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... A scuola da Brunetta

... A scuola da Brunetta

 di Vincenzo Terreni

 

Il 20 Aprile 2009 si è tenuta a Roma presso la Scuola primaria Cardinal Massaia, la presentazione del progetto A scuola con JumPC: un progetto nato dalla collaborazione tra Intel Corporation Italia, Olidata e Fondazione Mondo Digitale. L'iniziativa ha coinvolto circa 150 studenti e oltre 15 insegnanti.
A scuola con JumPC prevede infatti l'introduzione di uno “speciale” computer portatile pensato per i bambini dai 6 ai 12 anni, nei programmi didattici degli istituti, con contestuale preparazione del corpo docente all'utilizzo ottimale di contenuti educativi digitali. L'attività è stata avviata in cinque istituti primari di Lazio, Piemonte e Sicilia con l'obiettivo di supportare, potenziandola, la didattica nelle scuole italiane grazie all'introduzione di nuove tecnologie in grado di arricchire l'insegnamento e formare le nuove generazioni ad un utilizzo consapevole e proficuo dell'informatica.
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, On. Renato Brunetta, presentando il progetto, ha annunciato che “entro qualche semestre nelle scuole elementari italiane arriveranno un milione di mini pc.” Il Ministro ha annunciato questo proposito sulla base degli esiti della sperimentazione effettuata in collaborazione con Olidata, Intel e Mondo digitale. “Questo avvio per arrivare in qualche anno a coprire il fabbisogno di tutta la scuola primaria, per proseguire con la media e le superiori. Gli studenti trascineranno anche i genitori nell'uso delle tecnologie e saranno preziosi nel superamento del digital divide”.

 

Bambini di una scuola elementare mostrano i loro
JumPC
Intel: report sintetico sul progetto JumPC
Il Giornale di Sicilia del 24 aprile 2009

In rete si trovano molti documenti: quello dell'Olidata che propone un resoconto dell'incontro con il Ministro, quello dell'Intel che nella stessa occasione ha presentato un'indagine sullo stato della tecnologia informatica diffusa in Italia e sul gradimento del progetto appena concluso, quelli presenti su “Mondo digitale” sito diretto dal prof. Tullio De Mauro.

Anche l'ADI (Associazione Docenti Italiani) si è occupata, in febbraio a Bologna, dell'apprendimento dei "nativi digitali" e delle esperienze innovative in Italia nel Seminario internazionale “Da Socrate a Google” con la consueta produzione e successiva distribuzione in rete di materiale di studio e riflessione.
Doveroso registrare che nel sito del Ministero della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione alla ricerca “A scuola con JumPC” è stata proposta la sola occorrenza di un ritaglio del giornale di Sicilia che riporta la notizia della conferenza stampa del Ministro sull'argomento (solo un trafiletto), pare un po' poco, ma forse è solo imperizia dello scrivente. Un tentativo analogo al sito del Ministrero della pubblica istruzione, a parte le maggiori difficoltà a trovare il motore di ricerca interno, non ha dato alcun risultato.

 

Cerchiamo di capire
Che cosa è stato fatto a scuola?
Che la nostra scuola sia in ritardo per quanto riguarda l'uso delle tecnologie informatiche per potenziare l'apprendimento è cosa sulla quale non vale la pena soffermarsi, mentre sarebbe interessante riflettere (ma non è questa la sede) su cosa ha prodotto l'introduzione dell'Informatica sia come disciplina scolastica autonoma che come sottoinsieme della Matematica, male non sarebbe riflettere anche sulle applicazioni negli Istituti tecnici e professionali.


Con queste poche informazioni (che ripetono quasi sempre le stesse notizie prese da una fonte non facile da individuare) non è agevole farsi un'idea di quale fosse il piano di lavoro della sperimentazione, le risorse a disposizione - personale specializzato e beni strumentali - la formazione specifica dei docenti coinvolti, le prospettive del lavoro a fine sperimentazione. Il fatto inoltre che l'attività sia partita in modo sfasato nel tempo (prima Torino e poi il resto) e che nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione non appaia alcun riferimento alla sperimentazione non sembra una premessa incoraggiante. Troppe sono le attività avviate nella nostra scuola su binari che si sapevano morti già alla partenza del treno! E troppe le delusioni date agli ultimi insegnanti “giapponesi” ancora disponibili a credere alle promesse e ad investire risorse personali aggiuntive in gran parte sottratte alla famiglia e al poco tempo libero.
Dalle poche notizie si può pensare ad una sperimentazione partita su tre istituti lontani tra loro nel Paese collegati in rete: quelli del Piemonte e di Palermo hanno utilizzato il JumPC come supporto alle lezioni della lingua italiana, della geografia, della matematica e delle scienze, a Roma, invece, nella scuola Cardinal Massaia, il JumPC è stato utilizzato nell'insegnamento della lingua inglese, mentre nella scuola Fratelli Cervi la sperimentazione ha riguardato le discipline di storia, geografia, italiano e matematica. Quali fossero i programmi di attività non è stato possibile scoprirlo, né quali strumenti siano stati approntati per esaminare il risultato del lavoro.
Da un filmato realizzato dal TG2 si possono evincere alcune informazioni tra una selva di lodi sperticate: su otto ore di lezione giornaliere (quindi si tratta di tempo pienissimo) non più di due, non consecutive, possono essere dedicate alla didattica con l'uso del pc (si spiega in questo modo la mancanza di cavi di alimentazione). Insegnanti ed esperti intervistati si dichiarano soddisfatti dell'uso del pc motivando con una maggiore attenzione e facilità di apprendimento da parte degli studenti. Gli ambienti scolastici sono molto curati e fanno pensare a strutture particolarmente protette non certamente normali o addirittura critiche.


