CIAC 2015 Conference Hakodate Japan
Giambattista Bello
Collaboratore storico della rivista, invia dal Giappone il resoconto GIORNALIERO del congresso internazionale del CIAC (Cephalopod International Advisory Council) 2015.
L'incontro, a cadenza triennale, riuninisce gli studiosi di cefalopodi di tutto il mondo, questo anno si è svolto in Giappone ad Hakodate.
6 novembre ζ 7 novembre ζ 8 novembre ζ 9 novembre ζ 10 novembre ζ 11 novembre ζ 12.11.2015 ζ HAKODATE 13.11.2015 termine della Conference
CIAC 2015 Conference Hakodate Japan
Oggi, 6 novembre, primo giorno del Convegno CIAC (Cephalopod International Advisory Council) ad Hakodate (Hokkaido, Giappone). Questo Council si riunisce ogni tre anni in grandi convegni, in giro per il mondo e, ovviamente, si occupa di Cefalopodi, quei molluschi senza conchiglia (ma solo apparentemente!) e dotati di buona intelligenza. Questa volta i partecipanti saranno più di 240.
Abbiamo iniziato con un Mini-workshop "hands on" (con lavoro concreto, non solo teorico) dedicato agli esemplari collezionati dal Prof. Madoka Sasaki, gloria nazionale scientifica giapponese, operativo all'inizio dello scorso secolo. La cosa più bella è stato vedere giovani, studenti o neo-laureati, lavorare fianco a fianco a studiosi navigati, dopo essere stati avviati dagli stessi mediante una serie di presentazioni power-point.
Beh, ci sono stati anche aspetti allegri, come quando ci hanno costretti (ma l'han fatto con tutta gentilezza giapponese…) a indossare tute bianche affinché non ci rovinassimo i vestiti con gli schizzi, molto poco probabili, degli esemplari conservati in alcool, o anche quando, nel coffee-break ci hanno fatto mangiare fette di totano, pardon fette di dolce a forma di totano. Detto per inciso, l'economia di Hakodate è fondamentalmente basata sull'attività peschereccia e i totani costituiscono gran parte del pescato.
I curiosi e gli interessati a questo convegno possono visitare il sito web:http://www.ciac2015.com
Arrivederci da Hakodate!!!
Oggi, 7 novembre, la grande giornata dei piccoli sepiolidi, nel workshop dedicato alle collezioni di cefalopodi di Madoka Sasaki.
Questi sono piccoli cefalopodi, grandi meno di 10 cm, che sono distribuiti dalla coste atlantiche europee-africane, lungo le coste dell'Oceano Indiano, fino ad alcune isole del Pacifico. Animali che, una volta tanto, non hanno un grande interesse commerciale e, pertanto, il loro studio è puramente scientifico; il che non è affatto male, dopo che la ricerca, anche nel campo dei cefalopodi, è stata ed è fortemente orientata dagli interessi commerciali, i quali, detto a chiare lettere, se ne fregano della ricerca pura (non-applicata, secondo i loro standard) che è, invece, proiettata e aperta al futuro senza condizionamenti di sorta.
Si è anche discusso dell'incontro, nel XIX secolo, del mondo occidentale, con le sue regole scientifiche, con quello giapponese, permeato da regime autocratico, chiuso verso l'esterno a tutti i livelli. In un certo senso, ci fu un atteggiamento predatorio da parte degli europei; situazione oggi completamente modificata, con perfette condizioni di collaborazioni tra giapponesi ed europei e americani, la grande giornata dei piccoli sepiolidi, nel workshop dedicato alle collezioni di cefalopodi di Madoka Sasaki.
Cefalopodi in notturrna | Cefalopodi acetabuliferi viventi e fossili | Centro di ricerca di Hakodate sui pesci e gli oceani |
Oggi, 8 novembre, è arrivato un altro bel gruppo di ricercatori e studenti per partecipare ai 5 workshop sui cefalopodi e si sono distribuiti in altrettanti ambienti, per trattare di:
(1) Fecondazione artificiale e trattamento dei cefalopodi d'allevamento (oramai l'uomo è riuscito a coltivare a ciclo completo diverse specie, dalle seppie ai polpi, dai totani ai calamari);
(2) Biodiversità e Sistematica (potrà sembrare strano, ma le nostre conoscenze hanno ancora tantissime vaste lacune; vi basti un solo dato: nel 2000 si conosceva circa 600 specie di cefalopodi, oggi, ad appena 15 anni di distanza, ne conosciamo ben 800 e chissà quante altre ancora ce ne sono a noi sconosciute!);
(3) Novità nei modelli biomimetici (qui si tratta di robotica, ingegneria modellistica e intelligenza artificiale; siamo in un territorio di frontiera nel quale alcuni italiani eccellono);
(4) Fisiologia riproduttiva (è il workshop complementare a quello n. 1);
(5) Il ruolo dei Cefalopodi nelle catene globali della produzione di alimento (anche qui siamo proiettati al futuro: la produzione di cibo per una popolazione umana mondiale che aumenta sempre più a fronte della diminuzione della risorsa ittica, propriamente intesa).
