Giorno della Memoria 2018
Frediano Francesconi, il medico umanista
Luciano Luciani
Il Giorno della Memoria, 27 gennaio, la ricorrenza internazionale che commemora le vittime della Shoah, è ormai una data ampiamente condivisa del nostro calendario civile. Nella città e nella provincia di Lucca ricordare quella vicenda significa soprattutto rievocare lo straordinario contributo fornito dalla Chiesa locale e dal suo arcivescovo, mons. Antonio Torrini, nel promuovere tra il clero una pratica quotidiana e diffusa di accoglienza, condivisione e solidarietà verso le popolazioni vittime della guerra e verso i tutti perseguitati.
Oltre che attraverso le parrocchie, il progetto di assistenza agì attraverso l’opera dei sacerdoti Oblati dello Spirito Santo: don Arturo Paoli, don Sirio Niccolai, don Guido Staderini e don Renzo Tambellini. Nell’autunno ‘43 prende contatti con loro, Giorgio Nissim, un ebreo pisano, rappresentante dell’opera assistenziale ebraica DELASEM. Si crea così una reta di assistenza ebraico-cristiana che riesce a salvare molti ebrei italiani e stranieri, oltre che esponenti della Resistenza. La rete procura nuove identità, rifugi sicuri, assistenza morale e materiale: a questa azione contribuiscono resistenti, parroci, religiosi e religiose, appartenenti all’Azione Cattolica, lo stesso arcivescovo e molte altre persone rimaste sconosciute. Un lavoro imponente di assistenza e protezione che permette di salvare circa 700 ebrei italiani e stranieri: mani e volti amici che aiutano a resistere alla bufera e a dipanare, nonostante tutto, l’esile filo del futuro.
La Chiesa lucchese, i suoi uomini e le sue organizzazioni non esauriscono, però, l’intero quadro dello straordinario agire delle migliori energie morali e intellettuali della Città Murata e non si può, quindi, non ricordare il dott. Frediano Francesconi, classe 1892, interventista democratico nella Grande Guerra, volontario e ufficiale degli Alpini. Medaglia d’argento al valor militare, repubblicano, fonda a Lucca, assieme all’amico Giorgio Di Ricco, il giornale, d’impronta mazziniana, “Il Baluardo”. Componente del Comitato Antifascista dopo l’omicidio Matteotti è costretto dal fascismo ad allontanarsi da Lucca, dove torna dopo la specializzazione in otorinolaringoiatra, ottenuta a Torino. Nell’anno terribile del regime militare nazifascista, dal settembre 1943 al settembre 1944 Francesconi sostituisce nel Cnl lucchese, in rappresentanza del Partito repubblicano l’amico Giorgio Di Ricco, costretto a una fortunosa fuga a Roma, mentre per rappresaglia sono incarcerate in San Giorgio la moglie e la cognata. Insieme al Cnl e personalmente il medico lucchese, utilizzando il proprio studio professionale in piazza dei Cocomeri e la propria residenza di Coselli, svolge un’intensa attività di aiuto e di sostegno a favore di profughi, ricercati, sbandati, ebrei...
Lo ricorda con devozione e affetto il comunista Giuseppe De Gennaro, presidente del Cnl lucchese dopo l’arresto del prof. Augusto Mancini: “Ricordo ancora vivamente la figura del dott. Francesconi, che a me appariva come un patriarca, dato che per la sua età avrebbe potuto essere mio padre; ricordo il suo parlare di Mazzini come fosse un suo amico ancora vivente, ed il suo giovanile entusiasmo nell’esporre e utilizzare un sistema di finanziamento che era stato inventato da Mazzini e utilizzato nel Risorgimento.
Con altrettanta stima e rispetto, parla di lui don Renzo Tambellini, sacerdote lucchese, uno degli Oblati del Volto Santo, impegnato in prima fila nella solidarietà con i cittadini ebrei perseguitati in seguito alle infami leggi razziali del 1938: “nonostante fosse un massone era sempre benefico con tutti”.
Un impegno civile a tutto tondo quello del dott. Francesconi che non si esaurisce con la lotta di Liberazione, ma continua anche nel dopoguerra: nel sociale con la presidenza della Croce Verde lucchese; nella cultura come membro dell’Accademia Lucchese di Lettere, Scienze e Arti; nella politica, ricoprendo per il Partito repubblicano, incarichi nel Consiglio comunale di Lucca, nel Consiglio provinciale, nel Consiglio comunale di Capannori.