Sui quotidiani e periodici 2019 luglio - agosto - settembre
Il clima è la battaglia del nostro tempo. E possiamo vincerla Ambiente, il record più velenoso • Il deficit più profondo • Ma l’Amazzonia è di tutti • La necessità di coniugare necessità libertà e responsabilità • Le speranze (ignorate) dei ragazzi • «Famoso per caso Non leggo mai libri nella vostra lingua» • Uno non vale uno Il contagio della conoscenza • La lezione dei nostri figli: mai smettere di imparare • Distrazioni colpevoli sulla scuola • Resistere o cadere la lezione a un mondo tornato razzista • Toccare il cuore dei propri allievi • Quei fattori di rischio da tenere presenti • Cari insegnanti, in cattedra dobbiamo saperci stare • Troppi farmaci non allungano la vita • La selezione dei prof? Come una lotteria • Tutta «culpa» del climate change • Le parole e la misura perduta • Scuola e convivenza civile: più ore in aula per ripartire • Modificando i geni potremo vivere fino a 300 anni. Ma per fare cosa? • Caro Primo Levi c’è bisogno di te • L’italiano è diventato una lingua straniera • Le malattie devastanti dei senzatetto • Ma l’Italia seleziona davvero i suoi insegnanti? • L’illusione di agire senza aver imparato • I bisogni delle nuovo generazioni e gli errori fatali della politica • Insegnanti non scendete dalla cattedra • Il lunghissimo Antropocene • I troppi gap territoriali e sociali che la scuola non sa più colmare • La priorità negata: studiare • Amori e schiaffi di uno studente mediocre • Il silenzio degli scienziati sul tema della cannabis • La qualità perduta del dibatito pubblico • La Francia boccia il valore scientifico dell'omeopatia • Perché il potere ha tolto le parole ai nostri ragazzi • Perché siamo tornati analfabeti • Test drammatici Sulla lingua in gioco il futuro della democrazia • Sono la foto di un Paese non democratico • Perché gli abiti sono un linguaggio • I profughi ignorano ogni confine • La nostra ipocrisia sui nuovi schiavi • Quella ricchezza tenuta nascosta • I migranti e lo struzzo pd • Gli obblighi reciproci nella politica dei diritti • Un Muro che risuscita fantasmi • Quelle donne disobbedienti • Quando la scuola insegna l’amore • Acqua, i numeri dell’indecenza mondiale • Ripresa fragile, povertà dura • La povertà travolge i più giovani • La scienza avanza di sbieco •
Il clima è la battaglia del nostro tempo. E possiamo vincerla
Al Gore
Nobel per la Pace nel 2007 insieme all'Intergovernmental Panel
on Climate Change, vice presidente con Bill Clinton dal 1993 al 2001, da
sempre si batte per sensibilizzare il mondo sui cambiamenti climatici
la Repubblica 26 AGOSTO 2019 Commento Ambiente
Ambiente, il record più velenoso
Stefano Mancuso
Dal 1988, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava all’unanimità una risoluzione sul tema della Tutela del clima globale, le emissioni globali annue sono aumentate all’incirca del 40%.
Dall’inizio della rivoluzione industriale a oggi le attività umane e in particolare l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione hanno aumentato la concentrazione media annuale di CO2 nell’atmosfera dalle 280 parti per milione (ppm) agli attuali 411.7 ppm (luglio 2019).
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la Repubblica 23/8/2019 COMMENTI
L’amaca
Il deficit più profondo
Michele Serra
Le vaiasse che hanno malmenato, l’altro giorno a Napoli, la dottoressa del Pronto Soccorso che le aveva invitate a rimanere in sala d’aspetto invece di fare chiassosa corona al loro caro, fanno parte di un vero e proprio serial della cronaca italiana, che consta ormai di centinaia di puntate. I punti fissi della sceneggiatura sono questi: ignoranza di qualunque regola, oppure — se la regola è conosciuta — totale disprezzo della stessa; conseguente aggressione di chi (medico, insegnante, controllore, persona con un ruolo pubblico) cerca di far funzionare, attraverso le regole, la convivenza.
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la Repubblica 23/8/2019 COMMENTI
Il caso
Ma l’Amazzonia è di tutti
Federico Rampini
Vasti incendi stanno divampando in un patrimonio dell’umanità. Brucia il più grande generatore d’ossigeno e “assorbente” di CO2 , la foresta dell’Amazzonia. La tragedia ci interpella tutti e pone un problema di principio: un simile tesoro, da cui dipende l’abitabilità della terra, può essere affidato alla sola potestà del presidente brasiliano Jaìr Bolsonaro? Dilemma tanto più acuto in quanto questo leader di estrema destra, negazionista sul cambiamento climatico, ha mosso grottesche accuse alle Ong ambientaliste additandole come responsabili degli incendi. Mentre è noto che in Amazzonia i piromani sono spesso agro-business privati che lucrano dalla deforestazione, collusi con il potere politico, capaci di azioni criminali e perfino di omicidi contro gli ambientalisti o i leader delle comunità native.