Confezione sottovuoto già pronta per il consumo di totani ripieni di riso bolliti. |
I totani estratti dalla confezione e tagliati a fette. Buon appetito! |
Ora mi affretto perché è tempo di cena. Spero non totano crudo di nuovo...
Secondo e ultimo giorno di workshop sulla biodiversità dei cefalopodi. Abbiamo messo a punto un progetto che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi a definire la distribuzione globale dei cefalopodi. Ognuno di noi, una volta a casa, elaborerà un insieme di dati relativi alla sua zona geografica e di cui è competente, dati che poi confluiranno in un database complessivo che potrà essere elaborato in vario modo per dare varie risposte.
Potrà sembrare un tema esoterico, ma non lo è affatto. Avrà risvolti applicativi importanti, pur non disgiunti dalla valenza prettamente scientifica. Basti pensare ai cambiamenti climatici, che già stanno modificando la distribuzione degli organismi marini, ma anche alle modificazioni delle popolazioni di cefalopodi determinate dalla pesca, sempre più aggressiva e pervadente. Insomma, produrremo un documento scientifico che, da una parte, potrà essere utilizzato come punto di riferimento per il futuro e, dall'altra, metterà a nudo sin da subito sia i guasti già accaduti sia le lacune delle nostre conoscenze.
A margine di tutto ciò, mi piace sottolineare come ci siamo ritrovati a lavorare fianco a fianco in perfetta conformità d'intenti persone di tutto il mondo: spagnoli, un italiano, un tedesco, portoghesi, russi, giapponesi, statunitensi, britannici, australiani e forse ho saltato qualcuno, con una varietà generazionale notevole, giovani leve dalle menti fresche e pieni di entusiasmo a fianco a ricercatori maturi e ricchi d'esperienza. Quanto ho appena scritto potrà sembrarvi romanticamente sdolcinato, una bella frase sulla fratellanza, che ci sta sempre bene. Non è così: credo che nessuno di noi, durante i lavori, pensasse alla fratellanza universale, perché eravamo tutti concentrati a risolvere un problema per noi concreto. Ma c'è anche il trucco: la maggior parte di noi già si conosceva e aveva collaborato in precedenza. Non sono mancate le occasioni per farci quattro risate e, alla fine, berci una buona birra. Naturalmente birra prodotta ad Hakodate.
Nella foto sopra: Due amici di vecchia data e una giovane leva dal futuro promettete. Da sinistra: il sottoscritto, Chingis Nigmatullin, decano della ricerca teutologica russa e mentore di molti brillanti ricercatori, e Fernando Fernàndez-Alvarez, che sta svolgendo il lavoro per il dottorato sulla caratterizzazione genetica dei cefalopodi mediterranei presso l'Istituto di Scienze del Mare a Barcellona.
Foto accanto: Dal ponte della nave-scuola per la scienza della pesca di Hakodate. Può accogliere fino a 7 ricercatori e 66 studenti.
Apertura ufficiale del Simposio CIAC 2015. Dopo le parole di rito del Prof. Yasunori Sakurai, organizzatore di questo simposio, e di Louise Allcock, Presidente del CIAC, si è dato inizio alle danze… Avrei dovuto scrivere "alle presentazioni delle ricerche", ma ripensandoci "danze" ci sta bene. Abbiamo assistito, infatti, a stupefacenti filmati di polpi, seppie, totani e persino idiosepidi (sono i più piccoli cefalopodi, poco più di 1 cm, viventi nell'Indo-Pacifico), ripresi sia in cattività che in natura. Nella mattinata sono stati presentati diversi lavori sul comportamento di questi animali intelligenti: sì, siamo stati tutti d'accordo, sono veramente intelligenti, perché le loro risposte ai vari stimoli sia di laboratori che naturali (ad esempio, sfuggire ai predatori) scaturiscono da decisioni del momento, non seguono un pattern predefinito, come invece avviene negli altri invertebrati. E' stato bello notare scafati ricercatori, dei vari campi della tueutologia, entusiasmarsi alla vista di comportamenti inconsueti, ma anche nel vedere cose risapute. Evidentemente la curiosità e l'entusiasmo sono caratteristiche propri dei ricercatori d'ogni età. Nel pomeriggio,dopo un'altra serie di lavori sull'intelligenza dei cefalopodi, altri che hanno mostrato come la situazione stia cambiando nei diversi mari, vuoi per merito dell'approfondimento delle conoscenze (cambi apparenti) vuoi per modificazioni effettive che stanno avvenendo anche nell'Atlantico e nel Mediterraneo.
