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SCUOLA e LAVORO …

 

Italia divisa

Scuola e lavoro …

 

Giorgio Porrotto

 

1) Testo di Ferruccio de Bortoli (Riassunto parziale dal Corriere della Sera di Domenica 2 Giugno 2019) – I giovani italiani? Migranti invisibili e cittadini di seconda classe. Sono pochi e … politicamente non contano nulla … . Il Governatore della Banca d’Italia (Ignazio Visco) ha letto venerdì le sue Considerazioni finali davanti a una platea con scarsa presenza maschile e femminile … «L’Italia invecchia rapidamente … la popolazione tende a ridursi Notiamo … che la quota di laureati tra loro (13 %) è – come scrive Visco – meno della metà della media europea. Cioè: i più istruiti vanno altrove. E i migranti italiani? Nel solo 2018 sono andati all’estero in 12O mila. La quota dell’emigrazione giovanile è quintuplicata in dieci anni (raddoppiata per i laureati). Poi … i migranti interni: 480 mila … si sono spostati dal Mezzogiorno al nord. Nel contempo se ne sono andati all’estero 300 mila cittadini, di cui 69 mila laureati invisibili. L’esodo di massa è una perdita nazionale … Secondo la classifica OCSE, l’Italia è quart’ultima per i talenti. Precede solo Grecia, Messico e Turchia per quanto riguarda i lavoratori altamente specializzati, con master o dottorati … la società italiana, refrattaria all’innovazione, in ritardo nelle sfide del mondo digitale, ha sempre sottovalutato l’investimento nei giovani, e, nota la Banca d’Italia, è questo … un ridotto livello di conoscenze e competenze di giovani e adulti. Ma anche, aggiungiamo noi, il portato di un modesto ricambio generazionale, dell’inesistenza in molte delle aziende italiane di piani di successione, di percorsi … più gratificanti. E di retribuzioni per diplomati e laureati meno umilianti …. Nessuno parla delle loro pensioni, che … non avranno mai o riceveranno in modesta entità, visti i rapporti discontinui e di basso valore contributivo. Oltre due milioni di loro non studiano né lavorano. Un grande spreco di vite e di talenti. In altre stagioni avrebbero manifestato nelle piazze. Una protesta silenziosa.»

 

2) Violenze social, ecco una società senza genitoriDai testi incrociati e parzialmente trascritti dello psicanalista Massimo Ammanniti («È in crisi l’asse centrale della famiglia: fare figli e allevarli») e del giornalista Antonio Polito, rivolto a porre domande di pressante portata al suo interlocutore (Riassunto integrale del Corriere della Sera di Domenica 2 Giugno 2019) – Ammanniti –… Questa è la parola dell’abbandono, della deprivazione. Ma la normalità? A me pare che il problema più grande delle famiglie italiane è che di figli ne fanno ormai davvero pochi. E chi se ne lamenta… viene subito trattato come un reazionario … Polito – … Professore Ammanniti … c’è bisogno di uno psicanalista … poco tempo fa, eravamo campioni mondiali di familismo … famiglia al centro di tutto. Oggi invece … dalle famiglie provengono alcune tra le storie più dolorose e ripugnanti … la scelta della procreazione … le rinunce e i sacrifici, sembrano sempre più ostacoli a … narcisismo… I dati sugli abusi nei confronti dei minori ci dicono che otto casi su dieci si verificano in famiglia. La laicissima Francia … ha messo in campo - negli anni - delle politiche di aiuto alle famiglie che hanno avuto ottimi risultati, tanto che oggi la natalità è più o meno sul tasso di rimpiazzo demografico, due figli per ogni donna in età fertile; mentre noi siamo a 1,3… il paese dell’Occidente dove si fanno meno bambini … Ma poi ci sono anche quelli che non vogliono figli … o li vogliono il più tardi possibie … il 34% delle famiglie italiane non ha figli. E del rimanente 66 con prole, il 40 % ha un solo figlio. È scomparso un mondo, quello dei fratelli e delle sorelle. Un mondo che consentiva ai ragazzi … di avere un’infanzia … ». Ammanniti: –… Con la denatalità muoiono anche idee e valori del passato. Come si fa a spiegare «la fraternità» a una generazione di figli unici?