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Corriere della Sera · 23 08 2019
La necessità di coniugare necessità libertà e responsabilità
Mauro Magatti
Cambiamenti: la grande questione riguarda le maniere per andare oltre l'individualismo che negli ultmi decenni ha pervaso il pensiero sociale, economico e politico
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Corriere della Sera · 15 08 2019
Le speranze (ignorate) dei ragazzi
Francesco Giavazzi
Non sappiamo se e quando si andrà a nuove elezioni. Ma quando si voterà, dei 6o milioni circa di cittadini italiani, quasi 10 milioni non potranno farlo perché troppo giovani. Eppure con le elezioni un Paese disegna il proprio futuro, quello in cui vivranno proprio quei 10 milioni di cittadini che oggi non votano. Quale Paese vorrebbero questi cittadini se potessero esprimersi e partecipare al voto? Quale sarà la nostra eredità? Rispondere a queste domande dovrebbe essere il principale esercizio di una politica che guarda al futuro e non ali' eterno presente nel quale sembriamo immersi.
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Corriere della Sera · 15 08 2019 ·
«Famoso per caso Non leggo mai libri nella vostra lingua»
Elvira Serra
Ho trovato l'Italia. J. P, Sloan, prof di inglese per antonomasia: "Arrivai a Linate 29 anni fa, tutti intorno urlavano, ho pensato: è un manicomio, perfetto per me"
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Corriere della Sera · 11 08 2019
Uno non vale uno
GIUSEPPE REMUZZI
Le società democratiche hanno un guaio, un guaio relativo, eppure ce l'hanno. In democrazia conta il parere dei più, ma se ti interssa sapere quanto è lontabo Saturno, il parere di un astronomo vale di più di mille che provano a dire la loro. Ecco come
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Il contagio della conoscenza
Dacia Maraini
Vado spesso nelle scuole e ho avuto modo di constatare che l'istituzione Scuola è purtroppo carente e funziona malissimo, manca di credibilità e di investimenti. Eppure la scuola continua, nonostante tutto, a funzionare e a volte anche bene. Secondo me il merito va alla rete di insegnanti (quasi tutte donne) che ci mettono entusiasmo e passione, che credono nella loro missione e cercano di
coinvolgere i ragazzi in una Impresa ideale: quella di creare il cittadino consapevole e non solo una persona saccente.
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Corriere della Sera · 10 08 . 2019 ·
La lezione dei nostri figli: mai smettere di imparare
Giovanni Lo Storto Direttore generale Luiss
Ogni mamma e ogni papà sa quanto possa essere snervante rispondere alle domande dei bambini: «perché ... ?». Un team di ricercatori inglesi ha appurato che i piccoli pongono ai genitori, in media, 73 domande al giorno, iniziando non appena articolano qualche parola e raggiungendo l'intensità massima a quattro anni. «Perché ... ?» è parola magica che esprime la meraviglia della curiosità, la percezione, tutta nuova, della realtà. Padri e madri salutano dapprima con favore lo scemare dei perenni «perché ... ?», di solito ai primi giorni di scuola, rimpiangendo col tempo però quella magica stagione: smettere di chiedere, infatti, non significa sapere tutto, bensì avvertire meno la fame di conoscenza.
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Corriere della Sera · 7 08 2019
Distrazioni colpevoli sulla scuola
Angelo Panebianco
Il sistema educativo. Il punto sono maggioranze cendannate alla mediocrità di un andazzo che ha portato molti operatori del settore a smarrire il senso della propria professione
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la Repubblica 7/8/2019 CULTURA
Il commento
Resistere o cadere la lezione a un mondo tornato razzista
Roberto Saviano
Toni Morrison è in pace. Se ne va da un mondo caduto nuovamente nella trappola razzista. Lascia un’America inebetita, stanca, sporca di sangue, se ne va proprio quando la sua voce diventava ossigeno necessario. Era stata educata da una tragedia, proprio così. A due anni i suoi genitori non riuscivano a pagare l’affitto di casa e il proprietario diede fuoco all’appartamento. Ma non fu la tragedia a educarla né a segnarla, tutt’altro. La reazione dei genitori a quelle fiamme: scoppiarono a ridere. Non perdevano nessun bene prezioso, avevano avuto salva la vita, e in più mostravano alla figlia quanta idiozia c’è nella pervicacia dei crudeli, nella crudeltà delle persone. La vita prima di tutto e poi proteggere la propria dignità, questo Toni Morrison ricordava di quelle risate.
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la Repubblica 6/8/2019 COMMENTI
Invece Concita
Toccare il cuore dei propri allievi
Concita De Gregorio
«Sono un insegnante di lettere presso la scuola media “Carducci-Trezza” di Cava de’ Tirreni. Qualche mese fa, la preside, Filomena Adinolfi, mi ha fatto leggere una mail arrivata a scuola. Un mio ex alunno cercava, dopo 26 anni, un contatto con me. Sono rimasto sorpreso. In effetti in quegli anni insegnavo a Torre del Greco, nella scuola media “Domenico Morelli”, ed ero un giovane prof, pieno di passione e belle speranze. Dello studente, Salvatore, ricordavo poco, se non che fosse un ragazzino timido e volenteroso.