Per i meteorofili: anche oggi pioggia!!!
Foto in alto: Gyotaku (stampa naturale) effettuata su un totano gigante ("calamaro" gigante nel gergo corrente) spiaggiato in Giappone un mezzo secolo addietro, a grandezza naturale (ad occhio un 3 m).
foto accanto: La giovane genetista danese Inger Wikelmann, che ha contribuito a dimostrare l'esistenza di un'unica specie di totano gigante, Architeuthis dux. Non a caso indossa un giubbino con l'effige del totano gigante
Oggi son proseguiti i lavori del congresso. Ma vale la pena di fare un passo indietro al party di benvenuto organizzato dagli amici giapponesi. Credo di non aver mai assistito a un pasto così sontuoso, con piatti adeguati a incontrare le più diverse esigenze alimentari. In realtà, mi preme confermare che la cucina giapponese è una delle più raffinate al mondo! Il tutto contornato da allegria. Un memento culminate è stata la ika-dance, danza del totano, che ha coinvolto, ma che dico, travolto più di un compassato e ben stimato ricercatore.
foto: Un piatto di portata di sashimi, delizia per gli occhi e poi, immediatamente dopo. per il palato.
foto: Un momento della ika-dance, danza del totano. Siete pregati di notare il notevole scoordinamento dei danzatori
Ma non sono qui per scrivere solo di feste e allegria.
Oggi, nel simposio, sono stati presentati molti lavori di notevole importanza, dedicati alla riproduzione e agli aspetti genetici ed evolutivi dei cefalopodi. Mi piace segnalare una coppia di lavori di giovani ricercatori giapponesi dedicati alle modalità riproduttive di un calamaro, Heterologigo bleekeri, in cui competono per la riproduzione maschi "normali" e maschi di minore dimensione (cosiddetti sneaker) che si intrufolano e riescono comunque a fecondare la femmina (è importante sapere che, al contrario della maggior parte degli organismi marini, nei cefalopodi c'è fecondazione interna), nonché un lavoro sulla riproduzione di un polpo hawaiano, Octopus oliveri, la cui femmina è fecondata da più maschi. È opportuno sottolineare che queste ricerche sono opera di giovani ricercatori.
Il Prof. Tsunemi Kubodera ci ha parlato, in avvio di giornata, di capodogli e di totani giganti, che ne costituiscono la dieta. Ovviamente, il totano gigante è la specie che più colpisce la fantasia di un po' tutti, ma non è l'unica, ce se sono altre, come il totano colossale, meno lungo del gigante ma più massiccio. Kubodera studia da quasi mezzo secolo questi animali e ha condotto un'avvincente narrazione sulla loro storia naturale e dei loro rapporti preda-predatore con il capodoglio. Mi piace sottolineare che la presentazione è stata dedicata alla cara memoria di Malcolm Clarke, colui che per primo studiò sistematicamente l'alimentazione dei capodogli, in un'epoca in cui la loro caccia era consentita; colui che per primo mise a punto alcune guide per l'identificazione dei "becchi" (le mandibole) dei cefalopodi estratte dallo stomaco dei loro predatori - i becchi, di sostanza chitinosa, resistono alla digestione e permangono nella cavità gastrica anche dopo che le parti carnee sono state completamente digerite. Invito gli interessati a questo argomento a fare una ricerca in internet con le parole "Malcolm Clarke" e "cephalopod beaks". Il resto della mattinata è stato dedicato alla presentazione di lavori sulla fisiologia dei cefalopodi.