 

3) “La fuga dei giovani e gli incrementi della paura”Dal testo di apertura e di rilievi del volume di Federico Fubini sul Corriere della Sera del 26 Aprile 2019 – … Nel caso dell’Italia, sono due su tre gli abitanti che vedono nella fuga dei propri giovani all’estero una minaccia … Ma la politica di opposizione … non riesce a dar voce alle nuove paure dei cittadini… un sondaggio … pone agli elettori in Italia e in altri Paesi dell’Unione una domanda impensabile… anni fa: è più l’immigrazione o l’emigrazione che li tiene svegli la notte? L’indagine è condotta fra … gennaio e … febbraio su 46mila europei (… 5mila italiani) per conto dello European Council on Foreign Relations. E i risultati fanno emergere … stress fra gli elettori che non rispecchiano gli slogan … per le europee. In Italia il 32% degli elettori è più preoccupato dall’emigrazione dei connazionali ... solo il 24% per nuovi stranieri. In Romania … (un quinto della popolazione … all’estero), il rapporto è di 55% a 10%. In Ungheria il 39% è solo il 20% dell’immigrazione … Persino in Spagna, malgrado anni di ripresa ... doppio rispetto all’altro gruppo. E in Polonia … dinamica simile. È come se gli elettori altrove stessero cercando di dire ai loro politici che le linee di frattura non sono quelle fra sovranisti e liberali di cui molti parlano. Emergono paradossi invisibili … fra partiti ... Gli stessi leader che in Europa … promettendo di “chiudere le frontiere” oggi si vedono chiedere dai cittadini di fare esattamente … a ragione opposta: impedire ai giovani di andarsene. Il 52% degli italiani, il 50% dei polacchi e il 49% degli ungheresi … si dichiarano a favore di “misure che impediscano di lasciare il … Paese”. Vorrebbero fermarli … Secondo l’Istituto statistico ISTAT sono 738mila gli italiani emigrati all’estero fra il 2008 e il 2017. Secondo dati di EUROPSTAT … il 3,1% della popolazione italiana adulta vive e lavora … nel mondo. È … certo però che i numeri reali siano molto più alti … molti italiani non cancellano la residenza prima di espatriare … Nel 2017 secondo l’ISTAT 14.200 sono andati in Germania, ma l’Istituto … Destatis ne ha registrati in arrivo quattro volte e mezzo di più. Sempre secondo l’ISTAT 22mila italiani sono andati in Gran Bretagna due anni fa, ma il governo di Londra ne ha contati più del doppio. Per la Spagna … gli emigrati italiani del 2017 sono ottomila fotografati dall’ISTAT e più di ventimila contati dalle autorità a Madrid.

 

 

Scuola e politica

 

Scenari 

 

Cercare di scorgere quello che succede nell’universo, per molti versi imperscrutabile, di chi ha meno di 35 anni può farci intuire i mutamenti sociali

La nuova consapevolezza delle giovani generazioniDal testo di apertura e di rilievi dell’articolo di Mauro Magatti sul Corriere della Sera del 26 Aprile 2019 – … Già qui si pone una domanda: come mai laddove c’è una crescita maggiore prevale il timore nei confronti del futuro? ... Rimangono però diverse domande: come fa un giovane nigeriano a pensare ottimisticamente al proprio futuro? e perché in Francia 3 ragazzi su 4 sono timorosi per il loro avvenire? … c’è qualcosa che ci sfugge … la questione ecologica è destinata a diventare una issue attorno a cui si struttureranno anche i futuri assetti politici. Come peraltro sta già accadendo in Germania … tanto all’impresa quanto allo Stato si chiede di dare prova concreta della capacità di contribuire al più generale sviluppo sociale e umano. Semplicemente perché il benessere individuale viene visto come inscindibile da quello collettivo.