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Il Sole 24 Ore domenica 04 08 2019
Quei fattori di rischio da tenere presenti
Arnaldo Benini
L’efficacia della prevenzione dei fattori di rischio della sindrome di Alzheimer, cioè della demenza dell’età avanzata, è accertata. Dati raccolti con disciplina in diversi paesi confermano che almeno un terzo dei casi di sindrome d’Alzheimer è dovuto a fattori di rischio ignorati o trascurati: diabete, ipertensione arteriosa e altri disturbi cardiocircolatori, obesità, depressione, tabagismo, scarso impegno intellettuale e inattività fisica. Nel 2014 si calcolò che una diminuzione del 10% per ogni decennio dei fattori di rischio elencati potrebbe ridurre nel mondo il numero dei nuovi dementi fino al 2050.
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la Repubblica 4/8/2019 COMMENTI
La rubrica delle lettere
Cari insegnanti, in cattedra dobbiamo saperci stare
Credo che nessuno dei colleghi che leggerà queste considerazioni possa essere in dissenso: la scuola è un bene prezioso, con una funzione fondamentale per lo sviluppo intellettuale dei soggetti di cui si occupa e conseguentemente del progesso di un Paese. Il livello di acculturazione, non solo quella tecnica, è punto di partenza per qualsiasi professione o lavoro si intraprenda. Chiarisco: se io ho capito Kant, Croce, Manzoni e tanti altri, avrò un metodo di approccio ai problemi che mi consentirà di affrontarne anche altri fuori da questi temi. Per dare questi strumenti ai ragazzi, ci vogliono insegnanti che non solo conoscano la loro materia, ma la sappiano trasmettere con un po’ di accattivante abilità comunicativa. È facile trovare queste persone? Direi di no. Ho conosciuto docenti che erano ben attrezzati con la loro disciplina, ma che non riuscivano a suscitare il minimo interesse in chi li ascoltava. È indubbiamente molto difficile trovare docenti che abbiano quel "quid" naturale e bisogna quindi fornire loro strumenti standard di comunicazione attraverso corsi di Stato o regionali che non assomiglino ai molti tenuti in passato, i quali si sono rivelati dei flop.
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Il Sole 24 Ore domenica 04 08 2019
Invecchiamento della popolazione
Troppi farmaci non allungano la vita
L’invecchiamento della popolazione dipende certamente dal miglioramento dell’igiene e delle cure mediche, ma anche dalla ridotta natalità. Ogni anno a fronte di oltre 600mila morti si hanno solo 400mila nascite e perciò la classica piramide che descriveva la popolazione con una larga base di giovani e pochi vecchi sta divenendo sempre di più una piramide rovesciata.
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Corriere della Sera · 4 08 2019
La selezione dei prof? Come una lotteria
Gianna Fregonara e Orsola Riva
Pochissimi concorsi, troppe sanatorie (in barba alla legge): ecco perchéla scuola fatica a selezionare gli inseganti più bravi. Nei prossimi tre anni in palio ci sono 70.000 posti
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Il Sole 24 Ore domenica 04 08 2019
La caduta dell’Impero Romano. Kyle Harper rilegge epigrafi, testi e reperti archeologici avvalorando la tesi che le cause del crollo furono le pandemie e il cambiamento climatico, che impattò sulla produzione di cibo
Tutta «culpa» del climate change
Gli studi umanistici assumono che le persone protagoniste o coinvolte in qualche cambiamento storico, siano testimoni affidabili e causalmente implicati nelle trasformazioni. In tal senso, sono stati e rimangono refrattari all'idea che a decidere il destino umano siano solo e soltanto le forze della natura. Tradizionalmente la storia diffonde pregiudizi e credenze false sul passato, cioè narrazioni psicologicamente strumentali, più che prove su perché e come gli uomini causarono i fatti storici, e cosa possiamo imparare.
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Corriere della Sera · 3 08 2019 ·
Le parole e la misura perduta
Giuseppe De Rita
Nella dialettica sociopolitica attuale sta diventando una rarità assoluta quel che viene di solito denominato come «eloquio misurato». Da una parte l'eloquio è stato progressivamente appesantito di valenze teatrali, aggressive, spesso volgari. Ma ancora più pericolosa è la contemporanea scomparsa della «misura» nell, esprimersi: nessuno si sente bravo se non è rapido, incisivo e scioccante, quasi che voglia terminare il messaggio nel più breve tempo possibile, senza preoccuparsi del ritmo e della misura necessari in ogni discorso pubblico.
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Corriere della Sera · 3 08 2019
Scuola e convivenza civile: più ore in aula per ripartire
Attilio Oliva Presidente Associazione Treellle
Educazione nei Paesi più avanzati d'Europa l'attività si protrae sempre nel pomeriggio , il Italia di solito finisce alle 13. Una proposta per il "tempo lungo"
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Una scuola per ministri
Corriere della Sera · 6 sett. 2019 · di Milena Gabanelli e Luigi Offeddu
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Corriere della Sera · 2 08 2019
Modificando i geni potremo vivere fino a 300 anni. Ma per fare cosa?
Intervista La rivoluzione antropologic è già iniziata. Dobbiamo fare scelte non tecniche, ma etiche: quando inizieremo a discuterne? Oggi che il sapere è alla portata di tutti, paradossalmente il nmero delle persone con una cultura seria è bassissimo.