Dal sondaggio INTEL si apprende che: “Gli insegnanti si sono serviti del JumPC prevalentemente per condividere lezioni, effettuare ricerche su Internet e comunicare via posta elettronica, oltre che per proporre esercitazioni tramite software didattici e verifiche con sistemi di auto-correzione.” Gli stessi docenti hanno segnalato “il miglioramento delle interazioni con gli studenti.” “Inoltre, ritengono di essere facilitati nella gestione del proprio ruolo (voti, lezioni, comunicazione), di essere meglio preparati a progettare lezioni che integrano l'uso del computer e, infine, di riuscire a focalizzare di più l'attenzione sugli studenti riuscendo a sbrigare in minor tempo le parti più burocratiche del lavoro.” Ne deriva quindi un giudizio sul JumPC molto positivo, ritenuto utile sotto molti aspetti, con particolare riferimento a: “Creazione di ambienti di apprendimento innovativi e collaborativi; combinazione di stili di apprendimento differenti; sviluppo delle conoscenze tecnologiche degli alunni; supporto allo studio individuale e di gruppo; attività di preparazione e amministrazione.”

Un fotogramma del filmato realizzato da Tg2 in una scuola del Piemonte che ha
partecipato alla speriemntazione di JumPC

Sulla base di queste considerazioni gli insegnanti concludono che “tutti gli studenti dovrebbero avere un computer in classe oltre a quello di casa. Questo perché ritengono fondamentale il ruolo di guida dell'insegnante non solo per evitare agli studenti i pericoli della Rete, ma soprattutto per sviluppare al massimo le loro capacità grazie all'utilizzo del PC.” Nell'indagine sono presenti anche un paio di pagine dedicate agli studenti sul possesso o meno di un pc domestico, sui pericoli degli abusi del pc, sulle potenzialità offerte dal pc per l'apprendimento, sul valore aggiunto dei contenuti digitali. Forse è superfluo riportare la valutazione degli studenti circa l'utilizzazione del computer in classe che risulta “estremamente positiva e pressoché priva di svantaggi”.


Un successo planetario di cui bisognerebbe informare il Pianeta medesimo.

 

 

 

Che cos'è Jumpc?

 Immagine di Jumpc

Sul sito di Zeus troviamo le prime informazioni tecniche sul netbook destinato agli studenti che il ministro dell'Innovazione Renato Brunetta ha presentato oggi a Roma. "Robusto, leggero (pesa meno di un chilo), con tastiera resistente ai liquidi JumPC è dotato di programmi pensati per supportare l'insegnamento delle diverse materie, dall'italiano alla geografia, dalla matematica alle scienze fino all'inglese.

Caratteristiche tecniche
* versione con Windows XP Home
* processore Intel Celeron 900 MHz
* Display 7", RAM 512 Mbyte DDR2
* Hard Disk 2 Gbyte Nand Flash
* Lan Wireless, Lan 10/100, 2 Speakers Stereo + Mic, 2 USB 2.0, Card Reader, Webcam).
I prezzi del netbook JumPC di Olidata partono da 199 eurofino a 299 euro (stesse caratteristiche) con disco da 30 Gbyte.

 

La seconda ondata di dubbi arriva come uno tsunami! 

In tutta la descrizione e le notizie relative a questa esperienza, senza dubbio impegnativa e costosa, non emergono sufficienti riferimenti a quanto viene fatto nel resto del mondo e niente porta a riflettere su quello che altri hanno già avviato per dare un pc ad ogni studente.

 

One laptop for child

Nicholas Negroponte preoccupato dal divario digitale (Digital Divide) e informativo dei Paesi del terzo mondo ha avviato in Cambogia l'introduzione di laptop (un computer portatile particolarmente resistente e impermeabile) con connessione a banda larga. In seguito ha preso forma il progetto ambizioso di portare i computer là dove a malapena giunge l'elettricità. L'annuncio è stato dato il 28 gennaio 2005 a Davos (Svizzera), durante il Forum Economico Mondiale rivelando diavere già importanti partner commerciali pronti a fornire tecnologie, cervelli e fondi, tra cui AMD, Google, Motorola, Samsung, News Corporation (facente parte del gruppo di Rupert Murdoch) e Linux, che fornirà il sistema operativo. Il laptop viene sviluppato da One laptop per child (OLPC) (filmato) un'organizzazione no-profit con sede nel Delaware, creata da membri della facoltà del MIT Media Lab per progettare, fabbricare e distribuire il laptop. Per il momento i destinatari sono Thailandia, India e Cina. L'idea di fondo è quella di un computer, portatile, tecnologicamente non costoso (intorno ai 100 dollari), elettricamente poco oneroso, con una suite completa di programmi non proprietari, orientato alla connessione ed indirizzato principalmente alle nuove generazioni.

