Letto in fondo al settimanale “L'Espresso”, un'amara e poco ascoltata riflessione sull'insegnamento della Matematica alle Scuole medie, la riproproniamo per rispetto al personaggio nella speranza che si cominci a discutere anche della scuola media.
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Lettere
Ha fatto benissimo Stefania Rossini a richiamare l'attenzione sui tre anni della scuola media: “Medie molto basse” (“L'Espresso” n. 2). Una vera tragedia culturale. L'insegnamento della matematica in Italia, più che inadeguato a quella scuola, è criminale; è in mano a insegnanti laureati in tutt'altro, che usano testi assurdi zeppi di esercizi maniacali e stupidamente lunghi. La valutazione consiste nell'obbligare a fare gli esercizi, poniamo, dal numero 105 al numero 125 verificando il risultato che il libro stesso da: è una verifica dell'innocente onestà degli studenti, che ancora dicono “non mi è venuto” il tale e il talaltro conto. Si tratta di “conti” decontestualizzati, senza riferimenti a cose e fatti reali, di valore culturale pari alla sbucciatura delle patate. Aritmetica demenziale, senza motivi di compiacimento culturale ma solo procedimenti automatici. La matematica francese Stella Baruk scrisse un libro, “L'age du capitaine”, per mostrare l'inutilità disamorante di queste torture mentali ma nessuno lo ha letto, da noi. Insistete! Denunciate la stortura del reclutamento e la mostruosità dei manuali che imposti.
Carlo Bernardini, fisico
L'Espresso n. 4 anno LV 29 Gennaio 2009 pag. 148