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“la Repubblica” del 31 07 2019
Caro Primo Levi c’è bisogno di te
Marco Belpoliti
Caro Primo Levi, l’altra sera sono passato sotto casa sua sperando di incontrarla. Ma era tardi e probabilmente Lei era già rientrato e stava cenando. Perciò mi sono fermato sotto l’ippocastano della sua poesia, Cuore di legno, e ho provato a guardare in su, verso le finestre del suo appartamento. Era tutto spento. Avevo varie domande da porle. Non si preoccupi, non le chiederò, come l’è capitato varie volte nelle scuole dove andava a parlare della sua esperienza nel Lager, perché Lei e i suoi compagni non siete evasi dal campo di Monowitz-Auschwitz. Dopo aver letto e riletto in questi anni Se questo è un uomo mi sembra di aver capito quale sia stato lo shock che ha subito entrando nel campo, dove non valeva la divisione tra amici e nemici che c’era fuori: lì dentro tutti nemici di tutti. L’ha spiegato in un libro
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L’italiano è diventato una lingua straniera
I padri della nazione erano convinti che solo la scolarizzazione avrebbe portato lo sviluppo economico. Ma oggi nessuno lo pensa più
Melania Mazzucco
Una decina di anni fa sono stata invitata in un liceo romano a parlare dei classici. Non ricordo se avevo scelto Ovidio o Petronio, ma non è importante. L’incontro – accuratamente preparato dagli insegnanti – fu vivace, la partecipazione degli studenti incoraggiante. Ma è solo alla fine, quando la prossemica si scompiglia e gli studenti si avvicinano all’autore per rivolgergli una domanda che si vergognerebbero di porre ad alta voce davanti ai compagni, che le battute del copione saltano e il dialogo diventa autentico. La sedicenne si china in avanti e mi chiede di firmarle la copia di un mio romanzo, premettendo che è per la madre. Bisbiglia che glielo ha fatto leggere, e le è piaciuto. Però ha dovuto tenere vicino il vocabolario, come quando studia inglese. Perché la metà delle parole non le capiva. Sto firmando la dedica, ma mi interrompo, stupita. La guardo.
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Corriere della Sera · 28 luglio 2019 ·
Le malattie devastanti dei senzatetto
GIUSEPPE REMUZZI
Società e salute sapevamo che vivere In strada fa male, ma non sapevamo che fa cosl male. una ricerca appena pubbHcata su «Nature» tra persone comprese &a i so e 160 anni In California
ha notato: demenza senlle, problemi ocuHstlcl, infarti e Ictus, Incontinenza. Tutto questo con un antldpo di venti o trent'anni rispetto alla popolazione che vive in un'abitazione. Gli effetti biologici dell'essere «senza casa?» Devastanti, scrive Amy Max men su «Nature» di questi giorni. Proprio così. Prendiamo, tanto per fare un esempio, una delle regioni più ricche degli Stati Uniti, la california ( golden state - lo stato dell'oro - si leggeva sulla targa delle macchine negli anni tra n 1982 e n 1987). Lì almeno 130 mila persone vivono per strada, più che da qualunque altra parte degli Stati Uniti (solo nella Bay area di San Francisco- che include la Sili con Valle y-a vivere per strada sono in 28.200 ).
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Ma l’Italia seleziona davvero i suoi insegnanti?
Tonino Ceravolo
Osservati dall’angolo visuale di chi presiede una scuola dell’Italia meridionale, i risultati annuali dell’Invalsi sulle competenze degli studenti hanno il sapore amaro di una disfatta. Se si assumono come esempio le classi quinte della scuola secondaria di II grado e i risultati in italiano, c’è di che essere sufficientemente sconfortati: il Piemonte e la Lombardia, così come le regioni del Nord Est (tranne la provincia di Bolzano), ottengono punteggi superiori alla media nazionale; le regioni del Centro riportano risultati in linea con la media italiana; punteggi "significativamente" inferiori a quelli medi sono ottenuti, invece, in Campania,
Calabria e Sicilia. Né il quadro d’insieme varia prendendo in considerazione i risultati in matematica o in inglese: è sempre il Sud l’anello debole della catena, tanto da spingere gli estensori del "Rapporto prove Invalsi 2019" a osservare, commentando le prove di matematica, che «il regresso del posizionamento dell’Italia nelle classifiche internazionali quando si passa dalla scuola primaria alla scuola secondaria è dovuto ai bassi risultati del mezzogiorno e delle isole […]».
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Corriere della Sera · 27 luglio 2019
L’illusione di agire senza aver imparato
Giuseppe De Rita
Alcune settimane fa, nella commemorazione milanese dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, mi sembrò giusto segnalare che la sfida della legalità non si vince declamando ad alta voce il suo valore assoluto (magari con raduni, marce, treni, navi della legalità), ma solo con il suo ostinato esercizio quotidiano, come fece Ambrosoli per anni: mai una dichiarazione, meno che mai un tweet; solo un silenzioso spoglio di bilanci e documenti, alcuni verosimilmente taroccati.