 

 
 La testata di OLPC

Una macchina in grado di funzionare nelle peggiori condizioni possibili: caldo, polvere, umidità, possibili cadute. Il fine principale sarà quello di sostituire i libri di testo con delle poco costose copie in formato digitale.

 

 

 Comparazione tra laptop
 Il primo modello
 Un lettore di e-book
 
 Un lettore a doppia pagina
 
 Una pagina diviene una tastiera virtuale

Caratteristiche tecniche

I dettagli tecnici previsti possono variare assai rapidamente, per il momento sono:

* Titolo: $100 laptop * Fabbricante: Quanta Computers * Tipo: laptop * Connessione: 802.11 interna per collegamento di rete * Previsioni uscita: gennaio 2007 * Memoria: 256 MB DRAM * Memoria di massa: Flash memory da 1024 MB * Sistema operativo: Red Hat * Fedora Core-Based Linux * Telecamera: plug-in USB opzionale * Ingressi: tastiera / Touchpad / 3 porte USB * Alimentazione: Batteria /generatore manuale PCG(Pull-Cord Generator, prod.Potenco). / Batteria auto da 12V / Trasformatore CA * Processore: AMD Geode GX500@1.0W + 5536 * Schermo: dual mode diagonale 7 pollici (18 cm) TFT LCD (leggibilità alla luce solare 200 dpi) * Tastiera: estesa, per permettere di imparare a scrivere

Software
Tutti i programmi forniti con il computer saranno open source. A novembre del 2005 fu annunciato che il computer avrebbe incluso:
* Un sistema operativo basato sulla distribuzione Red Hat Linux
* Un browser web
* Un word processor
* Un programma di posta elettronica
* Strumenti di sviluppo, incluso il linguaggio Squeak

Apple aveva offerto gratuitamente il Mac OS X come sistema operativo della macchina ma l'offerta è stata rifiutata dato che non è open source ed è stato scelto Linux.

All'inizio del 2007 OLPC ha confermato di aver inviato un primo ordinativo di un milione di laptop a Quanta Computers al prezzo di 130 dollari; la fornitura coprirà le richieste di Argentina, Brasile, Libia, Nigeria, Ruanda, Thailandia e Uruguay; la produzione in serie dei computer è iniziata.

 

Considerazioni finali
Nel confronto tecnico tra Jumpc e OLPC più che differenze strutturali emergono le scelte di prospettiva e di utilizzo.
La macchina di Negroponte è pensata come il frutto di un cervello collettivo che utilizza tuttte le risorse per consentire il recupero della possibilità formativa dei giovani dei Paesi poveri utilizzando un mezzo che mette la ricerca di soluzioni economiche e robuste a disposizione dei giovani delle popolazioni più svantaggiate per consentire loro di guardare al futuro, o meglio di avere un futuro. Le soluzioni tecniche sono pensate per accogliere un software aperto, anche questo cresciuto con il contributo degli utenti. Insomma si tratta di un progetto mondiale, non a caso sostenuto dall'ONU, che vuole imprimere un nuovo modo di pensare e di agire, che si confronta con tutta la comunità scientifica internazionale ed è pronto ad accogliere suggerirmenti e critiche.
Nella sperimentazione che si è condotta in Italia emerge la volontà di superare non tanto un divario tecnologico nella popolazione, ma il tentativo, corretto nella sostanza, di considerare il pc anche uno strumento per imparare e come tale fornirlo nelle scuole per il suo reale utilizzo. Cambia sostanzialmente il ruolo del pc: da oggetto misterioso di studio sterile che rimane confinato in un universo separato nella scuola per essere, nelle mura domestiche, riscoperto come oggetto di svago in molti casi o strumetno di lavoro e ricerca nei casi più fortunati di autonoma iniziativa. Quindi da questo punto di vista ben venga. Lasciano perplessi il silenzio attorno ad una sperimentazione che deve essere costata non poco, alla mancanza di protocolli di valutazione, all'eccessiva enfasi nel sottolineare la novità e il successo, alla mancanza di coinvolgimento del Ministero della Pubblica Istruzione che pure si sbilancia non poco con una circolare sull'adozione dei libri di testo in cui si prefigura un rapido passaggio agli e-book.
Lascia anche perplesso l'impegno verbale rilasciato dal ministro Brunetta di un milione di jumpc "entro qualche semestre": così come sono state presentate le cose un progetto di questo tipo non potrà costare meno di 300 milioni di euro se si prendono le macchine Olidata più economiche, considerando anche la formazione dei docenti, la creazione di piani di lavoro, di verifica, etc.


Tutto l'insieme ha più il sapore del tentativo di appropriazione di un progetto planetario di grande spessore scientifico e sociale per acquisire autorevolezza e credibilità in un ambito talmente ristretto da risultare asfittico.