Introduzione di fauna alloctona nei corsi d'acqua
Joachim Langeneck
In Italia abbiamo (avevamo) un'ittiofauna d'acqua dolce di assoluto valore naturalistico, lentamente e pazientemente modellata dagli eventi geologici nella sua diversità, nella sua distribuzione e nei suoi adattamenti. L'adozione di normative volte a limitare l'introduzione di specie alloctone aveva appunto l'obiettivo di proteggere non solo queste specie, ma anche i numerosi invertebrati e vertebrati terrestri legati all'acqua dolce, anch'essi, a loro volta, adattati alla convivenza con le specie autoctone.
Con un colpo di mano che, immagino, lascerà indifferente la maggior parte della cittadinanza perché "i problemi sono ben altri", la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Sportive, con il complice beneplacito del governo, è riuscita a far modificare la Direttiva Habitat, introducendo la possibilità di derogare al divieto di introduzione di specie alloctone nelle acque interne. Con encomiabile faccia tosta, il presidente della FIPSAS commenta anzi "avremmo voluto un provvedimento con meno obblighi e meno autorizzazioni da dover chiedere, l'introduzione di questa norma rende finalmente le immissioni legittime in tutte le acque italiane".Non è chiaro se l'avallo del consiglio dei ministri sia dovuto alla possibilità di offrire una nuova categoria di giochi circensi qualora il linciaggio legalizzato di minoranze selezionate venisse a noia, o se semplicemente sia un'emanazione della sostanziale incompetenza che questo esecutivo non manca mai di dimostrare, nemmeno nella malafede. Quello che è chiaro è che, con questa modifica, la FIPSAS riesce a passare un colpo di spugna su vent'anni di lavoro scientifico di altissimo livello sulla conservazione ex situ, l'identificazione di genotipi endemici e di linee pure, la protezione delle specie native, il tutto per avere la sicurezza di avere ogni anno un numero sufficiente di trote pronta pesca (ma potenzialmente qualcosa di peggio) che facciano felici i pescatori sportivi, ma che evidentemente gli ambienti naturali non riescono a sostenere.
Questo tipo di intervento legislativo è l'esatto contrario di ciò di cui abbiamo bisogno per la protezione dell'ambiente italiano, una legge costruita sulle esigenze di un gruppo di interesse, con il tornaconto economico immediato come unico obiettivo. Grazie, Governo del Cambiamento, per aver dimostrato ancora una volta che studiare, conoscere, divulgare sono assolutamente inutili di fronte all'egoismo idiota di chi vuole pescare più pesci, o pescarli più facilmente perché non è buono.
Aspettiamo fiduciosi che ritorni in voga (e sia avallata da prese di posizione governative) l'idea che le reti a strascico "facciano bene al mare" perché "aerano il fondale". Dalla gestione ambientale degli anni '60 è tutto.