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Il Sole 24 Ore 26 LUGLIO 2019
I bisogni dele nuovo generazioni e gli errori fatali della politica
Se c’è un bene che manca più all’Italia di altri Paesi sono i giovani. Se c’è un bene che l’Italia valorizza meno rispetto alle altre economie avanzate sono le nuove generazioni. Eppure un Paese che voglia cogliere positivamente la sfida della longevità e produrre benessere ha bisogno di una qualificata presenza delle nuove generazioni nei propri processi di cambiamento e sviluppo. A livello collettivo, un’adeguata consistenza della popolazione giovane-adulta (con buoni tassi di occupazione e livelli di produttività), consente al Paese di crescere, di ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil, oltre che di mantenere la sostenibilità del sistema di welfare a dispetto dell’invecchiamento. A livello individuale, buona formazione e inserimento nei tempi e modi adeguati nel mondo del lavoro consentono un futuro previdenziale, di salute e benessere personale più solido.
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Insegnanti non scendete dalla cattedra
Per educare di nuovo i ragazzi all’ascolto e alla lettura la scuola dovrebbe riadottare un modello di lezione più tradizionale
Massimo Recalcati
Non erano necessari i risultati degli ultimi Invalsi per constatare lo stato di declino del livello di apprendimento dei nostri figli. Gli insegnanti se ne lamentano ormai da tempo: non leggono, non studiano, non partecipano, non ascoltano più. I nostri figli fanno fatica a disciplinarsi nella lenta e rigorosa applicazione allo studio. Preferiscono i pensieri twitter, la cultura dei social, lo zapping continuo, la connessione perpetua, lo scivolamento rapido da una informazione all’altra, da un’immagine all’altra. Su questo giornale poco tempo fa si impugnava la giusta causa della difesa della storia come disciplina imprescindibile per
comprendere il nostro tempo e allenare il pensiero critico. Il risultato degli Invalsi ci costringe però a fare un drastico passo indietro.
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Corriere della Sera · 21 luglio 2019
Il lunghissimo Antropocene
TELMO PIEVANI
Si definisce Antropocene l'epoca- questa- dominata dalla presenza devastante di Homo saplens. È una storia brevissima per la geologia e lunga per l'umanità Ma quanto lunga? Risale a 11.650 anni fa, con le prime produzioni agricole? O al 1610, quando l'anidride carbonica scende come mal più farà dopo? O alla Rivoluzione industriale? O al 6 lugglio 1945, con l'avvio dell'era atomica? Ora, mentre gli scienziati Htlgano sulla data d'origine, è utile sapere che di questo passo s'avvicina la data di scadenza
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Il Sole 24 Ore 30 LUGLIO 2019
I troppi gap territoriali e sociali che la scuola non sa più colmare
Andrea Gavosto
I risultati delle prove Invalsi del 2019 hanno evidenziato enormi problemi negli apprendimenti degli studenti e, dunque, nella nostra scuola. Molti erano già noti. Il fatto, tuttavia, di avere per la prima volta una fotografia completa fino al termine del ciclo scolastico e senza i problemi di attendibilità negli anni scorsi dovuti alle manipolazioni dei test da parte dei docenti (cheating), ha caricato il quadro di ulteriore drammaticità, suscitando un dibattito più preoccupato del solito. Giustamente.
Corriere della Sera · 18 giugno 2019
La scienza avanza di sbieco
Gian Antonio Stella
Ilaria Capua: le nuove scoperte arrivano quando qualcuno sceglie li lasciare la via maestra. La virologa diventata famosa anni fa per aver messo a disposizion della comunità scientifica la sequenza genica del virus dell'inflienza aviaria, indicata dalle riviste scientifiche tra gi astri nascenti, eletta deputata di "Scelta civica" finita in mezzo ad una inchiesta della magistratura dal titolo "trafficanti di virus"....
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“La Stampa” del 19 giugno 2019
La povertà travolge i più giovani
Linda Laura Sabbadini
Cinque milioni di poveri assoluti nel 2018, 1 milione 260 mila minori e una cifra quasi analoga di giovani da 18 a 34 anni. Il fenomeno è stabile rispetto al 2017, ma la situazione rimane grave. Vediamo perché. L’aumento della povertà assoluta non è stato contestuale all’avvio della crisi economica. Due importanti ammortizzatori sociali hanno protetto gli individui: cassa integrazione e famiglia. L’una ha protetto i capofamiglia, l’altra i giovani che perdevano o non trovavano lavoro. Ma le famiglie hanno dato fondo ai risparmi, si sono indebitate per proteggere i figli e per mantenere inalterato lo standard di vita, fino a quando, nel 2012, non ce l’hanno fatta più e la povertà assoluta è fortemente aumentata.
