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Ancora un po’ di grammatica: i nomi specifici

 

Carl Peter Thunberg

Ancora un po’ di grammatica: i nomi specifici

 

Silvia Fogliato

 

Ci tocca ancora un po’ di grammatica, ma prometto che è l’ultima volta. Dopo aver visto come sono fatti i nomi generici celebrativi in questo articolo, completiamo il discorso con i nomi specifici che ricordano una persona. Come già anticipato qui, si formano in due modi:

  • un aggettivo derivato dal nome latinizzato del dedicatario, ad esempio linnaeanus (da Carl von Linné, ovvero in latino Linnaeus), come Solanum linnaeanum;
  • il genitivo del nome del dedicatario, ad esempio linnaei, come Asplenium linnaei.

Non c’è molto da aggiungere per il primo tipo: si tratta di un aggettivo a tre uscite formato con il suffisso -anus / -ianus, secondo queste regole:

-          se il nome del dedicatario finisce per vocale il suffisso è -anus, ad esempio Latyhrus berteroanus, Cardamine berteroana, Sysimbrium berteroanum, tutti in onore del botanico piemontese Carlo Giuseppe Bertero (1789-1831); se il nome finisce in -a, questa vocale non si considera, e il suffisso rimane -anus, ad esempio Timonius balansanus, Schefflera balansana, Arum balansanum, che celebrano il francese Bénjamin Balansa (1825-1891);

-          se il nome finisce per consonante, il suffisso è -ianus, ad esempio Senecio thunbergianus, Silene thunbergiana, Galium thunbergianum, omaggio al grande allievo di Linneo Carl Peter Thunberg (1743-1828).

Il secondo tipo, quello di un nome al genitivo, è di poco più complesso, perché bisogna anche considerare il genere e il numero del nome di partenza. Partiamo dal caso più comune, ovvero la dedica a una singola persona, dunque in forma di genitivo singolare:

-          per i nomi in -a (femminili o maschili), si forma sostituendo la vocale finale con la desinenza -ae: ad esempio, Galanthus reginae-olgae, in onore della regina Olga di Grecia (1851-1926) e Bromelia balansae, sempre per Bénjamin Balansa;

-          per tutti gli altri femminili, terminanti in consonante o in altra vocale, aggiungendo la desinenza -ae, ad esempio Gardenia merianae, in onore della pittrice e naturalista Maria Sybilla Merian (1647-1717);

-          per tutti i maschili che terminano in vocale (eccetto -a) aggiungendo la desinenza -i, ad esempio Clerodendrum bungei, in onore del botanico russo Alexander Bunge (1803.1890), importante esploratore della flora dell’Asia settentrionale;

-          per i nomi maschili in consonante, aggiungendo la desinenza -ii, ad esempio Berberis thunbergii. Questa doppia ii spesso viene dimenticata nella penna o nella tastiera, generando non pochi errori.

Sebbene raramente, capita che i dedicatari siano più di uno, tipicamente un gruppo familiare; avremo -orum per i nomi maschili in vocale (eccetto -a), come Aeonium manriqueorum, di cui il biologo tedesco Bolle volle fare omaggio agli amici Francisco Manrique de Lara y Ponte e Cristobalito Manrique de Lara; -iorum, per i nomi maschili in consonante, come Gentiana veitchiorum, omaggio collettivo ai diversi membri della celebre ditta Veitch che tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo Ottocento finanziò moltissime spedizioni di cacciatori di piante (pagati il minimo indispensabile, e anche meno). In teoria, un nome femminile plurale o un nome maschile plurale in -a dovrebbero prendere la desinenza -arum, ma ammetto di non aver trovato nessun esempio.

Infine, va ricordato che, al contrario del nome generico, che distingue un genere dall’altro e quindi può essere attribuito una sola volta, il medesimo nome specifico può essere usato per molte specie diverse, come si è visto anche dagli esempi. Inoltre, mentre il nome generico va inteso come un omaggio e spesso non esiste alcun legame con la persona celebrata, anche se non mancano casi del genere pure per i nomi specifici (ad esempio Rosa banksiae, omaggio di Kerr alla moglie del suo protettore Joseph Banks), nella maggior parte dei casi ad essere ricordato è il botanico (e qualche volta la botanica) che ha raccolto per primo o per lo meno descritto quella specie. Ecco perché i grandi raccoglitori di piante possono essere ricordati letteralmente da centinaia di specifici, come Carl Peter Thunberg onorato dal nome di oltre 250 specie tra piante e animali.