E ora una nota di colore. L'artista Ryuta Nakajima ha allestito un'attraente mostra di oggetti d'arte aventi i cefalopodi come soggetto. Beh, la parola "arte" va interpretata piuttosto largamente, in quanto, accanto fianco a preziosi pezzi sono stati esposti oggetti d'artigianato e persino cose commerciali, messi a disposizione da molti teutologi; ebbene sì, mi tocca confessarlo: anch'io colleziono oggetti del genere, ma con molta moderazione, ne possiedo solo 326. La mostra è stata allestita in una sala per cerimonie nuziali. Il risultato potete vederlo in una delle foto. E passo alla nota di colore italico, anzi apulico. Poiché nella mostra sono esposti un paio di "fishietti" di terracotta della mia terra, Ryuta, conquistato dalla loro storia, mi ha fatto intervistare in merito da di una televisione giapponese, che si è occupata del Convegno CIAC. In breve, in passato usava che i giovani donassero alle fanciulle di cui s'erano invaghiti il "fischietto" che poteva raffigurare vari soggetti, in definitiva una cosuccia poco impegnativa per il suo scarso valore economico. Aveva ciò un valore simbolico o allusivo? Non sono in grado di rispondere, ma fate voi... Col tempo, poniamo negli ultimi due decenni, i maestri figuli si sono sbizzarriti a creare forme sempre nuove, in una gara all'ultimo pizzico di argilla, e i fischietti sono diventati graziosi oggetti da tenere in casa o da collezionare. E così, sono stati creati anche i fischietti-polpo.
Dida foto
In alto: Una parte della sala nuziale adattato alla mostra d'arte.
Al centro: Un fischietto-polpo
In basso: Fermaglio da cravatta a forma di seppia (messo a disposizione dal Prof. Okutani)
HAKODATE 13.11.2015 Tempo di conclusioni
Oggi è stata la giornata più piena di comunicazioni scientifiche, che hanno spaziato da temi prettamente bio-ecologici ad altri di interesse applicativo.
Nella prima sessione, “Biologia e ruolo dei cefalopodi negli ecosistemi marini”, si è soprattutto parlato delle prime fasi del ciclo biologico di varie specie. Tra i lavori presentati, mi è molto piaciuto quello di una giovane studentessa brasiliana, Rita Melo Franco-Santos, che, sotto la guida della tutor Erica Vidal, ha svelato il mistero del rhynchoteuthion, una sorta di proboscide propria degli ommastrefidi (i totani più tipici) neonati, derivante dalla mancata separazione dei due tentacoli nelle ultime fasi dello sviluppo embrionale. I totani appena sgusciati dall’uovo, lunghi poco più di 1 mm, non hanno ancora nella bocca, a differenza degli altri cefalopodi, becchi ben formati con cui smembrare le prede. Si nutrono, pertanto, tramite il rhynchoteuthion, almeno fino a quando i becchi non hanno raggiunto un adeguato sviluppo, il che avviene contemporaneamente alla separazione definitiva dei due tentacoli. È come se, per queste strutture, l’organogenesi si completi dopo la fuoriuscita dall’uovo.
Di scottante o, perlomeno, di torrida attualità è stata la sessione “Cambi climatici”, cambi che da una parte stanno modificando la distribuzione dei cefalopodi, soprattutto nelle regioni artiche dove si stanno spingendo specie mai incontrate prima a quelle latitudini, dall’altra stanno provocando l’acidificazione delle acque marine, fenomeno che altera lo sviluppo ontogenetico di diverse specie.
Per finire, ancora aspetti applicativi sotto la lente d’ingrandimento: “Pesca e gestione degli stock di cefalopodi”. Negli ultimi decenni i cefalopodi sono stati sempre più insidiati dalla pesca, anche per via del sovrasfruttamento di molte popolazioni di pesci che ha indotto alla diversificazione dei bersagli alieutici. Per questo motivo, il monitoraggio delle popolazioni di cefalopodi riveste estrema importanza, giacché questi animali presentano una biologia molto diversa dei pesci; ci basti ricordare la brevità del ciclo vitale dei cefalopodi oggetto di pesca, da 1 a 2 anni. A margine, si è discusso, con toni polemici, della dinumanità con cui vengono uccisi i polpi comuni, Octopus vulgaris, catturati artigianalmente nei Paesi mediterranei, vale a dire per mezzo del rovesciamento del mantello (la sacca che contiene i visceri) o con il classico “morso in testa”. Un collega portoghese, a mio avviso poco informato dei fatti, propugnava metodi che permettessero un human killing dei polpi, ovverosia mediante una trafittura del cervello, mediante un coltello appuntito, che ne determina la morte immediata. A prescindere dal fatto che “uccisione umana” mi pare proprio un ossimoro, di fatto anche il morso inferto dai nostri pescatori alla testa del polpo fracassandone la capsula cranica ne determina la morte immediata; di contro il rovesciamento a mo’ di guanto del mantello (per i polpi più grossi) e la conseguente esposizione degli organi interni causa una morte appena più lenta. A molti è parso un tantino ipocrita il puntare il dito contro i pescatori specializzati nella pesca dei polpi con strumenti artigianali (polpare e nasse), i quali, presuntivamente, ammazzerebbero le loro prede in modo non umano, quando ben sappiamo che quotidianamente un’infinità di organismi marini, compresi milioni di polpi, catturati da grandi reti e scaricati sulla tolda delle navi da pesca muoiono per asfissia, lentamente! La predazione degli animali da parte dell’uomo e il conseguente cibarsi delle loro carni sono materia pregna di implicazioni etiche, oltre che sociali, alimentari ed economiche, attinenti alla sfera più personale di ognuno di noi, lo so bene; per questo non mi permetterò di addentrarmi oltre, con osservazioni spicciole, in una discussione che merita ben altre arene e ben altri confronti.