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“la Repubblica” del 19 giugno 2019
Ripresa fragile, povertà dura
Chiara Saraceno
La povertà assoluta nel nostro Paese non accenna a diminuire. Secondo l’Istat aumenta un po’ al Nord, diminuisce quasi impercettibilmente nel Mezzogiorno. Rimane attorno ai cinque milioni di persone, di cui quasi 1 milione e trecentomila, in aumento rispetto allo scorso anno, di bambini e ragazzi. Si tratta del 12,6% dei minori di 18 anni che vivono nel nostro Paese, distribuiti diversamente a seconda della ripartizione territoriale (riguarda il 15,7% nel Mezzogiorno, 10,1% nel Centro), cittadinanza (riguarda oltre il 31% dei bambini e ragazzi stranieri, il 7,7% di quelli italiani) e della occupazione dei genitori (tocca il 16,3% se i genitori sono operai, il 28,5% se in cerca di occupazione).
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“il manifesto” del 20 giugno 2019
Acqua, i numeri dell’indecenza mondiale
Riccardo Petrella
Ecco in due cifre terribili, pubblicate ieri dall’Unicef e dall’Oms, confermata e inchiodata l’indecenza politica, sociale e umana di tutte le classi dirigenti del mondo, a partire da quelle politiche, economiche, finanziarie, tecno scientifiche e morali-religiose, che si sono accontentate di dichiarazioni, promesse e «realismo» e non hanno voluto combattere le cause strutturali del grande furto della vita da loro mantenuto anche in questi ultimi 40 anni a scapito di miliardi di persone.
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la Repubblica 2019 -06- 29
Invece Concita
Quando la scuola insegna l’amore
Concita De Gregorio
«Giorni fa mio figlio Luca ha sostenuto l’orale di maturità. E fin qui nulla di strano se non fosse che Luca è disabile. Vita difficile la sua: un calvario di terapie e percorsi dedicati. Scuola primaria e scuola media con sostegno. Sforzo titanico per risultati minimi. Questa è la disabilità. Arriva la scelta delle superiori e di nuovo si ripiomba nei gironi infernali degli open day. Poi un’amica ci consiglia l’istituto tecnico tecnologico Ettore Conti di Milano. Io e mio marito ci fidiamo e Luca inizia la 1-LE e tutto cambia: compagni e docenti pieni di cure e di attenzioni lo integrano, lo accolgono e lo stimano; in una parola: lo amano.
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“la Repubblica” del 1 luglio 2019
Quelle donne disobbedienti
Michele Ainis
Che hanno in comune la vicenda di Carola Rackete e quella della senatrice Nugnes? Un atto di disobbedienza, commesso da due donne. Una ribellione tutta al femminile contro norme fin troppo maschie, mascoline. Nel primo caso dettate da una legge dello Stato; nel secondo, dalla legge del partito. Sicché per entrambe è scattato, inesorabile, il castigo. L’una arrestata, l’altra espulsa. Ma a soccorrerle c’è una terza signora: la Costituzione. Nel caso di Paola Nugnes, la sua colpa sta nell’infedeltà alle direttive di partito. Prove certe, evidenze inconfutabili: l’imputata ha votato per 131 volte in contrasto al gruppo parlamentare con cui era stata eletta (i 5 Stelle), negando perfino la fiducia al gabinetto Conte. E ha dispensato critiche, obiezioni, accuse al gruppo dirigente, contestandone il ruolo subalterno nei riguardi della Lega.
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“Corriere della Sera” del 1 luglio 2019
Un Muro che risuscita fantasmi
Claudio Magris
C’è chi ha nostalgia della Cortina di Ferro e magari pure del Muro di Berlino; chi ha concretamente vissuto all’ombra di quei muri ne ha un po’ meno e considera ad esempio una carnevalesca e cupa regressione ai fantasmi del passato l’idea di sbarrare di nuovo la frontiera, a Trieste, tra Italia e Slovenia. Quando ero un ragazzino la frontiera, vicinissima, non era una frontiera qualsiasi, bensì una frontiera che divideva in due il mondo — la Cortina di Ferro. Io vedevo quella frontiera sul Carso, quando andavo a passeggiare e a giocare. Dietro quella frontiera c’era un mondo sconosciuto, immenso, minaccioso; il mondo dell’Est sotto il dominio di Stalin, un mondo in cui non si poteva andare, perché la frontiera, in quegli anni, era invalicabile, almeno fino al 1948, sino alla rottura tra Tito e Stalin e sino alla successiva normalizzazione dei rapporti tra Italia e Jugoslavia.
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“Corriere della Sera” del 2 luglio 2019
Gli obblighi reciproci nella politica dei diritti
Mauro Magatti
Non si può distogliere lo sguardo da quanto sta avvenendo nel Mediterraneo. In gioco non ci sono solo le vite di disperati alla ricerca di un luogo dove vivere. Ma il futuro nostro e della democrazia. Alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo l’esperienza terribile dei regimi totalitari e dell’Olocausto — quando la legge aveva dimostrato di poter abbandonare ogni riferimento alla giustizia e persino al senso di umanità — venne approvata la Dichiarazione dei diritti umani. Con lo scopo di vincolare l’esercizio del potere politico al rispetto di principi considerati universali e imprescindibili. Perché non degeneri, la legge deve fermarsi davanti a qualcosa che tutti riconosciamo come sacro: la dignità di ogni vita umana.
