Jonah, l’adolescente che vede i morti
Luciano Luciani
Forse non abbastanza avvertito né apprezzato, continua l’impegno della casa editrice Quarup per avvicinare il pubblico dei Lettori italiani alla migliore narrativa straniera, la statunitense in particolare. Dopo il dolente Verso nord del cantante e scrittore Willy Vlautin, uscito un anno fa per la collana Badlands riservata a scritture non convenzionali e capaci di andare oltre le mode del momento, è ora la volta di Con chi parli, Jonah? di Mark Sullivan, giunto plurisemisecolare al suo romanzo d’esordio.
Ed è un felice debutto perché la pagina di Sullivan, già figura di riferimento della scena punk rock nordamericana degli anni Ottanta, si fa apprezzare per la delicatezza con cui svolge una storia in cui la normalità quotidiana di un adolescente dei nostri giorni si intreccia con elementi horror/magici, un palese omaggio alla narrativa di Stephen King, lo scrittore dell’orrore più letto al mondo. Il quindicenne Jonah, alle prese con tutti i problemi di tutte le adolescenze - tempeste ormonali, rapporti complicati col mondo degli adulti, il difficile posizionamento di sé in famiglia, a scuola, nel gruppo amicale e nel mondo – possiede, come nella migliore tradizione kinghiana, da Carrie a Shining, da La zona morta a Il miglio verde, un gift, un dono di cui, però, farebbe volentieri a meno: dal giorno dei funerali del padre, vede i morti... E si tratta di presenze tutt’altro che benevole. Perché lo irridono, lo minacciano, esasperano le insicurezze e la goffaggine di Jonah. Gli guastano la vita di relazione con la madre Susan, con gli amici, con le coetanee, con l’ambiente scolastico tutto. Le rare consolazioni a un’esistenza destinata all’incomunicabilità (a chi lo racconti che vedi i morti?) e alla solitudine, Jonah le trova in Ross, un grosso grasso amico sovrappeso, che sopporta e accetta le stranezza di Jonah, e nel fantasma del padre Dan che, morto dieci anni prima precipitando, gonfio di Martini, in un crepaccio alla guida della sua Porsche Convertibile, ora gli appare per provare a svolgere quel ruolo paterno che, da vivo, non gli era mai riuscito e proteggerlo dalle anime dei trapassati che non gli danno requie. Riuscirà il nostro giovanissimo eroe a liberarsi di quegli invadenti, inquietanti fantasmi? Naturalmente sì: il brutto anatroccolo Jonah sarà, infatti, capace di trasformarsi se non in un bellissimo cigno almeno in un ragazzo come tutti gli altri. Ma sarà un cammino irto di ostacoli che non gli risparmierà dolori, sofferenze prove anche molto dure.
Con sensibile leggerezza Mark Sullivan ci racconta una storia “al limite” e insieme credibile, forte e al tempo stesso tenera, senza mai eccedere in terrori e tremori, senza mai cadere nelle lusinghe di facili effettacci o in quelle di già usurati modelli letterari. Lo aiuta una prosa semplice e tersa in grado di scavare in profondità e di catturare il cuore e l’intelligenza del Lettore: perché come quella di pochi altri abile a raffigurare gli occhi chiari sull’esistenza di cui solo i giovani sono capaci.
Mark Sullivan, Con chi parli, Jonah?, collana Badlands, quarup edizioni, 2015, pp. 180, Euro 14,90