HAKODATE 14.11.2015 Ultima giornata del congresso CIAC 2015, giornata di bilanci, appuntamenti e saluti.
Ma tutto questo è accaduto nel pomeriggio e in serata, giacché al mattino e fino al primissimo pomeriggio è proseguita la presentazione dei lavori scientifici sui temi “Sistematica e biogeografia” e “Coltura e benessere”. Per sintetizzare al massimo la prima delle due sessioni – la più ricca e, per me, più interessante – mi approprio di una parte del titolo della comunicazione della neozelandese Kat Bolstad: “Taxonomists’ work is never done” (Il lavoro dei tassonomi non finisce mai). E sì, è proprio così. Da una parte si continuano a scoprire nuove specie, grazie sia all’ausilio dei metodi genetici, disvelatori di specie criptiche, sia alle ricerche in zone inesplorate, perlopiù profonde, con minisommergibili e ROV; dall’altra si continua a rimaneggiare la classificazione ai vari livelli tassonomici, dal meno ai più inclusivi, dal genere a sottoclasse, ordine e sottordine. Le incertezze classificatorie, le diversità di opinione e, di conseguenza, la mancanza di una visione totalmente condivisa riguardano soprattutto la suddivisione in grandi categorie.
Finite le comunicazioni delle ricerche, è venuto il momento dei bilanci, a cominciare con i brevi rendiconti dei workshop svolti nei primi quattro giorni, unanimamente considerati di alto valore. È seguita la notifica dei neo-eletti membri del CIAC e della nuova presidentessa, la brasiliana Erica Vidal, la quale ha ricevuto il testimone dalle mani della presidentessa uscente, Louise Allcock. Nessun mugugno da parte degli uomini per un passaggio di mano da donna a donna: e come sarebbe stato possibile? queste donne stanno operando proprio bene per il CIAC e per la teutologia universale. Subito dopo, le premiazioni degli studenti per il miglior poster, a Satoshi Tomano, e per la migliore presentazione, a Gregory Babord; il conferimento del premio alla carriera per Paul Rodhouse, Ron O’Dor e Tsnunemi Kubodera; i ringraziamenti agli organizzatori, capeggiati dal prof. Yasunori Sakurai dell’Università di Hokkaido, per aver promosso un meeting eccezionale da tutti i punti di vista. La cerimonia conclusiva ufficiale, infine, è stata affidata al decano della ricerca teutologica giapponese, il professor Takashi Okutani, una figura di alto profilo internazionale e persona molta amata per la sua grande umanità.
Ho scritto “cerimonia conclusiva” e voi ci avete creduto? Sì, quella è stata la scena ufficiale d’obbligo. La vera chiusura del congresso c’è stata la sera, con il Sayonara Party, all’insegna di una cena raffinatissima che, tuttavia, non ha impedito l’esecuzione di canti, di scherzi, di premiazioni giocose, di foto di gruppo. E poi tanti scambi di saluti e abbracci, accompagnati da grandi sorrisi e da un pizzico di malinconia, mitigata però dagli accordi di contatti e incontri a breve termine, per portare avanti qualche progetto condiviso.
Come supersintetizzare con una sola frase il convegno CIAC 2015? Lo faccio con le parole di una collega e cara amica di vecchia data: “È stato bello condividere birra e scienza!”
Arrivederci a Tampa, Florida, per il CIAC 2018!!!
P.S. Gli interessati ai Cefalopodi o semplicemente curiosi e desiderosi di sapere di più del CIAC 2015 possono consultare il sito del convegno al seguente indirizzo: https://www.ciac2015.com