero assorbito con la linfa viene espulso sotto forma di gocce mielose, la melata, della quale sono golose le formiche.
Anche un fungo nero si nutre di melata e cresce sulle foglie che ne sono ricoperte, conferendo ad esse un aspetto fuligginoso.
Si riproducono con eccezionale rapidità e se ne possono vedere a centinaia sulle piante, di età e grandezza diversa.
Per la maggior parte sono atteri; quelli alati volano su nuove piante per stabilirvi altre colonie.
Scheda informativa fornita ai bambini, tratta da Gwen Allen, Joan Denslow, “LIBRI CHIAVE”, INSETTI, pag. 34, La Scuola editrice, 1982
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In un campione d’acqua raccolto a Pordenone, nella roggia adiacente al Parco Querini, alimentata dalle risorgive, erano presenti anche efemerotteri allo stadio larvale. Ben visibili anche ad occhio nudo (15-20 mm di lunghezza), allo stereomicroscopio, sono stati osservati e ripresi per evidenziarne gli aspetti morfologici e il pasto. Si nutrono di vegetali.
Si possono facilmente osservare le branchie sui segmenti addominali.
Fra i testi consultabili per ulteriori informazioni:
S. Campaioli, P. F. Ghetti, A. Minelli, S. Ruffo, MANUALE PER IL RICONOSCIMENTO DEI MACROINVERTEBRATI DELLE ACQUE DOLCI ITALIANE, Trento, Provincia autonoma di Trento, stampa 1994-1999
Sono insetti che ogni anno formano nuove colonie costruendo un nido di carta ottenuto masticando il legno. Le larve vengono nutrite con insetti e altro materiale animale masticato.
Il nido più grande appartiene al genere Vespula. E’ stato trovato a settembre, appeso ad un ramo, nel giardino della scuola primaria, in un quartiere ricco di verde, ai piedi delle colline delle Prealpi bresciane. Su segnalazione delle insegnanti, un addetto ASL, alla prima giornata di pioggia, ha provveduto alla disinfestazione iniettando nel favo una sostanza che ha ucciso le vespe per poi staccare il nido.
Alcune, ormai morenti, sono state osservate allo stereomicroscopio per evidenziarne la morfologia.
Il nido è composto da una volta ad ombrello, che ricopre diverse file di cellette, in ognuna delle quali viene deposto un uovo. Il tutto viene ricoperto da una lamina cartacea sottile composta da lobi simili a conchiglie. Ogni lobo è a bande, ognuna delle quali rappresenta il lavoro di una sola vespa e un carico di polpa di legno.
Il nido più piccolo è stato costruito da Polistes gallicus, riconoscibile dalla parte anteriore dell’addome appuntita.
E’ stata osservata la costruzione fin dal peduncolo basale all’inizio di aprile, accanto all’inferriata di una finestra orientata a sud. E’ stato seguito lo sviluppo delle larve e la nascita delle prime vespe fino al momento in cui la necessità di tenere aperta la finestra ha costretto ad eliminare il nido.
Un favo di calabrone (Vespa crabro) con molte larve ancora vitali e affamate.
Per altre informazioni
Michael Chinery, GUIDA DEGLI INSETTI D’EUROPA, pag. 285, Franco Muzzio editore,Padova, 1987
http://www.meditflora.com/fauna/medit_fauna/invertebrati/insetti/polistes_gallicus.htm
Adonia variegata
L’ intero ciclo vitale si può facilmente osservare sul Tiglio, in momenti diversi, da aprile a giugno.
Si trovano le uova a mucchietti fissati sulla pagina inferiore delle foglie.
Si raccoglie la foglia con le uova e si mette in una scatola; alla schiusa, nel giro di alcuni giorni, si osservano le prime larve nere e mobilissime, che vanno nutrite con gli afidi che solitamente stanno sulle foglie e poi liberate.
Nei giorni seguenti, si cerca su altre foglie per trovare larve di coccinella che hanno già fatto mute e si trovano negli stadi successivi. Solitamente, la presenza è così numerosa da rendere la ricerca davvero semplice. Non è difficile trovare coccinelle appena nate, ancora prive dei puntini sulle elitre chiare, che diventeranno evidenti nelle ore successive. Il filmato riprende il primo pasto delle larve. Le uova erano state trovate e messe da parte a fine lezione del mattino; al rientro pomeridiano, si stavano schiudendo ed è stata avvicinata una foglia piena di afidi.
