Recensioni 2019
Carlo Rovelli L’ordine del tempo, Adelphi, Milano, 2017
Recensione di Lucia Torricelli
Un denso volumetto rimasto a lungo ai primi posti nella classifica dei libri più venduti, nonostante la complessità dell’argomento. Si parla del mistero del tempo che “…ci inquieta da sempre, muove emozioni profonde. Così profonde da nutrire filosofie e religioni”. Nella prima parte del libro è smontata l’idea di tempo a noi familiare. Si arriva a un mondo senza tempo. Da questo mondo senza tempo, in un percorso a ritroso, ritroviamo la dimensione del tempo così come noi la percepiamo nella quotidianità.
Un viaggio avventuroso, pieno di sorprese, non privo di ostacoli. Rovelli riesce a conquistare la curiosità del lettore non specialista per la non comune capacità di raccontare con entusiasmo contagioso i misteri della natura e di coniugare il rigore scientifico con immagini e metafore che possano agevolare la comprensione di concetti impegnativi e controintuitivi. Le riflessioni sulla natura umana e i frequenti riferimenti alla filosofia, alla poesia, alla letteratura, all’arte, alla scienza, rendono ancora più suggestiva la narrazione della fisica del tempo.
Dalla lettura delle prime pagine scopriamo che la realtà profonda del mondo è diversa da quella che percepiamo quotidianamente alla nostra scala. Nella fisica moderna il tempo non è la corrente uniforme e rettilinea di eventi che sperimentiamo con gli orologi e i calendari; scorre più lentamente in pianura e più velocemente in montagna, come aveva già intuito Enstein e come si potrebbe verificare con orologi da laboratorio sensibilissimi. Non c’è un orologio cosmico che batte lo stesso tempo in tutto l’Universo. Ogni evento ha il suo tempo e i diversi tempi interagiscono tra loro. La differenza tra passato e futuro non è quella che noi sperimentiamo; la percezione del fluire del tempo dal passato al futuro è solo un’approssimazione che dipende dalla nostra incapacità di mettere a fuoco gli infiniti dettagli della realtà microscopica del mondo. Il presente ha senso solo vicino a noi, come fosse confinato in una bolla. Quello che per noi è il presente potrebbe essere passato in un’altra parte dell’universo.
Il tempo non scorre, si sfalda, si frantuma in una miriade di tempi diversi; nei buchi neri non esiste più; s’intreccia con lo spazio nello spazio-tempo. Una rete flessibile e dinamica di eventi che s’influenzano a vicenda forma la trama di una realtà cosmica su cui ci affacciamo dal nostro piccolo angolo di mondo.
Ancora più lontana dalla nostra percezione è la natura del tempo descritta dalle strane leggi della meccanica quantistica che governano il mondo a scala microscopica: un tempo granulare, fatto di quanti, come sono fatte tutte le cose del mondo. “A piccola scala la teoria descrive uno spazio-tempo quantistico, fluttuante, probabilistico e discreto. A questa scala c’è solo il pullulare furibondo dei quanti che appaiono e scompaiono”. Uno scenario che disorienta e affascina, aperto a continui percorsi di ricerca.
Nella parte conclusiva di questo avvincente libretto ritroviamo il tempo che percepiamo nella nostra esperienza quotidiana e che definisce la nostra identità, tra eventi passati e aspettative future. Cominciamo a capire, attraverso le ricerche dei neuroscienziati, che il tempo è dentro di noi, nelle sinapsi del nostro cervello e nei circuiti neurali che l’evoluzione ha plasmato e che ci mettono in relazione con il mondo di cui siamo parte. In questo senso abbiamo la sensazione del fluire del tempo. “…alla fine -forse- il mistero del tempo riguarda ciò che siamo noi, più di quanto riguardi il cosmo (…). E’ la memoria che salda i processi sparpagliati nel tempo di cui siamo costituiti. In questo senso noi esistiamo nel tempo”.
Altri libri sullo stesso tema
Edoardo Boncinelli, Tempo delle cose, tempo della vita, tempo dell’anima, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003
Tempi ciclici, tempo rettilineo e irreversibile, tempo finito o illimitato, tempi brevi e tempi lunghi della vita individuale e dell’evoluzione. Tempi che disegnano il futuro dell’Universo e della vita. Nulla è possibile prevedere. Il tempo condiziona e colloca nello spazio tutti gli eventi della realtà conosciuta e non conosciuta.
Benjamin Libet, Mind Time. Il fattore temporale della coscienza, Cortina, Milano, 2007
Un’indagine sui meccanismi consci e inconsci della mente in relazione al fattore tempo. Le ricerche sperimentali sull’attività mentale dimostrano che allo stato cosciente vi è consapevolezza di eventi già iniziati a livello inconscio. Lo scarto di tempo che intercorre tra la consapevolezza di un’azione e l’attivazione inconscia, già in atto, di quell’azione è un elemento cruciale per sconfinare nelle implicazioni filosofiche delle neuroscienze. E tutto si gioca su una minima frazione di tempo!
Étienne Klein, Il tempo non suona mai due volte, Cortina, Milano, 2008
Riflessioni interessanti sulla misteriosa natura del tempo nelle dispute tra scienziati e filosofi.
“ il nostro tempo quotidiano, quello che sentiamo scorrere, che lascia il segno sui nostri volti, è lo stesso di quell’entità matematica cui ricorrono gli scienziati?
Werner Kinnebrock (presentazione di Remo Bodei), Dove va il tempo che passa.Fisica, filosofia e vita quotidiana, il Mulino, Bologna, 2013
Che cosa succede al tempo che passa? Lo stesso Enstein lo domandò a Gödel durante una passeggiata a Princeton. Il tempo è continuo o finito? Può andare all’indietro? Ci sono un tempo soggettivo e un tempo oggettivo? Che dire della percezione del tempo nelle esperienze di risveglio dal coma?
Stefan Klein, Il Tempo. La sostanza di cui è fatta la vita, Bollati Boringhieri, Torino, 2015
Un viaggio “nell’esplorazione di una delle attività più raffinate della mente alla quale partecipano incredibilmente quasi tutte le funzioni del nostro cervello”.
Arnaldo Benini, Neurobiologia del tempo, Cortina, Milano, 2017
Il tempo è dentro di noi o è una realtà esterna? Mentre i fisici negano l’esistenza del tempo a livello di fenomeni estremi, neuroscienziati, filosofi, psicologi cognitivi mettono il tempo al centro del fenomeno della vita, una dimensione indispensabile per orientarci nella realtà, una dimensione che si è imposta per ragioni evolutive e che è regolata dai circuiti neurali. Nulla avrebbe senso se non fosse riferito al tempo. Vi sono conferme sperimentali che è il cervello la sede di questo ineffabile elemento da cui derivano tutte le attività mentali. C’ è un’alterazione del senso del tempo in soggetti che hanno subito danni cerebrali. La neurobiologia del tempo è uno dei meccanismi fondamentali della coscienza.
Dean Buonomano, Il Tuo cervello è una macchina del tempo, Bollati Boringhieri, Torino, 2018
Un itinerario tra neuroscienze, fisica, filosofia, biologia evoluzionistica per dire ancora una volta che è nella sofisticata architettura del nostro cervello il segreto del tempo che percepiamo e che scorre tra passato, presente, futuro. "Il cervello umano non solo è in grado di percepire il tempo: lo inventa”.