Suprematisti bianchi e spregiatori di ebrei alla tavola dei benedettini
Luciano Luciani
Certo è che con tutti i problemi che assillano la Ciociaria e il Basso Lazio - una disoccupazione giovanile da paura; poteri criminali arroganti e diffusi; rilevanti e preoccupanti fenomeni di degrado ambientale; il Frosinone Calcio che rischia (aridaje!) la Serie B - ci mancavano solo Steve Bannon e le sua pattuglietta di suprematisti bianchi, intenzionati, con la mala pervicacia che li distingue, a insediare una scuola di cosiddetta formazione politica nella splendida Certosa di Trisulti, in quel di Collepardo (Fr), ancora tutta intrisa di spiritualità benedettina.
Sono i luoghi in cui, nella prima metà del VI secolo, san Benedetto fuse genialmente la tradizione ascetica del monachesimo orientale con l’impegno del lavoro manuale: proprio qui, dove secondo il migliore spirito evangelico, la contemplazione si intrecciò con l’azione, studenti (?) provenienti da ogni parte del mondo seguiranno le lezioni loro impartite dalla peggiore intellettualità europea e d’oltreatlantico: quella razzista e xenofoba peraltro mai scomparsa nelle mappe della cultura politica internazionale, quella dei sostenitori on line del negazionismo, degli ammiratori 2.0 della croce uncinata, delle SS e dell’Ordine nuovo hitleriano. Li guidano Steve Bannon, il geniale, a suo modo, ideatore, della campagna elettorale di Donald Trump e il cardinale Raymond Leo Burke, ipertradizionalista cardinale di Santa Romana Chiesa e fiero oppositore della dottrina religiosa di Papa Francesco.
Nei loro programmi c’è la creazione di “The Movement”, un’organizzazione integralista e suprematista. E così ora la umile, la dolce, l’ospitale Ciociaria rischia di diventare la location di un gruppo di pensiero, assai ben fornito i mezzi economici, ferocemente ostile nei confronti del mondo moderno e di ogni idea sensata di uguaglianza, tolleranza, democrazia. Così tra eremi, santuari e monasteri nati secoli or sono e ispirati da uno sguardo ben diverso, nutrito di mitezza e di pace, a quanto pare e a stando alle cronache recenti, cresceranno agitatori politici ispirati da ideologie intolleranti e vendicative, esagitate e cariche d’odio.
Non è davvero una bella prospettiva immaginare l’umanità che si insedierà nella biblioteca e nel refettorio di Innocenzo III: odiatori di tutte le razze, tranne la bianca; sostenitori oltranzisti del World Wide White Pride (potere bianco in tutto il mondo); segregazionisti del Ku Klux Klan; esponenti del negazionismo internazionale per i quali la tragedia della Shoah non c’è mai stata; adepti di tutte le teorie i tutti i complotti; compilatori di liste di “nemici”, soprattutto se ebrei, giornalisti, intellettuali, esponenti del mondo del cinema e della televisione, propagandisti rabbiosi e pericolosi di un nuovo ordine gerarchico, ultratradizionale e iperconservatore, evocatori di una prossima guerra di razza. Una rete “nera” che sembra aver trovato in una delle più belle aree d’Italia la sua sede più congeniale. Chi ha concesso a personaggi del genere tutti i permessi e le licenze necessarie? Chi ha favorito e accelerato procedure in genere lente e farraginose?
Davvero le autorità politiche e religiose, locali e nazionali, non hanno potuto, non possono far nulla per impedire il tradimento e la bestemmia che si stanno consumando a pochi chilometri da Roma tra il verde tenero della Ciociaria che si avvia verso la primavera? Un luogo per tanti versi, magico, sacro, dove è ancora possibile “avvertire una fragranza, un pulito di cielo e di cose terrene”. Sono parole di Livio Jannattoni (1916 - 1992), uno tra i più grandi “romanisti”, un indimenticato scrittore di cose romane del secolo scorso, che mai avrebbe immaginato, e men che mai voluto per questo lembo di Lazio, ospiti così molesti e sgraditi.