Michael Chinery, GUIDA DEGLI INSETTI D’EUROPA, pag. 326 Franco Muzzio editore, Padova, 1987
In un campione d’acqua raccolto a Pordenone, nella roggia adiacente al Parco Querini, alimentata dalle risorgive, erano presenti anche alcune libellule allo stadio larvale. Ben visibili anche ad occhio nudo (15-20 mm di lunghezza), allo stereomicroscopio, sono state osservate e riprese per evidenziarne gli aspetti morfologici e soprattutto l’agguato e la cattura delle prede. Queste vengono ingoiate con l’aiuto della “maschera”, la tipica struttura a forma di pala da escavatore che costituisce la parte dell’apparato boccale, che può estendersi, raccogliere il cibo e ripiegarsi per portarlo verso le altre appendici boccali.
Un incontro: larva di libellula ed efemera.
Fra i testi consultabili per ulteriori informazioni:
S.Campaioli, P.F.Ghetti, A.Minelli, S.Ruffo, MANUALE PER IL RICONOSCIMENTO DEI MACROINVERTEBRATI DELLE ACQUE DOLCI ITALIANE, Trento, Provincia autonoma di Trento, stampa 1994-1999
Sylvia atricapilla
Su un Olivo di vent’anni in giardino, vicino alla casa, al momento della potatura, per la prima volta, è possibile osservare il nido nel quale una coppia di Capineri ha già deposto le uova.
Nascono i piccoli e crescono fino a quando una notte di vento e un brusco abbassamento della temperatura nei giorni seguenti li fa morire, già con le prime penne.
A scuola, una classe quarta, segue sulla lim attraverso foto e filmati, ripresi con molta discrezione, quando i genitori si allontanavano dal nido.
Si può constatare come il nido non sia “la casa”, ma “la culla” degli uccelli, si parla della cova, si racconta di quanto siano guardinghi nel ritorno al nido gli uccelli adulti, si nota il colore acceso dell’interno della bocca dei nidiacei e si seguono le prime fasi della crescita.
Album completo (13 foto 2 video)
Papilio machaon
Le larve sono state raccolte in settembre e in ottobre sulle piante di finocchio, in un orto a poche centinaia di metri dal parco dell’Oglio e allevate a scuola. Alcune erano molto giovani, lunghe uno-due cm, alle prime mute, altre già più sviluppate.
Quella ripresa mentre mastica le foglie di finocchio è uscita dall’uovo da circa 4 settimane, ha già completato l’ultima muta ed è al termine del suo sviluppo. Si impuperà due-tre giorni dopo. Il bruco si alimenta in tre modi diversi: quando è piccolo, graffia i rametti di finocchio con le appendici boccali, 1 e 2 quando più grandicello, mastica le foglie infilandole in bocca come noi con una banana 3 negli ultimi giorni mastica i rami del finocchio e trascura le foglie. Filmato: larva che si lega per impuparsi. Foto da bruco a crisalide; la crisalide cambia aspetto 1, 2, ultimi giorni. Album: 16 foto di Paola Lambiase 1video Libertà
Fra i testi e i siti consultabili per ulteriori informazioni:
Michael Chinery, GUIDA DEGLI INSETTI D’EUROPA, Franco Muzzio editore, Padova, 1987
https://farfallorto.wordpress.com/2013/07/16/allevamento-farfalle-tutto-sul-papilio-machaon/
È facile incontrare le chiocciole che vivono nel terreno, tra le foglie, nell’erba. Questa invece è una chiocciola d’acqua, lunga poco più di un cm, osservata insieme a molte altre in un campione d’acqua raccolto a Pordenone nella roggia adiacente al parco Querini alimentata da risorgive.
È un Mollusco, cioè un animale con il corpo molle protetto da una oppure da due conchiglie.
La chiocciola ha una conchiglia avvolta a spirale dalla quale esce il piede muscoloso con il quale scivola su ogni cosa, sulla scìa di muco viscido che produce.
Sul capo porta gli occhi e le antenne.
Si nutre di alghe che grattugia con la sua lingua ruvida.