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“la Repubblica” del 2 luglio 2019
I migranti e lo struzzo pd
di Roberto Perotti
Si parla tanto di minibot, debito pubblico, sanzioni dell’Europa, flat tax, euro, manovra di bilancio. Ma i destini elettorali, e di riflesso i destini del paese, dipendono da una sola variabile: l’immigrazione. È stupefacente come su questo tema la sinistra continui a fare lo struzzo, limitandosi a tre argomenti fallimentari. Il primo è quello di tanti intellettuali: «Voi politici gialloverdi siete ignoranti e incolti, se aveste studiato o leggeste di più, allora capireste». Se anche fosse vero (non ho statistiche sottomano), il basso livello di istruzione sarebbe irrilevante. Il 31 per cento degli italiani ritiene l’immigrazione il problema principale del paese, una percentuale inferiore solo a Malta: i politici gialloverdi interpretano (esasperandole, ovviamente) le paure e le preoccupazioni di tanti italiani. È solo razzismo?
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“la Repubblica” del 5 luglio 2019
Quella ricchezza tenuta nascosta
Tito Boeri
Matteo Salvini passerà alla storia come il ministro dell’immigrazione clandestina. Come recentemente confermato dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ci apprestiamo a superare il record nel numero di immigrati irregolari presenti sul nostro territorio. Saranno oltre 700.000 nel 2020. Non erano mai stati così tanti. E questo nonostante il flusso di rifugiati e richiedenti asilo sia da tempo tornato ai livelli precedenti
la crisi del 2015 quando un milione di persone si riversarono sulle coste europee fuggendo dai conflitti in Siria, Iraq e Afghanistan.
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Corriere della Sera · 8 luglio 2019
La nostra ipocrisia sui nuovi schiavi
Pierluigi Battista
I finanzieri hanno scoperto in flagranza di reato che per smantellare il palco del concerto di Ultimo allo Stadio Olimpico di Roma, la ditta che aveva vinto la gara d'appalto con il Comune che utilizzava immigrati clandestini pagandli solo quattro euro l'ora, ovviamente in nero e senza copertura assicurativa: in Italla si fa cosl, sempre più spesso. In questi giorni fratelli e compagni di quei migranti sfortunati (circa centomila, dicono le dfre) saranno usciti dai tuguri dove vengono confinati per....
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“La Stampa” dell'8 luglio 2019
I profughi ignorano ogni confine
Domenico Quirico
A credere al taumaturgico Confine, nella cronaca quotidiana delle diaspore moderne, sono rimasti in due: gli Stati, tra cui in prima fila c'è l'Italia salviniana, ossessionati dai migranti; e le organizzazioni non governative. I primi per difenderli, «fino al sacrificio della vita», da invasori ancorché inermi, e le altre per infrangerli con virtuosa disobbedienza. Curioso incontro tra nemici apparentemente irriducibili. Senza i confini i sovranisti sarebbero polvere e tarme, materiale da archeologia storica, ma anche i loro avversari sarebbero privi della ragion sociale di esistere.
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Corriere della Sera · 9 luglio 2019
Perché gli abiti sono un linguaggio
Dacia Maraini
Una bambina mia parente mi ha chlesto qualche tempo fa, mentre guardavamo la televisione Insieme: perché lui è tutto vestito e lei seminuda7 Non sente caldo lui e freddo lei? Non stanno nella stessa stanza? Ecco che ingenuamente la bambina ha posto un problema che è solo culturale. Non sono Infatti n caldo e n freddo a stabilire le mode ma la maggiore o minore evidenza del codice della seduzione.
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“la Repubblica” del 10 luglio 2019
La compassione perduta
Enzo Bianchi
Chi stiamo diventando? Uno degli argomenti chiave nella complessa questione delle migrazioni riguarda la presunta minaccia alla nostra identità che l’afflusso di una certa tipologia – etnica, religiosa, reddituale – di stranieri rappresenterebbe per la società italiana. Ma attualmente a preoccupare maggiormente non dovrebbe essere un’ipotetica futura "sostituzione" dell’italianità – qualunque cosa significhi questo termine – con elementi estranei alla storia e alla cultura del nostro Paese, quanto piuttosto un già avvenuto mutamento nel modo di pensare, di parlare e di agire fino a pochi anni fa patrimonio largamente condiviso. Per anni ho insistito preoccupato sui piccoli passi quotidiani verso la barbarie: ormai vi siamo immersi, così che sentimenti ed emozioni di cui un tempo ci si vergognava, almeno in pubblico, ora sono esibiti come trofei di guerra.
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Il Fatto Quotidiano · 11 luglio 2019
“Sono la foto di un Paese non democratico”
Marco Rossi Doria
E' il risultato di un disastro costruito nel tempo. I dati INVALSI mostrano un divario netto tra Nord e Sud. A cosa è dovuto? Purtroppo confermano tendenze già note. Si tratta di disuguaglianze precoci, a inizio della vita. Il fatto che i figli dei poveri non abbiano speranza di emanciparsi attraverso lo studio è terribile.
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“la Repubblica” del 11 luglio 2019
Test drammatici Sulla lingua in gioco il futuro della democrazia
Per gli studenti le prove Invalsi sono una rilevazione e non una valutazione, e così deve essere e deve restare, ma per il sistema scolastico nazionale rappresentano una vera valutazione della validità del proprio lavoro e i risultati restituiti, di anno in anno sempre più precisi, possono orientare le decisioni politiche sulla scuola, e subito, perché i miglioramenti nel campo degli apprendimenti chiedono tempo e quel che conta è invertire le tendenze negative, sia pur di poco, anno dopo anno, partendo dai dati più importanti.
