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Oltre il DNA? Il numero speciale di Naturalmente

Oltre il DNA? Il numero speciale di Naturalmente

di Fabio Fantini


 

Fabio Fantini
Fabio Fantini

Sono grato al prof. Omodeo per molte cose; non solo per avermi orientato nella scelta della tesi, per avermela corretta abbondantemente, ma anche per una polemica molto costruttiva che egli condusse negli anni Ottanta contro le posizioni antievoluzionistiche che in quegli anni cercavano spazio in Italia. Mi riferisco in particolare a un libro del prof. Sermonti e del prof. Fondi, che il prof. Omodeo criticò in modo esemplare con una lettera alla rivista “Le Scienze”. Il prof. Omodeo ha rappresentato una figura di riferimento per tutta la biologia italiana e oggi riscontriamo un elemento ulteriore di centralità del suo ruolo quando cominciamo a riflettere sugli elementi che questo numero speciale di Naturalmente ci propone. L’idea darwiniana, semplice e, come faceva notare giustamente Dennett, pericolosa, almeno per certi modi di pensare, può essere riassunta in una frase: quando la riproduzione con variabilità eccede la capacità portante dell’ambiente, i caratteri ereditari che favoriscono la riproduzione si diffondono tra gli individui che formano una popolazione. Questa idea ha avuto una sintesi imprevista, ma estremamente fruttuosa, verso la metà del Novecento con la scoperta del DNA e della funzione del DNA nei sistemi viventi. Possiamo dire che il progresso senza precedenti della Biologia che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento è avvenuto grazie alla sintesi tra l’idea evoluzionista di Darwin e la base fisica della trasmissione dei caratteri ereditari che la scoperta delle proprietà del DNA proponeva.
Nell’ambito delle Scienze sperimentali, una teoria di successo ha la straordinaria prerogativa di aprire la strada al proprio superamento. Forse noi abbiamo la fortuna di vivere in un momento in cui certi paradigmi che hanno condotto la ricerca biologica negli ultimi decenni cominciano a mostrare qualche crepa e si comincia a ragionare del loro superamento. È possibile in altre parole che quel punto interrogativo che accompagna il titolo del numero speciale di Naturalmente presto possa essere cancellato.
La riflessione che l’articolo di Longo e Tendero propone ai lettori di Naturalmente mi sembra un robusto stimolo in questa direzione; si tratta di una lettura non facile, perché propone concetti che, per chi come me è cresciuto in un certo momento dello sviluppo della  Biologia, vanno vicini a essere pugni nello stomaco. Si tratta però di critiche salutari a un certo modo di ragionare che è frequente nelle Scienze biologiche, anche a livello didattico. Cioè quello di giustificare un’affermazione con un solo esempio, come se quell’esempio fosse paradigmatico ed estendibile all’intero insieme dei sistemi viventi. Il concetto di vantaggio dell’eterozigote si appoggia su un esempio, quello dell’anemia falciforme, che si riferisce a un caso particolare di una specie particolare. Un esempio non può dare validità generale a un’affermazione che dovrebbe essere esaminata con maggiore attenzione, in particolare in un campo come quello della biologia in cui la variabilità rappresenta l’unica costante. Sappiamo che è molto difficile individuare leggi di validità generale nel campo della Biologia. E una delle cause è probabilmente che i sistemi viventi coprono un campo di variabilità molto ampio e che a sua volta copre una parte minima di quello teoricamente possibile. Trovare regole di validità assoluta è veramente molto problematico in Biologia.
Il numero speciale di Naturalmente propone all’attenzione dei lettori, che sappiamo essere non particolarmente numerosi, ma sicuramente competenti nel campo scientifico, vivaci in quanto a interesse epistemologico, capaci di ragionare sulla spendibilità anche didattica degli spunti che la rivista offre, una critica radicale alle basi stesse della biologia molecolare. Speriamo che i lettori apprezzino il lavoro di L&T per gli spunti che fornisce, che sono spunti che ci devono formare a una riflessione autocritica del lavoro che abbiamo fatto negli ultimi anni.
Mi rimane da formulare l’auspicio che Naturalmente cominci a godere anche a livello di affezione concreta, numerica in termini di abbonamenti, di quanto oggi già riscuote a livello di stima e di numero di lettori. Sono proprio i lettori della rivista che potrebbero forse ricordare con maggiore frequenza che una rivista come questa deve potere contare sul sostegno attivo di chi la legge e di chi la apprezza.


Fabio Fantini

Redazione di Naturalmente

 


Alcuni partecipanti, da sinistra: Brunella Danesi (in piedi), Franca Cosci, Enrico Pappalettere, prof. Pietro Omodeo,
Simona Monesi