raccolte cd
timberland euro, timberland uomo 6 inch stivali, timberland uomo barca stivali, timberland uomo earthkeepers, timberland uomo euro hiker stivali, timberland uomo nellie chukka, timberland uomo rotolo top stivali, timberland uomo scarpe da spiaggia, timberland donna 6 inch stivali
Ringraziando il Signore non ho più vent’anni...

 

Luciano Luciani 

Ringraziando il Signore non ho più vent’anni...

 

Luciano Luciani

 

 

Ringraziando il Signore, non ho più vent’anni e nemmeno trenta: un tempo lontano ben più di mezza vita.

Figlio del dopoguerra “povero ma bello” - per chi c’era, però, soprattutto povero - allora trasudavo energia e mi entusiasmava qualsiasi banalità passasse il convento in quei giorni di  giovinezza: le prime imprese spaziali e il comunismo sovietico, il rock e il cinema impegnato, la nascita del Psiup e le avanguardie letterarie...

Mangiavo in maniera pantagruelica., dissennata e digerivo tutto.

I miei capelli erano neri come le penne di un corvo, fitti e forti.

Andavo a letto tardissimo, mi svegliavo prestissimo, non accusavo la fatica e non lamentavo nessun deficit di sonno.

Non poche donne si contendevano le mie attenzioni e scegliere tra questa, quella, l’altra e, magari, l’altra ancora non era cosa facile, ma, sia pure con qualche sofferenza, riuscivo a sfangarla…

Ora, bella domanda, chiedimi se ero felice.

Eri felice? Non lo so, non credo. Era tutto così confuso, affannato, complicato. Approdare in quella terra di nessuno tra la fine degli studi e l’inizio del lavoro che mi avrebbe dato da vivere mi creava un’ansia indicibile. Sarò all’altezza? Per non parlare del disagio di adattarsi a un mondo adulto già strutturato e poco accogliente, severo se non arcigno.

La percezione che ho ora di quel tempo è di una perenne inadeguatezza: qualcuno prima di te aveva già avuto i tuoi pensieri, progettato i tuoi progetti, sognato i tuoi sogni...

Se mi ripenso, mi vedo impegnato in una rincorsa continua, un inseguimento in cui qualcuno spostava sempre in avanti la linea del traguardo.

Comunque, sono sopravvissuto e anzi, dal punto di vista del lavoro, ho anche avuto una discreta fortuna: per anni ho letto Dante e Leopardi e per questo mi hanno pure dato dei soldi!

Anche invecchiando quella condizione felice l’ho mantenuta: sono andato in pensione. E poi, com’è ovvio, ho preso qualche chilo abbondante, ho perso i capelli, il viso è segnato da più di una ruga. Ho inforcato gli occhiali.

Le donne hanno smesso di interessarsi alla mia persona e mi hanno così lasciato il tempo per occuparmi, finalmente, di quello che avrei voluto fare da grande: leggere, scrivere talune paginette simpatiche, coltivare amicizie significative.

Il sesso? Mah, oggi come oggi direi che mi appare ampiamente sopravvalutato e non riesco più a capire come abbia potuto perderci tanto tempo.

La competizione professionale? Ha smesso da tempo di suscitarmi interesse e la lascio agli altri. Accomodatevi e, come dice il poeta, “andate e fate”. Vi osservo con distacco, e anche la pretesa di cambiare il mondo mi suscita solo un tiepido calore di fiamma lontana.

Mi sono fatto cinico? No, direi di no. Solo un po’ più saggio.

Chiedimi di nuovo se sono felice. Sei felice? No, magari appena appena più sereno.

Mi guardo allo specchio e mi interrogo su chi sia quel signore maturo e sconosciuto che mi osserva. Se lo incontrassi per strada penso che ne apprezzerei il portamento finalmente sicuro, l’ironia che trapela dagli occhi e, soprattutto, la disponibilità al sorriso.

Conquiste faticose e per questo irrinunciabili.