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IL DIBATTITO
Perché siamo tornati analfabeti
Dopo il rapporto shock dell’Invalsi sull’apprendimento dei ragazzi italiani, "Repubblica" ospita le riflessioni sulle cause. La prima: una falsa idea di cultura democratica
Silvia Ronchey
Il 35 per cento degli adolescenti che hanno appena affrontato la maturità, uscendo quindi da un più che decennale cursus studiorum , non riesce a comprendere un testo di media complessità: leggono, ma non capiscono. I dati dell’Invalsi, che sconcertano e preoccupano (finalmente) il ministro della pubblica istruzione, non stupiscono affatto chi insegna nella scuola o nell’università. Né, soprattutto, chi abbia assistito alla parabola involutiva che negli ultimi cinquant’anni ha subito l’istruzione di stato, progressivamente svuotata di contenuti, ridotta a mera illusione, proposta al popolo quale sorta di oppio non più offerto
da una religione ma imposto da un’ideologia, e in alcuni casi da una strategia, politica o partitica.
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“la Repubblica” del 13 luglio 2019
Perché il potere ha tolto le parole ai nostri ragazzi
Un numero enorme di ragazzi non è capace di comprendere un comune testo in lingua italiana. È un’incapacità che certo dipende dalle carenze del sistema scolastico ma che affonda le sue radici in un terreno più vasto. Quello della progressiva perdita di senso del dibattito pubblico, dell’esibito disprezzo che taluni politici e talune forze hanno per la responsabilità connessa con l’uso del linguaggio.
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“Il Messaggero” del 13 luglio 2019
La Francia boccia il valore scientifico dell'omeopatia
Elena Cattaneo*
I prodotti omeopatici «non hanno dimostrato scientificamente un'efficacia sufficiente a giustificarne il rimborso». Dopo un anno di analisi su oltre 800 studi scientifici, l'Haute Authorité de Santé (Has), equivalente francese del nostro Istituto Superiore di Sanità, è giunta a questa conclusione che comporterà, a partire dal 2021, l'azzeramento dei rimborsi per l'acquisto di omeopatici.
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Corriere della Sera · 19 luglio 2019
La qualità perduta del dibatito pubblico
Giovanni Belardelli
...Con i social la democrazia ha trovato lo strumento comunicativo perfettamente a sua misura, attraverso il quale tutti ma proprio tutti possono intervenire su tutto, sempre. Non era mai successo prima. In una democrazia, come possono votare anche gli analfabeti, così hanno sempre avuto lo stesso diritto di esprimere la loro opinione sapienti e ignoranti, competenti e incompetenti, chi si sforzava di essere informato e chi si rifiutava di farlo. Solo che in passato questo era vero solo in teoria, mentre ora c'è la effettiva possibilità, per
ciascuno, di esprimere la propria opinione su tutto, avendo magari tanto più seguito quanto più è semplificato, banalizzato e magari infondato ciò che dice.
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Corriere della Sera · 19 luglio 2019
Il silenzio degli scienziati sul tema della cannabis
Rosario Sorrentino
Legalizzare la cannabis, regolamentarla. Ma perché? Ci risiamo, il tema torna politicamente alla ribalta, più caldo e appassionato che mai.
Neurologi, psichiatri, psicologi e chiunque abbia a cuore la questione: se ci siete battete due colpi, anzi tre. Si può, si deve fare di più uscendo allo scoperto, tutti insieme, dicendo chiaramente quello che la maggior parte di noi pensa, ma che non ha il coraggio di
dire. E cioè, che siamo contrari!
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Il Sole 24 Ore domenica 21 LUGLIO 2019
Amori e schiaffi di uno studente mediocre
Il collaboratore della Domenica. Il 6 novembre 2011 lo scrittore iniziò a collaborare al Domenicale con il racconto «Lo sputo di Empedocle», nel quale rievocò la visita al liceo della
sua adolescenza ad Agrigento. Un’occasione per riattivare antichi ricordi Nel 2010, durante un breve soggiorno al mio paese mi raggiunse l’ennesimo invito a trascorrere una mattina nella mia vecchia scuola, l’Empedocle, dove ho frequentato il ginnasio e il liceo. Stavolta l’invito era così cortese e discreto che mi sentii costretto ad accettare. Due giorni dopo un amico m’accompagnò ad Agrigento, che dista appena sei chilometri dal mio paese.
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Corriere della Sera · 11 luglio 2019
La priorità negata: studiare
Daniele Manca
Quasi la metà dei maturandi è «analfabeta» in matematica. Un bambino su due in Calabria fa fatica a comprendere un testo in italiano. Solo il35°/o dei ragazzi che frequentavano il
quinto anno delle superiori ha superato pienamente la prova d'ascolto dell'inglese. Un'italia divisa in due con un Nord che riesce ad assicurare una sufficiente preparazione ai propri
studenti e un Sud che arranca.