 

A confronto con i giovani il senso dell’istruzione le relazioni con gli altriDal testo di lettura e di rilievi dell’articolo di Don Antonio Mazzi sul Corriere della sera del sabato 20 Luglio 2019 - La scuola è sempre sopravvissuta, come vittima e non come luogo di formazione culturale, sociale e democratica. Cosa, per me, inspiegabile! I nostri Recalcati, Baumann, Carofiglio, Ammaniti sono tornati a Socrate, Platone e Ulisse per fare qualche riflessione dignitosa. Però, anche loro, oggi, denunciano sconsolati la totale sconfitta della Scuola e sono arrivati a parlare di analfabetismo. Penso che la causa di tale disfatta sia partita non solo in seguito agli esami di Stato di quest’anno, ma soprattutto dalle prove INVALSI. l titoli degli articoli sono drammatici accusando il Potere per aver rubato le parole ai nostri ragazzi, la scuola per il penoso ritardo e l’invasione informatica, per completare il fallimento. Io voglio affrontare il problema, partendo da una interpretazione atipica, ma più vera e più profonda per un verso e meno drammatica per un altro. E vengo al mio pallino: le relazioni, le interazioni, la stima del giovane verso noi adulti. Negli articoli affrontiamo sempre il secondo tempo del problema: la scrittura, la verità del linguaggio scritto. Ma il primo tempo, quello delle relazioni: dove l’abbiamo lasciato? Vi debbo dichiarare che una volta instaurata una relazione autentica anche i ragazzi che con l’INVALSI davanti farebbero fatica a compilare formule o a indovinare risposte, sono coloro che sanno trovare le parole più autobiografiche e più pregnanti. E io mi rifiuto, anzi, mi sento offeso nel leggere con quanta facilità noi releghiamo tra gli analfabeti proprio questo tipo di ragazzi. Perché gli analfabeti, in questo caso, saremmo noi!

 

L’astensione sempre più forte che si registra negli appuntamenti elettorali è uno dei segnali evidenti del profondo ed irreversibile mutamentoDal testo di lettura e di rilievi dell’articolo di Gerardo Villanacci sul Corriere della sera del Mercoledì 27 luglio Corriere della Sera Facciamo riferimento ad un fenomeno di formazione intellettuale in evoluzione, nel quale troviamo le risposte alla crisi dei corpi intermedi, ma anche a quella dell’istruzione e alla ormai evidente emergenza educativa, che quotidianamente riscontriamo nel logorato rapporto tra insegnanti e studenti. Questione con una radice comune: il rifiuto dell’impianto strutturale gerarchico fondato sulla ragione della forza. Un modello culturale superato, ma che continuerà a produrre gravi disfunzioni fin quando non verrà definitivamente sostituito da un altro costruito sull’autorevolezza; vale a dire sulla forza della ragione. Il riconoscimento di autorevolezza, d’altra parte, è lo snodo decisivo per qualsiasi funzione di responsabilità e comando. Si consideri, prima di altri, il fondamentale ruolo educativo degli insegnanti, dai quali legittimamente si pretende equilibrio e serietà nello svolgimento del loro compito formativo ma, al contempo, non ci si preoccupa di promuovere iniziative, a qualsiasi latitudine, volte alla protezione della dignità del loro lavoro.

 

 

Conclusioni

 

Questo l’attuale quadro della Scuola Italiana, considerato in relazione agli sviluppi e agli orientamenti del personale di gestione e di controllo e, di seguito, valutato nelle prospettive di possibili avanzamenti scientifici e culturali. Sta però di fatto che attualmente i grandi temi di questo tipo non sono né affrontati né tantomeno risolti dalla politica italiana: tutto questo è da ricondurre all’inerzia centenaria che ha caratterizzato la storia della scuola dalla sua comparsa ad oggi. Incredibile, rispetto all’evoluzione educativa degli altri Paesi europei.

A cogliere il cuore del problema un solo esempio, piuttosto recente e forse inaspettato: l’intervento della giornalista Milena Gabanelli, stimata per le sue coraggiosissime inchieste, lucide, logiche e ben documentate.

Primo episodio: alla presenza del mondo economico e produttivo, nell’aprile scorso, Gabanelli presentò l’urgenza di ammodernare e potenziare la scuola italiana per renderla conforme a quella dei Paesi più strutturati ed avanzati dell’Unione Europea. La risposta di lor signori fu un netto diniego.

Secondo episodio: la stessa richiesta fatta alla platea per finanziare almeno l’istruzione delle zone italiane più povere cadde nel vuoto assoluto.

Dramma: l’Italia è un Paese?